Lamar Odom finalmente sta meritando in pieno il soprannome di Lamarvelous
Come giudicare questo mese di febbraio dei Lakers?
Un mese iniziato fra le lacrime e la disillusione, convinti che l'infortunio di Bynum rappresentasse la pietra tombale per le ambizioni di anello?
Già di per se occorreva spiegare le cose ad osservatori occasionali, i quali commentavano che senza il bimbo i Lakers giocano meglio.
E grazie che giocano meglio, con due lunghi come Odom e Gasol, che hanno grande visione di gioco, esperienza, mani morbide, abilità nel mettere palla a terra inconsueta nei lunghi e grande capacità di passaggio. Grazie che il gioco fila meglio.
Ma il bimbo è un lungo muscolare, fisicamente solidissimo, intimidatore, con caratteristiche differenti dagli altri, l'unico in canotta gialloviola. Già ci si preparava ad un brutto momento contro i Celtics ed i Cavaliers, che hanno grandissimi giocatori in penetrazione, come Pierce e James, che nessuno degli esterni dei Lakers erano riusciti in passato a limitare, e senza l'unico intimidatore si pensava trovassero autostrade fino al canestro, come Pierce nelle finali.
Persino la strepitosa prova di Kobe Bryant al Madison Square Garden, con i 61 punti realizzati con ottime percentuali, e la vittoria a Toronto sembravano brodini caldi.
Invece no.
Invece i ragazzi in gialloviola hanno mostrato una solidissima difesa di squadra, una specie di zona molto particolare che ha tolto palloni e spazio sia a Pierce che a Lebron, autori di prove non eccelse, ha sporcato le percentuali avversarie ed ha permesso all'attacco gialloviola di vincere le due partite.
Cosa da non sottovalutare, oltre all'assenza di Bynum, contro i Celtics abbiamo visto un Kobe Bryant non eccelso, al di sotto dei suoi standard, convintissimo in fase difensiva ed a rimbalzo, gran combattente, ma di certo non brillante, ed addirittura negativo contro i Cavaliers, a causa di un malanno di stagione.
Mentre i suoi compagni vincevano a Cleveland, il Mamba sembrava il Michael Jackson attuale nel colorito e quello di Thriller nelle movenze, nonostante cercasse di dare il massimo e di spremersi in fase difensiva. Alzi la mano chi realmente pensava che i Lakers potessero vincere a Boston ed a Cleveland con un Kobe sotto il par.
Mal incoglie al presente commentatore il quale sosteneva che una difesa di squadra va allenata e costruita giorno per giorno, non potendosi pensare di tirarla fuori alla bisogna dal cappello a cilindro in guisa di coniglio. Phil Jackson invece si è travestito da Davide Copperfield, la mano è stata più veloce dell'occhio ed al momento della necessità il coniglio, cioè una difesa credibile, è apparsa come d'incanto in mano al prestigiatore.
Lasciamo stare qualsiasi pronostico per i play off, Celtics e Cavaliers avevano i loro cerotti, oggi non interessa minimamente stabilire chi sia il più forte in assoluto adesso, anche perchè le condizioni di forma potrebbero mutare, l'interessante è che i Lakers sono stati capaci di vincere contro le due contender più accreditate sia in casa che a domicilio, contro gli Spurs hanno dimostrato di poter vincere, ormai non ci si può più nascondere, per l'anello ci sono anche Kobe Bryant e compagni.
Lo scorso anno la finale è giunta a sorpresa, il solo fatto di raggiungerla ha reso la stagione un successo, quest'anno per i gialloviola l'unico obbiettivo può essere la vittoria finale. Gli avversari ci sono, sono pericolosi, i Celtics li conosciamo, gli Spurs hanno perso terreno all'inizio, con mezza squadra fuori, poi hanno trovato la quadratura, i Cavaliers sono cresciuti pure loro, tutte hanno i mezzi per battere i Lakers, ma la cosa vale anche al contrario, anche i Lakers hanno i mezzi per vincere contro ognuna di queste squadre, ormai è definitivamente appurato.
Un mese di febbraio con tante trasferte, contro squadre diversissime per caratteristiche, con una sola sconfitta in casa dei Jazz e vittorie fra le altre contro Celtics, Cavaliers, Hawks, Hornets, con vittorie in partite ai 90 punti come in partite ai 130 parla chiaro.
Risultati
Lunedì 2 Febbraio: @ New York Knicks 126 – 117
Mercoledì 4 Febbraio: @ Toronto Raptors 115 – 107
Giovedì 5 Febbraio: @ Boston Celtics 110 – 109
Domenica 8 Febbraio: @ Cleveland Cavaliers 101 – 91
Martedì 10 Febbraio: Ocklahoma City Tunders 105 – 98
Mercoledì 11 Febbraio: @ Utah Jazz 109 – 113
Martedì 17 Febbraio: Atlanta Hawks 96 – 83
Mercoledì 18 Febbraio: @ Golden State Warriors 129 – 121
Venerdì 20 Febbraio: New Orleans Hornets 115 – 111
La squadra
Cosa aggiungere? Già si è parlato di una difesa finalmente continua ed affidabile, della circolazione di palla e della panchina stiamo parlando dall'inizio della stagione regolare, occorre dire che a cavallo di gennaio e febbraio i Lakers hanno dimostrato di poter giocare bene e vincere anche con rotazioni ridotte all'osso, facendo fronte agli infortuni.
Oggi che, con l'eccezione di Bynum, tutti sono rientrati si è visto che la squadra è profonda e ben amalgamata, ed ognuno è pronto a fare qualcosa di più per sopperire qualche assenza. La finestra di mercato invernale ha regalato una scambio fra Vlado Radmanovic, andato ai Charlotte Bobcats, e l'arrivo di Shannon Brown ed Adam Morrison, oltre alla partenza di Chris Mihm, scambiato con una seconda scelta protetta del 2013, in pratica regalato per evitare la luxury tax.
Il buon Mihm, centrone bianco di sette piedi, si era dimostrato inadeguato nel primo anno ai Lakers, con coach T, ma poi con Phil Jackson era molto migliorato, dimostrando di poter calcare i parquet, con una tecnica rivedibile ma molta intelligenza. Purtroppo il gravissimo infortunio rimediato poco prima dei play off del 2006 ha tenuto il mormone lontano dai parquet per oltre un anno, ed al rientro alla fine della stagione successiva non è riuscito a riprendersi.
Ormai purtroppo si può pensare che la sua avventura in NBA sia giunta al termine e debba provare a riciclarsi in Europa, dove il suo ridotto atletismo può essere compensato dalla stazza.
L'altro scambio invece è più importante, ha fatto partire un Radmanovic che non si è mai completamente adattato in gialloviola, e probabilmente non si sarebbe mai adattato del tutto, dato che la sua intelligenza cestistica si è dimostrata non eccelsa e le sue doti di passatore, ammesso che ci siano, sono rimaste ben nascoste, mentre Adam Morrison è un tiratore come Vlado, molle in difesa come Vlado, ma sembra che abbia una maggiore visione di gioco e, soprattutto, possa ancora crescere molto, cosa impensabile ormai per il cadetto spaziale.
Shannon Brown, arrivato sotto silenzio, è una guardia dalla notevole potenza atletica, dote che manca in genere ai gialloviola, quindi potrebbe risultare molto più utile del previsto. Questo scambio potrebbe risultare valido non solo per abbattere il montesalari, ma potrebbe risultare una buona operazione anche dal punto di vista tecnico.
Ancora una incognita le reali condizioni di Bynum, che in teoria avrebbe dovuto star fuori 6 settimane, quindi in teoria ancora un mesetto scarso, secondo alcune fonti starebbe bruciando le tappe, quindi potrebbe rientrare in anticipo, secondo altre fonti le sue condizioni sarebbero peggiori del previsto e ci vorrebbe un altro mese e mezzo da oggi. Per quanto possiamo saperne la data del rientro potrebbe essere qualsiasidalla metà di marzo alla fine di aprile, non si può dire altro se no che speriamo bene.
I Singoli
In primo luogo occorre spendere due parole per l'elemento senza dubbio migliore dell'ultimo mese, quello maggiormente decisivo, colui che ha dato un apporto maggiore nelle vittorie ottenute.
Di solito quando si inizia così, si vuol parlare di Kobe Bryant o, al limite, di Pau Gasol.
Fermo restando che i due leaders hanno giocato bene e meritano elogi, Kobe ha giocato male solo a Cleveland per un malessere, per il resto lui e Gasol sono andati secondo abitudine, stavolta il proscenio del protagonista spetta a Lamar Odom, autore di una crescita incredibile. Lo scorso anno, dopo l'arrivo di Gasol, finalmente ha trovato definitivamente la sua dimensione nei Lakers, giocando molto bene, quest'anno è diventato un sesto uomo, con la promozione di Bynum in quintetto, ma il suo contributo è rimasto molto buono.
Parlando di lui però c'era sempre una punta di rimpianto, in quanto si paragonava ciò che faceva a ciò che avrebbe potuto fare con una palla in mano. Ora questa punta di rimpianto è stata spazzata via, finalmente in campo oltre che la visione di gioco, le mani morbide e l'abilità difensiva, si vedono una cattiveria agonistica ed una leadership altrimenti sconosciute.
Maturazione tardiva o effetto del contratto in scadenza? Lo scopriremo presto, basta attendere, ma Lamar non è mai sembrato un giocatore svogliato ed una motivazione supplementare non basta a spiegare la sua crescita.
Per il resto i Lakers sono quasi tutti da promuovere. Possiamo dividere il roster fra giocatori pienamente promossi e giocatori le cui prestazioni cono comunque incoraggianti.
Nella prima categorie rientrano i soliti Bryant e Gasol, più un Trevor Ariza sempre più convincente, sempre atletico e valido in difesa, ma sempre più attento e produttivo in fase offensiva, con una intelligenza cestistica ormai acclarata e sicuramente superiore alle aspettative. Lo stesso Fisher sembra tornato quello del Threepete, quando aveva sei anni in meno di oggi.
Nella seconda categoria rientrano prima di tutto un Walton in notevole progresso, rigenerato rispetto al fantasma dello scorso anno e dell'inizio di questa stagione, poi Farmar che inizia a rendere secondo le aspettative, dopo aver iniziato il mese in modo negativo. A grande sorpresa Josh Powell sta dando un contributo decorosissimo dalla panca, ovviamente oggi può essere solo un cambio per 10/15 minuti, ma questo ruolo può ricoprirlo degnamente.
Senza voto un DJ Mbenga ai margini della rotazione, un Sasha Vujacic palesemente fuori condizione ed i nuovi arrivati; Morrison infatti deva ancora vedere il campo, Brown ha giocato pochissimo, facendoci vedere però una giocata entusiasmante, una stoppata incredibile purtroppo giudicata fallosa, che mostra le sue potenzialità atletiche.