LBJ ha gli occhi fissi sull'obiettivo: l'anello
L'All Star Game è passato e si avvicinano, finalmente, i play off, la lunga regular season NBA sta ormai arrivando alla sua conclusione.
Quest'anno però ad Est la regular season sarà fondamentale per i play off, infatti i Cavaliers ed i Boston Celtics stanno battagliando per il primo posto nella Eastern Conference, la differenza tra le due squadre è di mezza partita ossia 46 vinte e 12 perse, 79,3% di vittorie, dei Cavs contro 47 vinte e 14 sconfitte, il 77,0% di vittorie, dei Biancoverdi.
Fondamentale perché già nella serie di semifinale della passata stagione vinta da Boston per 4 a 3 contro i Cavaliers, nella serie tra le due squadre ci furono sette vittorie su sette partite per la squadra che giocava in casa, perciò potrebbe essere fondamentale per la vittoria nei play off della Eastern Conference presentarsi al probabile scontro diretto con il vantaggio del fattore campo.
I Cavaliers al momento hanno un record di 44 vinte e 12 perse, miglior record a Est e secondo miglior record nella lega, dietro ai Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e Phil Jackson.
I Cavaliers nella pausa dell'All Star Game hanno flirtato con diversi giocatori;difatti sino all'ultimo momento utile il GM Danny Ferry ha cercato di mettere accanto a Lebron James e a Mo Williams un terzo giocatore di riferimento o nell'area lunghi, affascinante in tal senso l'ipotesi che a lungo ha visto Shaquille O'Neal in Ohio per giocarsi le opportunità di titolo a fianco del Prescelto, o in ala, ed ecco Richard Jefferson pronto a scappare dall'esilio di Milwaukee, lo scontento Stoudamire di quest'ultimo periodo a Phoenix o Jamison stufo di perdere a Washington, per cercare di completare la squadra e non lasciare nulla di intentato per la rincorsa al titolo 2008-2009.
Questi movimenti di mercato, per varie ragioni, non si sono concretizzati ed hanno lasciato i Cavaliers con il roster invariato, ma il destino potrebbe costringere Danny Farry a fare quella mossa di mercato, difatti nella sconfitta arrivata a Houston, si è infortunato Ben Wallace; per il centro ex Pistons, che ha riportato una frattura alla gamba destra in uno scontro di gioco con Yao Ming, la diagnosi parla di almeno 4 o 6 settimane di stop e questo accorcia ulteriormente la rotazione dei lunghi a disposizione di coach Mike Brown.
L'uscita di scena di Wallace porterà a un incremento dei minuti in campo per Varejao – molto probabilmente il brasiliano sarà il titolare alla posizione di ala forte durante l'assenza di Wallace – ed il rientro nelle rotazioni di JJ Hickson, il rookie che in questa stagione non ha mai trovato continuità d'impiego ma ha mostrato buone doti ed è sembrato in grado di sostenere un maggior impiego da parte di coach Brown.
Un'altra soluzione che potrà trovare certamente maggior applicazione è l'utilizzo di un quintetto piccolo da parte di Brown, con lo spostamento di LBJ in ala forte e un maggior utilizzo di Szczerbiack e di Pavlovic in ala piccola in una versione “small” dei Cavaliers che si vede costantemente dall'inizio stagione, anche se per poco tempo, e che in questo fine anno, probabilmente, dovrà trovare maggior impiego.
Oltre a queste soluzioni “interne”, si fanno sempre più insistenti le voci di un ritorno di Joe Smith, appena tagliato dai Thunder, a Cleveland dove ha giocato nella seconda metà della scorsa stagione 27 partite prima di essere mandato in estate a Oklahoma City.
Se avverrà , l'innesto di Joe Smith porterà un giocatore esperto, che conosce già il sistema di Brown e che non chiama tiri e possessi per se ma che è ben consapevole del proprio ruolo e che può contribuire con difesa e rimbalzi alla causa dei Cavaliers.
Wallace potrebbe tornare a disposizione di Mike Brown da metà Aprile, giusto in
tempo per ritrovare un minimo di ritmo gara e di condizione fisica per essere pronto a dare minuti importanti in difesa nelle sfide dei play off.
La perdita di Ben Wallace potrebbe in fin dei conti non essere un cattivo affare per Cleveland, darebbe a Brown lo spazio per sperimentare qualche soluzione alternativa, Hickson e il quintetto piccolo, darebbe a Ferry la spinta per concludere l'ultima operazione di mercato possibile e necessaria.
Nei fatti questo infortunio ha tolto ai Cavs un giocatore dal grande nome, dal grande contratto, ma che ormai sta diventando sempre più un giocatore di ruolo da usarsi in situazioni “speciali” già da tempo nei minuti decisivi delle partite si vede in campo a fianco di Ilgauskas la medusa di Varejao e non l'afro, anche se ormai anche quello è stato tagliato, di Big Ben Wallce.
Adesso è importante per i Cavaliers superare questo periodo di transizione dopo l'infortunio di Wallace e ricalibrare la propria rotazione, possibilmente in funzione anche dell'arrivo di Joe Smith, cercando di mantenere le distanza da Boston nelle 24 partite che rimangono da giocare per concludere la regular season.
Molto importante è invece il rientro di Delonte West, dopo l'infortunio al polso che lo ha tenuto lontano dai campi per 16 partite, già dalla sua prima apparizione è stato decisivo con 25 punti che hanno permesso ai Cavaliers di battere i Pistons; West con il suo tiro da fuori è importante per allargare ulteriormente il campo e sfruttare i raddoppi che gli avversari fanno su Lebron James, senza concedere troppo nella metà campo avversaria come capitava con Damon Jones nelle passate edizioni dei Cavaliers.
Come detto adesso per i Cavaliers si tratta di reggere la fatica della regular season e non farsi superare da Boston e da Orlando nella corsa per il primo posto ad Est, fortunatamente per i Cavs delle prossime 24 partite, saranno solo 10 le trasferte, così da poter massimizzare l'effetto della “Q Arena” dove fino ad oggi solo i Lakers sono riusciti battere i Cavaliers.
Mike Brown, sempre molto concreto dice dei suoi:”Credo che noi possiamo migliorare e credo che questo gruppo di ragazzi faccia di noi una squadra con potenziale da titolo. Sentiamo che noi siamo una delle squadre d'Elite della lega. Ma solo perchè ci sentiamo così non è detto che lo siamo, poichè non lo abbiamo ancora fatto”
Ancora 24 partite…