Danny Granger durante il 3-point shoot-out
Difficile dare un senso alla stagione dei Pacers. Alla pausa per l'All-Star Game le ultime speranze playoffs sembrano morte per via di alcune sconfitte evitabili e di una continuità che non è mai arrivata.
Ci si chiede quale possa essere il motivo per cui questo team in questa stagione sia stato in grado di battere in ordine Boston Celtics, Los Angeles Lakers, Orlando Magic e Cleveland Cavaliers, ovvero le prime quattro squadre della lega e nelle stesse condizioni abbia perso con squadre come Memphis, Washington, Clippers e Golden State.
Si deduce possa essere un discorso di carattere e mentalità . Una squadra che vuole raggiungere i playoffs non può permettersi di esaltarsi contro le grandi squadre e di "snobbare" avversari di minore blasone e qui i discorsi delle partite perse all'ultimo secondo e di qualche infortunio lasciano il tempo che trovano.
E' difficile credere ancora ad un esito positivo di questa regular season, seppur il leader Granger premiato con la prima convocazione per la partita delle stelle e per il 3 point shoot-out abbia persino bisogno di far riposare il ginocchio che gli da qualche problema. “Forse ho bisogno di restare fuori ma non mi piace questa idea” le sue parole.
Pausa ASG che si vuole sfruttare anche per il nuovo recupero di Dunleavy, di nuovo infornatosi al ginocchio destro. E' volato insieme al trainer dei Pacers Josh Corbell in Messico per sottoporsi ad una cura.
Qualche problema alla schiena anche per Foster e Daniels che però sono rimasti ad Indianapolis.
Nel frattempo sembra che ci possano essere novità per la questione Jamaal Tinsley e si vocifera che prima della deadline possa essere ceduto insieme a Foster agli Charlotte Bobcats in cambio di Felton e May. Addirittura si parlava anche di un possibile coinvolgimento da parte del rookie Rush.
Qualche giorno fa l'agente di Tinsley, Raymond Brothers, ha detto che l'associazione dei giocatori NBA gli farà causa per il trattamento riservato al giocatore a cui viene impedito di allenarsi, di assistere alle partite e di rescindere il contratto.
“Abbiamo provato a trovare una soluzione con i Pacers riguardo questa situazione, ma non ci siamo riusciti” – ha affermato Brothers – “Jamaal voleva lavorare alla Conseco Fieldhouse ma il team glielo ha vietato, è una situazione difficile. Noi vogliamo solamente che Jamaal possa continuare la sua carriera di giocatore“.
Una situazione delicata che potrebbe risolversi però in pochi giorni con l'avvento dell'ultimo giorno utile per organizzare scambi.
La sconfitta casalinga 111-116 contro i giovani Timberwolwes apriva un mese di febbraio in linea con la premessa, Pacers belli e convincenti contro i più forti e superficiali contro avversari sulla carta più abbordabili.
“Siamo dispiaciuti della sconfitta perchè venivamo da una buona striscia di vittorie in casa” – diceva Granger – “Abbiamo perso contro una squadra contro cui potevamo sicuramente vincere“.
Decisivi erano due errori nei tiri liberi da parte di T.J. Ford, fino a quel momento il miglior tiratore di liberi in stagione dei Pacers. “Sono il miglior tiratore di liberi della squadra e li ho sbagliati, sono frustrato“. Dichiarava il giocatore.
Il riscatto non avveniva in casa dei Sixers dove Indiana nonostante 12 punti di vantaggio alla fine del secondo quarto perdeva 99-94 soffrendo maledettamente l'infortunio di Granger nel secondo tempo.
“Abbiamo un giocatore che è tra i primi cinque realizzatori nella lega, quando ci ci viene a mancare è dura” – diceva un Troy Murphy da 15 punti e 14 rimbalzi – “Contiamo molto su di lui in fase di realizzazione, per questo dovremo trovare anche delle alternative“.
Non bastavano i 21 punti di Dunleavy e i 18 di Jack partendo dalla panchina, anche se la vera ragione della sconfitta per coach O'Brien era un'altra. “Abbiamo sbagliato troppi buoni tiri da liberi in questa partita” – dichiarava O'Brien – “Solitamente siamo una squadra che tira molto, molto bene, ma facendo i conti abbiamo sbagliato 31 buoni tiri, questo ha fatto la differenza in questa gara“.
Il giorno dopo i Pacers invece sembravano squadra da playoffs battendo i Magic 107-102 e interrompendo una striscia di tre sconfitte consecutive.
Coach O'Brien riproponeva il quintetto piccolo con Ford e Jack come guardie e con Granger, Dunleavy e Murphy come front-court, una scelta che aveva avuto poco successo nel precedente scontro con i Magic ma che si rivelava vincente in questa occasione.
“Abbiamo giocato una partita complessivamente buona, sia in attacco che in difesa contro una grandissima squadra“, le parole di O'Brien.
Granger nonostante il ginocchio dolorante guidava sei Pacers in doppia cifra segnando 33 punti di cui 14 nell'ultimo quarto, mentre Ford e Murphy aggiungevano rispettivamente 21 e 20 punti. Ma decisivo era l'apporto dei lunghi nel contenere (nel possibile) Howard limitato a 21 punti ma con ben 18 tiri presi.
Buona era anche la prova di Hibbert, messo in campo in fase alterne in questa fase dellla stagione. Chiudeva con 10 punti, 3 rimbalzi e 2 stoppate. “Ho fiducia nelle mie capacità “, diceva il giocatore.
Dopo una buona vittoria ci si aspettava una conferma su un campo non difficilissimo come quello dei Wizards, invece i Pacers perdevano 119-117 subendo l'ultimo canestro di Butler (in faccia a Granger), assolutamente ispirato nell'ultimo quarto.
“Era stata una buona difesa la mia, ha fatto semplicemente un tiro migliore” – si giustificava Granger che a 16 secondi dalla fine (a proposito di big shots) aveva impattato il punteggio grazia ad una tripla.
Una partita maledetta e cominciata male con Dunleavy out dopo appena 3 minuti e con il suo cambio (Daniels) impossibilitato a giocare, per questo si tornava con l'accoppiata Ford-Jack. “Col quintetto piccolo, proviamo a diventare più veloci e atletici” – diceva O'Brien dopo la gara – “Probabilmente perdiamo a rimbalzo, ma è dura competere in questa lega senza la rapidità giusta sul perimetro“.
Rocambolesca era invece la vittoria sui Cavs per un punto, 96-95. Lebron dominava l'incontro con 47 punti ma nel finale succedeva di tutto: un canestro di Ford a 0.8 secondi dalla fine dava il sorpasso ai Pacers sul 95-93, ma su un passaggio lob Lebron James subiva un discutibile fallo da Granger. La stessa identica cosa avveniva nell'azione successiva a parti invertire, tutto in neanche 1 secondo di gioco.
Mike Brown, coach dei Cavs era durissimo a fine gara. “Non potevo immaginare una chiamata arbitrale peggiore” – dichiarava Brown – “E' stato un fischio orribile e farla a 0.4 secondi è una cosa da irresponsabili“. Per questa parole veniva multato di 25 mila dollari due giorni dopo.
Nella precedente chiamata arbitrale coach O'Brien era stato tenuto dai suoi assistenti per lo stesso identico fischio. “Penso fossero dei fischi discutibili in entrambi i casi, fortunatamente siamo riusciti a costruire una buona azione e ad avere lo stesso tipo di chiamata di prima“, dichiarava Granger.
Ancora un positivissimo Troy Murphy (prima parte di stagione da incorniciare) da 18 punti e 15 rimbalzi guidava sei Pacers in doppia cifra.
In casa dei Bucks contro una possibile rivale Indiana dimenticava la parola "difesa" e incassava una meritata sconfitta 122-110, estendendo a 9 la striscia di sconfitte consecutive lontano dalla Conseco Fieldhouse.
“Ancora una volta la nostra difesa si è smarrita“, dichiarava Granger. I Bucks tiravano col 54% e diventavano la 23° squadra NBA a realizzare almeno 110 punti contro i Pacers, peraltro senza Bogut, Ridnour e Redd, tre elementi del loro quintetto base.
I Pacers chiuderanno questo mese con degli impegni non impossibili casalinghi contro Philadelphia, Chicago e Memphis e voleranno in ordine a Charlotte, Minnesota, New York e Boston per chiudere il mese di febbraio.
L'esperienza di Granger da All-Star
10 minuti in campo e 2 punti su una schiacciata per Granger nella sua prima esperienza da All-Star.
Aldilà dei non tantissimi minuti trascorsi (causa motivi precauzionali) in campo è l'esperienza nel complesso ad aver arricchito profondamente Granger come persone e come giocatore.
"E' stato bello, ho corso su e giù per il campo, ho provato a difendere su Shaq, mi sono molto divertito". Le prime parole del giocatore.
Durante tutti i preparativi Granger ha aggiornato un blog su NBA.com.
Alcuni retroscena, "Kevin Garnett è un tipo divertentissimo nello spogliatoio", mentre riguardo la schiacciata subita da Shaq nel momento in cui si è trovato in difesa su di lui: "E' stata una grande giocata ma non penso di essere il primo giocatore ad aver subito una schiacciata da lui, né l'ultimo!".
Granger ha anche partecipato alla gara del tiro da 3 punti, vinta però da Cook dei Miami Heat.
"Nel complesso è stato un bell'evento. Non ho tirato bene quanto immaginavo ma il mio obiettivo era quello di non fare il peggiore punteggio! Voglio riprovarci anche l'anno prossimo".
Interessanti anche alcune impressioni prima dell'All-Star weekend.
"Seppur sia stato coinvolto nell'All-Star weekend due volte, sono sicuro che questa esperienza sarà differente. Sono stato a Vegas e a Houston con i Rookie e i Sophomore ed è stato divertente, ma fare parte della partita principale, della grande attenzione che c'è e un'altra cosa". Ha affermato il giocatore.
C'era qualche preoccupazione sul ginocchio di Granger, tanto che si vociferava potesse rifiutare la chiamata per la partita delle stelle.
"Un po' di persone sono preoccupate del fatto che questo weekend possa non fare bene al mio ginocchio, ma io non lo sono perché non giocherò tanti minuti quanti ne gioco e i Pacers e le difese non sono molto aggressive, non ci sono problemi".
I giocatori stessi non sono sorpresi del fatto che Granger sia diventato un All-Star.
"E' più forte di quello che la gente pensa, è alto, sa segnare, sa tirare da qualsiasi posizione, sa giocare in post, penso stia facendo davvero bene". Ha detto su di lu iBillups che di All-Star Game ne ha già giocati 4.
Un'esperienza da non dimenticare.