Kenseth festeggia in Victory Lane
Avevamo detto come uno dei temi di questa stagione NASCAR fosse la voglia di riscatto di quei piloti che nel 2008 erano più o meno clamorosamente rimasti a secco di vittoria. Probabilmente neanche Matt Kenseth si aspettava di riscattare la negativa stagione passata così presto.
Il giorno precedente la Daytona 500, Kenseth aveva confidato alla sua moglie Katie quanto fosse stanco di non essere più un serio candidato al titolo della NASCAR Sprint Cup, e non coltivava grandi illusioni circa le sue possibilità di vittoria. Anche Jack Roush, il proprietario del team per cui Kenseth corre, era molto pessimista.
Ma Daytona (e la pioggia) hanno regalato uno spettacolo inaspettato. La pioggia ha perseguitato la Florida per tutta la giornata di domenica, trasformando la 500 Miglia più che in una corsa tra piloti in una corsa contro Madre Natura. Dopo che in mattinata aveva piovuto abbondantemente, il tempo è leggermente migliorato al momento della partenza, rendendo possibile il via della gara. Ma il pericolo restava costante. Così tutti hanno corso un po’ guardando davanti a sé, e un po’ guardando sopra di sè, cercando di restare il più possibile davanti a tutti, dal momento che la gara poteva essere accorciata da un momento all’altro.
Così Elliott Sadler, trovatosi in testa dopo il maxi incidente che ha messo ko il fin lì dominatore della corsa Kyle Busch, ha cominciato a fare gli scongiuri, ma la risposta è arrivata troppo tardi. A 54 giri dal traguardo Kenseth, sfruttando una spinta da parte di Kevin Harvick, superava Sadler, proprio nel momento in cui Eric Almirola finiva in testacoda provocando l’ottava bandiera gialla della giornata.
Nello stesso istante, la pioggia ha iniziato a cadere, e dopo alcuni giri di caution, i commissari della NASCAR hanno fatto rientrare i piloti in pit-lane. La maggior parte di essi è scesa dalle loro automobili per attendere la decisione dei commissari, ma non Kenseth.
“In realtà io sono un ragazzo molto emotivo,” ha detto.
“Volevo solo aspettare fino a quando non fosse finita o finchè non avessimo ripreso la corsa. Non volevo lasciare che le mie emozioni andassero troppo in sù, in un modo o nell'altro”.
Dopo qualche minuto di attesa si è però capito che la pioggia non sarebbe diminuita di intensità , e la gara è stata dichiarata conclusa. L’ultima volta accadde nel 2003, quando Michael Waltrip vinse una gara accorciata addirittura a soli 109 giri.
Per Kenseth, oltreché la prima vittoria in assoluto a Daytona, è stata la prima vittoria dall’ultima corsa del 2007, interrompendo così una striscia di 36 gare senza vittorie. Ma domenica è tornato di nuovo in alto, e ha dato anche al proprietario Jack Roush la sua prima vittoria alla Daytona 500.
“Ho detto, dopo l'anno scorso, come vincere una gara significasse molto per me. Adesso, non so che dire. Vincere la Daytona 500 è sicuramente un momento da sogno. E' una sensazione incredibile. Devo ringraziare il mio team per tutto il lavoro svolto in questa settimana. Hanno fatto davvero un enorme lavoro” ha detto Kenseth.
“Quando si cresce nel Wisconsin, Daytona sembra molto, molto lontana”, ha aggiunto Kenseth, nativo di Cambridge, Wisconsin.
Egli ammette come fino a domenica non si ritenesse tra i possibili vincitori. Non dopo la stagione 2008 passata senza vincere, solo per la seconda volta in carriera.
Non dopo due anni senza essere un serio candidato per la vittoria di quel campionato che si era giudicato soltanto 5 anni prima, nel 2003.
Ma oltrechè di Kenseth, è stata anche la giornata di altri due personaggi: Jack Roush e Drew Blickensderfer.
Per Roush, si è trattata di una lunga attesa. Egli si è presentato per la prima volta al via di Daytona nel 1988, con Mark Martin, terminando quarantunesimo. Negli anni successivi raramente ha fatto tanto meglio.
Ed anche domenica, Roush era troppo preoccupato per la sua consueta catastrofe che stava vedendo coinvolto il suo team (con Jamie McMurray e Carl Edwards coinvolti nell’incidente innescato da Brian Vickers e Dale Earnhardt je e che ha messo ko anche Kyle Busch) per rendersi conto del fatto che Kenseth fosse in grado di lottare per la vittoria.
Ed in fondo era abbastanza comprensibile, data la particolare combinazione di fattori che hanno contribuito al successo di Kenseth. Infatti giovedì, durante il Gatorade Duel, la situazione per Kenseth si era complicata a causa di un incidente che lo vedeva costretto domenica a partire dal quarantatreesimo posto.
Ad aggiungersi al tutto, la presenza di un crew chief esordiente nella Sprint Cup quale Drew Blickensderfer, fino allo scorso sempre in seno al team ma ad occuparsi della vettura di Carl Edwards nella Nationwide Series. Ironizzando, a fine corsa Roush ha detto: “Non so se Drew merita tutto questo. Io ho dovuto attendere 20 anni, lui ce l’ha fatta al primo colpo”.
Con Drew Blickensderfer, Roush spera di aver risolto il problema che aveva coinvolto Kenseth e ne aveva limitato le prestazioni. Alla fine del 2006 Roush decise di promuovere Robbie Reiser, per lungo tempo crew chief di Kenseth, al ruolo di direttore generale del team, e al suo posto mise Chip Bolin, già ingegnere sulla vettura di Kenseth.
L’idea era quella che la grande esperienza di Riser avrebbe aiutato l’intera organizzazione, e Kenseth era d’accordo. Ma non è andata così, e piano piano Kenseth è scivolato indietro, anche all’interno dello stesso team.
Così Roush ha deciso di riportare Bolin al ruolo in cui si sentiva più a suo agio ed ha promosso Blickensderfer.
“Quando abbiamo analizzato i problemi della vettura 17 (quella di Kenseth), era chiaro che la responsabilità era tutta mia e che io avevo commesso l’errore” ha detto Roush.
“Sono stato lento a capire ciò che mancava e a capire come aiutare Chip e tutti gli altri a rendere al meglio. La responsabilità di tutto ciò che è successo è mia. L’anno scorso non ho agito bene”.
Blickensderfer aveva già aiutato Edwards ad interrompere una striscia di 36 gare senza vittorie nella Nationwide, vincendo 7 corse delle ultime 19 lo scorso anno, e adesso ha fatto lo stesso con Kenseth nella Spint Cup. “Drew è un vincente”, aveva detto Kenseth una settimana prima della 500 Miglia.
“Non ha mai affrontato la Spint Cup prima, ma è stato comunque in questo sport a lungo. E’ un vero competitore. Il suo arrivo ha portato una scintilla di entusiasmo in questo team”.
“Ho vinto più campionati di quelli che riesco a contare in tutte le serie in cui ho corso”, ha detto Roush. “Contiamo circa 340 vittorie, o qualcosa del genere. Non so precisamente quanto sia grande questo numero”.
Ma finora la 500 Miglia di Daytona gli era sempre sfuggita. Kenseth non vinceva dalla fine del 2007, Blickensderfer addirittura era all’esordio.
Quasi tutti dubitavano che ce l’avrebbero fatta, invece loro ci sono riusciti, grazie ad un piccolo aiuto da parte di Madre Natura.