Boston positiva con rammarico

Kevin Garnett è tornato ma gli servirà  ancora qualche giorno per poter incidere come sa fare lui

Settimana positiva per i Boston Celtics, ma rimane il rammarico di aver perso contro i Lakers forse l'unica partita della settimana che i Celtics non avrebbero voluto perdere. Settimana quindi positiva, ma rimane il rammarico che potesse essere splendida.

Risultati

Minnesota Timberwolves @ Boston Celtics W 101-109
Boston Celtics @ Philadelphia 76ers W 100-99
Boston Celtics @ L.A. Lakers L 109-110
New York Knicks @ Boston Celtics W 100-110

Commento

Se domandassimo ad un tifoso Celtics se voglia scambiare le tre vittorie della settimana con l'unica sconfitta contro i Lakers forse molti d'impulso direbbero di si, ma poi, dopo un'attenta analisi dei fatti, e tenendo conto che i Celtics scenderebbero a ben 12 sconfitte contro le 10 attuali, allora sicuramente tutti farebbero marcia indietro.

È solo una partita come ce ne sono 82 nella lunga stagione NBA, nulla da eccepire, ma già  a Natale i Celtics hanno perso contro i Lakers, per giunta interrompendo la striscia di 19 vittorie consecutive, la più lunga mai conseguita dalla franchigia bostoniana, ed anche questa volta i gialloviola hanno interrotto una striscia in doppia cifra (12 per la precisione).

La musica può essere cambiata ed ora i Lakers hanno il vantaggio tecnico e psicologico sui Celtics? Obiettivamente è difficile dirlo, lo sapremo solo se le due squadre si rincontreranno alle Finals e vedremo quale risulterà  vincitrice. Una cosa però è certa: il vantaggio che avevano i Celtics l'anno scorso è svanito. Boston però ha delle scuse belle pronte da impacchettare a chi millanta vantaggi losangelini: la lunga striscia di 19 vittorie che ha logorato la squadra celtica per la sconfitta di Natale e la non perfetta forma fisica di Garnett reduce da una brutta influenza per questa settimana tenendo conto che forse i Lakers giocano meglio senza che con Bynum.

Abbiamo parlato di scuse in modo un po' ironico ed un po' coscienzioso perché è obiettivamente difficile capire se siano motivazioni valide e che spiegano bene le due sconfitte oppure che siano solo scuse per giustificare due sconfitte che decreterebbero la superiorità  gialloviola. Benché Jackson stesso sposi la prima tesi a favore dei Celtics "non penso che (Garnett) fosse completamente pronto per giocare" il dubbio rimane e preferiamo sposare una via di mezzo, quindi niente superiorità  celtica, ma nemmeno superiorità  losangelina, forse la soluzione ideale è di definire le due squadre attualmente ad un livello molto simile e, come detto prima, solo la serie finale, sempre che ci arrivino tutte e due le squadre, potrà  dire chi è la squadra migliore, anche se fino a giugno i campioni NBA rimangono meritatamente i Celtics.

La sfida Celtics-Lakers ha monopolizzato, come d'abitudine, le attenzioni di tutti i media peraltro con un ottimo riscontro di pubblico visto che il rating televisivo della TNT è stato il più alto dal 1996 e ha messo inevitabilmente in secondo piano le altre tre sfide settimanali, tutte concluse con un finale non per nulla scontato, anche se alla fine si sono risolte positivamente per i Celtics.

Felice è stata la rimpatriata di molti giocatori ex-Celtics nella sfida contro Minnesota, non solo per i giocatori in campo, di cui sia Jefferson che Gomes hanno lasciato bei ricordi, ma anche per McHale in panchina, grande giocatore biancoverde negli anni Ottanta. Fa piacere vedere il successo che sta avendo Jefferson e la sua squadra in questo ultimo periodo, che testimonia la bontà  di McHale come GM e pure come coach (alla luce dei problemi che sta creando Majo a Memphis e delle ottime cose che si dice di Love, appare geniale la trade di McHale per acquisire i servigi del secondo a discapito del primo).

Elettrizzante la sfida successiva contro Philadelphia, molto equilibrata e conclusa positivamente grazie ad un tiro da tre di Ray Allen a cinque centesimi di secondo dal termine dell'incontro, ma il protagonista della gara è stato un Pierce che si è caricato sulle spalle la squadra orfana di Garnett, ha segnato di più dimostrando che la diminuita vena realizzativa era in funzione della squadra e non per un suo calo fisico, e l'ha portata alla vittoria.

Finiamo la nostra breve carrellata delle partite disputate questa settimana con New York, squadra pazza se ce n'è una, in cui la difesa è trattata come un brutto fastidio tra due azioni offensive, ma che in attacco mettono dentro la retina dei Celtics ogni cosa che capiti loro a tiro. Solo grazie ad un buon quarto finale i Celtics riescono a concludere la serata senza troppe preoccupazioni, ma la cosa più importante è evitare che partisse una nuova striscia negativa simile a quella iniziata dopo la sfida di Natale. Contro NY questa è la nona vittoria sulle ultime dieci partite disputate.

Dopo i 61 punti di Bryant ed i 52 di LeBron se qualcuno di aspettava che Paul Pierce cercasse di emularli durante la gara contro New York evidentemente non conosce bene il giocatore biancoverde "i miei giorni in cui cerco di mettere grandi cifre sono finiti, l'importante è il concetto di squadra, la formula di cui abbiamo bisogno per vincere, non abbiamo bisogno di uno che esca e faccia 46 punti; contiamo (per vincere) sul nostro lavoro di squadra, i nostri passaggi, la nostra difesa". Obiettivamente queste parole sono musica alle orecchie di un tifoso Celtics.

Infortuni

Questa settimana Kevin Garnett ha saltato due gare per la sua nota influenza, particolarmente virulenta perché lo ha molto debilitato, non riuscendo a svolgere neanche un allenamento prima di rientrare in campo contro i Lakers, infatti non è stato particolarmente incisivo nella scorsa ottava.

Ancora ai box Brian Scalabrine, per il quale le ultime notizie lo danno rientrante per il 19 di febbraio, dopo l'All-Star Weekend. L'assistente allenatore Ed Lacerte ha riferito che preferisce vederlo in allenamento prima di dare il permesso di poterlo far rientrare in roster.

Anche Tony Allen ha rischiato di non poter giocare per lo stesso motivo di Garnett, ovvero sintomi influenzali, ma la sua è stata una degenza molto breve perché non ha saltato nessuna gara.

Curiosità 

L'infortunio di Jameer Nelson ha richiesto di scegliere un altro giocatore ad est per la gara dell'All-Star Game, da quel momento sono fioccate molte ipotesi, di cui le due più gettonate erano Ray Allen e Mo Williams dei Cavs. Alla fine l'ha spuntata proprio Allen, il quale è il terzo giocatore dei Celtics che partecipa alla gara delle stelle il prossimo 15 febbraio e per lui è la nona volta in carriera. È stata quindi sanata un'ingiustizia che vedeva fuori da quella gara un ottimo Allen visto in questa stagione, il quale dovrà  rimandare il viaggio in Messico che aveva organizzato con la famiglia. Nulla da fare invece per House, il quale ha sperato di poter partecipare alla gara del tiro da tre punti.

Per il fallo di Kendrick Perkins contro Maxiell avvenuto la scorsa settimana e per il quale il centro bostoniano ha subito un'espulsione, ha anche ricevuto una multa di 10mila dollari ma non gli è stata comminata una sanzione più grave, ovvero la squalifica per una gara, ed obiettivamente sarebbe stata troppo severa.

Sarà  stata la crisi economica, sarà  stato che è sempre difficile venderne i biglietti, sarà  anche stato che forse si sono resi conto di aver rialzato troppo i biglietti, fatto sta che i Celtics hanno deciso che i posti delle logge, particolarmente cari, non saranno aumentati per la prossima stagione. Il presidente Rich Gotham, nonostante una stagione vincente e la riconferma ad alti livelli, ha giustificato questa decisione con la crisi economica in atto e "non vogliamo mettere nessuna barriera al ritorno dei tifosi".

Il migliore della settimana

Continua l'altalena delle performance dei giocatori non-PGA Tour, in cui vengono alternate prestazioni buone da altre molto scarse. Si può fare l'esempio di Davis, più che discreto nelle prime due partite (prima doppia doppia in carriera contro Philadelphia) quando era inserito in quintetto base, ma pessimo nelle successive due quando è dovuto rientrare nei ranghi per il ritorno di Garnett, oppure di Tony Allen e Perkins, messisi in mostra contro Minnesota e poi un po' spariti, oppure House e Powe, che hanno giocato bene contro Lakers e Knicks, ma nelle prime due non sono stati quasi pervenuti. L'unico che, nel bene e nel male, ha dato prova di una discreta continuità  è Rajon Rondo i cui picchi sono stati i 20 punti contro Philadelphia e le doppie doppie contro i Lakers ed i Knicks e con un'incisività  troppo alta rispetto a tutti gli altri non-PGA Tour. Complimenti quindi al giovane play che continua ad allungare in classifica mettendo molti punti di distanza dagli altri.

Classifica aggiornata:
8 Rondo
4 Perkins
2 House
1 Powe

I minuti del PGA Tour

Quattro partite equilibrate e quattro partite in cui il PGA Tour ha giocato molto ed in modo omogeneo, infatti se contro i Lakers si è raggiunto il top di 41,7 minuti di media, contro New York hanno giocato 37,3 minuti, nel mezzo le altre due partite, 38,1 contro Minnesota e 40,1 contro Philadelphia.

Anche il minutaggio dei singoli giocatori è alto, infatti Paul Pierce è quello che è stato di più in campo con ben 41,5 minuti, segue Allen con 39,9 ed ultimo Garnett con 34 minuti di media.

La media stagionale quindi di tutti i giocatori si alza con Pierce che arriva a 36,8 minuti, Allen si posiziona a 36,5 e Garnett segue a 32,6 minuti di media ma rimane bassa nel complesso.

I Celtics nella D-league

Riapriamo questa sezione perché J.R. Giddens è stato rimandato nella lega di sviluppo, è evidente che la dirigenza e gli allenatori non sono stati particolarmente colpiti dal suo gioco e quindi hanno deciso di riassegnarlo per fargli fare ancora un po' d'esperienza.

Il giocatore ha già  avuto modo di giocare con gli Utah Flash come sesto uomo mettendo a segno 13 punti con un buon 6 su 12 dal campo.

Bill Walker per al momento rimane ancora a Boston.

Appuntamenti e classifiche

Ultima settimana prima dell'All-Star Weekend, ecco le partite in programma:
domenica 8 febbraio in casa contro San Antonio
mercoledì 11 febbraio in trasferta a New Orleans
giovedì 12 febbraio in trasferta a Dallas
giovedì 19 febbraio in trasferta ad Utah

Dopo la sfida domenicale in casa contro gli speroni inizia per Boston una trasferta in due parti ad ovest, la prima è composta da due partite prima dell'All-Star Weekend, poi una successiva ad Utah per poi proseguire con altre tre partite la settimana seguente, che tratteremo nel successivo report. Nel prossimo invece raggrupperemo due settimane.

Il pacchetto di quattro partite in analisi è molto difficile, sono tutte squadre con buon record positivo e le prime due sono anche le principali candidate a tentare di fare lo sgambetto ai Lakers in vista della volata per la finale NBA. A parte la prima, tutte sono in trasferta, cosa che rende la ricerca della vittoria per i Celtics molto più difficile.

La vittoria contro i Knicks ha dimostrato che il contraccolpo psicologico dovuto alla sconfitta contro i Lakers è stato superato, ma non è detto che possa essere a "scoppio ritardato". Se questo non fosse un problema è lecito attendersi un risultato minimo di 2 vittorie ed altrettante sconfitte, ma la previsione che ha più possibilità  d'essere vicina alla realtà  è di 3 vittorie.

Iniziano ad esserci dei movimenti significativi in classifica, Orlando fatica a tenere il ritmo degli avversari e sembra iniziare a cedere. Se sarà  crisi vera o solo un momento di appannamento forse lo sapremo già  dalla settimana prossima, per il momenti le sue sconfitte sono ben 12 contro le 9 di Cavaliers e Lakers e le 10 dei Celtics, ma questi ultimi con ben 42 vittorie, più di tutti gli altri.

Come detto in precedenza, a causa dell'All-Star Weekend questo report riprenderà  fra due settimane e sarà  sostituito dal mid-season report.

A risentirci.

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