Lawrence contro tutti nel Supercross
All'Angel Stadium di Anaheim ci si ritrova per tre volte in una stagione del Supercross. Tutto in un mesetto o poco più, sempre con affluenze di spettatori da record e, storicamente, un prospetto decisamente significativo: chi esce dal terzo appuntamento nei pressi di Los Angeles in testa alla classifica, difficilmente perderà colpi da qui al finire di campionato. Tuttavia la vigilia di Anaheim-3 è particolare: pioggia, tanta pioggia, almeno secondo le previsioni metereologiche degli esperti. Si guarda tutti all'insù alla scoperta dei nuvoloni, ma intanto tra noi succede l'impossibile. Pioggia? Sì, ma di penalizzazioni. “Banali” come i 10.000 dollari di multa (che di sti tempi, se non ti chiami Stewart o Reed, non son pochi…) a Joshua Hansen e Steve Boniface per l'alterco di San Francisco, pesante, pesantissima come la sospensione (clamorosa) per due gare di Jason Lawrence, Campione in carica della Lites West Coast e prossimo al debutto ad Atlanta tra le 450.
Andiamo con ordine. Giugno 2008, gara del National a Freestone: Lawrence, neo-Campione della Supercross Lites Costa Ovest, pensa bene di distruggere un'auto nel paddock (evidentemente si stava annoiando). Passano poche settimane, ci ritroviamo a Red Bud, dove “J-Law” da il peggio di sè: rissa nel paddock, una notte passata in cella con conseguenti 25.000 dollari di multa, sospensione della licenza dell'AMA Pro Racing. Arriverà una lettera di scuse, la Federazione motociclistica americana le accetta concedendogli una seconda possibilità , tenendolo sotto osservazione per i successivi 12 mesi: alla prima, sei fuori.
Jason Lawrence cerca nelle settimane antecedenti al via del Supercross 2009 di farsi una miglior reputazione, adducendo a “problemi familiari” la causa scatenante del suo ingiustificabile comportamento di quella pazza estate '08. Belle premesse e promesse che non hanno trovato un seguito: Lawrence nelle prime gare stagionali è protagonista di cadute, errori, non sempre per colpa sua. Un inizio sfortunato che ha avuto un epilogo… alla Lawrence: a San Francisco, arrabbiato con sè stesso e con il mondo intero, pensa bene di attaccare verbalmente e fisicamente un commissario dell'AMA Pro Racing, nonchè alcune personalità di spicco del circus Supercross (vedi Troy Lee).
Il risultato è che AMA Racing, in rispetto del regolamento dell'AMA Supercross/FIM World Championship, ha sospeso per i prossimi due appuntamenti Jason Lawrence, il quale non correrà questo weekend ad Anaheim ed il successivo a San Diego. Inutile dire che lo Stadio degli Angeli si è trasformato in una rappresentazione realistica dell'Inferno, con mille polemiche e tutte le telecamere, macchine fotografiche e taccuini dei giornalisti rivolti verso il bilico del team Yamaha Monster Energy/Boost Mobile, aspettando una reazione pubblica di “J-Law” (che, per il momento, non c'è stata).
Di certo Lawrence (che avrà molto, molto di cui riflettere) ha rubato la scena ad un weekend di per sè già importante. Determinante, azzardiamo: nella 450 lo scontro (si spera non più solo sulla distanza..) tra Chad Reed e James Stewart Jr., in rigoroso ordine alfabetico e di classifica, promette scintille. L'australiano non può… non vincere: un'altra vittoria di Stewart ed il campionato prenderà la strada del box San Manuel Yamaha. L'obiettivo è di riacquisire il ritmo e la confidenza che tanto hanno sorpreso gli addetti ai lavori nelle prime gare, con Reed costantemente più veloce del rivale di casa Yamaha.
D'altro canto Anaheim-3 è un circuito (disegnato dal leggendario Jeremy McGrath, lo ricordiamo) che si sposa nelle caratteristiche ad un pilota come Ryan Villopoto, il quale ha deciso di mantenere un profilo sempre più basso alla luce dei risultati mancati in questo avvio, fatta eccezione per il recente doppio-podio consecutivo. “RV” ha dichiarato di puntare soltanto ad accumulare esperienza con la Kawasaki KX450F in vista della stagione outdoor (il National), cercando di cogliere più podi e punti possibili e, perchè no, magari una vittoria.
Villopoto sembra comunque l'unico all'apparenza che può, in circostanze non troppo fantascientifiche, intromettersi nella lotta tra Reed e Stewart. Kevin Windham alterna prestazioni convincenti a sembrare l'ombra di sè stesso; Tim Ferry, l'altro veterano, si è fatto male a San Francisco. Ci son poi i piloti Red Bull Honda, con Andrew Short in un limbo tra i piedi del podio ed il nulla ed un Ivan Tedesco che rischia di esser definito all'unanimità quale il talento persosi maggiormente nel salto tra l'allora 125 (dove era un dominatore assoluto con avversari di tutto rispetto) e la classe regina. In prospettiva non ci resta così che guardare a Josh Grant, vincitore tra le lacrime ed il stupore di Anaheim-1 e sempre pronto ad approfittare di disavventure altrui maturando esperienza e competitività contornati di convincenti passi in avanti.
Se poi dovesse piovere, tutto potrà davvero succedere ad Anaheim. Ricordate Gara 1 nel 2005? No? Niente da fare? Siete scusati: con tutto quel fango…