La situazione infortuni in NBA

Ennesima stagione sfortunata per TMac…

In NBA, si sa, gli equilibri sono fragili. Il miglioramento inaspettato di un giocatore, una buona operazione di mercato, una scelta oculata al draft sono tutti avvenimenti che possono spostare questi equilibri.

La storia è piena di esempi di questo tipo: Tim Duncan arriva agli Spurs nel draft del 1997 e due anni dopo la sua squadra alza al cielo il trofeo di campione della Lega. Shaquille O’Neal arriva agli Heat nel 2004 e, anche qui, tempo due anni e Miami è pronta a fregiarsi, prima volta in assoluto per la franchigia, del titolo di migliore squadra. Questo per rimanere ad alti livelli e agli esempi più clamorosi e più recenti.

Ma che dire di tutte quelle squadre che, pur non essendo arrivate alla vittoria finale, sono riuscite a fare un salto di qualità  che ha le portate al “livello di sopra”? Ad ogni stagione ci sono tante squadre che migliorano, passando da una posizione poco gratificante che le porta in lotteria a lottare per i play-off, o da quest’ultima a lottare per il titolo.

Non sempre, però, si può migliorare. A volte assistiamo anche a dei peggioramenti. E se un giocatore, soprattutto con il passare degli anni, può veder scendere il livello del proprio gioco, può anche avvenire una scelta sbagliata da parte della dirigenza di una franchigia in sede di mercato o al draft. Anche qui gli esempi sono innumerevoli.

Quest’anno sta salendo prepotentemente alla ribalta un’altra variabile che condiziona in negativo l’andamento delle squadre: gli infortuni. Analizziamo la situazione rispettivamente nella Eastern e nella Western Conference, rivolgendo lo sguardo al futuro delle franchigie in lotta per traguardi importanti e colpite da assenze più o meno gravi.

Eastern Conference

Tra le squadre più penalizzate dagli infortuni ci sono sicuramente gli Orlando Magic, i Philadelphia 76ers e i Milwaukee Bucks. Andiamo con ordine: i Magic stanno disputando una grande stagione ma hanno perso, a causa di un infortunio alla spalla, il loro playmaker titolare (nonchè All-Star) Jameer Nelson. Quest’ultimo era diventato un perno fondamentale per la squadra, un punto di riferimento per i compagni e una delle chiavi della grande stagione disputata fino ad ora.

16 punti a partita, 5.5 assist, 3.5 rimbalzi, 50% dal campo e 45% da 3. Ottime statistiche per lui, che però rivedrà  il campo soltanto verso luglio-agosto, pronto per la stagione 2009-2010. I Magic perdono molto del proprio potenziale, e pur rimanendo la terza forza ad Est era già  difficile immaginarli come vincitori di una ipotetica serie di play-off contro i Boston Celtics o i Cleveland Cavaliers. Senza Nelson, l’impresa appare ancora più ardua.

I Philadelphia 76ers per arrivare in alto si erano affidati al colpo dell’ultimo mercato, Elton Brand. Anche per lui è arrivato, due settimane fa, un infortunio alla spalla, che lo terrà  fuori per tutta la stagione. Brand fino ad ora aveva fatto vedere buone cose ai Sixers, anche se non sembra ancora essere tornato quello ammirato tre anni fa in maglia Clippers.

In ogni caso la sua assenza rappresenta una brutta perdita per i 76ers, che dovrebbero raggiungere salvo sorprese i play-off per poi scontrarsi con una delle tre maggiori forze dell’Est. Bisogna anche scontrarsi con la dura realtà : Brand o non Brand battere una tra Celtics, Cavaliers e Magic al primo turno rimane un obiettivo fuori dalla portata degli attuali 76ers. Le cose si farebbero più facili in caso di raggiungimento della quarta o quinta posizione, con un avversario più abbordabile da fronteggiare, ma Miami e Atlanta probabilmente non saranno d’accordo.

Rimanendo ad Est, l’ultimo posto disponibile per la post-season è molto conteso. Ad oggi i Milwaukee Bucks occupano l’ottava posizione, ma dovranno fare a meno della loro stella Michael Redd per tutta la stagione. Inoltre, il centro titolare Andrew Bogut rimarrà  fuori dai giochi ancora per un mese.

Se i Bucks, in virtù di queste assenze, rallenteranno in modo significativo la loro corsa nelle restanti partite, rischiano seriamente di essere ripresi dai Chicago Bulls o dai New Jersey Nets, le rivali più accreditate. A patto che i Bulls, i Nets o chi per loro (in lizza ci sono anche i Knicks e i Pacers, sia pure più staccati) riescano ad infilare un filotto di vittorie da qui a metà  aprile.

Anche i Boston Celtics dovranno fare a meno, per un paio di settimane, di Kevin Garnett. Il numero 5 dei bianco-verdi salterà  poche partite, ma una L in più o in meno può essere comunque importante per la sua squadra, che si contende il fattore-campo ai play-off per gli eventuali scontri con i Cleveland Cavaliers, gli Orlando Magic e i Los Angeles Lakers, vale a dire uniche squadre che, ad oggi sembrano poter annoverare, alla fine della regular season, un numero maggiore di W rispetto ai ragazzi di Doc Rivers.

Certo, è anche vero che Garnett è un giocatore fondamentale per i Celtics, e che non avrebbe senso affrettare un suo recupero. Tanto più che i suoi compagni di squadra, nel breve periodo, possono giocarsela almeno alla pari con tutti, fermo restando che i play-off sono l’obiettivo fondamentale.

Western Conference

Ad Ovest il caso più eclatante è quello di Tracy McGrady, spesso ai box per via dei dolori alla schiena che negli ultimi anni lo hanno limitato parecchio. Ora rimarrà  bloccato per diverso tempo a causa di un problema al ginocchio sinistro che lo ha portato ad un intervento chirurgico e che gli potrebbe far saltare il resto della stagione, play-off compresi.

Quest’anno, con una squadra già  buona ed un ottimo giocatore arrivato dal mercato come Ron Artest, Houston sembrava pronta a fare la voce grossa nella Western Conference. Ma senza McGrady lo scenario cambia, considerato anche il fatto che l’altra stella della squadra, Yao Ming, finora non ha brillato nella post-season, al pari del suo compagno T-Mac.

E che dire di Tyson Chandler? Il suo passaggio dai New Orleans Hornets agli Oklahoma City Thunder sembrava cosa fatta, fino a quando si è saputo che il giocatore non aveva superato le visite mediche con la sua nuova squadra. Da qui la decisione di annullare la trade, che effettivamente pareva sospetta. Chandler è un buon centro, non un grande attaccante ma un ottimo rimbalzista ed è un elemento perfettamente integrato nel roster.

Perchè scambiarlo per due giocatori buoni e nulla più come Chris Wilcox e Joe Smith? Alla luce di quanto è successo la risposta sembra semplice: per i problemi fisici che il centro degli Hornets si porta dietro, perchè in assenza di questi difficilmente la sua squadra avrebbe fatto a meno di lui.

I Los Angeles Lakers, da parte loro, hanno dovuto fare i conti con l’assenza di Andrew Bynum, infortunato dalla fine di gennaio e che ne avrà  almeno per altre 5 settimane. Il suo rientro è previsto per l’inizio di aprile, in tempo per giocare le ultime gare di regular season in modo tale da ritrovare la condizione ideale per affrontare la post-season. Molto dipenderà  dalla riabilitazione, parliamo di un ragazzo grosso fisicamente e che ha appena rinnovato il contratto.

I Lakers puntano su di lui per il presente ma soprattutto per il futuro e, come dimostrato l’anno scorso quando Bynum subì un infortunio analogo, nessuno ha voglia di rischiare con lui. Il giocatore ha dichiarato di voler tornare a giocare in tempo per i play-off, e ce la dovrebbe fare. Nel frattempo la sua squadra è prima nella Western Conference e in lizza per avere il fattore campo contro le principali avversarie dell’Est.

Anche Manu Ginobili è tra i nomi eccellenti vittime di un infortunio quest’anno. Anzi, a dire la verità  l’argentino aveva saltato diverse partite anche ad inizio stagione, e a causa di un problema alla caviglia lo rivedremo in campo tra 2 o 3 settimane. Gli Spurs sono saldamente al secondo posto nella Conference, e in ogni caso dovranno fare a meno di Ginobili per poco tempo. Mai come in questo caso il numero 20 nero-argento potrà  recuperare con calma, avendo peraltro la possibilità  di riprendere appieno la propria forma fisica.

Un altro giocatore che con tutta probabilità  vedremo nella post-season è Jason Terry. Infortunato ad una mano, l’esterno dei Dallas Mavericks dovrebbe essere pronto a tornare per fine marzo.

I Mavs stanno lottando per rimanere tra le prime otto squadre nella classifica dell’Ovest, e hanno tutte le carte in regola per rimanerci. Anche perchè per loro si può parlare di sfortuna fino ad un certo punto dal momento che alcune delle loro avversarie, come abbiamo visto, dovranno rinunciare a diversi elementi importanti nella corsa ai play-off. “Mal comune mezzo gaudio”, come si suol dire.

Chiudiamo con un altro infortunato eccellente: Amare Stoudemire, che a differenza degli altri giocatori citati in questo articolo ha subito un infortunio ad un occhio, che lo farà  stare lontano dal campo per un paio di mesi. I Suns sono in lotta per qualificarsi ai play-off, e l’assenza di Amare può farsi sentire eccome. Anche perchè sotto canestro la loro situazione non è così rosea: Shaq è alla soglia delle 37 primavere e gli altri lunghi a roster sono Robin Lopez, Louis Amundson e Courtney Sims, tutti giovani e inadeguati a giocare ad alti livelli.

Un ostacolo in più si sta parando perciò di fronte a diverse squadre…gli infortuni avranno un ruolo anche nella corsa al titolo o i problemi fisici lasceranno le squadre NBA libere di percorrere la propria strada?

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