Rafer Alston è già sceso in campo con i Magic, grazie a lui di nuovo in corsa per il titolo…
Il mese di febbraio è particolarmente caldo per le franchigie NBA: la fase cruciale della stagione, che coincide con i play-off, dista solo due mesi, c'è l'All-Star Game ma soprattutto la trading deadline, ovvero il termine ultimo per effettuare scambi.
Il mercato si è chiuso il 19 febbraio, e fin dall'inizio del mese si profilavano degli scambi veramente interessanti. Tantissimi i nomi coinvolti: Jermaine O'Neal, Shawn Marion, Amare Stoudemire, Vince Carter, Marcus Camby…ma, a ben vedere, questi ultimi giorni si sono contraddistinti per l'enorme sproporzione tra rumors più o meno fondati e affari conclusi, pochi e di scarsa rilevanza. Qualche trade di rilievo però c'è stata, e siamo qui per parlarne.
Inevitabile partire da quello che è stato lo scambio più interessante, e che ha visto Jermaine O'Neal, Jamario Moon e una prima scelta trasferirsi da Toronto a Miami, in cambio di Shawn Marion e Marcus Banks.
Dal punto di vista tecnico la trade è assolutamente logica: gli Heat avevano bisogno di un uomo di peso sotto canestro da affiancare ad Haslem e al giovane Beasley, mentre i Raptors avevano bisogno di un'ala piccola che potesse assicurare rimbalzi e difesa, e in questo senso Marion è uno dei migliori giocatori in circolazione.
Sia O'Neal che Marion hanno contratti che scadranno a breve, e questo è un fattore da tenere in grande considerazione. Per quanto riguarda O'Neal, quest'anno guadagnerà 21 milioni e il prossimo anno 23, dopodichè il suo contratto scadrà e gli Heat potranno decidere di investire tutti quei soldi nel mercato free agent del 2010, che si preannuncia ricco, o per eventuali rinnovi dei propri giocatori.
Il contratto di Marion invece scadrà al termine di questa stagione e anche qui parliamo di cifre importanti, che ammontano a 17 milioni. Nè l'uno nè l'altro giocatore potranno chiedere le stesse cifre che hanno percepito in questi anni una volta che diventeranno free agent e a seconda delle loro richieste ma, soprattutto, delle prestazioni offerte nelle rispettive squadre di qui in avanti, non è escluso che possano rimanere dove stanno.
Eh sì, perchè O'Neal se trova continuità e se il fisico lo lascia tranquillo è ancora uno dei migliori lunghi in circolazione, mentre Marion potrebbe tornare ad incantare come ai tempi, neanche troppo lontani, dei Suns.
Solo il tempo potrà darci una risposta, ma l'impressione è che entrambi i giocatori abbiano guadagnato da questa trade. O'Neal non dovrà più spartire minuti con Bosh e Bargnani, con i quali si pestava i piedi, ed in una squadra che fino ad ora ha deluso non ci si poteva permettere il lusso di tenere tre giocatori così forti sotto canestro.
Logico che a rimetterci sia stato il più "anziano" (30 anni): aggiungeteci il ricco contratto e un'integrazione non perfetta nella squadra ed il quadro è completo.
Marion, da parte sua, potrà dare ai Raptors difesa, rimbalzi e punti in un contesto in cui un'ala piccola con le sue caratteristiche serve eccome. Quello è il suo ruolo, ma può anche offrire un'alternativa come ala grande, ruolo ricoperto in diversi frangenti quando era ai Suns e che gli si addice per fisico e tecnica. Nelle sue prime uscite con la franchigia canadese non ha incantato, ma visto il talento che ha aspetterei a tirare le somme.
Oltre a loro due, la trade ha visto coinvolti Marcus Banks e Jamario Moon. Banks si trasferisce ai Raptors e, in presenza del playmaker titolare Calderon e di Ukic, troverà poco spazio. Il suo arrivo ha comportato la partenza di Will Solomon, ceduto in cambio di soldi ai Sacramento Kings. Il contratto di Banks è anche piuttosto lungo ed oneroso per il ruolo che andrà a ricoprire, dal momento che scadrà nel 2011 e fino ad allora guadagnerà più di 4 milioni all'anno. Moon, invece, guadagna 700.000 dollari e scade al termine di questa stagione, poi si vedrà . Potrebbe comunque ritagliarsi un suo spazio in quel di Miami, come onesto gregario a basso costo.
Un'altra trade interessante si è sviluppata sull'asse Chicago-Sacramento.
Nocioni, Gooden, Simmons e Ruffin si sono trasferiti dai Bulls in cambio di Brad Miller e John Salmons.
Difficile immaginare un Gooden protagonista a Sacramento, il suo contratto da 7 milioni scadrà a fine anno ed essendo un buon lungo potrà anche confermare queste cifre quando diventerà free agent, ma quanto i Kings puntano veramente su di lui?
Discorso diverso per Nocioni, che ha un contratto lungo e a scendere fino al 2012 (da 8 a 6,5 milioni) e che può essere una pedina importante. L'argentino dà difesa, aggressività , esperienza e potrà dare davvero molto alla sua nuova squadra.
Per quanto riguarda Chicago, acquista un centro dalle mani morbide e che potrà dare fisicità come Brad Miller, colmando almeno parzialmente una lacuna sotto canestro che dura da ormai troppi anni. Salmons invece è alla sua migliore stagione NBA, e pur non dando quelle garanzie che Nocioni dava dal punto di vista difensivo potrà compensare con la sua vena realizzativa. Non è da escludere per Salmons un impiego da guardia, viste le sue caratteristiche e il futuro incerto di Ben Gordon, attuale titolare nel ruolo, a fine stagione.
Inoltre, Chicago si è liberata di Larry Hughes cedendolo a New York in cambio di Jerome James, Tim Thomas e Anthony Roberson.
New York acquista così un giocatore che interessa più che altro per il suo contratto (13 milioni in scadenza nel 2010), mentre i Bulls prendono una discreta riserva (Tim Thomas), un lungo scarso (Jerome James, peraltro infortunato) e un giocatore che in NBA non ha per niente trovato spazio (Roberson).
Curiosità : Thomas libererà 6 milioni e 500 mila dollari dal salary cap di Chicago nel 2010, James ne libererà altrettanti lo stesso anno, a meno che non rinunci alla player option che ha per il 2009-2010, ma mi sembra molto difficile…in pratica, questi due contratti e quello di Hughes si equivalgono.
Ma evidentemente la presenza di quest'ultimo era diventata troppo ingombrante nella città dei Tori, vista anche l'abbondanza nel ruolo, con Rose, Hinrich, Gordon e ora anche Salmons.
E proprio questa abbondanza nel settore esterni ha portato Chicago a vendere Thabo Sefolosha agli Oklahoma City Thunder in cambio di una scelta del prossimo draft, verosimilmente alta. Insomma, Chicago molto attiva sul mercato, e l'impressione è che abbia operato bene, liberandosi della grana-Hughes e aggiungendo elementi interessanti a roster come Salmons e Miller. Certo, la cessione di Nocioni grida vendetta, ma difficilmente si ottiene qualcosa di buono cedendo niente in cambio.
I Thunder sono stati poi i protagonisti di uno scambio che li ha visti cedere Chris Wilcox a New York in cambio di Malik Rose. Entrambi hanno un contratto in scadenza a fine stagione (Wilcox 6,5 milioni, Rose 7 milioni), ma mentre viene difficile pensare al 34enne Rose come un giocatore dei Thunder in futuro, diverso è il discorso per Wilcox, che a New York potrebbe convincere la dirigenza a rinnovargli il contratto.
In conclusione, i Magic hanno sostituito Jameer Nelson, fuori per la stagione, acquisendo Rafer Alston dai Rockets in cambio di Brian Cook.
Ottima mossa per Orlando, Alston è un discreto play mentre Cook è un giocatore monodimensionale, con un buon tiro da 3 ma niente di più. Inoltre, Houston ha acquisito Kyle Lowry dai Memphis Grizzlies in cambio di Adonal Foyle, Mike Wilks ed una prima scelta al prossimo draft. I Rockets potranno ricavare qualcosa di buono dal giovane Lowry, mentre Foyle e Wilks non sono altro che due milioni in scadenza a fine anno.
A conti fatti, non ci sono stati grossi stravolgimenti nei rapporti di forza tra le squadre della Lega. Come al solito solo il tempo potrà dare ragione ad una squadra piuttosto che ad un'altra, fatto sta che, come abbiamo visto, di movimenti degni di nota ce ne sono stati pochini, e tutte le squadre hanno preferito seguire la politica dei piccoli passi piuttosto che rischiare.
Ai tifosi delle diverse franchigie non resta che stare seduti e godersi lo spettacolo, in attesa di benedire o maledire l'operato del General Manager della propria squadra…