In assenza di Ginobili, sono ancora Parker e Duncan a tirare la carretta…
Ci eravamo lasciati nella consueta serenità texana di metà febbraio, fra le battute di Popovich e la calma olimpica dei Big Three, ma il risveglio dopo l’All Star Game è stato dei peggiori, con la trade dead-line che si è chiusa senza scambi, ma soprattutto con Manu Ginobili di nuovo K.O.
Nonostante tutto questo il rodeo trip si è chiuso con il classico bilancio positivo di 5-3.
RISULTATI
San Antonio Spurs @ Boston Celtics 105-99
San Antonio Spurs @ New Jersey Nets 108-93
San Antonio Spurs @ Toronto Raptors 89-91
San Antonio Spurs @ New York Knicks 107-112 (OT)
San Antonio Spurs @ Detroit Pistons 83-79
San Antonio Spurs @ Washington Wizards 98-67
Dopo la sconfitta pilotata a Denver arrivano altri segnali negativi contro le Italiane Toronto e New York. Se all’Air Canada Center il risultato è stato quantomeno sorprendente con 22 punti di Ukic (career-high) e 23 di Bargnani a fronteggiare i 32 (di cui 15 nel quarto periodo) di Ginobili, nella Grande Mela senza Manu e con Parker lasciato a 5/20 dal campo la sconfitta all’overtime era plausibile, visto anche il Magic Moment di Krypto-Nate Robinson.
A dare morale alla truppa dell’agente Pop è arrivata la bella W al Banknorth Garden di Boston grazie al gran finale di Mason e Gino, e ad un superlativo Matt Bonner.
Il solito ironico head coach dei neroargento ha commentato così: “E’ una grande soddisfazione per la squadra più vecchia della lega battere i campioni in carica.”
I texani rimangono secondi ad Ovest dietro gli inarrivabili Lakers, con un record di 37-17 (0.685), e hanno 2 partite di vantaggio sui Denver Nuggets.
I Big 3
Tim Duncan in queste 6 partite ha incontrato i più temibili avversari nel suo spot di Ala Grande: Kevin Garnett e Rasheed Wallace.
I 2 rivali di sempre lo hanno messo in seria difficoltà ma entrambe le sfide sono state vinte dal caraibico, che a Boston ha messo a referto 23 punti, 13 rimbalzi e 5 assist mentre a Detroit si è limitato a 18 e 18.
Lui è pronto, sta aspettando i suoi compagni di viaggio per affrontare i Playoff.
TP è ormai un osservato speciale per molte difese e questo lo porta ad andare fuori giri in alcune partite. A conferma di questo dato ci sono il 5/20 al Madison e il 2/9 al Banknorth Garden.
La stagione è lunga e il francesino potrà trovare il tempo per affilare le armi ed essere pronto nel momento del bisogno.
19 Febbraio 2009: Manu Ginobili è stato sottoposto ad accertamenti che hanno evidenziato una frattura da stress al perone della gamba destra. Questo infortunio lo terrà lontano dai campi di gioco per 2/3 settimane.
Con questo comunicato gli Spurs hanno annunciato che l’argentino, da sempre ago della bilancia per l’attacco neroargento, salterà gran parte del mese di Marzo. Manu aveva provato a recuperare durante la pausa per l’All Star Weekend, ma il dolore non è passato.
La speranza è che possa rientrare al meglio a fine Marzo per prepararsi ed essere fresco e al 100% nella post-season.
La Squadra
I terminali offensivi di San Antonio non sono più 3 bensì 5: infatti la conferma di Roger Mason e gli exploit sempre più frequenti ad alti livelli di Matt Bonner regalano 2 nuove pedine a Pop.
La prestazione all’All Star Saturday non ha demoralizzato Roger, eliminato al primo turno nella gara da 3 vinta da Daequan Cook.
Il rosso invece ha dato il massimo fra Boston e New Jersey con 22.5 punti di media con 7/11 (63%) dalla lunga distanza e 11/16 (68%) dal campo.
La front-line è ancora un po’ leggera ma con Duncan a risolvere gran parte dei problemi, anche Kurt Thomas e Oberto stanno dando un aiuto, oltre al già citato red-rocket.
Bruce Bowen sta diventando un’interessante arma tattica per fermare gli avversari più temibili (Carter lasciato a 2 punti negli ultimi 2 quarti contro i Nets) e Finley, che è stato anche ad un passo dal fare le valigie, mette la solita sostanza con il picco di 19 punti nella Capitale.
Mercato
Merita un capitolo riservato la finestra di mercato che si è chiusa il 19 febbraio. R.C. Buford è stato vicinissimo a diversi colpi, tutti terminati con un nulla di fatto.
Sfumato Rasheed Wallace, sembrava possibile uno scambio con i Kings, con Finley e il contratto di Horry a Sacramento in cambio di Salmons e Miller, poi approdati a Chicago.
Da East Rutherford erano anche uscite voci che accostavano Vince Carter ai texani, dato per partente da New Jersey in cambio di Bowen, Hill, Oberto e Mason Jr.
“Senza offesa per Vince, che è ovviamente un gran giocatore – ha detto Duncan – ma cedere gran parte del team per aggiungere un solo giocatore, non credo sia la scelta giusta” e visto che in casa Spurs non si muove foglia che il caraibico non voglia, l’affare è saltato.
Nelle ultime ore prima della dead-line, Buford, sempre alla ricerca di un lungo da affiancare a TD per alleggerire le responsabilità al 21 soprattutto in difesa, ha tentato l’assalto a Marcus Camby, senza successo.
I San Antonio Spurs rimangono in sostanza quelli di inizio stagione, infortuni permettendo, e ora ritornano fra le mura amiche per 3 interessanti sfide con Mavericks, Trail Blazers e Cavaliers.
L’impressione è che, oggi più che mai, gli uomini di Pop dipendano soprattutto dalle prestazioni di Tony Parker e dalla condizione fisica di Emanuel Ginobili.