Il destino beffa i Suns

Con l'arrivo di Gentry sono tornati i Suns che tutti conosciamo.

Nella vita è molto facile dare la colpa alla sfortuna, additare il fato malvagio come causa dei nostri mali. Spesso è una tentazione nella quale cadiamo per incapacità  di affrontare le nostre proprie responsabilità , una scusa, una via d'uscita facile. A volte, però, è quasi impossibile non crederci, per i Suns, se ancora non lo è , lo sta certamente diventando.

Dopo l'infortunio all'occhio di Stoudemire è fin troppo facile parlare di una fantomatica “maledizione” o, più semplicemente, di malasorte. Eppure, come negarlo? Questa franchigia ne ha passate tante nella sua storia, sin dalla sua nascita. Nel 1969, al primo Draft dopo la fondazione i Suns persero un lancio della monetina che negò loro la prima scelta assoluta che quell'anno fu un certo Lew Alcindor. Meglio noto al mondo come Kareem Abdul-Jabbar.

La buona sorte non è stata amica di Phoenix nemmeno nelle ultime stagioni. Nel primo anno dell'era D'Antoni-Nash c'è stato l'infortunio a Joe Johnson in semifinale di Western Conference. Poi, nella seconda stagione, l'infortunio al ginocchio di Stoudemire prima dell'inizio della Regular Season e poi l'infortunio a Bell in finale di Western Conference contro i Mavericks. Anno successivo, le discusse e polemiche sospensioni a Diaw e Amaré.

Adesso, l'ennesima beffa del destino. Dopo aver deciso di non scambiare il loro All-Star, dopo giorni e giorni di speculazioni e voci di corridoio, i Suns hanno perso Stoudemire che si è dovuto operare all'occhio per un parziale distacco della retina. Due mesi di stop per lui, quindi probabilmente fuori per il resto della stagione.

Il rimpianto più grande per Stat e per la squadra è che forse quest'infortunio si poteva evitare. Durante il training camp Stoudemire aveva già  sofferto un incidente all'occhio, in uno scontro con Diaw in allenamento. Il colpo l'aveva costretto a mettersi degli occhiali. A suo tempo, aveva dichiarato che li avrebbe tenuti “per il resto della carriera”.

Dopo sette partite però, decise di rimangiarsi tutto e tornare a giocare senza. “Spesso non ci vedevo bene, per colpa del sudore e dell'appannamento – affermava il giocatore – il rischio di un altro infortunio c'è. Ma avrò fede”.

“Ovviamente è una delusione perderlo a questo punto – dichiarava Steve Kerr – eravamo molto contenti dei progressi della squadra”.

Prima del fatidico infortunio, che probabilmente eliminerà  le speranze dei Suns di andare ai Playoff, Alvin Gentry era subentrato a Terry Porter in panchina. Il cambio d'allenatore aveva rivitalizzato la squadra grazie al ritorno al tanto amato Run 'n' Gun di D'Antoni.

“Siamo quelli che siamo”. Con queste semplici quattro parole Alvin Gentry, il nuovo allenatore dei Suns, spiegava cos'era andato storto in questi ultimi mesi: non si può sfuggire alla realtà . Per questo ha poi aggiunto: “Dobbiamo tornare a giocare a un ritmo indemoniato come facevamo in passato. Dobbiamo dare più libertà  a Nash, è lui il motore della squadra. Dobbiamo sfruttare di più il pick'n'roll con lui, farlo penetrare, fargli trovare giocatori liberi. Siamo una squadra particolare. Soltanto così possiamo avere successo”.

È tornato il “Run'n'gun”, insomma. In altre parole, è tornato il basket dell'era D'Antoni. Soltanto che l'italo-americano è a New York adesso e Raja Bell e Diaw sono a Charlotte. Soprattutto il francese, ora che i Suns si ritrovano senza la loro ala-grande titolare, sarebbe stato molto utile alla causa.

“Non abbiamo più un giocatore delle sue caratteristiche, purtroppo” dichiarava Nash. Chissà , magari con 3D ancora a bordo si potevano ripetere le gesta di quella squadra che senza Stoudemire sorprese tutti andando fino alla finale di Conference.

Le vittorie contro i Clippers, i Thunder o i Bobcats non possono essere prese in considerazione troppo seriamente. Il big-match contro i Celtics era il vero test per il team di Gentry e il risultato non è stato proprio allettante. Dopo l'umiliante sconfitta a Boston c'era tanta voglia di rivalsa. “Gliene dobbiamo una, questo è certo – dichiarava Matt Barnes – nella prima partita ci hanno distrutto”.

Il risultato di domenica è stato 128-108, una partita dominata da Rajon Rondo. Un altro giocatore che fa parte dei tanti “e se…” dei Phoenix Suns, un altro dei tanti rimpianti degli ultimi anni. Fu mandato a Boston perché ritenuto non adatto al gioco di D'Antoni.

Nonostante la sconfitta, l'arrivo di Gentry è stata certamente una buona scelta. Il cambio in panchina pareva davvero necessario. Era evidente che i giocatori erano scontenti del regime Porter, si vedeva benissimo dal linguaggio corporale in partita, nessuno si divertiva, nessuno sorrideva. Sono bastate due partite di “run'n'gun” per far tornare il buon ambiente nello spogliatoio. Adesso si tornano a vedere i giocatori in panchina che saltano ed esultano dopo un contropiede velocissimo, magari guidato da Shaq in persona .

Anche giocatori come Dragic, emarginato in panchina da Porter, sentono l'influsso positivo del nuovo allenatore. “Mi sento più rilassato. Posso permettermi errori adesso. Prima ogni volta che sbagliavo guardavo verso la panchina. Avevo troppa pressione addosso. In queste due partite invece mi sono sentito libero, è una sensazione completamente diversa”.

La decisione di cambiare allenatore è maturata durante un All-Star Weekend bizzarro, in cui tutti i media davano per scontato già  da venerdì il licenziamento di Porter mentre Sarver e Kerr si dedicavano a dare mezze-smentite che non facevano altro che confermare le voci: “Non abbiamo ancora preso nessuna decisione” dichiarava Kerr domenica, quando ormai il licenziamento era un segreto di Pulcinella.

In generale negli ultimi dieci giorni il “management” dei Suns non ha dato sfoggio di grande professionalità . La gestione del cambio dell'allenatore ne è l'esempio lampante, ma anche le trattative per la “trade” di Stoudemire non sono da meno.

Il proprietario Sarver si è impegnato personalmente nelle trattative di uno scambio che avrebbe avuto certamente una motivazione più economica che sportiva. Ha personalmente offerto Stoudemire a diverse squadre della lega.

Questo suo comportamento è stato criticato da numerosi General Manager.
“Li fa sembrare disperati”, affermava uno; “Questo è il modo migliore per fare un brutto affare”, commentava un altro.

Anche lo stesso Stoudemire, sorpreso dalle voci di mercato, mostrava i suoi dubbi sull'operato di Sarver: “Non credo che sia un grande esperto di basket”.

Lasciando da parte i colpi di sfortuna e considerando gli innumerevoli errori degli ultimi anni, come lasciarsi scappare Rondo, rifiutare uno scambio Amaré-Garnett o licenziare D'Antoni, forse non è solo la sfortuna la colpevole di tutti i mali dei Suns.

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