Ottima settimana per Eddie House che ha aggiustato la mira e ha scaricato grandinate di tiri da tre
Salgono a 10 le vittorie consecutive dei Celtics, questa settimana sono passate sotto le forche caudine biancoverdi Dallas, Sacramento e Detroit, le prime due sono state delle facili vittorie mentre più difficile è risultata quella contro la franchigia di MoTown.
Risultati
Dallas Mavericks @ Boston Celtics W 100-124
Sacramento Kings @ Boston Celtics W 100-119
Boston Celtics @ Detroit Pistons W 86-78
Commento
Si sta caratterizzando come una stagione di strisce quella dei Celtics. Dopo la striscia positiva di dicembre è arrivata quella negativa delle feste di Natale ed ora è aperta una nuova striscia positiva che al momento è arrivata a quota 10.
Obiettivamente ci saremmo aspettati la scorsa stagione dei risultati così altalenanti piuttosto che una stagione più omogenea tra vittorie e sconfitte, cosa che è accaduta proprio un anno fa e che sarebbe invece stato prevedibile vedere quest'anno. Siamo quasi sicuri che quest'altalena di risultati possa essere dipeso dalla volontà di dare un'impronta marcata del proprio passaggio da parte dei Celtics perché sono più sicuri dell'anno scorso, ma così facendo cedono il fianco alla troppa sicurezza come durante le feste natalizie per poi riprendersi visto che il loro gioco è molto solido ed efficace.
In questa situazione è importante dosare bene le proprie forze fisiche ma, ancora più importante, quelle mentali, per arrivare al top della condizione a metà aprile, anche a costo di perdere qualche partita in più. Se non si agisce in questa maniera c'è qualche possibilità di trovarsi ai play-off con un ritmo simile a quello a cavallo tra il 2008 ed il 2009, cosa che nessun tifoso Celtics vorrebbe.
È fuori dubbio comunque che Boston sta giocando meglio ora rispetto a dicembre perché ha avuto lo scotto della serie di sconfitte qualche settimana fa e ne sta facendo tesoro con un atteggiamento più responsabile e senza distrazioni di sorta. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l'apporto della panchina, più solido e convinto rispetto al recente passato, importante perché permette ai titolari di non dover sempre rientrare in campo cercando di riprendere il controllo della situazione come è accaduto spesso a novembre e dicembre.
Le prime due partite contro Dallas e Sacramento sono molto simili: vittorie senza troppi complimenti ed incertezze per il risultato finale svanite quasi subito. Contro Sacramento era quasi certo questo risultato, anche se nel primo quarto una disattenzione dei Celtics aveva portato momentaneamente avanti i Kings, contro Dallas invece ci si sarebbe aspettati una resistenza maggiore da parte dei texani, cosa che non è avvenuta.
Più difficile dei primi due incontri settimanali, la gara contro Detroit si è protratta nell'incertezza fino ad un minuto dalla fine quando i Celtics l'hanno fatta propria, ma il fatto più eclatante di quella serata è l'espulsione di Perkins per aver dato una manata a Maxiell a 5 minuti e 56 secondi dal termine dell'incontro e fallo tecnico comminato al Piston per la reazione violenta avuta subito dopo il fallo. "Non ha mai avuto l'intenzione di far male all'avversario" l'ha giustificato Pierce.
Chi tra i Celtics non sta giocando bene è proprio Kendrick Perkins, rientrato la settimana scorsa dall'infortunio alla spalla ma ancora indietro di condizione, la qual cosa lo frustra un po' troppo come si è potuto vedere contro i Pistons. "È incredibile come ha perso velocemente la condizione (fisica)" ha detto Doc Rivers subito dopo averlo rivisto agli allenamenti.
Infortuni
Prolungato ulteriormente il rientro in campo rispetto alle previsioni della scorsa settimana, Tony Allen è riuscito a tornare sul parquet contro Sacramento dopo 11 partite di stop obbligato per il problema alla caviglia destra. Il giocatore ha ricevuto parole di stima da coach Doc Rivers come utile cambio di Pierce, cosa che a noi meraviglia un po' visto che Tony non sta offrendo una continuità di rendimento utile ai Celtics. Probabilmente è da ritenersi più un incentivo a dare di più che un attestato di stima.
Sfortunato Brian Scalabrine il quale ha ricevuto due duri colpi alla testa da Novitzky durante la partita contro Dallas e da O'Bryant in allenamento il giorno dopo, che ha richiesto il ricovero al New England Baptist Hospital per accertamenti. Non si prevede il suo ritorno in campo per almeno metà della prossima settimana.
Curiosità
Dopo tante indiscrezioni ed illazioni sono state diramate le panchine per l'All-Star Game e solo Pierce raggiungerà Garnett a Phoenix il prossimo 15 febbraio. Molte polemiche sono nate per la presenza di 3 giocatori dei Magic, la maggior parte per la presenza di un solo componente dei Cavaliers, ma una parte di queste voleva la presenza in campo anche di Ray Allen, che in questa stagione sta giocando decisamente meglio rispetto a quella passata. I dirigenti dei Celtics sono molto dispiaciuti ed amareggiati perché quest'anno lo meritava più della passata dato che vi ha partecipato solo per l'infortunio a Caron Butler. Pierce quindi è stato l'unico Celtic selezionato dagli allenatori, la sua è la settima presenza all'All-Star Game, come lui hanno partecipato sette volte a questa partita Dave Cowens, Kevin McHale e JoJo White, meglio di lui solo Bob Cousy e John Havliceck con 13 presenze, Larry Bird e Bill Russell con 12, Robert Parish con 9 e Bill Sharman con 8 presenze.
C'era anche la speranza (remota a dire il vero) che ci fossero quattro convocazioni premiando anche l'ottima stagione di Rondo, ma questo non è mai stato vicino ad avverarsi. Solo in 7 occasioni nella storia della Lega una franchigia ha portato quattro giocatori alla gara delle stelle, i Celtics ci sarebbero riusciti in 3 di queste 7 volte, nel 1953, nel 1962 e nel 1975, ma tutte le volte un infortunio ha negato la possibilità di vedere 4 Celtici all'All-Star Game.
Dopo aver mandato due giocatori all'All-Star Game i Celtics cercano di portare un terzo componente nel weekend di Phoenix promuovendo Eddie House come partecipante alla gara da tre punti dopo le recenti eccezionali prestazioni balistiche. "Si sente come debba sempre andare dentro ogni volta che tira, non importa chi lo marca o contro chi gioca" ha detto Pierce.
Il migliore della settimana
A parte una discreta prestazione di Davis contro Sacramento, solo due giocatori si sono distinti questa settimana, ed entrambi hanno offerto prestazioni eccellenti: Rondo e House. Mentre il primo sta continuando a maturare e le sue serate sono sempre più continue e meno soggette ad alti e bassi, il secondo, soprattutto nelle prime due gare, ha martellato la retina avversaria con canestri da oltre l'arco con una continuità spaventosa. Nonostante contro Detroit non abbia giocato granché bene le due prestazioni precedenti di Eddie House gli garantiscono un meritato riconoscimento settimanale.
Classifica aggiornata:
7 Rondo
4 Perkins
2 House
1 Powe
I minuti del PGA Tour
Come al solito si può capire se i Celtics hanno giocato contro una squadra forte o comunque che ha destato qualche preoccupazione in più della media guardando i minutaggi del PGA Tour, infatti se contro Dallas (26,9) e Sacramento (28,9) il minutaggio si è assestato ad una media decisamente bassa, contro Detroit invece questa si è decisamente alzata a 37,7 minuti di media, complice anche il finale non del tutto scontato com'è stato negli altri precedenti incontri.
La media di minutaggio suddivisa per giocatore è influenzata dalle prime due partite in cui il PGA Tour è stato molto più tempo in panca del solito, infatti solo Ray Allen supera i 30 minuti e si assesta a 34,6 seguito non da Pierce com'è usuale, ma da Garnett con 29,6 a poca distanza da Pierce che si assesta a 29,3 minuti di media.
Con queste medie così basse inevitabilmente anche la media stagionale scende, quindi Pierce arriva a 36,4 quasi raggiunto da Allen con 36,2 minuti, mentre pure Garnett scende ancora ed arriva a 32,5 minuti di media. Si può notare come le medie siano decisamente basse, buon viatico per i prossimi play-off.
Appuntamenti e classifiche
Ben quattro partite attendono i Celtics durante i prossimi 7 giorni:
domenica 1 febbraio in casa contro Minnesota
martedì 3 febbraio in trasferta contro Philadelphia
giovedì 5 febbraio in casa contro i Lakers
venerdì 6 febbraio in trasferta contro New York
Settimana tutta catalizzata dal big match contro i Lakers, in cui i Celtics vorranno sicuramente ricambiare la cortesia del giorno di Natale e consolidare il proprio primato. Ci saranno sicuramente molte scintille.
Prima e dopo questo importante appuntamento tre partite attendono i Celtics contro formazioni che stanno avendo molte difficoltà , ma se per Minnesota (in ricostruzione, con recenti soddisfazioni che testimoniano la bontà della costruzione di McHale) e per New York (anche loro in ricostruzione dopo i disastri di Isiah Thomas) era prevedibile un record negativo, per Philadelphia non era pronosticato il dover lottare per un posto ai play-off. Contro queste tre squadre il risultato per i Celtics potrebbe essere di facile acquisizione se entrano in campo decisi, ma visto il grande appuntamento di giovedì forse c'è il rischio di qualche appannamento, ed allora una sconfitta può anche scapparci.
E se qualche appannamento possa essere provocato artificialmente? Non sarebbe bello per nessun tifoso Celtics arrivare al 5 febbraio con 12 vittorie consecutive e far interrompere nuovamente la striscia positiva dai Lakers. Forse sarebbe opportuna una sconfitta contro Minnesota o Philadelphia per non arrivare troppo carichi per l'appuntamento di giovedì? L'idea potrebbe essere un po' peregrina, ma se ci pensiamo bene è un po' come fecero i Bulls di Jordan del famoso record di 72-10, con sconfitte programmate per tirare il fiato e tenere sempre al giusto livello la tensione agonistica.
Grazie alla striscia di 10 vittorie consecutive ed alle sconfitte di tutte le altre contendenti il primato, i Celtics riprendono la testa della Lega in virtù delle maggiori partite giocate, ma la distanza rispetto alle altre formazioni è così esigua che Boston si può permettere pochissimi passi falsi.
A risentirci.