Deron Williams non è affatto contento del modo in cui sta giocando la squadra…
Un vecchio detto popolare dice che la fortuna è cieca e spesso si continua la frase, dicendo che la sfortuna però ci vede benissimo. A Salt Lake City se ne devono essere accorti all'inizio di questa stagione perché un'annata così tormentata non la si viveva da parecchi anni a questa parte.
Forse ci si era abituati sin troppo bene, dopo l'esplosione di una delle coppie più devastanti della Lega, l'asse West Virginia - Alaska formata da Deron Williams e Carlos Boozer.
Il primo è un play-maker della nuova scuola, forte fisicamente, con un ottimo tiro da fuori, atletismo straordinario e parte superiore del corpo dotata di una forza strepitosa, provvisto di una visione di gioco fuori dal normale, si contenderà nel futuro il simbolico titolo di migliore point guard della Lega con il suo compagno di draft CP3, al secolo Chris Paul e l'ormai veterano ma di soli 27 anni Tony Parker.
Il suo inizio di regular season è stato decisamente travagliato, costellato da continui infortuni che ne hanno condizionato pesantemente anche il proseguo della stagione, in quanto il rientro in campo è stato piuttosto lento ed il ritorno alle sue normali statistiche non immediato.
La squadra inizialmente pareva non patire della sua assenza, in contumacia a quella di Boozer, grazie all'esplosione dei giovani Millsap e C.J. Miles e della guida attenta in cabina di regia del sempre utile Brevin Knight, ma con il passare delle partite la mancanza delle due stelle della squadra si è fatta sempre più pesante ed il record inevitabilmente ne ha risentito.
Il rientro, dicevo in precedenza, è stato piuttosto graduale anche perché i problemi all'anca che lo hanno tormentato, impedivano a Williams di caricare troppo sull'arto infortunato, non permettendogli una regolare deambulazione.
Nel periodo di assenza non era raro vedere Deron alzarsi e camminare zoppicando verso il centro del campo durante i time-out dei match per andare a dare la mano ai suoi compagni. Proprio per questo motivo, Sloan ha preferito non gravare sin da subito di responsabilità e minuti il suo numero 8, lasciandolo in campo circa 30 minuti a partita, parecchi meno rispetto alle sue medie abituali.
Ora però sembra essersi ristabilito completamente e le sue statistiche hanno subìto un'accelerata vertiginosa: se a novembre in sole 5 partite giocate la sua media punti riportava solo 9,8 punti segnati (conditi comunque da 11,8 assist), già a dicembre si era decisamente sollevata a 16,9. A gennaio in 15 partite da titolare ha mantenuto una media di 20, 9 punti e 10,7 assist, mentre nelle 2 partite disputate in questo mese le sue medie ci parlano di 34 punti segnati con 8 assist serviti a sera: cifre che lo candiderebbero ad un ruolo da protagonista all'All Star Game di metà febbraio a Phoenix, se solo avesse avuto più continuità .
Il fatto che non sia stato convocato per la partita delle stelle non ha innervosito Williams, che ha riferito utilizzerà il breve lasso di tempo per riprendersi al meglio da un infortunio al quadricipite accusato nella partita contro i Blazers, rifiutandosi di difendere il titolo nello Skills Challenge a cui aveva partecipato e vinto lo scorso anno.
L'altra stella della squadra, Carlos Boozer è al centro di numerose polemiche per quanto riguarda alcune sue dichiarazioni rilasciate qualche mese addietro. L'erede di Malone ha infatti annunciato che alla fine di questa stagione eserciterà l'opzione per uscire dal suo contratto e testare il suo valore di mercato tra le varie franchigie.
Il rinnovo contrattuale potrebbe affossare pesantemente il salary cap dei Jazz che hanno visto esplodere in questa stagione il giovane Millsap, anch'egli a termine del suo contratto da rookie e voglioso di monetizzare una stagione così positiva come quella che sta attraversando (15,5 punti, 9,3 rimbalzi).
Non ci sono dubbi che per ora la differenza tra le due Power Forward del team sia evidente, prova inconfutabile ne è il record di squadra, in questo momento 29 W e 23 L: se la stagione finisse ora, Utah sarebbe fuori dai Play-Off, mentre con il numero 5 in campo la squadra si attestava costantemente tra prime 4 o 5 posizioni nella sua Conference, dominando la sua Division piuttosto agevolemente, con una costanza di rendimento davvero impressionante.
Il rientro del giocatore proveniente da Duke non è ancora stato definito, si pensa possa tornare dopo la pausa per l'ASG ma le ultime analisi non confermano nulla. La dirigenza potrebbe anche pensare ad un'ipotesi di scambio prima della conclusione del mercato: l'idea è veramente remota ma perdere a costo zero a fine stagione Boozer potrebbe risultare fatale ad una franchigia che ha puntato molto su di lui non più di cinque anni fa.
D'altronde la soluzione del prolungamento metterebbe il proprietario Miller di fronte alla difficile decisione di privarsi di un astro nascente come Millsap, anche a causa della probabile firma a cifre superiori del Free Agent Mehmet Okur.
Per quanto riguarda il settore infortunati, si è aggiunto alla lista anche il russo Andrei Kirilenko, autore sino a questo momento di una stagione costellata da alti e bassi, come gli è solito, ma in generale assestata su buone cifre: 12,7 ppg, 5,8 rpg e 3,1 apg. Ad inizio anno sembrava poter competere a pieno titolo per il ruolo di Miglior Sesto Uomo dell'Anno, grazie anche alle numerose responsabilità offensive affidategli a causa dell'assenza del numero 5 e del numero 8.
Dopo il rientro di Deron, l'efficacia offensiva è andata sempre più diminuendo ma la sua importanza difensiva lo rendeva un giocatore insostituibile. La capacità di marcare quattro ruoli diversi è un vantaggio che quasi nessuno può vantare nella Lega, se a questo ci si aggiunge la facilità con cui corre il campo e una visione di gioco eccellente, si capisce come squadra e allenatore abbiano risentito della sua assenza.
Negli ultimi giorni l'atmosfera in casa Jazz si è incendiata anche a causa delle dichiarazioni rilasciate da Williams dopo la recente serie di sconfitte inanellate: "Non voglio parlare di nessuno in particolare, ma come team dobbiamo giocare meglio; non capisco perché una sera mettiamo a referto 35 o 40 assist e la sera dopo solo 14 o 15: è un numero troppo basso per noi. L'unica cosa che possiamo fare è aiutarci di più in trasferta".
Utah si attesta come prima squadra della Lega per assist messi a referto (24,67 per game) e dalla fluidità del suo attacco spesso dipende il buon esito delle partite: infatti, nonostante occupi la 16esima posizione per punti concessi, i Jazz hanno una filosofia di gioco prevalentemente offensiva, ed in assenza di un reale go-to-guy al quale affidarsi nei momenti caldi della partita (spesso questo ruolo è ricoperto da Williams o Boozer, ma non sono veri e propri specialisti), è importante che tutti gli uomini in campo siano coinvolti e riescano a dare il loro contributo.
È difficile pensare che Utah non riesca ad entrare nelle prime otto ad Ovest; certo la corsa è veramente serrata ma questi ragazzi hanno mostrato durante gli ultimi anni una crescita esponenziale in ogni loro stagione e la propulsione positiva ricevuta dal rientro di AK47 e Booz permetterà al gruppo di agguantare un traguardo così importante ed, una volta iniziate le danze, nessuno vorrà incontrare la banda terribile allenata da Sloan.