La capacità di Brooks di trovare i compagni sarà essenziale per il futuro dei Razzi…
Qual è l'unica squadra della Lega che, nonostante abbia perso il suo giocatore di riferimento, una guardia da 22 punti, 6 rimbalzi e quasi 5 assist in carriera, ha finalmente invertito la marcia puntando decisa al traguardo finale?
Se avete risposto Houston Rockets, significa che avete ben chiara qual è la situazione in Texas da un po' di tempo a questa parte.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: Houston perde McGrady per tutta la stagione a causa di una microfrattura al ginocchio sinistro che lo torturava da parecchio tempo e non gli permetteva di essere neanche l'ombra del giocatore che fu.
Era solo una presenza, per di più ingombrante, in mezzo al campo, al quale dovevano venire affidati palloni che non gli erano propri a causa di un contratto che quest'anno chiama 21 milioni di dollari, mentre il prossimo la bellezza di 23.
Dopo aver cercato in tutti i modi di piazzarlo sul mercato, proponendo addirittura uno scambio con i Nets in cambio del cugino Vince Carter, i Rockets si sono decisi a tenerlo in casa, sperando che arrivi presto la tanto agognata scadenza del suo contratto.
Il comportamento del Tracy inoltre non ha fatto che peggiorare il rapporto tra dirigenza, allenatore e il giocatore stesso: infatti Tiffany (così soprannominato nei vari blog della squadra) ha fatto sapere attraverso ESPN la sua decisione di concludere quest'annata in anticipo e farsi operare al ginocchio sinistro.
Il clamore all'interno dello spogliatoio ha avuto un pesante eco attraverso i media, ai quali Adelman non ha risparmiato parole piuttosto dure verso il nostro T-Mac, nonostante nelle ultime settimane le dichiarazioni dell'ex coach dei Kings siano state più concilianti: "Penso che avrebbe dovuto avvisare della sua decisione in ben altro modo e sono sicuro che anche lui abbia capito il suo errore".
Intanto la squadra, approfittando della pausa per l'All Star Game ha deciso di intervenire sul mercato, compiendo scelte che potrebbero risultare decisive nel proseguo della stagione e definiscono perfettamente le gerarchie all'interno di uno spogliatoio in cui era difficile far convivere tutte le anime che coesistevano.
Si è deciso di puntare forte sul play-maker scelto lo scorso anno al draft con la chiamata n.26, Aaron Brooks, proveniente da University of Oregon, lasciando partire colui che era stato sino a quel momento il titolare nel ruolo di Point-Guard, ossia Rafer Alston, direzione Magic. In cambio di Skip to My Lue sono arrivati il lungo da Orlando Brian Cook, destinato ad avere pochissimi minuti all'interno della rotazione di Adelman e il play Kyle Lowry, scelto da Memphis con il pick n.24 nel draft del 2006.
Ad una prima valutazione devo ammettere che sono rimasto molto deluso dalla mossa del GM Morey, poiché fermandosi ad un'analisi superficiale si potrebbe ritenere che il giovane Kyle non valga la perdita di Rafer, pur con tutti i suoi difetti, e la squadra ne avrebbe risentito durante la post season.
Ma valutando più attentamente lo scambio effettuato, posto che in termini di esperienza Aaron dovrà pagare dazio nelle partite di Play-Off contro le guardie avversarie, si può notare come con Brooks in cabina di regia, la squadra esegua più diligentemente i giochi, difficilmente la palla si ferma in mano ad un giocatore e la circolazione sul perimetro è decisamente migliorata.
Tutto questo si spiega poiché il numero 0 è molto rapido in penetrazione e riesce a battere il suo uomo dal palleggio con grande facilità , inoltre è un tiratore migliore dalla lunga distanza, il che gli permette di ricevere gli scarichi sul perimetro ed infilare la retina avversaria con costanza. Ci sono parecchi aspetti del gioco in cui deve ancora migliorare, per esempio nelle letture a difesa schierata, inoltre pare difficile che possa diventare un play da 10 o più assist a sera, ma per il ritmo compassato dei Rockets nell'era Yao Ming questo non pare un grosso problema.
Il back-up titolare nel suo ruolo verrà quindi ricoperto da Lowry che durante le prime partite in maglia bianco-rossa si è messo in mostra per una difesa arcigna sui suoi pari ruolo, nonostante subisca chiaramente l'altezza dell'avversario ed una capacità impressionante di arrivare al ferro per un giocatore della sua stazza.
Inoltre Ron Artest sembra aver decisamente preso in mano le chiavi dello spogliatoio, ergendosi a leader carismatico e ricoprendo quel ruolo di guida che né il numero 1 né il cinese sono mai riusciti a ricoprire per evidenti limiti caratteriali.
La squadra entra in campo con una mentalità completamente differente rispetto alla precedente versione e, guidata dal numero 96 (a proposito, il numero è stato scelto perché i due numeri formerebbero le lettere QB - Queens Bridge, luogo da cui arriva Ron Ron) soprattutto nella propria metà campo, dimostra di non andar sotto caratterialmente con nessuno, come dimostrato nella partita giocata in casa contro Cleveland, in cui gli avversari sono stati tenuti a soli 74 punti segnati, minimo stagionale per la franchigia dell'Ohio.
Contro i Cavaliers, Houston ha mostrato una difesa decisamente efficace, in particolare su LeBron che, per la prima volta da quando è all'interno della Lega non ha distribuito nemmeno un singolo assist per i compagni (per lui che viaggia a più di 7 assistenze a stagione) soprattutto grazie all'apporto in fase difensiva di un ritrovato Shane Battier, ritornato ai livelli dello scorso anno.
Infatti si sono alternati sul prescelto prima Ron, che lo ha completamente annullato durante il primo quarto di gara con una tecnica di scivolamento davvero impressionante, cambiando spesso la posizione delle gambe e mettendogli sempre il corpo addosso durante le penetrazioni, in seguito lo stesso Battier che ha portato il 23 proprio dove l'aiuto di Yao poteva essere più efficace, non permettendogli di arrivare al ferro facilmente.
In fase offensiva ci si affida ovviamente all'infinito talento del cinese sotto canestro, primo realizzatore della squadra con 19,9 punti di media a partita ed una capacità di alternare gioco in post basso e dalla media distanza come nessuno nell'intera NBA.
Le sue ricezioni sono notevolmente migliorate rispetto all'inizio della stagione, riesce a prendere meglio posizione sotto canestro dove, se ha il tempo di pensare e non viene raddoppiato immediatamente, è capace di svitarsi con un movimento di gambe rapidissimo verso il centro lasciando partire un jumper di estrema bellezza oppure attaccare il canestro con il suo semi-gancio molto efficace visto anche l'altezza da cui parte il tiro.
Certo, si rilevano ancora parecchie difficoltà nella lettura del gioco se messo sotto pressione: infatti se il raddoppio arriva rapidamente prima che metta palla per terra o che possa guardare la posizione dei compagni, difficilmente riesce a scegliere l'opzione migliore, ma anche su questa fase del gioco sta migliorando ed anche i compagni devono cercare di aiutarlo mantenendo le spaziature adeguate per risultare sempre pericolosi in caso il loro uomo vada ad aiutare.
Importanza capitale ha assunto all'interno dei set offensivi dei Rockets Luis Scola, che sta mettendo a referto statistiche straordinarie (12,5 ppg, 8,4 rpg) per un secondo anno che mostrano con evidenza l'azzeccata scelta effettutata lo scorso anno di spedire Spanoulis agli Spurs in cambio dell'argentino. La sua capacità di farsi trovare in movimento all'interno dell'area è molto apprezzata da tutte le squadre della Lega che ormai ne riconoscono apertamente il valore, inoltre nelle ricezioni statiche ha un movimento di gambe e di spalle che non permette al difensore di riuscire ad intervenire per tempo, nonostante sia spesso marcato da giocatori ben più alti di lui.
La posizione in classifica all'interno della Western Conference è ottima, in questo momento infatti sono la terza forza ad Ovest a parimerito con Denver, ma Portland e New Orleans sono a strettissima distanza. All'interno della Southwest Divison sono secondi e non sembra possibile colmare il gap con gli Spurs che guidano il gruppo a due partite di distanza dai cugini texani.
Sarebbe molto importante per i bianco-rossi riuscire ad arrivare ai Play-Off potendo disputare il primo turno con il vantaggio del fattore campo e, nel caso non trovino sulla loro strada i temutissimi Jazz, potrebbero spezzare la maledizione dei Quarti di Finale di Conference, levandosi parecchie soddisfazioni nelle sfide successive.