Piena crisi in casa Sixers

Andre Miller, Iron Man dell'NBA di oggi dì

La pausa di metà  stagione per l'All Star Game può avere diversi effetti su una squadra NBA: può essere una sosta positiva per ricaricare le batterie e recuperare le energie spese nei primi mesi di Regular Season; ma può anche avere un effetto completamente opposto, cioè interrompere il momentum della squadra che stava viaggiando a gonfie vele. Per i 76ers versione 2009 barrare la seconda teoria.

Tornata al lavoro dopo la tre-giorni di Phoenix infatti la squadra non è più sembrata la stessa, perdendo quattro partite consecutive prima di vincere al Verizon Center di Washington (completando così lo “sweep” sui Wizards, vincendo quattro partite su quattro) e soprattutto dando l'impressione di aver completamente smarrito quel ritmo di gioco che l'aveva portata ad assestarsi in piena corsa per la post-season all'interno della Eastern Conference.

Sotto accusa per queste brucianti sconfitte è la fase offensiva che non è più fluida, veloce ed automatica come lo era fino a poche settimane fa. Non riuscendo più a correre come in precedenza sono diminuiti drasticamente i punti in contropiede (fondamentali per una squadra votata al gioco in velocità  come i Sixers) e il gioco a metà  campo continua a stentare.

Non lo ha fatto nella prima parte di stagione quando, con Elton Brand in campo, si pensava potesse decollare e continua a non farlo adesso, senza una presenza in post-basso (nè Samuel Dalembert nè tantomeno il seppur positivissimo rookie Marrese Speights hanno le doti di essere pericolosi da quella posizione) e senza un vero tiratore affidabile a roster (Kareem Rush rimane inchiodato nella sua sedia in fondo alla panchina).

Tutta questa serie di problemi, legati probabilmete anche al fatto di aver perso il ritmo della partita nella settimana di pausa, hanno portato ad un pesante abbassamento delle percentuali dal campo.

I dati delle prime tre sconfitte (rispettivamente contro Indiana, Denver e Miami) sono disarmanti, si parla infatti di: 38.5%32.6%37.1%.

Considerando che mediamente una squadra NBA tira il 45% dal campo e che la peggiore sotto questo punto di vista sono i Los Angeles Clippers con poco più del 43% si evince che quello fatto dai 76ers in queste tre partite abbia veramente dell'incredibile.

Lo slump in cui sono entrati i vari Willie Green, Thaddeus Young e compagnia ha inoltre confermato come Philadelphia sia di gran lunga la peggior squadra dell'NBA nel tiro da tre punti. Prendendo in considerazione le tre partite sopra citate si legge di un clamoroso 10/46 dall'arco, buono per il 21.7%. Nessuna delle altre ventinove squadre tira statisticamente peggio dei 76ers dai “sette metri e venticinque”, esattamente come un anno fa quando il 31.7% di fine stagione regolare fu il peggiore dell'interna NBA.

Insomma, se ultimamente il tiratore più “affidabile” della squadra è un giocatore a cui sin dai tempi collegiali a Texas e poi ad Atlanta e Milwaukee venivano concessi metri di spazio perchè non ritenuto pericoloso con il tiro in sospensione qualche problema ci deve pur essere…

Tra le altre news Ed Stefanski, presidente e general manager della squadra, ha rivelato di aver ricevuto diverse offerte prima della scadenza della deadline di giovedì 19. Avendo posto il veto sul quartetto di giovani formato da Iguodala, Young, Williams e Speights le attenzioni delle altre squadre erano poste su Andre Miller, che oltre ad essere una delle miglior point guard della Lega ha anche un contratto da $9 milioni in scadenza.

L'offerta che più ha fatto pensare Stefanski è stata quella arrivata da Portland, che in cambio di Miller appunto e Reggie Evans offriva Raef LaFrentz (con il suo appetibile contratto in scadenza da $12 milioni) e la coppia di guardie formata da Steve Blake e Sergio Rodriguez. Il fatto però di non ricevere in cambio un tiratore affidabile e di perdere le doti e la leadership di Miller ha portato la dirigenza a non chiudere l'affare, decidendo di finire la stagione con gli stessi giocatori. Scelta, a mio avviso, azzeccata visto che questa trade con i Blazers non avrebbe portato alcun miglioramento al roster attuale (mentre il discorso del contratto in scadenza di LaFrentz e della situazione salariale andrà  affrontato in separata sede).

Pillole

Andre Miller a quota 500 "¢ Nemmeno un infortunio al polpaccio che gli ha impedito di giocare il secondo tempo della sfida contro i Pacers ha fermato la striscia di partite consecutive giocate da Miller. La gara contro Washington è stata la numero 504 giocata consecutivamente dal prodotto dell'università  di Utah. Ovviamente si tratta della striscia aperta più lunga all'interno della Lega; seguono Tayshaun Prince (che si avvicina alle 470 apparizioni consecutive), Derek Fisher (da poco superato il muro delle 300) e un altro Sixer, Samuel Dalembert arrivato a quota 246. Paradossalmente però il dato più incredibile relativo a Miller non è quello delle cinquecentoquattro partite giocate, bensì quello delle partite non giocate: nella sua decennale carriera ha infatti saltato solamente tre partite, tre!

Andre Miller a quota 30 "¢ Come avevo citato nel precedente Team Report nessun giocatore dei 76ers aveva ancora toccato quota 30 punti in una partita di questa stagione. La striscia si è interrotta nella partita giocata a Miami contro gli Heat, dove proprio Miller ha realizzato 30 punti. Dall'ultima con un “trentello” sono quindi passate ben 59 partite (Iguodala segnò 30 punti contro Atlanta il 4 aprile 2008): si tratta della seconda striscia più lunga della franchigia. Il primato appartiene agli allora Syracuse Nationals che dal gennaio 1952 al febbraio 1953 giocarono 76 partite senza avere nessun giocatore con almeno 30 punti in una singola partita.

Buzeer Beater "¢ Sembra essere il tema ricorrente di questa infausta stagione. Per la sesta volta stagionale infatti i Sixers perdono una partita con un tiro negli ultimissimi secondi (per la terza con un tiro sulla sirena, record della Lega). Questa volta per la gentile concessione di Devin Harris che lancia una preghiera da metà  campo con 0.1 secondi sul cronometro – dopo aver probabilmente subito fallo, aver forse commesso un'infrazione di passi, perso e poi recuperato la palla – che viene accolta dagli dei del basket.

L'azione è stata soggetto di discussioni da parte di entrambe le squadre nelle dichiarazioni del post-partita. Molti giocatori, tra cui i due leaders emotivi della squadra Iguodala e Miller, si sono lamentati sostenendo che il cronometro (che segnava 1.8 secondi) fosse partito in netto ritardo sulla rimesse effettuata a fondo campo. “Credo siano successe troppe cose in quegli 1.8 secondi, ero convinto che il canestro non fosse buono e continuo ad esserlo. Sono accadute troppe cose in quel minuscolo periodo di tempo per poter rendere quel tiro valido.” Queste le parole del numero 9 e leading-scorer della squadra.

Andre Miller ha invece aggiunto: “La partita era lì, avevamo la vittoria in pugno e ci è stata tolta in quel modo.”

Coach DiLeo ed il suo staff invece non si sono esposti a riguardo del tiro di Harris, sostenendo invece che segnando qualche tiro libero in più qua e la duranta la partita non si sarebbe nemmeno dovuti arrivati ad un finale del genere. “In diverse partite quest'anno abbiamo avuto problemi dalla lunetta, sono cose che non dovrebbero succedere. La partita di lunedì è stata una di queste (14 errori di cui 2 nei secondi decisivi n.d.r.), dobbiamo migliorare le nostre percentuali ai tiri liberi per evitare di dover giocare dei finali di questo tipo.”

Il giorno dopo la gara il GM di Philadelphia ha parlato prima con la Lega, nella persona di Stu Jackson, e poi con i media. Stefanski ha voluto rassicurare i fans assicurando loro che l'NBA aveva preso in esame l'azione e dopo averla riguardata più e più volte ha confermato la bontà  del canestro e della decisione presa dagli arbitri. Non c'è stato nessun malfunzionamento del cronometro e il tiro è uscito dalle mani del giocatori in tempo utile.

“Non possiamo fare niente di più con la Lega, nessun'altra procedura può essere intrapresa per contestare il risultato della gara. Tutto ciò che possiamo dire è che il ragazzo ha segnato un gran tiro per vincere la partita, non ci resta che fargli i complimenti.”

Risultati & Classifiche

17/02 – at Indiana L 91-100
18/02 – vs Denver L 89-101
21/02 – at Miami L 91-97
23/02 – at New Jersey L 96-98
25/02 – at Washington W 106-98

Record: 2828 (.500%)
6th Eastern Conference
2nd Atlantic Division

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Dopo la sfida con i Knicks al Madison Square Garden arriveranno al Wachovia Center due dei giocatori più rappresentativi della Lega, Dwight Howard con i suoi Magic e Chris Paul con gli Hornets. In seguito si intraprenderà  un mini-viaggio ad Ovest con trasferte a Memphis ed Oklahoma City per poi tornare in città  ed ospitare Toronto, Chicago e Miami.

Due settimane quindi abbastanza favorevoli per i 76ers, con cinque partite casalinghe ed altrettante contro squadre con record al di sotto di quota .500. Una buona chance quindi per rifarsi dalle ultime sconfitte e provare a rimettersi in carreggiata.

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