Bynum è a terra, Gasol e Bryant dovranno di nuovo tentare l'assalto al titolo senza di lui…
Corsi e ricorsi storici. Come lo scorso anno, i Lakers in questo periodo stanno andando forte, in attesa di arrivare alle partite che contano e che arriveranno ad aprile. Come lo scorso anno, però, arriva una brutta notizia: infortunio al ginocchio per il centro Andrew Bynum, patito peraltro contro la stessa squadra con cui si infortunò l’anno scorso, e che lo fece sparire per l’intera stagione. Il 31 gennaio, dopo aver iniziato la partita segnando 7 dei 13 punti siglati dalla propria squadra, Bynum è finito addosso, ironia della sorte, a Kobe Bryant, ed ha avuto decisamente la peggio.
I risultati delle analisi sono stati resi noti poche ore fa, e si parla di uno stop che va dalle 8 alle 12 settimane. Già così sarebbe una bella mazzata per tutta la squadra, perchè parliamo di un rientro che nella migliore delle ipotesi avverrà tra fine marzo e fine aprile. Se poi ci si aggiunge il fatto che anche l’anno scorso sembrava possibile un rientro prima dei play-off, in realtà mai avvenuto, lo scenario si fa ancora più scuro.
Il giovane centro dei Lakers stava attraversando indubbiamente il miglior periodo della sua stagione, con 42 punti (career high) messi a segno il 21 gennaio con i Clippers e il premio di miglior giocatore della settimana per la Western Conference. Piano piano stava tornando l’esplosività a livello fisico e la fiducia nei propri mezzi, doti che lo avevano portato ad essere una delle maggiori rivelazioni della stagione scorsa prima, appunto, dell’infortunio che lo fermò diversi mesi.
Intervistato prima della partita che i giallo-viola hanno disputato contro i New York Knicks al Madison Square Garden, Bynum si è detto ottimista e desideroso di tornare in campo al più presto per dare una mano ai compagni. L’anno scorso è stato un travaglio per lui, e non vuole ripetere la stessa esperienza. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo un ginocchio malandato ed un fisico imponente, che potrebbe rendere meno agevole la riabilitazione.
Solo il tempo potrà dire quanto ci metterà Andrew a tornare in campo, nel frattempo lui e i suoi compagni hanno giocato diverse partite: vediamo qual’è il quadro della situazione a 20 giorni scarsi dall’All-Star Game di Phoenix.
RISULTATI
25 gennaio: Los Angeles Lakers vs. San Antonio Spurs 99-85 (W)
27 gennaio: Los Angeles Lakers vs. Charlotte Bobcats 110-117 (L)
30 gennaio: Los Angeles Lakers @ Minnesota Timberwolves 132-119 (W)
31 gennaio: Los Angeles Lakers @ Memphis Grizzlies 115-98 (W)
2 febbraio: Los Angeles Lakers @ New York Knicks 126-117 (W)
Quattro vittorie nelle ultime cinque partite, di cui una importante con gli Spurs allo Staples, con l’unica sconfitta, evitabile, con i Bobcats. Ancora una volta ci troviamo a parlare di una striscia interrotta in modo inaspettato, ma ormai abbiamo capito che certi cali di tensione fanno parte della fisionomia di questa squadra. L’anno scorso, quando la palla scottava davvero, abbiamo notato una maggiore concentrazione e capacità di portare le partite a casa, e la cosa sicuramente rende ottimisti coach Jackson e lo staff tecnico.
Nel frattempo, il primato nella Western Conference rimane ben saldo, con 5 partite di vantaggio sugli Spurs. Casomai, la vera novità è la ripresa dei Boston Celtics nell’altra conference, con 11 vittorie consecutive messe a segno. Certo, quest’anno ad Est la concorrenza sembra più agguerrita, data l’esplosione dei Cavaliers e dei Magic, ma rimangono sempre loro i grandi favoriti, e pensare ad una riedizione delle Finals 2008 non sembra certo un’utopia.
La squadra
La sconfitta contro i Bobcats non ha allarmato più di tanto l’ambiente. Bryant era stato espulso per limite di falli raggiunto, e senza il go-to-guy le cose si sono fatte più difficili per i Lakers, che non sono riusciti ad uscire dal momento più delicato della partita con la vittoria in pugno. Aggiungiamo a questo l’ottima prestazione dei ragazzi di Larry Brown e i motivi della caduta sono presto detti.
Due giorni prima era arrivata una bella vittoria contro gli Spurs, e nelle tre trasferte successive sono arrivate altre tre vittorie. La squadra ha reagito, e non ci sono motivi per pensare ad un gruppo in fase di flessione. Spesso i team allenati da coach Jackson sono arrivati in formissima nel periodo successivo all’All-Star Game: succederà così anche quest’anno?
C’è grande curiosità in questo senso, anche perchè riuscire ad agguantare il primato nella regular season sarebbe un bel segnale per l’intera Lega. Lo andiamo ripetendo da mesi, questa squadra ha un gran bisogno di salire di livello in difesa, e in questo senso preoccupa il fatto di dover rinunciare alla fisicità di Bynum.
Un’ultima nota sul mercato: la fine del periodo in cui possono essere conclusi accordi tra le squadre si avvicina sempre di più, e nulla sembra muoversi in casa Lakers. Si è parlato, nelle scorse settimane, di una possibile cessione di Walton e Radmanovic per arrivare ad un giocatore di qualità con un salario intorno ai 10 milioni, ma difficilmente esiste una squadra nella Lega disposta ad accollarsi due contratti lunghi e onerosi come quelli dei due giallo-viola.
Anche Odom pare destinato a restare a Los Angeles. Il suo contratto è in scadenza, a fine anno si vedrà , sperando che il giocatore preferisca rimanere in un team competitivo piuttosto che andare a guadagnare tanti soldi altrove, senza avere la possibilità di giocare per il titolo.
I singoli
Per un Bynum che va, un Farmar ritorna. Malgrado il suo rientro fosse pronosticato per il periodo successivo all’All-Star Game, il playmaker è tornato già il 25 gennaio contro gli Spurs, dando subito il suo contributo con 14 punti in 17 minuti di utilizzo. Nelle altre partite non ha brillato, ma rimane comunque un’addizione importante al roster giallo-viola, dal momento che senza di lui Fisher era costretto a giocare 35-40 minuti a partita, il che è abbastanza improponibile.
Sicuramente ci saranno degli accorgimenti tattici nelle prossime settimane, e uno (scontato) si è già verificato contro i Knicks: Lamar Odom è tornato in quintetto, nello spot di ala grande, affiancando Gasol sotto canestro. Lo scorso anno i due funzionarono a meraviglia, e non ci sono motivi per dubitare della loro intesa. Lamarvellous ha subito risposto positivamente, catturando 14 rimbalzi, anche se è la sua vena realizzativa che lo limita: appena 6 punti, può fare meglio e sicuramente ci riuscirà .
Anche Josh Powell dovrebbe essere più coinvolto nelle rotazioni, e questa per lui è sicuramente una grande chance per far vedere che a certi livelli ci può stare. La sensazione è che sia anche più dotato del suo pari-ruolo dell’anno scorso, Ronny Turiaf, che però aveva una grinta quasi impareggiabile. In ogni caso, per quelle volte che è sceso in campo, Powell ha dimostrato di fornire ampie garanzie.
Chi invece sembra essere stato accantonato da Phil Jackson è Vladimir Radmanovic. Il tiratore serbo, nelle ultime 5 partite, ha giocato 38 minuti complessivi. Il suo posto in quintetto è ormai definitivamente nelle mani di Luke Walton, in più c’è Ariza che sta giocando benissimo da inizio stagione ed è il primo cambio per l’ala piccola. Poco spazio quindi per il tiratore serbo, che può soltanto sperare in un drastico calo di Walton. A quel punto le porte per lui si riaprirebbero, anche se c’è da dire che nella prima metà di stagione non aveva incantato.
Nel caso ce ne fosse il bisogno, Kobe Bryant e Pau Gasol hanno già fatto capire di essere pronti a prendersi le loro responsabilità in assenza di Bynum. I due, unici convocati dei Lakers per l’All-Star Game, hanno segnato 92 punti contro i Knicks (61 Bryant, record assoluto al Madison Square Garden, e 31 per lo spagnolo). Un bottino niente male…
In conclusione, uno sguardo a ciò che aspetta i Lakers: subito un back-to-back il 4 e il 5 febbraio, con due partite in trasferta contro i Toronto Raptors e i Boston Celtics. Poi l’8 febbraio si va a casa di LeBron. Da notare i 4 back-to-back che vedranno protagonisti i lacustri da qui alla fine di febbraio, sicuramente un calendario fitto e che metterà a dura prova i ragazzi di Jackson.