Lopez e Westbrook uno contro l'altro ai tempi del College…
Il 28 giugno 2008 al Madison Square Garden di New York il commissioner David Stern oltre ad aver sorriso raggiante e aver stretto la mano alla prima scelta assoluta Derrick Rose è stato anche testimone di due chiamate di cui ci occuperemo oggi.
Alla chiamate numero 4 gli Oklahoma City Thunder chiamano Russel Westbrook da UCLA, un Bruin.
Russel Westbrook
Guardia, nato il 12 novembre 1988 nell'assolata e meravigliosa Long Beach, nella contea di Los Angeles e quindi concittadino del rapper Snoop Dogg sceglie per l'inizio della sua finora luminosa carriera NBA la canotta recante il numero 0.
Figlio di Russel Westbrook senior e Shannon Horton, è alto 1.91 cm per 84.8 kg esordisce come giocatore alla Leuzinger high school raccogliendo ad allacciata di scarpe numeri molto interessanti fino all'exploit della sua stagione da senior dove le medie finali recitano 25.1 punti, 8.7 rimbalzi, 3.1 rubate e 2.3 assist a partita. Il suo rendimento è costante con picchi di eccellenza come il season high di 51 punti contro Carson il 6 gennaio 2006. Queste eccellenti referenze attirano l'attenzione della gran parte delle squadre universitarie della PAC 10 e alla fine a spuntarla e a garantirsi i suoi servigi sono i Bruins di UCLA.
Nell'annata 2006/2007 perciò si unisce alla squadra guidata da Ben Howland e riesce a ritagliarsi il suo spazio da freshman mettendo di media a referto 3.4 punti e quasi un assist ogni 9 minuti di gioco che gli vengono concessi.
Parte solo un volta in quintetto titolare nell partita contro West Virginia e in 32 minuti di gioco riesce, ovviamente, a catalogare parecchi season high tra cui rimbalzi 5, assit 4 e rubate 2 ma purtroppo la gioia dell'esordio viene macchiata dalla sconfitta finale per 65 a 70.
La corsa di UCLA però si interrompe alle final four del torneo NCAA con la battuta di arresta contro i Gators di Florida successivamente campioni contro Ohio State.
La stagione da sophomore si apre sotto tutt'altre aspettative come è giusto che sia e Russel guadagna più spazio, molto più spazio, giocando addirittura per 1.318 minuti, record per i Bruins.
Le statistiche, con il lievitare dei minuti, aumentano e il ragazzo ad esibizione inanella 12.7 punti, 4.3 assist, 3.9 rimbalzi e 1.6 rubate.
Guida la squadra ancora una volta alla Final Four del torneo NCAA, dove si presenta da numero 2, e dopo aver sconfitto Xavier, numero 12 del ranking, deve affrontare Memphis, seed numero 3.
E' un'altra cocente sconfitta, più dell'anno passato dove non era stato protagonista; la squadra incassa 78 punti riuscendo a metterne a segno solamente 63. Una ripassata che rimane ben stampata, impressa nella mente e nel cuore di Russel.
A parziale consolazione viene nominato defensive player of the year della PAC 10 e soprattutto è elegibile per il draft NBA dove si presenta come una scelta tra la prime 10.
Infatti pochi mesi dopo la march madness che l'ha vista protagonista in negativo, i Thunder di Oklahoma di Kevin Durant lo scelgono al numero 4. E' una vera e propria scommessa del general manager Sam Presti.
Il carattere, forgiato dall'esperienza al college, risponde a tono: 15 punti, 4.4 rimbalzi e 4.9 assist a partita nella sua prima metà di stagione NBA.
Offensivamente molto pronto e affidabile sia con il tiro dalla linea dei tre punti sia per quanto riguarda il penetra e scarice o la penetrazione con destinazione il ferro.
Avendo accanto mister Kevin Durant molte responsabilità non sono sue e come seconda o terza opzione per l'attacco dei Thunder è un buon giocatore energetico e valido sia nel presente che in prospettiva.
Per ciò che concerne la fase difensiva, provenendo dalla UCLA del maestro della defense Howland ha attitudine e mentalità e unendo a ciò i mezzi fisici come le lunghe braccie e la rapidità di gambe si troverà un buon difensore per ogni evenienza.
Nemmeno a Oklahoma forse pensavano di aver pescato così bene al draft, è in continua crescita e non può che migliorare. Accanto a Durant e Green può formare un trio dal futuro fulmineo e luminoso. Da vero Thunder.
Brook Lopez
Centro, nato l'1 aprile 1988 a North Hollywood, California sceglie per la sua avventura nel campionato professionistico la casacca numero 11 dei New Jersey Nets. Figlio di Heriberto Lopez e Deborah Ledford, è alto 2.13 cm per 117.9 kg.
Gioca e frequenta la san Joaquin Memorial high school e inizia a far intrevedere le sue qualità fisiche e tecniche.
Scelto dal college di Stanford dove risulta dominante e dirompente e dove riesce a mettere a referto nell'anno che precede la sua chiamata al draft cifre ottime: 19.2 punti, 8.2 rimbalzi e 2.1 stoppate.
Impara molto in fretta sia movimenti spalle al canestro sia fronte a canestro, tecnicamente apprezzabilissimi con dei polpastrelli molto sensibili ed educati. Difatti basti pensare all'ottimo jumper dalla media o al fluido arcobaleno che disegno con i ganci e i semi-ganci.
Nonostante ciò c'è chi ancora nutre dei dubbi sulla sua possibilità di risultare determinante anche al piano di sopra.
Non la pensano così evidentemente dalle parti di East Rutherford dove hano puntato su di lui chiamandolo con il numero 10 assoluto e regalandogli il 28 giugno scorso sia il cappellino che una futura casacca, numero 11 come detto, dei Nets di New Jersey.
Arrivato al piano di sopra risulta inizialmente meno decisivo e importante che negli anni precendeti ma lentamente inizia a integrarsi nel sistema di coach Franck e a essere presente più spesso sul parquet dell'Izod Center.
Iniziando a carburare mette a referto fino ad adesso 11.8 punti, 7.9 rimbalzi e 0.7 assist ogni 30 minuti.
Per quanto riguarda l'attacco, abbiamo detto, il ragazzo è giocatore d'elitè che può ulteriormente migliorare lui e la squadra per cui gioca, aiutato anche probabilmente dell'esplosione del playmaker Devin Harris.
Difensivamente parlando ha un buon tempismo per l'aiuto che gli genera quasi 2 stoppate a nottata e inoltre ha braccia lunghe che lo aiutano spesso nelle situazioni più complicate; deve migliorare il movimento delle gambe e dei piedi e soprattutto la concentrazione nella propria metà del campo.
essendo stato scelto alla chiamata numero 10 è un buon prospetto che sta migliorando e può migliorare ancora, su di lui hanno puntato i Nets sperando che formi nel futuro con Harris un pick and roll temibilissimo.
Nelle ultime esibizioni è un continuo crescendo: 14 punti nella sconfitta contro Toronto, 15 nella sconfitta ad Atlanta e 24 nella vittoria a Philadelphia, la città di Rocky Balboa.
Una curiosità che lo riguarda, ha un fratello gemello,Robin, scelto anche lui allo scorso draft al numero 15 dai Phoenix Suns via Atlanta Hawks.
Si differenziano per i capelli: corti Brook, lunghi e afro Robin, il numero di maglia, il 15 per il Suns e per molte altre cose. Ma questa è un'altra storia.
Due ragazzi interessanti e futuribili.
Hanno scelto molte bene le due dirigenze e potrebbero regalare forti emozioni nel futuro. Come stelle o come cast di supporto? Solo il tempo ce lo potrà dire…