A Kind of Magic!

Due volte Player of The Week. Sì sì, è proprio Jameer!!!

Miglior record della lega.
Miglior record in trasferta.
Terzo posto nella statistica di efficienza difensiva, quinto nell'offensiva.
Miglior squadra a rimbalzo difensivo e nel tiro da tre.
Un credibilissimo candidato a Coach Of The Year, che dopo aver cambiato (nella passata stagione) l'anima offensiva della squadra con eccellenti risultati si sta occupando dell'aspetto difensivo con egual efficacia.
Un credibilissimo candidato a Defensive Player of The Year, che dall'alto della leadership alle voci rimbalzi, stoppate e doppie doppie è anche un credibile (anche se non lo vincerà ) candidato MVP e sicuro titolare all'All Star Game.
Un credibile (ma anche lui presumibilmente non vincerà  il premio) candidato a Most Improved, probabile All Star, che è stato appena nominato per la seconda volta in un mese Player of The Week per la Eastern Conference e che è la miglior guardia della Lega per percentuali di tiro.
Una coppia di ali di 2.08m, entrambi possibili (ma non ci andranno) All Star, che è un incubo a livello di matchup per qualsiasi difesa avversaria, essendo entrambi in grado di giocare il pick n' roll sia come portatore di palla che come bloccante, senza contare il raggio di tiro infinito e la tendenza a segnare canestri di una certa pesantezza, pur se in modi diversi.
Un vero steal of the draft.

No, non si parla dei Celtics. O dei Lakers. Neanche dei Cavs di LeBron.
Questo è l'Orlando Magic Team report.

RISULTATI [16-3]

L – Magic @ Suns 112-113
W – Magic @ Jazz 103-94
W – Magic @ Warriors 109-98
W – Spurs @ Magic 78-90
W – Lakers @ Magic 103-106
W – Warriors @ Magic 81-113
W – Hornets @ Magic 68-88
W – Magic @ Timberwolves 118-94
L – Magic @ Pistons 82-88
W – Magic @ Bulls 113-94
W – Heat @ Magic 76-86
L – Magic @ Raptors 102-108
W – Wizards @ Magic 80-89
W – Magic @ Hawks 106-102
W – Hawks @ Magic 87-121
W – Magic @ Spurs 105-98
W – Magic @ Kings 139-107
W – Magic @ Lakers 109-103
W – Magic @ Nuggets 106-88
RECORD: 33-8

Riepilogo

Dopo una gara vinta in modo fortunoso a Portland, con tripla di tabella di Turkoglu sulla sirena che ha portato Van Gundy a commentare "That was brilliant coaching down the stretch there that is exactly the play we drew up and we told him (Turkoglu) to hit it off the glass. That's exactly what I wanted, so I have to give myself a lot of credit on that one. ", subito si rende il favore ai Suns"
Già  prendere il canestro decisivo a 2" dalla fine su disattenzione difensiva (taglio backdoor letto quando ormai la palla era a contatto con la retina) non è indolore, se poi l'autore del canestro è un ex (e che ex) come Grant Hill, beh, la sofferenza aumenta…

Come se non bastasse Howard per un lieve infortunio al ginocchio sinistro (zona problematica da anni e tenuta sotto costante osservazione dallo staff medico) ha dovuto limitare il proprio apporto a soli 22 minuti e conseguentemente saltare le successive due partite, le prime della carriera (interrotta una striscia di 351incontri consecutivi); insomma, la prosecuzione del tour contro le squadre dell'ovest non appariva promettente.

Impegno successivo a Salt Lake City, uno dei campi più difficili dell'intera Lega, affrontato dunque senza Howard e Pietrus; contro i Jazz (privi in ogni caso di due titolari) vittoria per certi versi sorprendente, con Lewis e Nelson sugli scudi e ottima impressione destata da Gortat, impiegato in modo consistente per la prima volta dopo la deludente prestazione contro gli Hawks nella prima partita stagionale; impressione che nella successiva trasferta di Oakland contro i Warriors è risultata addirittura eccellente (13+10, con notevole contributo sui due lati del campo) e che unita ai 32 punti di Nelson e al consueto contributo di Lewis ha portato ad una vittoria agevole.

Ritorno in Florida per ospitare gli Spurs e ritorno in campo per Howard, seppur lontano dal 100% della propria condizione fisica: altra W con un Jameer Nelson in versione Player of the Week e nuovamente top scorer della franchigia, stavolta 24, con 7 assistenze per i compagni… e altra vittoria nel combattutissimo match contro i Lakers, sempre all'Amway Arena e sempre con Nelson e Lewis a guidare la squadra con canestri pesantissimi specie nel finale; se l'ultimo tiro spesso è affidato a Turkoglu (anche se in occasione della partita di Portland lo schema prevedeva che il Turco servisse Jameer o Rashard, è stato costretto alla soluzione personale dalle strette marcature dedicate ai due compagni) il ruolo di closer spetta proprio ai due giocatori che nella scorsa stagione sono stati più criticati, soprattutto per quanto riguarda l'entità  dei rispettivi contratti.

Da sottolineare in questa occasione la prestazione di Howard, di intelligenza e maturità  fino ad ora sconosciute: il dominio esercitato nelle due aree pitturate nel quarto periodo (anche un fondamentale 5/5 conclusivo dalla lunetta!) è stato possibile solamente grazie al lavoro oscuro svolto nella prima metà  dell'incontro, frustrante dal punto di vista realizzativo, ma fondamentale per caricare di falli i lunghi avversari.

Altra vittoria nel secondo confronto stagionale con i Warriors, sempre in casa e sempre con Nelson protagonista principale dell'allungo nel terzo periodo, con vantaggio oltre quota 30 e ultimo quarto di garbage time con spazio per chi, come Cook e Redick, il campo in tempi recenti lo aveva visto ben poco, il tutto prima del match di Natale… forse la miglior prestazione stagionale almeno dal punto di vista difensivo, Hornets massacrati e tenuti alla misera quota di 68 punti, partita finita all'intervallo e la notevole sensazione che la squadra avesse raggiunto un nuovo livello di fiducia e consapevolezza nei propri mezzi; d'altronde Jazz, Spurs, Lakers e Hornets rappresentano l'elite della Western Conference e tante e tali vittorie dimostrano non solo che in singola serata i Magic possono permettersi di non temere nessuno in singola serata, ma anche che stanno trovando giusta continuità .

Successo anche nella trasferta di Minneapolis, nonostante un secondo quarto disastroso con conseguente sfuriata di coach SVG negli spogliatoi e dominio nel terzo periodo, prima della sconfitta a casa Pistons" e anche questa, così come quella subita per mano di Grant Hill, non è una sconfitta qualsiasi, ma se si pensa alle recenti sfide ai Playoffs tra le due franchigie assume valore particolare: Detroit e in particolar modo Stuckey (scelto col pick ceduto da Otis Smith insieme a Cato per arrivare a e Milicic-Arroyo e soprattutto erede di Billups, del quale i Magic erano convinti di essersi liberati un paio di mesi fa dopo che era stato uno dei loro peggiori incubi" ma ha lasciato tutto in buone mani a quanto pare) hanno dato l'impressione di avere sempre sotto controllo la situazione e se da una parte una sconfitta in 8 partite è accettabilissima, subirla da una squadra che è il punto di riferimento da superare soprattutto in ottica primaverile può minare la consapevolezza di cui sopra; anche in questa occasione inoltre alla L corrisponde un infortunio: nella precedente occasione un fastidio e nulla più per Howard, stavolta una ben più grave frattura al polso per Pietrus, da poco rientrato dopo un altro infortunio e che stava lentamente ritrovando minuti e fiducia. Al suo posto rientra nelle rotazioni JJ Redick, che sarà  protagonista dei migliori 10 giorni della sua finora travagliata carriera NBA.

Dopo due vittorie targate Rashard Lewis (a Chicago e contro gli Heat, semplice la prima, molto meno la seconda grazie ad un Wade immarcabile per tre quarti) altra sconfitta e ancora una volta in un contesto "storicamente" avverso: playoffs 2008 a parte i Magic non violano l'Air Canada Center da 10parite, con i Raptors che nonostante le pesanti assenze di O'Neal e Calderon trovano le risorse per proseguire questa tradizione favorevole grazie alle migliori prestazioni stagionali di Ukic e Parker.

La sfida casalinga con i Wizards di Caron Butler (29 punti nel secondo tempo) si rivela più complicata del previsto, ma insieme alla W arriva la prima partenza in quintetto per il rookie Courtney Lee, momento almeno personalmente molto atteso; problemi fisici, da sommare probabilmente a una accesa discussione con il coach costano infatti il posto a Bogans, il panchinamento del quale è un momento altrettanto atteso"

Nel primo di due scontri ravvicinati con gli Atlanta Hawks, altra nemesi del passato recente, in una delle arene più calde dell'intera lega, partita controllata in modo relativamente agevole per tre quarti con Howard protagonista principale, poi tentativo di "sucidio" (sportivamente parlando) nel finale con 5' davvero inguardabili e paragonabili al secondo quarto contro i TimberWolves, ma grazie anche ad un incredibile errore di Bibby (che sbaglia il lay-up 1vs0 del possibile -2 a un minuto dalla fine) vittoria" che viene replicata al "ritorno" in modo decisamente più eclatante.

Sul parquet di casa non c'è partita, all'intervallo il punteggio recita 71-33, a metà  terzo periodo si raggiungono i 50 (sì sì, cinquanta) punti di scarto, Turkoglu segna 5 triple su 5 tentativi e l'ultimo quarto d'ora è garbage time allo stato puro; da segnalare come anticipato le prestazioni di Redick, che in due partite segna 28 punti in 40 minuti, con 10/14 dal campo (5/7 da tre).

Si arriva così alla settimana probabilmente più difficile dell'intera stagione, quattro trasferte a ovest con i Sacramento Kings a fare da valletti alle tre leader divisionali.

Domenica visita agli Spurs" e per la prima volta nella ventennale storia dei Magic, sweep! Dopo la gara di Orlando infatti Nelson vince anche questa con un paio di canestri pesantissimi nel finale (8 punti negli ultimi 2') dopo una partita molto equilibrata, con contributo notevole anche di Howard (24+14 contro Duncan) e Turkoglu e 4 triple (su 6) di Redick (14/22 di squadra), che dopo le difficoltà  iniziali pare aver ritrovato la mano dalla lunga distanza" ed è un gran bel vedere, discorsi campanilistici a parte.

Affrontare una squadra buona più che buona a livello offensivo, ma disastrosa nella propria metà  campo come i Kings in un momento della stagione nel quale entra di tutto può portare a risultati eclatanti" E passare dietro ai blocchi può portare a" il nuovo record NBA per tiri da 3 messi a segno in una partita.

23 (su 37, battuto il precedente primato dei Raptors datato 2005, 21), 137 punti segnati, 75 all'intervallo, 5/5 di Turkoglu, 4/6 di Bogans, 4/7 di Redick, 3/5 di Nelson e Lewis, ma il 22esimo è dell'ultimo uomo della panchina, Jeremy Richardson, giocatore impiegato esclusivamente in garbage time che può così togliersi una piccola soddisfazione.

Si arriva a venerdì, padroni di casa i Los Angeles Lakers" e per la prima volta nella ventennale storia dei Magic, sweep! Eh sì, anche questo non era mai successo, Magic imbattuti contro Spurs e Lakers, già  presi singolarmente i due eventi avrebbero notevole valore, sommati sono uno degli indicatori della finora eccezionale stagione di Orlando.

Ancora partita vera, ancora grande prova di Howard (che annichilisce Bynum, 25+20 per DH-12), tripla doppia per Bryant (28+13+11, ma con 26 tiri, segno anche del grande lavoro difensivo svolto da Lee), ma l'uomo partita è ancora Nelson, 28+8+6, 3 canestri da 3 e 15 punti nel quarto quarto, inclusa la segnatura decisiva a 35" dalla conclusione.

In back to back infine visita alla terza leader divisionale ad Ovest, i Denver Nuggets, che per la sola presenza dell'incubo Billups (e ovviamente per la fatica accumulata) potevano far pensare ad una sconfitta" Partita pari per mezz'ora, poi break firmato Turkoglu e vittoria relativamente agevole. Da notare le prestazioni di Howard (che distrugge Nenè) e ancora una volta di Nelson, che probabilmente per la prima volta in carriera vince il confronto diretto con Mr. Big Shot e per la seconda volta (di nuovo in compagnia di Chris Paul ad ovest) è Player of the Week con poco meno di 25 punti e 8 assists di media.

Commento

A inizio stagione nessun Power Ranking dava i Magic nella top 10. Si parlava di una squadra non sufficientemente migliorata, con un reparto guardie non all'altezza, troppo perimetrale, appena sufficiente in difesa, poco profonda e soprattutto senza cambi per Howard, con molti punti interrogativi, addirittura li si indicava come possibile delusione dell'anno.

Anche su queste pagine, benché convinti che il talento per non andare sotto con nessuno ci fosse, almeno in singola serata, e che il reale valore della squadra fosse assolutamente da top 8 NBA, si cercavano risposte e/o conferme ad alcuni dubbi e sembrava in sostanza che le tessere del puzzle ci fossero tutte, ma ce ne fossero troppe fuori posto per assicurare un rendimento costantemente elevato.

Le due sconfitte iniziali (il record da quel momento recita 33-6, proiezione oltre quota 65 vittorie) contro Hawks e Grizzlies non avevano fatto altro che aumentare questi dubbi. Siamo a metà  stagione, i risultati sono sotto gli occhi di tutti" per altri dati vi rimando a un articolo di John Hollinger, analista statistico dell'ESPN. Per quanto riguarda un commento generale beh, a mio parere si inizia e si finisce con Stan Van Gundy.

Gli schemi sono semplicissimi: in difesa il lungo presidia il centro area mentre gli esterni cercano di evitare il jump shot e di portare il diretto avversario verso i tentacoli di Howard (ma anche Gortat); in caso di palla in post raddoppio da parte di giocatori con mani veloci (Nelson, Lewis); marcatura dedicata per la guardia avversaria (eccellente il lavoro di Lee).

Lunghi a parte gli interpreti non sembrerebbero (o storicamente non sono) eccezionali, la differenza arriva dall'uomo al timone, che con grande energia partecipa quasi attivamente alle azioni difensive e in ogni timeout dedica particolare attenzione a questa fase di gioco.

Grazie ad un ottimo sistema di difesa lontano dalla palla i Magic riescono a "mangiare" secondi sullo shot clock e ad affrettare le decisioni dei portatori di palla avversari e SVG ha ovviato ai limiti di Nelson (altezza) e Lewis (peso) innanzitutto convincendoli a sputare sangue su ogni pallone e in secondo luogo basando la difesa perimetrale sulla velocità  di gambe: come detto gli esterni dei Magic stanno molto vicini al diretto avversario, ne vengono "volontariamente" battuti dal primo passo, ma grazie alla notevole rapidità  riescono a non perdere completamente l'uomo e a indirizzarlo verso l'aiuto, rappresentato da uno straordinario intimidatore come Howard e da un eccellente riserva come Gortat, che a livello di rimbalzi, blocchi, stoppate e posizione ha ben poco da invidiare alla gran parte dei lunghi NBA che si alzano dalla panchina.

Non a caso in questo sistema difensivo il giocatore che soffre maggiormente è Turkoglu, che è un più che sufficiente difensore sull'uomo, ma non ha il passo per stare con le ali piccole.

In attacco il concetto è altrettanto elementare: con un lungo che se marcato in single coverage è pressoché libero i restanti 4 giocatori sono perimetrali ed ottimi tiratori da 3 (8 giocatori sopra il 35% nella specialità  con Nelson, Lee, Redick e Lewis oltre il 42%), in modo da spaziare perfettamente il campo e far sì che un buon tiro, anche da 7 metri (e sono davvero buoni tiri, le cifre lo dimostrano), si trovi pressochè sempre; il resto è puro e semplice pick n' roll, con Nelson e Turkoglu (più raramente Lee e Lewis) come portatori di palla e Howard, Lewis e" Turkoglu come bloccanti.

Come accennato in apertura la grande versatilità  di alcuni giocatori costringe le difese avversarie a continui adeguamenti ed a ritrovarsi con la più classica delle coperte corte; il resto lo fanno la visione di gioco, l'altruismo e il talento dei giocatori, che nella metà  campo avversaria sono lasciati piuttosto liberi, purchè giochino per la squadra, prendano i tiri che vanno presi e coinvolgendo i compagni con spazio a disposizione.

Orlando risulta così essere piacevolissima da guardare, caratterizzata da una grande chimica di squadra (altra chiave dei recenti risultati) che è lo specchio di una quasi idilliaca situazione in spogliatoio; merito va anche ad Otis Smith, che ha evitato categoricamente di ingaggiare giocatori talentuosi, ma anche solo vagamente problematici, riempiendo la squadra di veterani umili e ragazzi con la testa ben piantata sulle spalle.

Passiamo ai singoli partendo dai playmakers: Nelson è ormai chirurgico, uomo da secondi tempi, percentuali alla mano tira come nessuna guardia NBA, sbaglia raramente una scelta ed anche in difesa offre un preziosissimo contributo, senza contare la consueta leadership; dagli scorsi Playoffs è un altro giocatore, ha superato la morte del padre e sta beneficiando come nessun altro della presenza di Van Gundy. Johnson invece è giocatore solidissimo, perfetto per minutaggio ridotto, in grado di guidare una squadra in assenza del titolare, ottimo difensore di squadra e con esperienza da vendere.

Guardie: Lee è la sorpresa (non per tutti") della stagione, maturità  clamorosa, atleta e difensore eccellente e attaccante completo, con tiro, ball handling, capacità  di andare al ferro e grande intelligenza, una perfetta quinta opzione offensiva e giocatore di squadra, senza contare che da starter è imbattuto; la sua riserva potrebbe in definitiva essere Pietrus, che dopo un paio di mesi più che positivi è stato fermato da un paio di infortuni abbastanza seri e al rientro partirà  probabilmente dalla panchina come sesto uomo e cambio anche delle ali, portando energia, atletismo e difesa.

Completano il reparto un Redick che sembra finalmente poter diventare quello che i tifosi sperano, cioè un killer dall'arco, in grado di segnare una decina di punti in altrettanti minuti, oltretutto senza pagare troppo in difesa e Bogans, che come polizza d'assicurazione in caso di infortuni altrui è senza dubbio utile, mentre sembrano finiti per lui partenza in quintetto e minutaggi estesi.

Delle ali Lewis e Turkoglu si è detto già  quasi tutto, con Hedo in leggero calo statistico rispetto alla clamorosa stagione scorsa, ma sempre decisivo nei finali di partita, mentre Rashard è il vero collante della squadra, colui che si carica l'attacco sulle spalle nei periodi di secca offensiva, colui che marca indifferentemente avversari interni o perimetrali e colui che si dedica al lavoro sporco come blocchi, rimbalzi e taglia fuori; il suo rendimento sarà  per sempre accompagnato da un asterisco (il contratto), ma è forse il giocatore più importante del team.

Quanto ai lunghi Battie sta confermando la sua importanza difensiva in quintetti tradizionali, Gortat è una bellissima sorpresa della quale si è già  parlato e Howard è diventato assoluto dominatore in difesa, è sensibilmente migliorato a livello di comprensione del gioco ed anche tecnicamente si notano progressi (anche il bank shot!), fermo restando che la velocità  di piedi, la coordinazione e la devastante potenza fisica delle quali dispone spesso bastano per renderlo immarcabile.

Insomma, molti giocatori stanno giocando la miglior pallacanestro della carriera, ma nelle prossime 41 partite potrebbe cambiare tutto e ai Playoffs potrebbe essere diverso ancora, con i Celtics e i Cavs che sembrano un passo avanti (…ma se i Magic concludessero la stagione con il miglior record?…)

I dubbi sulle percentuali ai liberi di DH-12 e sulla consistenza di Turkoglu in postseason rimangono. Forse i tiri inizieranno a non entrare, anche se la presenza di Lee e Pietrus garantisce la possibilità  di arrivare al ferro e Nelson, Turkoglu e Lewis sanno giocare benissimo anche in avvicinamento o addirittura spalle a canestro. Anche la gestione di Howard sta cambiando e nei primi due quarti di gioco spesso si gioca per caricare di falli i lunghi avversari, così che possano spenderne meno nei finali di partita ed evitare quindi una sequela di viaggi in lunetta a Dwight (e sì, l'Hack-a-Superman sta arrivando, è solo questione di tempo).

Fatto sta che i Magic continuano ad essere snobbati, continuano a dover dimostrare qualcosa, ma sono lì in cima, in modo assolutamente inaspettato, tanto che neanche i più fantasiosi e inguaribili ottimisti avrebbero pronosticato certi risultati e una situazione simile a metà  stagione; e ormai sono sulla bocca di tutti, per la gioia dei tifosi" meglio dover parlare della propria squadra per difenderla dalle critiche (teoriche e future oltretutto) che non parlarne affatto, no?!?

E stanotte arrivano i Celtics"

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