Thaddeus Young impegnato nel Rookie Challenge, unico Sixer alla manifestazione di Phoenix!
La pausa per l'All Star Game segna tendenzialmente la boa di metà stagione. I 76ers quest'anno ci arrivano avendo però giocato ben più della metà delle partite, 51 per essere precisi.
Il record parla di 27 vittorie e 24 sconfitte, decisamente migliore rispetto al 21-30 fatto segnare l'anno scorso di questi tempi. Rispetto a dodici mesi fa però le aspettative dei tifosi (e della squadra stessa) erano ugualmente superiori.
Con l'innesto di Elton Brand ci si aspettava una squadra in grado di competere nei piani alti della Conference e magari affermarsi come alternativa alle due superpotenze Celtics e Cavaliers (affiancate poi dai sorprendenti Magic).
L'inizio di questa Regular Season ci ha regalato però ben altro: una partenza stentata ha portato al licenziamento dell' Head Coach Maurice Cheeks e nella partita del 17 dicembre contro Milwaukee le cose sono andate ancora più a sud, con l'infortunio alla spalla subito da Brand che lo ha poi costretto ad andare sotto i ferri e quindi perdere tutto il resto della stagione.
Considerate quindi tutte queste disavventure le 27 vittorie messe fino ad ora in cascina assumono i connotati di un discreto risultato. La squadra infatti, guidata dal suo leader Andre Iguodala, è riuscita a reagire e utilizzando uno stile di gioco più veloce e votato al contropiede (che mette in risalto appunto le qualità atletiche dei vari Iguodala e Thaddeus Young) si è inserita nella lotta ai Playoffs navigando tra il quinto e il settimo posto combattendo ormai da qualche settimana contro Pistons e Heat, avendo nel mirino la quarta piazza, al momento nelle mani degli Hawks.
Come spesso accade con squadre molto giovani però, con tanti giocatori con poca esperienza alle spalle, durante questi quattro mesi di stagione regolare ci sono stati molti “ups and downs”. Alti e bassi, spesso anche durante il corso stesso di una partita, che hanno portato i 76ers a perdere delle sfide in modo rocambolesco o che avrebbero potuto e dovuto vincere senza grossi problemi. Tra queste ne vanno citate almeno nove che in un modo o nell'altro hanno segnato la strada sin qui percosa dai ragazzi di Coach Tony DiLeo.
° Nov 1 – at Atlanta: la squadra è avanti per tutto il corso della partita, le lunghezze di vantaggio raggiungono addirittura i 23 punti. Da metà terzo quarto in poi smettono però completamente di giocare, segnando 25 soli punti negli ultimi ventiquattro minuti di gara. Una schiacciata di Joe Johnson a meno di due minuti dalla sirena regala agli Hawks il primo vantaggio della partita, che poi sarà anche quello decisivo;
° Nov 19 – at Minnesota: i Timberwolves vengono da otto sconfitte consecutive e sono nel pieno della loro crisi e molto probabilmente la peggior franchigia della Lega (insieme ai derelitti Thunder). Una squadra come i 76ers che punta ai Playoffs ed ha certi obiettivi non si può permettere di perdere una partita del genere, invece grazie ad un incredibile 1/11 dalla distanza Al Jefferson e compagni riescono a portare a casa la W;
° Nov 26 – vs Orlando: Rashard Lewis viene lasciato completamente libero (o quasi) e segna una tripla dall'angolo con quattro secondi sul cronometro, dopo che Iguodala aveva realizzato i due liberi del vantaggio Sixers. Come si può lasciare libero uno dei migliori tiratori da tre della Lega in quel modo in una situazione del genere ancora non mi è chiaro…;
° Dec 20 – vs Indiana: i Pacers si presentano al Wachovia Center senza Danny Granger, Troy Murphy e Marquis Daniels (oltre ovviamente a Mike Dunleavy, al tempo ancora infortunato). Anche qui, come per il discorso della partita con i TWolves, si tratta di una partita da vincere a tutti i costi, soprattutto visto che si tratta di una rivale di Conference che lotta per i Playoffs. Ed invece un altro tiro negli ultimissimi secondi, questa volta di TJ Ford, condanna i 76ers ad un'ennesima sconfitta;
° Dec 26 – at Denver: nel bel mezzo di una striscia negativa arriva a Denver una prestazione convincente, o almeno lo è per i primi tre quarti di gioco. Nell'ultimo poi la difesa si squaglia completamente: i Nuggets segnano la bellezza di 15 triple e 37 punti nel solo ultimo periodo. La 17esima sconfitta stagionale è servita;
° Gen 3 – at San Antonio: probabilmente la miglior prestazione stagionale della squadra viene resa invana da un buzeer beater di Tony Parker che dopo un errore di Ginobili si ritrova la palla in mano e con una strana parabola segna il canestro che ragala la vittoria agli Spurs;
° Gen 19 – vs Dallas: sedici giorni e otto vittorie consecutive dopo è un altro tiro sulla sirena che taglia le gambe a Reggie Evans (diretto interessato) e compagni. Questa volta è “colpa” di Dirk Nowitzki che con un tiro in fade away dai sei metri segna un canestro incredibile;
° Gen 31 – vs New Jersey: ad oggi la peggior prestazione stagionale, giocando un ultimo quarto a livelli inconcepibili. Per i soli parziali, dopo essere stati avanti anche di 17 punti, nell'ultimo periodo di gioco la squadra segna 8 punti facendo canestro due volte su ventidue tentativi (2/22) con la bellezza di diciotto (18!) errori consecutivi;
° Feb 3 - vs Boston: Ray Allen, un pò come successo con Lewis, viene lasciato incomprensibilmente libero nell'angolo (lo stesso da cui segnò l'All Star dei Magic) e con 0.5 secondi sul cronometro segna la tripla che regala il punto di vantaggio ai Celtics. L'ennesimo “buzeer Sixers beater” è servito.
Cinque tiri sulla sirena e quattro completi blackout nei momenti topici della partita. Diciamo che almeno tre, se non quattro, vittorie in più erano sicuramente alla portata della squadra. A questo punto con un record di 31-20 staremmo sicuramente parlando di un'altra stagione e di altri obiettivi (vedi fattore campo al primo turno dei Playoffs). “What could have been” appunto…
Curiosità Statistiche
I 76ers sono l'unica squadra della Lega a non aver mai avuto un giocatore con 30 o più punti in singola partita. Ugualmente nessun altra franchigia ha il suo miglior realizzatore (nel nostro caso trattasi di Iguodala con 17.8 punti ad allacciata di scarpe) che non hai mai tentato 20 o più tiri in una partita.
Un dato abbastanza interessante e che fa storcere il naso: da una parte si può elogiare l'ex Wildcat di Arizona per saper coinvolgere i compagni (e i 5.3 assist a partita sono lì a testimoniarlo) e non accentrare l'attacco su di sè; dall'altra però si può anche sostenere il fatto che essendo ormai diventato la prima opzione offensiva della squadra potrebbe (e forse dovrebbe) prendersi qualche responsabilità in più, soprattutto ora senza Brand e la sua pericolosità nei pressi del canestro.
Inoltre nessun giocatore di Philadelphia prende in media più di 14 tiri a partita. Anche questo è un dato molto particolare e singolare, in tutta la Lega questa cosa succede infatti solo a Charlotte e Boston (che però va detto ha Paul Pierce a quota 13.9 tentativi per gara e Kevin Garnett a 13.6).
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Delle ultime 31 partite rimanenti sul calendario, i 76ers ne giocheranno solamente 13 all'interno delle mura amiche, a fronte di 18 trasferte. Subito dopo la pausa per la parata delle stelle a Phoenix si volerà infatti ad Indianapolis per affrontare i Pacers; il giorno dopo arriveranno a Philadelphia i Nuggets per poi imbarcarsi in un viaggio sulla East Coast che comprenderà quattro partite in sei giorni contro Heat, Nets, Wizards e Knicks.