Chi l'avrebbe mai detto che avremo visto questa immagine? Eppure è la verità , e ha iniziato bene
Dopo la pausa della settimana scorsa in cui il bilancio è risultato in pareggio, i Celtics tornano ad avere una settimana positiva chiudendo più che discretamente la trasferta ad ovest e ritrovando, al loro ritorno a casa, la più improbabile delle addizioni al roster.
Risultati
Boston Celtics @ Phoenix Suns W 128-108
Boston Celtics @ Denver Nuggets W 114-76
Boston Celtics @ L.A: Clippers L 91-93
Indiana Pacers @ Boston Celtics W 99-104
Commento
Complessivamente la settimana per i Celtics è stata bella, ma a fronte di prove vincenti e convincenti ci sono anche state prestazioni che hanno meravigliato per come sono state affrontate in modo molto compassato, ma andiamo con ordine.
La settimana si può dividere nettamente in due parti: ottima per le prime due partite, non del tutto sufficiente per le seconde due. Contro Phoenix e Denver i Celtics hanno probabilmente giocato il loro miglior basket della stagione, devastando gli avversari con ottimi giochi in attacco ed eccellente difesa a contenere le scorribande dei rispettivi padroni di casa. Come prova basti solo vedere le misere cifre di Billups, che in stagione ha letteralmente lanciato i Nuggets nell'elite dell'NBA: 3 punti, 0 rimbalzi ed 1 su 8 dal campo. La sensazione è che Boston abbia sentito la necessità di dare il meglio di sé per evitare di perdere contatto con i Cavaliers ed i Lakers, ma anche perché i play-off si stanno avvicinando e probabilmente ne stanno sentendo il richiamo. Contro i Nuggets in particolare i 38 punti di scarto sono la peggior sconfitta della loro storia eguagliata, motivati anche da Doc Rivers che ha ricordato ai giocatori la sconfitta subita a Boston.
Contro i Clippers ed Indiana invece, dalle quali sono arrivate un'aspettata sconfitta ed una risicata vittoria, i Celtics si sono adagiati dopo lo sforzo precedente lasciando che gli avversari, partiti sfavoriti, mettessero in difficoltà i biancoverdi al di sopra di ogni aspettativa. Chiaramente in una stagione così lunga non è solo facile, ma è anche necessario dover tirare un po' il fiato perché non è umanamente possibile giocarle tutte al massimo, purtroppo contro la sponda povera di Los Angeles il fiato è stato tirato un po' troppo, corretto parzialmente contro Indiana.
Complessivamente Ray Allen è stato nettamente il migliore dei suoi in assenza di Garnett e con Pierce alle prese con piccoli malanni che non gli hanno permesso di rendere al meglio: 26 sono stati i suoi punti di media, con gli acuti contro Indiana e Phoenix in cui ha raggiunto e superato i 30 punti.
Il bilancio della lunghissima trasferta ad ovest è da ritenersi ampiamente positiva, con 4 vittorie di fronte a 2 sconfitte, ma quello che rende ottimisti non sono il semplice calcolo delle vittorie e sconfitte, ma per come sono arrivate: nette e convincenti le prime, episodiche e lontane dal reale valore della squadra le seconde.
A Denver Rondo ha commentato: "ho guardato Perk e Paul e ho detto: è una gara in casa? È inusuale sentire "forza Celtics" in trasferta", difatti si sono visti molti tifosi biancoverdi anche in località molto distanti da Boston meravigliando i giocatori bostoniani, ma a pensarci bene non è così strano che una franchigia storica e vincente come i Celtics riscuota simpatie non solo in tutti gli Stati Uniti, ma anche in tutto in mondo, Italia compresa.
Prima della trading deadline molti si aspettavano l'arrivo di un paio di rinforzi, Ainge non ha portato a Boston nessuno, ma ha liberato due spot, difatti questa settimana i due posti liberi sono stati riempiti da Marbury e Moore.
Dei due nuovi arrivi, quello decisamente più discusso è quello di Stephon Marbury. A tal proposito ci sono due linee di pensiero, vediamo di descriverle brevemente. La prima è la più negativa e teme che il suo arrivo possa essere deleterio per la squadra perché il giocatore di Coney Island è quanto di più lontano ci possa essere dai principi di uguaglianza, affiatamento e sacrificio per la squadra che è il marchio di fabbrica dei Celtics. Il timore è che sia un arrivo inutile (nel caso migliore) o deleterio per lo spogliatoio ed in campo (nel caso peggiore). La seconda linea di pensiero invece è più ottimista e pensa che il giocatore possa dare ai Celtics quel qualcosa in più che potrà essere utile per la conquista del secondo anello consecutivo grazie al suo indiscusso talento. I più "estremisti" pensano che solo il suo arrivo possa offrire a Boston l'opportunità di vincere un secondo titolo.
Obiettivamente fino ad una settimana fa la prima linea di pensiero era decisamente la favorita, ma negli ultimi giorni, grazie anche a dichiarazioni concilianti di Marbury stesso ed esternazioni positive degli altri giocatori dei Celtics a partire da Ray Allen, la seconda ipotesi sta prendendo sempre più piede e non è escluso che il suo arrivo possa essere positivo per il risultato finale. D'altronde Marbury stesso è ad un bivio: al suo ultimo anno di contratto deve assolutamente dimostrare d'esser ancora meritevole di un pluriennale almeno decente nell'NBA ed è suo interesse giocare bene e non creare problemi. Allen la pensa così: "so cosa significa per me fare degli adattamenti qui, anche Kevin e Paul si sono adattati, Stephon è stato un giocatore franchigia e se può fare anche lui un adattamento, allora ci potrà aiutare molto".
Mikki Moore invece non si porta nessun alone di sfasciafranchigie e non ha mai suscitato attorno a sé nessuna polemica se non contiamo la stranezza di circondarsi di serpenti di una certa dimensione. Ha molto meno talento puro di Marbury, ma nel sistema dei Celtics potrebbe essere molto utile perché riempie una mancanza che avevano i campioni del mondo, ovvero un lungo in panchina che segnasse, che sia molto alto per poter avere un minimo di intimidazione e che sia un discreto rimbalzista. Se accantoniamo l'intimidazione che Mikki fatica a possedere sia per il suo tipo di gioco che per la sua struttura fisica molto esile, per il resto ha proprio le caratteristiche che servono ai Celtics, oltre a possedere una discreta velocità per l'altezza. Ovviamente è deputato di partire dalla panchina, quindi non si pretendeva uno dei migliori nel ruolo, ma un onesto mestierante che possa essere utile qualche minuto, ruolo che Moore può ricoprire. Sarà il campo di Perkins e sostituisce Patrick O'Bryant, arrivato da free agent quest'estate e delusione cocente.
Dice Doc di lui: "(questo arrivo) ci dà un altro lungo, un'altra dimensione, può segnare, è passatore sottovalutato ed è alto". Ecco infine l'opinione di Pierce: "lo ricordo quand'era a New Jersey, giocava veramente bene con quella squadra, aveva molta energia e faceva molte buone cose". Mikki ha già programmato di guardarsi molte partite dei Celtics per conoscere a fondo il sistema biancoverde, gesto positivo che gli servirà parecchio. Moore è una vecchia conoscenza per i Celtics visto che ha giocato per i biancoverdi durante la stagione 2002-2003 con 3 contratti di 10 giorni ciascuno.
I due nuovi arrivi coprono anche le assenze attuali visto che senza di loro e data la non disponibilità per infortunio di Garnett, Scalabrine e Tony Allen, i Celtics pronti per scendere in campo sarebbero solo 10. Marbury ha scelto il numero 8 e Moore il numero 7. Le loro prime uscite, considerato che non conoscevano la squadra e gli schemi, sono da considerare promettenti ed i loro compagni di squadra si considerano contenti dei loro arrivi.
Infortuni
Dislocazione del pollice destro per Paul Pierce durante la partita contro i Clippers, il giocatore però non ha avuto troppi problemi, è quindi rientrato durante la gara stessa e non ha saltato quella contro Indiana visto che i raggi sono stati negativi.
Nessuna novità per l'infortunio di Kevin Garnett se non che ha cominciato la riabilitazione con la cyclette, rimane comunque valida la previsione del suo ritorno in campo dopo una pausa di 2-3 settimane, quindi probabilmente lo rivedremo in campo la fine della prossima settimana o durante la successiva. La squadra ha risposto bene alla sua assenza dimostrando che non c'è solo Pierce ed Allen che possono dare una mano per la vittoria, infatti Pierce da detto che "la squadra è molto fiduciosa anche senza Kevin perché abbiamo giocato senza di lui lo scorso anno ed alcune gare quest'anno, non ci scoraggiamo se un giocatore non c'è".
Nonostante le buone notizie della settimana scorsa, Brian Scalabrine si è fermato di nuovo per un problema al collo. Ha partecipato alla trasferta, ma è stato costretto a tornare a Boston per svolgere vari test neurologici dopo aver sofferto problemi cervicali durante la partita contro i Nuggets. Ainge ha voluto specificare che il giocatore non ha avuto una ricaduta del problema alla testa avuto poco tempo fa. Attualmente non è nota la data del suo rientro.
Nessuna buona novità neanche per Tony Allen, operatosi al pollice sinistro dopo essersi infortunato in allenamento lo scorso 10 febbraio, difatti è stato annunciato che non tornerà prima della metà di aprile.
Curiosità
Come annunciato tempo fa su queste colonne la città di Portland, la capitale del Maine, lo Stato più a nord del New England, e la città più popolosa di quello Stato, avrà una franchigia che militerà dalla prossima stagione nella D-League e che i Celtics attendono impazientemente per associarvisi. Attualmente infatti la franchigia bostoniana è costretta a mandare i suoi giocatori fin nello Utah ed avere una franchigia satellite vicino a casa renderebbe molto più agevole la gestione dei suoi giovani. Presidente e general manager sarà Jon Jennings, ex assistente allenatore dei Celtics.
Ray Allen è sempre stato bravo ai tiri liberi e non disdegna di chiudere le sue stagioni con una media superiore al 90% (verificare), quest'anno è stato particolarmente bravo a mettere assieme una striscia di ben 72 tiri liberi consecutivi prima di fallirne uno contro i Suns. Questa striscia supera di 1 libero il record dei Celtics precedentemente detenuto da Larry Bird.
Dopo la partita contro i Clippers Gabe Pruitt è stato arrestato alle 3 di notte per guida in stato di ubriachezza e per aver utilizzato un'autovettura, una Mercedes S550, con i vetri oscurati (vietato in California) ed è stato rilasciato alle 8 e mezza della mattina seguente dopo avergli comminato 5000 dollari di multa. Dopo le classiche scuse di rito del giocatore, i Celtics lo hanno sospeso per due partite senza stipendio e la sua carriera a Boston può essere in pericolo perché i Celtics non vogliono assolutamente che accadano problemi fuori dal campo anche se Doc è stato abbastanza conciliante.
Il migliore della settimana
Dopo aver ottenuto la sua seconda tripla doppia la settimana scorsa, anche questa settimana Rajon Rondo si è distinto per la completezza e l'incisività del suo gioco soprattutto contro Phoenix (career high in punti con 32) e Denver, durante le quali ha vinto le rispettive sfide contro i pariruolo Nash e Billups. Le altre due partite non ha giocato così bene come le prime due, ma almeno nell'ultima è stato al servizio della squadra servendo ben 17 assist (suo record in carriera eguagliato). Anche stravolta quindi si merita il riconoscimento settimanale ed incassa un'altra lode da parte del capitano: "se Rondo va, anche la squadra va, se gioca bene come ha fatto non ci sono possibilità di perdere, sta facendo un gran lavoro servendo assist e mettendo la palla nel cesto". Anche altri giocatori non-PGA Tour si sono distinti come Powe, sempre più presente sotto le plance e con minuti a disposizione finalmente concessigli da Doc Rivers; Davis ha giocato bene nelle ultime due partite partendo in quintetto base, segno che ha preso bene la responsabilità ; Perkins infine ha dato segni di risveglio contro Indiana dopo alcune partite in cui è rimasto in ombra.
Classifica aggiornata:
10 Rondo
4 Perkins
2 House
1 Powe
I minuti del PGA Tour
In assenza di Garnett questa sezione sarà molto ridotta, con Ray Allen che ha giocato più di Pierce (39,7 contro 38,7 minuti) e comunque con un impiego più elevato della media stagionale, che ora ha raggiunto i 37,3 minuti per Pierce ed i 36,4 minuti di media per Allen.
Il minutaggio più elevato per gara è stata la prima contro Phoenix con 42,1 minuti, ma anche quella contro i Clippers e la successiva contro Indiana sono state giocate con una media superiore ai 40 minuti mentre la media crolla a 33,1 contro Denver.
Appuntamenti e classifiche
Leggermente ridotto (se si può dire così) il ritmo dei Celtics la settimana prossima con 3 partite in programma:
domenica 1° marzo in casa contro Detroit
mercoledì 4 marzo in trasferta contro New Jersey
venerdì 6 marzo in casa contro Cleveland
Tutta la settimana sarà incentrata sul match-clou contro Cleveland di venerdì prossimo, ma non è da trascurare la sfida contro Detroit che ha interrotto una lunga striscia negativa ed ora è pronta per fare altri sgambetti a squadre quotate. Nel mezzo la trasferta a Newark la quale può risultare facile solo se giocata con attenzione ed impegno.
In classifica generale tutte le grandi hanno perso e quindi non ci sono stati grossi movimenti, Lakers, Cavaliers e Celtics sono racchiusi in un fazzoletto di 3 centesimi percentuali con Orlando che ha perso un po' contatto, ma non crolla. La situazione è ancora tutta da definire.
A risentirci.