La situazione in casa Penske

Will Power per il momento prende il posto di Castroneves…

E’ passato circa un mese da quando il Team Penske ha ufficializzato l’ingaggio di Will Power quale sostituto di Helio Castroneves su di uno dei sedili più ambiti della Indycar Series. Come noto, il popolare pilota brasiliano è coinvolto in un caso di evasione fiscale che lo costringerà  a presentarsi, ai primi di marzo, davanti al Grand Jury della Florida per rispondere alle accuse, insieme alla sorella.

Grossi dubbi ci sono stati in merito a due questioni, abbastanza collegate tra loro: la prima, se sostituirlo temporaneamente o definitivamente; la seconda, più generale, su quale sarebbe stato l’atteggiamento che il Team Penske avrebbe tenuto nei suoi confronti. Alla fine, il team ha scelto di fiancheggiare quello che per dieci anni è stato il proprio pilota di punta oltre che uomo-immagine.

Sulla questione sportiva, il Team Penske ha deciso l’ingaggio del 27enne australiano, proveniente dal KV Racing Technology. Si erano fatti molti nomi, alcuni piuttosto fantasiosi (tipo quelli di Sam Hornish o Rubens Barrichello), altri più concreti (Justin Wilson o Ryan Hunter-Reay).

Alla fine però la scelta è caduta su Power, uno dei volti nuovi della Indycar, visto che anche lui come il suo team fino al 2007 gareggiavano nella ormai defunta ChampCar. La notizia ha sorpreso qualcuno visto che all’inizio della discussione sulla sostituzione di Castroneves il nome di Power era sì citato, ma con una convinzione molto inferiore rispetto a quello di Wilson o Hunter-Reay (entrambi tutt’ora a piedi, tra le altre cose).
Cosa ha fatto propendere allora a favore dell’australiano?

La sostanza è che si è preferito andare su un pilota meno “ingombrante” di quello che potesse essere un grosso nome (come Paul Tracy o Sebastien Bourdais, altri due nomi che si erano sentiti, o lo stesso Hunter-Reay) poi difficile da “scaricare”, ma allo stesso tempo si è scelto un pilota giovane e capace, probabilmente già  in grado di lottare per la vittoria almeno sugli stradali (mentre sugli ovali sembra ancora necessitare di un po’ più di esperienza).

Nella conferenza stampa tenuta all’Indianapolis Motor Speedway il 13 gennaio, Tim Cindric, presidente del Penske Racing, ha sottolineato il fatto che “noi abbiamo tre piloti. Decideremo chi guiderà  le due vetture a seconda di come la situazione si evolverà .

Restiamo fiduciosi che la vicenda di Helio avrà  un esito positivo e la squadra è pienamente dalla sua parte. Mentre Helio si prepara per la sua causa, siamo entusiasti di dare il benvenuto a Will all’interno del team.” Sostanzialmente, significa che Power è un sostituto momentaneo di Castroneves: quando questi tornerà  disponibile, si riprenderà  il suo posto sulla vettura numero 3.

Quando questo avverrà , nessuno può ancora dirlo. Se Will Power resterà  con Penske per un paio di test, per una o più gare o per l'intera stagione 2009, tutto dipenderà  da diversi fattori, quasi nessuno sportivo.

Il Team Penske ha quindi confermato che Castroneves è un loro uomo e che non lo avrebbero mai lasciato solo. “La cosa più importante per noi nel 2009 – perchè (Castroneves) non è solo il nostro pilota, ma un nostro amico – è quello di fare tutto il possibile per sostenerlo,” ha sottolineato Cindric.

Il che non significa presentarsi impreparati all’eventualità  che il 5 aprile (data della prima corsa dell’anno, a St.Petersburg in Florida) Castroneves, per un motivo o per l’altro, non sia nelle condizioni di scendere in pista: “Il nostro compito è quello di fare in modo di essere preparati a qualsiasi evenienza. Quello per cui la nostra organizzazione è conosciuta è questo, la preparazione. Dobbiamo essere sicuri che nel 2009 siamo pronti a competere e siamo pronti a vincere tutte le gare che possiamo, non solo per i nostri sponsor e per la nostra organizzazione, ma anche per tutti coloro che lavorano per noi.”

Insomma, Cindric è stato chiaro: “Se Helio è pronto per St.Petersburg, lui è ancora il nostro uomo. Se Helio non è pronto per St.Petersburg, Will sarà  pronto.”
Insomma, Castroneves è il titolare, ma grande fiducia anche in Power.

Queste dichiarazioni hanno quindi tranquillizzato sostanzialmente sia Castroneves che Power.
“E' un pò strano essere in questa situazione,” ha detto il 33enne brasiliano.
“E’ una cosa bellissima avere amici come loro (Roger Penske e Tim Cindric), prima di tutto, ed inoltre una buona organizzazione come la loro alle spalle. Sono innocente, e non vedo l’ora che tutta la questione si chiusa e che possa tornare a fare quello che amo di più, correre.”
“E' una squadra che ha vinto molti campionati e molte gare, per cui mi sento molto privilegiato del fatto che abbiano scelto me”,
ha detto Power. “Non importa cosa succederà  e quali risultati ci saranno, sono molto felice di essere qui e di avere la possibilità  di diventare un pilota migliore.”

Quale che sia il futuro di Power e Castroneves e il numero di gare che disputeranno l’uno o l’altro, la cosa sicura è che una grande responsabilità  ricadrà  sulle spalle di Ryan Briscoe. Fino alla scorsa estate, Ryan Briscoe era conosciuto più che altro quale superstite più o meno indenne di uno dei più spettacolari incidenti nella storia della IndyCar.

Nel 2005, la sua stagione da rookie, durante la gara di Chicagoland, Briscoe decollò con la sua Panoz-Toyota del team Ganassi, dopo un contatto con Alex Barron. La sua vettura fu proiettata contro le protezioni dove andò a schiantarsi, spezzandosi in due e letteralmente esplodendo in una palla di fuoco.

Per fortuna la sezione del cockpit è abbastanza resistente anche a degli urti tremendi come quello di Briscoe e restò integra, salvando la vita all’australiano, che se la cavò con qualche frattura.

Dopo una lunga riabilitazione, Briscoe fu ingaggiato da Penske nel 2007 per gareggiare nella American Le Mans Series con la Porsche LMP2 Spyder e ad Indianapolis con il team satellite Luczo Dragon Racing (dove finì quinto), per poi promuoverlo titolare nella Indycar nel 2008 in sostituzione di Hornish emigrato nella NASCAR.

Quella 2009 sarà  quindi un po’ la stagione della consacrazione per Briscoe, quella in cui potrò finalmente lottare per il titolo quale numero uno di quello che è, insieme a Ganassi e all’Andretti-Green, il team più forte e preparato della Indycar.

Questo dopo una stagione iniziata un po’ in sordina, con il contatto con Danica Patrick (e la seguente “passeggiata” lungo la pit-lane con fare minaccioso della pilotessa dell’Ohio) ad Indy quale momento “forte”, e proseguita poi in crescendo con 3 vittorie (Milwaukee, Mid-Ohio e nella corsa non valida per il campionato a Sufers Paradise, dalle sue parti) ed una più generale consistenza in qualsiasi tipo di tracciato.

Adesso, con Castroneves bloccato dai suoi guai con il fisco e al momento out per non si sa quanto tempo, il numero uno in casa Penske è lui. Sui tracciati stradali non c’è dubbio, l’australiano è già  ora uno dei migliori piloti della Indycar, mentre sugli ovali (specialmente quelli più lunghi e veloci) rimane ancora qualche dubbio che le ultime corse del 2008 hanno parzialmente fugato.

“L'anno scorso, proprio perché mi era stata data l'opportunità  di essere il titolare del team Penske, sapevo che sarebbe stato un enorme passo per me e per la mia carriera”, ha osservato Briscoe. “L'anno scorso è stato grande, quindi sono davvero impaziente di cominciare questo nuovo anno. So che il mio equipaggiamento, la mia squadra e penso anche io siamo migliorati nel corso del 2008. Voglio continuare su questa strada anche per il 2009. So che ho gli strumenti e le capacità  per vincere.”

“Ho imparato molto da Helio e non posso immaginare come sia difficile per lui questa situazione”, ha detto Briscoe.
“Mi sento male per Helio; non si può stare un minuto con lui senza ridere per qualcosa che egli dice o fa, ed è una persona capace di mantenere sempre alto l’umore all'interno del team. Ovviamente in qualsiasi squadra, la stabilità  è un bene. Ma questa è la vita, e perciò abbiamo dovuto affrontare questo cambiamento. Credo che Will sarà  una grande risorsa per la squadra, e grazie al suo apporto saremo comunque in grado di andare avanti.”

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