Kobe o Lebron? Una scelta quasi impossibile…
Lebron, Kobe, Kobe, Lebron. Oramai pare una margherita.
I due fidanzatini si sono dapprima dati appuntamento al Madison, ma non si sono accordati sul giorno. Cosi’ Kobe e’ arrivato prima, e dal nervoso ne ha messi solo 61, con 31 tiri dal campo (lo ripeto, 61 punti con 31 tiri dal campo), seppellendo i malcapitati Mikerbockers, ai quali ‘sta cosa che giocano in un’arena bellissima e che ispira le superstar, deve far girare parecchio i porta girini.
Anche perche’, simpaticamente solleticato sulla questione MVP, Lebbrone, che naturalmente gioca per la squadra e non ci tiene ai riconoscimenti personali (ovvio, neanche a me piacerebbe avere Naomi che mi dorme sul pianerottolo di casa e che dice che vuole un figlio da me, io sono sposato, la squadra prima di tutto), e’ venuto al campo un paio di giorni dopo, ed ha messo li’ una tripla doppia con l’ormone della crescita alla voce punti.
D’Antoni a questo punto preferirebbe giocare su un terreno all’aperto in mezzo ad un campo di mais, con gli avversari che si smonano per il viaggio e giocano svogliati, altro che MSG carico di mistique e che ispira tutti quanti.
Battiamo il ferro dei Lakers: avevano appena iniziato il viaggetto ad Est quanto il ginocchio di Bimbone si e’ accartocciato per il secondo anno di fila.
Tragedia e disastro, “peccato” che il viaggio ad Est sia poi finito con un significativo 6-0, arricchito da referto rosa (o suo equivalente NBA) in quel del Garden (Gasol e Odom bene tendente al benissimo) e jackpot anche a casa di Lebrone stesso, che nel suo cortile non smetteva di prendere a pallate chiunque gli passasse a tiro, praticamente da fine ottobre.
E’ stata la partita che mi ha piu’ divertito negli ultimi tempi, e nella quale ho visto La Dea Kali che si e’ provata il corpo di Lamar Odom, e le stava come un guanto!
Chiariamo subito: non penso che il “lucidone” mancino di Rhode Island abbia improvvisamente trovato il filo per mettere in riga tutte le lampadine del suo gioco. SE pero’ e’ in grado di giocare almeno un paio di partite a serie in questa maniera, allora, Bimbone o non Bimbone, per quest’anno si chiude bottega.
Aggiungo che se Bynum, a maggio, ha autonomia fisica per giocare solo 10-15 minuti, questo e’ il piu’ grande regalo che si potra’ fare a “no more barba” Jackson: il coach dall’anca sbilenca e’ ormai appurato che gradisce poco la scarsa comprensione del gioco da parte del frugolo, dal quale pero’ non puo’ prescindere perche’ e’ l’unico che ha ormoni maschili in area di difesa.
L’attacco non sara’ mai un problema, dato che Gasol sembra la versione catalana di Duncan (prima che vi agitiate, rimarco che ho detto solo l’attacco ). Inoltre, e questo non va dimenticato, proprio nell’anno in cui Posey non sta piu’ con gli odiatissimi in verde, nel cortile di Jack Nicholson evoluisce Trevor Ariza, che ha i piedi per stare con un sacco di gente, Pierce e Lebron compresi
A Cleveland nel frattempo stanno facendo un lavorone.
Vi ho gia’ scritto del progetto in avanzato corso d’opera per evitare di perdere il 23 nel 2010.
Se servisse, scolpirebbero il faccione del ragazzo anche sul monte Rushmore.
E’ chiaro che un titolo in questo biennio aiuterebbe parecchio la causa. Gran bella pescata si sta rivelando Mo Williams, che dopo aver litigato con i selezionatori dell’All Star Game ed ess erci finalmente andato a causa di infortuni vari, ha gozzovigliato contro i Suns seppellendoli di bombe e mettendo un quarantello, con l’ovvia benedizione del Messia, senza la quale oramai a Cleveland non si cambiano neanche le piantine delle aiuole.
I Cavs stanno andando talmente bene, che han persino rinunciato ad una trade che mandasse via Wall-e Szczerbiak ed il suo megacontratto, per evitare di nuocere gravemente alla salute e alla chimica del gruppo (dicesi “chimica dei Cavs” tutto quanto porti al sorriso di Lebron, che tende a ringraziare con azioni che nulla hanno a spartire con il genere umano).
Prima di parlare dei “miei verdi”, divagazione assolutamente personale su chi oggi sia il mio preferito tra i due giovanotti che caratterizzano LA e Cleveland.
La testa dovrebbe suggerirmi che LBJ e’ ed ha tutto quello che serve per creare una franchigia vincente partendo dal deserto. Vero……pero’……
http://www.youtube.com/watch?v=ROAz5SkUMu8
(minuto 4:33 del filmato)
http://www.youtube.com/watch?v=F6vXTYPqghI&feature=related
(tutto il filmato)
Ho volutamente preso cose “normali”, nel senso che una virata sul perno ed un fadeaway non necessitano di mezzi fisici fuori norma, “basta” avere tecnica… tanta tecnica… troppa tecnica.
Mi prendo la liberta’ di avvisarvi quando Lebron James diventera’, anche per il mio stomaco, il piu’ forte giocatore di questa lega. Per oggi io resto con Monna Lisa.
Ed eccoci al borsino degli omini in verde, che dopo la pausa dell “Holiday on cactus” a Phoenix, stanno affrontando un viaggetto di piacere in costa Ovest.
Notizie non buone dall’infermeria, dove al momento riposa “zanna bianca, uomo nero” Garnett, che per saltare su un alley oop ci ha rimesso un ginocchio: prognosi di un paio di settimane e tanto spazio a Ralph Malf Scalabrine, a “ciccio di Nonna Papera” Davis e a tutta la parodia di lunghi-lunghetti alle dipendenze di Doc Rivers.
Nel frattempo, vogliate gradire gli assoli alla tromba di Rajon Rondo, uno che sara’ anche fortissimo con i pattini, ma ti testa le coronarie come pochi.
In una squadra che praticamente ha l’atteggiamento dei marine a West Point (e con il suddetto Garnett che viene benissimo nella parte del sergente Hartmann… rido al solo pensiero di lui che strangola il soldato “Palla di lardo” Davis… speriamo solo che non trovino mai quest'ultimo in bagno da solo a dire “questo e’ il mio fucile, il mio fucile e’ il mio migliore amico”, altrimenti sono ortaggi al vapore…), il peperino da Kentucky sembra che abbia licenza di entrare in caserma ben oltre l’orario del silenzio, tanto il sergente che sta in carraia un occhio lo chiude di sicuro.
Ed il bello e’ che nessuno ha niente da dire, perche’ quando questo scugnizzo entra in area, con la faccia da Peter Pan, mette dei canestri che non si vedono neanche nell’Isola che non c’e’.
Secondo me, se gli fanno un’elettroencefalogramma durante la partita, il segnale e’ quello della linea di Osvaldo Cavandoli… per il cuore invece, siamo tranquilli: a questo qui, durante le partite, il cuore non batte proprio, perche’ passa da una minchiata epica ad un capolavoro in secondi zero-virgola-cinque, e queste cose ad uno che ha un cuore non sono concesse.
Finale dedicato all’unico, inimitabile, rissoso, irascibile, carissimo Shaquille O’Neal.
Alla kermesse di Phoenix, suo primo canto del cigno (ne prevedo altri due o tre) ci ha mostrato una volta di piu’ che, quando fara’ altro, saremo tutti piu’ poveri.
La sua singola presentazione con gli JabbaWockeeZ oramai viaggia su youtube quasi quanto il goal di Grosso e gli strilli di Caressa.
E poi, Dwight Howard e’ sicuramente il suo figlioccio, ma con quel tunnel gli ha spiegato che, ancora, il passaggio di consegne e’ lontano.
Per un paio d’ore, la sera della tradeline, mi sono attaccato alla pagina di Espn sperando che lo spedissero a Cleveland, dove avrebbe scritto pagine memorabili.
Poi, purtroppo o per fortuna, tutto e’ rimasto fermo.
Ma Shaq che apre il contropiede a Lebron sarebbe stata una delle cose piu’ eccitanti da vedere in TV, escludendo protagoniste femminili.
A presto!!!!