Focus: Chris Paul

A soli 24 anni, Chris Paul aspira a dominare l'NBA

La scorsa stagione è stata quella dell’esplosione definitiva, questa doveva essere quella della riconferma ad altissimi livelli dei suoi New Orleans Hornets, ovviamente stiamo parlando del nuovo fenomeno del basket a stelle e strisce, Christopher Emmanuel Paul da Wake Forest.

Sono passati ormai 7 mesi dalla prima esperienza significativa ai playoff, in cui Paul è stato un rebus irrisolvibile per tutte le difese, anche per quella degli Spurs, più di quanto lo siano mai stati Steve Nash o Jason Kidd, portandoli fino a gara 7.

In questi mesi CP3 è maturato, ha vinto un oro olimpico giocando da protagonista in una squadra stellare, ed ha finalmente ricevuto la prima convocazione da titolare ad un All Star Game, quello di Phoenix 2009.

La crescita

Quello del 28 giugno 2005 doveva essere un Draft mediocre, certamente non all’altezza dei precendenti, con Andrew Bogut, australiano, come prima scelta.

Il mondo forse non sapeva che alle chiamate numero 3 e numero 4 sarebbero usciti i due playmaker del futuro, e visto che come dicono in tanti il futuro è oggi, Deron Williams e Chris Paul sono già  al di sopra del resto della categoria.

In particolare il numero 3 degli Hornets, dall’alto, o forse sarebbe meglio dire dal basso, dei suoi 183 cm sta già  dominando l’intera Lega, e ovviamente sta mandando in delirio tutti i tifosi e gli appassionati della palla a spicchi.

Il 2004/2005 fu la stagione più fallimentare della storia degli Hornets (18-64 il record), ma il peggio doveva ancora arrivare: infatti il 29 agosto l’uragano Katrina distrusse New Orleans.
Per 2 anni gli i Vesponi si trasferirono a Oklahoma City e quando tornarono in Louisiana, i tifosi trovarono una squadra trasformata e pronta a lottare addirittura per il primo posto nella Western Conference.

L’ingrediente fondamentale per questo successo era ovvio a tutti: il fenomeno CP3.
Il vostro rookie dell’anno 2006 infatti, prendendo confidenza con il mondo Nba, non ha fatto che migliorare anno dopo anno le sue statistiche, e come scopriremo più avanti, anche quelle dei suoi compagni.

Record

Avete capito bene: Record!
Infatti Paul, al suo quarto anno, sta già  riscrivendo la storia Nba, incidendo il proprio nome in molte statistiche che duravano da anni.

Il 17 Dicembre 2008 CP3, intercettando un passaggio mal consigliato di Tony Parker, scrive 1 steals nel suo tabellino per la 106° volta consecutiva in una partita di regular season, e abbatte così un record che resisteva dal 1986 e che era di Alvin Robertson.

Il record si ferma a Natale contro i Magic, che chiudono così a 108 le partite consecutive di Chris con almeno un recupero.

Ma non è l’unica perla nella breve, finora, carriera di CP3, perché se il play di Wake Forest dovesse mantenere il primo posto nelle classifiche di recuperi e assist anche in questa stagione, sarebbe il primo giocatore della storia a riuscirci per 2 anni consecutivi.

Isiah Thomas

Già  dal suo esordio nella Lega Chris Paul è stato paragonato all’ex campione dei Pistons Isiah Thomas.

Guardando alle statistiche di fine carriera di Thomas e a quelle finora tenute da CP3, i 2 hanno caratteristiche davvero analoghe in assist, punti, rimbalzi e percentuale di realizzazione.

Darrell Walker, ex giocatore dei Pistons di Isiah e fino all’anno scorso vice-allenatore degli Hornets dichiara su questo paragone: “Ho parlato con Isiah, lui dice che a quell’età  probabilmente non era così forte. E non fatevi ingannare dal suo sorriso, Chris è un grande, grande combattente”.

L’ex Bad Boys era probabilmente più veloce sul parquet, ma non ha mai avuto la capacità  di ball-handler che ha CP3.

La speranza per Chris Paul è che non gli capiti quello che successe a Stockton, che non riuscì mai a conquistare il tanto desiderato anello Nba, essendo capitato nell’Era Jordan. Azzarderemmo che se si deve aprire una dittatura, sarà  probabilmente quella di LeBron James.

MVP

Si potrebbe discutere all’infinito su chi avrebbe dovuto vincere l’MVP della Regular Season la passata stagione: il premio è stato assegnato a Kobe Bryant, e nessuno più del Black Mamba meritava questo premio.

Il giocatore probabilmente più forte del pianeta (LeBron permettendo) ha vinto il testa a testa con Paul sia di squadra ( con i Lakers primi ad Ovest), sia individuale.

Se ci attenessimo a quello che dice l’Nba di questo premio, ovvero che merita il Most Valuable Player il giocatore che più di ogni altro riesce a migliorare i compagni di squadra, nessuno più di Chris Paul avrebbe diritto al trofeo.

I New Orleans Hornets dello scorso anno erano stati costruiti con giocatori buoni, che il fenomeno CP3 ha reso ottimi.
Peja Stojakovic è sempre stato un tiratore sopraffino, e con gli scarichi precisi e puntuali del numero 3 ha fatto un ulteriore progresso.
Tyson Chandler, scelta numero 2 dei Clippers nel 2001 e ottimo difensore, ha da sempre il tallone d’achille nell’attacco, essendo mediocre per il mondo Nba nella metacampo offensiva.

Nel 2005/06 Chandler metteva a referto 5,3 punti a partita in 27 minuti, nel 2007/08 con Chris Paul al proprio fianco scrive 11,8 punti in 35 minuti, e ha fatto dell’alley-oop un vero e proprio marchio di fabbrica.

Anche il 28enne David West ha fatto il definitivo salto di qualità  grazie al compagno, e dopo la straordinaria e inaspettata cavalcata degli Hornets nella passata stagione, la dirigenza ha cercato di rinforzare ulteriormente il Roster, aggiungendo alla già  collaudata formazione James Posey, il nuovo Robert Horry ( come ruolo e freddezza nei momenti decisivi).

La squadra continua a lottare per il secondo posto nella Western Conference, con Spurs e Nuggets, lontano dagli inarrivabili Lakers, ma a differenza dei rivali, con tante frecce al proprio arco, gli Hornets sono Chris Paul dipendenti, e questo a lungo andare può ritorcersi contro la squadra di Coach Byron Scott.

Nella notte del 2 febbraio si è giocata New Orleans-Portland con gli Hornets che a 2 minuti dalla fine del terzo quarto conducevano di 17. Proprio in quel momento Paul si è accasciato a terra a causa di uno stiramento inguinale, e senza di lui West e compagni hanno subito un parziale di 42 a 17 perdendo così l’incontro.

Due notti dopo, sempre in contumacia Paul, gli Hornets sono caduti in casa contro i fin qui modesti Bulls, mostrando tutti i loro limiti senza CP3.

Questo mostra, se ce ne dovesse essere ancora bisogno, tutta l’importanza di Chris Paul, vero padrone del parquet quando vanno di scena i suoi New Orleans, bravissimo a gestire i ritmi delle partite e capace di far contenti tutti i compagni.

Per fortuna il suo infortunio dovrebbe tenerlo fuori solo qualche giorno, e al suo ritorno inizierà  la rincorsa per la seconda posizione nella griglia dei Playoff.

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