Primo tour a Ovest per i Cavs

Una curiosa espressione di Lebron, ultimamente non troppo entusiasta degli arbitraggi…

Si avvicina il fine settimana in cui l'NBA si fermerà  e si radunerà  a Phoenix per l'All Star Week End, dal 13 al 15 Febbraio, per mostrarsi al mondo e per festeggiare i suoi protagonisti, con la gara delle schiacciate, la gara del tiro da tre e il rookies game, per arrivare alla partita delle stelle di Domenica.

Di solito l'All Star Game segna un punto di riferimento nella stagione NBA,visto che ormai si sono giocate più di metà  delle gare di regular season, i valori nelle conference si vanno via via definendo con sempre maggior precisione e si avvicina la dead line per il mercato dei giocatori sotto contratto.

I Cavaliers si stanno avvicinando al fine settimana di Phoenix con il secondo miglior record della lega alla pari dei Los Angeles Lakers e dietro ai Boston Celtics di nuovo in striscia vincente da 11 partite.

Il record dei Cavaliers permetterà  a coach Mike Brown di sedersi sulla panchina dell'Est all'All Star Game, seconda volta nella storia che un allenatore di Cleveland si siede sulla panchina dell'Est all'All Star Game dopo Lenny Wilkins nel 1989.

Cleveland nelle ultime 11 partite ha un record di 8 vinte e 3 perse; in questo intervallo di tempo e di gare Cleveland ha mantenuto immacolato il suo record casalingo, arrivato a 22 vittorie e 0 sconfitte grazie alle vittorie su Sacramento, sui Clippers e sugli Hornets; importante la vittoria contro New Orleans per la forza dell'avversario, significativa la vittoria sui Kings perché contro un avversario teoricamente facile la gara si stava complicando e non è stato Lebron James a vincere la partita per i suoi, anche se LBJ ha messo a referto una tripla doppia, la ventesima in carriera, ci ha pensato Mo Williams, che ha trovato la sua career night grazie a 43 punti e 11 assist, ottenuti con una serie incredibile di tiri dalla media e dalla lunga distanza.

Queste tre partite casalinghe hanno costellato una serie di altre 8 partite in trasferta, 4 ad Ovest del Mississipi, una visita ai Detroit Pistons e un viaggio in Florida a casa di Dwight Howard e dei Magic; contro Jazz, Blazers, Pistons e Memphis i Cavaliers hanno dimostrato la loro forza e la loro solidità  vincendo grazie all'inevitabile contributo di Lebron James sostenuto però da Williams e dagli altri componenti di un roster che si sta dimostrando sempre più compatto e affidabile di gara in gara, dove a seconda delle opportunità  stanno emergendo protagonisti inaspettati.

Si è infortunato Delonte West che stava finalmente dimostrando continuità  di rendimento e affidabilità  sia nella gestione della palla, surrogando Williams e James, sia nel tiro dalla media e lunga distanza, punendo con continuità  i raddoppi su James; West si è infortunato al polso il 16 Gennaio e presumibilmente tornerà  disponibile dopo l'All Star Game.

L'infortunio di West sembrava aver tolto una pedina importante a Brown ed ai Cavs, che hanno dovuto “riesumare” Pavlovic e reinserirlo nelle rotazioni degli esterni, reinserimento che ha subito sortito effetto con Pavlovic che si è dimostrato subito produttivo ed efficace.

In questo periodo l'altro infortunato dei Cavaliers, rientrato contro i Pistons dopo 13 partite saltate per un infortunio alla caviglia, è stato il centro lituano Ilgauskas, questo ha portato ad un aumento del minutaggio di Wallace e Varejao e ha fatto uscire allo scoperto il rookie J.J. Hickson altro lungo di grande energia e dinamismo ma di scarsa tecnica a disposizione dei Cavs.

Con questa batteria di lunghi Brown ha dovuto modificare le sue rotazioni e trovare nuove soluzioni per equilibrare una squadra improvvisamente privata della sua unica credibile soluzione in post basso.

Così è nata una “second unit” dei Cavs piccola con Varejao da centro e 4 giocatori sul perimetro a cercare di correre e di dare ritmo alla gara, proponendo spesso dei momenti di “small ball”che avrebbe fatto felice Don Nelson.

Brown è stato bravo in questa occasione a utilizzare al meglio li materiale a disposizione creando questi momenti di pallacanestro perimetrale e di ritmo, oppure utilizzando contemporaneamente due dei suoi lunghi, nessuno in grado di mettere assieme un decente movimento offensivo, per piazzare blocchi in giro per il campo per i tiratori e cercare di avere superiorità  a rimbalzo sia in difesa sia nella metà  campo offensiva e sfidare i lunghi avversari sul piano della corsa, del dinamismo e della pura energia.

Una sconfitta è arrivata contro i Bulls in overtime, con West che si infortuna durante il primo quarto, e con Lebron James che nonostante i 29 punti ed i 14 rimbalzi ha però avuto una pessima serata al tiro, 8 su 28, e 8 palle perse, forse la peggior partita del Prescelto della stagione.

Altra sconfitta è arrivata a Los Angeles al Kobe Stadium, dove dei Lakers finalmente a pieno organico sono pian piano scappati via, dimostrando di avere più gambe e risorse dei Cavaliers nel mezzo del loro viaggio ad Ovest.

L'ultima sconfitta in questo intervallo di gare è arrivata ad Orlando dove i Magic hanno fatto vedere di essere davvero una squadra in grado di lottare per il titolo NBA grazie ad un sistema di gioco semplice dove tutti i componenti della squadra hanno trovato un ruolo ben definito che li rende efficaci a supporto del principale giocatore d'area dell'NBA del 2009: Dwight Howard.

In questa gara i Cavaliers non sono riusciti a gestire il tempo della gara ed hanno permesso agli esterni di Orlando di decidere il ritmo della gara e di vincere la partita in modo molto più netto di quanto possa dire l'88 a 99 finale.

Comunque questa trance di partite si è conclusa con un bilancio ampiamente positivo per i Cavaliers che nonostante gli infortuni, l'aver giocato 8 partite su 11 in trasferte, sono riusciti a mantenere il contatto con i Boston Celtics e con gli Orlando Magic, per la lotta per il predominio delle Eastern Conference.

Naturalmente Lebron James ha sempre giocato da Lebron James, ha cioè giocato su ritmi da MVP, sia per i numeri personali che sera dopo sera appila tra le sue statistiche, sia per il contributo che riesce a far dare ai suoi compagni sempre più coinvolti nella rincorsa al titolo NBA.

Rispetto al passato Lebron James sembra finalmente meno “solo”, sembra padrone di una squadra che lo segue e che è in grado di supportarlo anche nei rari momenti in cui è in cattiva serata.
Mo Williams sembra anche meglio del giocatore che i Cavaliers hanno acquistato sul mercato in estate, sta dimostrando di avere personalità , di avere punti nelle mani, sia con il tiro da fuori sia creandosi la soluzione personale “off the dribble”, si sta dimostrando anche un difensore migliore del previsto, ed è finalmente un giocatore dotato di personalità  che non rifiuta di prendersi le proprie responsabilità  sia in contumacia Lebron James sia quando LBJ non è in gran serata o quando le difese si concentrano per limitarne la pericolosità .

Rispetto a Lerry Hughes sicuramente, Williams sta dimostrando molta più continuità  mentale e molta più “disponibilità ” a prendersi delle iniziative ed è riuscito ad inserirsi in modo efficace nel nuovo contesto di squadra.

Gli altri esterni della rotazione hanno saputo contribuire mantenendo buone percentuali al tiro ed eseguendo con precisione i giochi in attacco, così Gibson, Szczerbiak, Pavlovic e prima dell'infortunio West hanno garantito a James un sufficiente supporto sia nella gestione del pallone sia in termini realizzativi non andando “sotto” anche nei momenti in cui LBJ non era in campo, fasi in cui è oggi il sopra citato Williams a prendersi le responsabilità  necessarie a mantenere la squadra in linea di galleggiamento.

Il sistema difensivo di Brown continua a funzionare, grazie alla disponibilità  di tutti i giocatori, basti vedere come si muove e come mette a disposizione il corpo un giocatore come Szczerbiak, oggi i Cavaliers sono la squadra che in tutta la lega concede meno punti all'avversario, 90.4 a partita, lo stesso James ha fatto enormi progressi nell'applicazione difensiva, che unita al suo talento fisico e alla sua innata comprensione del gioco lo ha fatto diventare un difensore di prima fascia NBA, in più a capito che negli highlights finiscono spesso le stoppate ed ha deciso di dedicarsi a questo fondamentale del gioco, risultato: diverse apparizioni a SportCenter del Lebron difensore che arriva a cancellare il tiro di un avversario, ad altezze proibitivi e comparendo in inquadratura già  in volo; in queste giocate di fisico, tempismo, comprensione del gioco si ha una reale comprensione dell'onnipotenza fisica che LBJ può mettere in campo.

Al di là  dei meriti individuali che bisogna assolutamente riconoscere a James a Williams e agli altri, è evidente come ormai i Cavs abbiano acquisito un identità  di squadra e di sistema che li sta portando a passo spedito verso la post season.

Intanto nella nottata italiana i Cavaliers contro i Raptors di Bargnani tentano di stabilire il record di franchigia per le vittorie casalinghe cercando di mantenere immacolato il bilancio vittorie sconfitte alla “Q Arena” in questa stagione.

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