USA Sports and More #1

La nuova divisa di Radmanovic piace soprattutto ai tifosi dei Lakers…

Bentornati qui a USA Sports & More, settimana interessante, è quella dell’ASG, non mi dilungo troppo ed entro subito nel vivo dei nostri aneddoti, curiosità , news e quant’altro.

News

5. Il povero, povero, Vladimir Radmanovic, dopo essere stato chiamato
“space cadet”, “slalom”, “my favorite martian” e quant’altro dal suo head coach
Phil Jackson, dopo essere partito in quintetto, essere scivolato pessima prestazione dopo pessima prestazione ai margini della rotazione gialloviola, ha fatto le valigie e ha preso un volo solo andata per la Carolina del Nord, destinazione Bobcats per la citatio latina: Lakers festantibus.

Passiamo alle dichiarazioni che il nostro atleta ha rilasciato.
La prima intervista recita: “Ho detto alla dirigenza che se c’era qualche
movimento io sarei andato”

Seconda uscita del serbo: “E’ stata una grossa sorpresa per me perché dopo
avere giocato circa 20 partite da titolare e averne perse solo tre non me
l’aspettavo davvero”

Dichiarazione riguardante coach Zen che gli aveva consigliato cure
psicologiche: “E’ il suo modo di spronare un giocatore, come persona non ci
dovresti prestare molta attenzione, lui è fatto così gli piace scherzare con i
media riguardo i giocatori”

Ultima uscita di slalom: “Come giocatore vorresti giocare sempre, essendo in
un team come i Lakers ho dovuto sacrificare i miei minuti, i miei tocchi di
palla, i miei possessi e altro per cercare di vincere un titolo,
sfortunatamente non ci siamo riusciti”

Conclusioni: a Los Angeles scorre ancora Veuve Clicquot Ponsardin sui parquet
dopo la partenza di Vlad, offre coach Zen. A casa Buss sono ben lieti di
risparmiare i soldi dati in beneficenza alla Radmanovic S.R.L. (Serb, really
loser).

A Charlotte si chiedono come è possibile che Micheal “His Airness” Jordan sia
così scarso come General Manager dopo essere stato il più grande di ogni epoca.
A casa Brown si prodigano in dichiarazioni ottimistiche per poi torturarsi con
il cilicio e ripetute frustate per tenersi in forma nel caso anche Vlad ne
desiderasse qualcuna dopo azioni in atteggiamento difensivo modello Radmanovic.

A casa Radmanovic sono contenti uguale, la pagnotta la portano lo stesso a
casa, forse giocheranno più minuti e sentiranno meno uscite sui media da parte
del coach, ma attento Vlade, Larry è buono e caro finchè difendi. Ecco su
questo sono pensierosi a casa Vlade, lì il cilicio proprio non piace. Forse
era meglio lo psicologo.

4. Una notizia per tutti gli amici del football NFL.
Come alcuni di noi sanno i New England Patriots compiono 50 anni, esattamente
il 16 novembre 2009. Non sto qui a cantare le classiche e rituali canzoni di
auguri ma vi invito a dare un occhiata al logo creato dai designer della
squadra di Boston per l’occasione.

Il logo rappresenta la vecchia mascotte Pat Patriot che alle sue spalle ha il
numero cinquanta e ai suoi piedi la scritta seasons. È graficamente molto bello
e richiama in stile vintage il vecchio logo. I colori sono i classici bianco,
rosso e blu dei patrioti e della bandiera americana Stars & Stripes.

Tutti conosciamo la loro storia, in meno conoscono questa scontata
dichiarazione di Bob Kraft, il proprietario del team: “Speriamo di festeggiare
il compleanno con una grande gioia”. Ovviamente il riferimento al grande ballo
è evidente. Tutto dipenderà  dalla fortuna, dal ritorno di Tom Brady e da Bill
Belichick. Tanti auguri ragazzi.

3. Notizia che manderà  fuori di testa quanti sono affascinati dalle curve
pericolose.
Non parlo di piloti, formula uno o circuiti di corsa, parlo
delle cheerleader NBA.

Notizia abbastanza fresca è che delle selezionatissime, per il nostro gaudio,
ragazze procaci con pon-pon, mostreranno tutte le loro capacità  intellettuali
sulle pagine di Sports Illustrated. Il numero speciale che affronta il delicato
tema della prossima collezione dei costumi da bagno per l’estate 2009, altro
che famigerata estate 2010, ha sulla copertina la deliziosa Bar Rafaeli e come
precedentemente detto alcune delle più belle ragazze che animano i parquet
dell’NBA.

Ve le presento: DeLah Caro, che mette in agitazioni parecchi cuori dei tifosi
dei Dallas Mavericks per il suo fisico color ebano, splendida sia per quanto
riguarda fianchi che per quanto riguarda le labbra. Almeno in Texas si possono
consolare vista la stagione di Dirk e compagni.

Alison Preston, al Td Banknorth Garden di Boston ma chi se ne frega dei big
three quando si possono vedere delle big two così. Prorompente biondina che nel
suo costume a triangolo ha raffigurati due splendidi trifogli proprio in onore
delle sue splendide big two. Poesia in movimento.

Dalla fredda Boston alla calda Phoenix nel deserto dove Kayla Oberg moretta
dagli occhi limpidi potrebbe dare più di un motivo a Amare Stoudmire per
restare. Irresistibile.

Si era parlato di uno scambio di ritorno Marion per Stat e in quel caso come si
potrebbe biasimare il buon Amare se ad attenderlo sul parquet di Miami c’è
Ashley Allen minuta ragazza che deve avere notevoli doti nascoste. Forse
Beasley non sta rendendo al meglio a causa sua?

Per la gioia di tutti i cuori e gli occhi dei fedelissimi lettori di Sports
Illustrated e naturalmente di Playitusa, l’ultima foto è una splendida foto di
gruppo modello elementari, forse un po’ meglio, dove oltre alle sopraccitate vi
sono Shanon Lersch che muove le sue grazie nella città  del vento, Chicago,
Chelsey Buhler che tifa per i Bad Boys di Detroit, DeAnna Clover che ammira le
statuarie fattezze e forse non solo quelle di DH12 a Orlando, Melanie
Fitzpatrick dei 76ers, Cheney Larschied tutto pepe e talco di Lebron e infine
Taylor Walzer che aspetta i voli di Vincredible nel New Jersey, che sia lei la
famosissima Jersey Girl?

Ok non sarò ingiusto tutto questo ben di Dio va diviso con i fedeli lettori di questa rubrica, perciò eccovi il link, ma ricordate per quanti di voi non le avessero ancora viste il merito è
di Playitusa.

2. Una notizia che farà  felici molti tifosi dei Golden State Warriors e
molti fan di Marco Belinelli. No non è quello che pensate, coach Nelson è
ancora al suo posto e difficilmente si schioderà , è più attaccato alla poltrona
lui di tanti nostri politici.

La notizia è che presto il bolognese tornerà  in campo. L’informazione ci arriva
direttamente dal blog del giocatore che conferma che riallaccerà  le scarpe per
affrontare i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant subito dopo la pausa dell’All
Star game.

Aggiunge il giocatore ex fortitudo che ha aspettato di essere al 100% per
tornare a giocare non volendo rischiare inutili e stupide ricadute. Adesso,
coach Nelson permettendo, il Beli può ricominciare da dove aveva terminato
prima di infortunarsi lo scorso gennaio. Dai Marco siamo tutti con te qui nel
Belpaese.

1. Come tutti sapete è stata ritirata all’Arco Arena la maglia numero 4
appartenuta all’immenso e mai dimenticato dai tifosi di Sacramento Chris
Webber.

Oltre la classica commozione ed emozione dell’onorificato e del pubblico questa
occasione ha fatto tornare alla ribalta la squadra gloriosa di cui Webber
faceva parte: Divac, Christie, Bibby, Stojakovic, Webber solo per citare i
titolari.

Ed insieme a quella squadra magnifica torna alla memoria una finale di
conference leggendaria finita a gara 7 contro gli allora Los Angeles Lakers del
duo Bryant/O’Neal.
Naturalmente quando c’è di mezzo The Big Aristotele non ci può che essere una
storia interessantissima.

La situazione è questa: dopo una serie tiratissima dove il fattore campo viene
strappato e ripreso in un vortice di emozioni si arriva a gara sette all’Arco
Arena dove il pubblico ha in mente solo una cosa: Beat L.A.

La squadra alla vigilia è molto tesa e le dichiarazioni su entrambi gli
schieramenti sono taglienti e graffianti con coach Jackson sugli scudi per quel
che riguarda un Doug Christie alle prese con la mortifera moglie e un coach
Adelman che stuzzica e non poco l’antagonismo tra le due stelle gialloviola
chiedendosi chi prenderà  più tiri e chi avrà  il controllo del team tra i due.

Shaq è serafico e la notte precedente la partita, nel cuore della notte, alza
la cornetta e compone un numero interno alla contea di Los Angeles; il telefono
squilla a casa Bryant.
“Hey, ragazzone, che mi dici?”
“Tutto ok, perché mi chiami?”
“Andiamo a vincere la partita domani a Sacramento io e te”
“E’ una domanda?”
“No”
Questo, parola più, parola meno, il contenuto della chiamata tra i due; poi la
linea si chiude e il giorno dopo Kobe e Shaq trascinano quei Lakers a
vincere la finale di conference e il titolo NBA.
Quando si dice l’unione fa la forza e una telefonata allunga la vita.
La nascita dei Sacramento Queens, grazie Shaq.

Il Consiglio

The Killers – When you were young
Settimana scorsa abbiamo iniziato con il botto di Born to run del grande Boss
Bruce Springsteen.

Oggi vorrei avvicinarmi di più al presente con un gruppo che sta spopolando
nelle radio di tutto il mondo e che potremo vedere dal vivo al Datch Forum di
Assago in Milano il 17 marzo.
Sto parlando dei Killers di Brandon Flowers leader indiscusso della band.

La band, di recente formazione essendo nata nel 2003, oltre al suddetto
cantante presenta nello schieramento alla chitarra Dave Keuning, al basso Mark
Stoermer e alla batteria il fantastico Ronnie Vanucci Jr. Traggono ispirazione
da molte fonti quali Oasis, U2, David Bowie, Queen.

La canzone che vi consiglio non è quella a cui tutti pensate ovvero il loro
ultimo hit Human ma una track tratta dal loro secondo album Sam’s Town: When
you were young.
E’ una canzone molto rock che parla di ricordi e speranze giovanili che si
mettono a confronto con la realtà  che si vive adesso.

Canzone dalla forza disumana, il riff della chitarra è magnifico soprattutto
sulla parte finale. Vincitrice di numerosi premi sia per il testo che per la
musica. Inoltre è cosa buona ricordare che il video della canzone ha vinto
numerosi premi e vi si può vedere una ragazza che piange per la
morte del marito e il cantante la spia mentre si dispera sulla tomba.

Confronto anche questo tra ciò che lei desiderava da giovane e ciò che la vita
le ha riservato in realtà . È una canzone che dal vivo rende ancora meglio.

Qui sotto, come sempre, potete leggere il testo e vedere il video. 4 Stelle.

You sit there in your heartache
Waiting on some beautiful boy to
save you from your old ways
You play forgiveness
Watch it now … here he comes!

He doesn't look a thing like Jesus
But he talks like a gentleman
Like you imagined when you were young

Can we climb this mountain
I don't know
Higher now than ever before
I know we can make it if we take it slow
Let's take it easy
Easy now, watch it go

We're burning down the highway skyline
On the back of a hurricane that started turning
When you were young
When you were young

And sometimes you close your eyes
and see the place where you used to live
When you were young

They say the devil's water, it ain't so sweet
You don't have to drink right now
But you can dip your feet
Every once in a little while

You sit there in your heartache
Waiting on some beautiful boy to
To save you from your old ways
You play forgiveness
Watch it now here he comes

He doesn't look a thing like Jesus
But he talks like a gentleman
Like you imagined when you were young
(He talks like a gentlemen, like you imagined when)
When you were young

I said he doesn't look a thing like Jesus
He doesn't look a thing like Jesus
But more than you'll ever know

Un’altra uscita è finita.
Vi aspetto alla prossima attendendo sempre segnalazioni, consigli, critiche o
richieste.
Tenete botta.

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