La crisi dei Raptors

Chris Bosh non riesce in alcun modo ad essere decisivo quest'anno per i Raptors…

L'Air Canada Center non assomiglia di certo al bunker di Lebron nell'Ohio, perché a Toronto hanno già  perso 12 partite in casa.
Nemmeno andare in trasferta è consolante per i tifosi dei velociraptor che non sono di certo dei road warriors. Le vittorie sono 16 a fronte di 27 sconfitte; che succede al di là  del confine statunitense? Perché in terra canadese i conti a Colangelo non tornano?

Il 28 febbraio 2006 i Raptors, dopo aver licenziato Rob Babcock, annunciano di aver dato le chiavo della squadra e la carica di nuovo presidente a Bryan Colangelo che a sua volta nomina, nel giugno dello stesso anno come vice-presidente Maurizio Gherardini.

La gestione del duo si fa subito interessante attraverso delle scelte sorprendenti quali la cessione dell'ottimo Charlie Villanueva ai Bucks di Milwaukee in cambio del playmaker T.J. Ford. Ma ancora pià  sorprendente e fonte di orgoglio per noi nativi italiani è la primissima scelta al draft 2006 di Andrea Bargnani.
Ma perché questa scelta?

Il primo dei conti che proprio non tornano è la celeberrima scelta del mago Bargnani.
Lo stesso anno vennero scelti in ordine sparso: LaMarcus Aldridge, Brandon Roy, Rudy Gay, Rajon Rondo e Jordan Farmar. Perche scegliere un numero 4 atipico quando nella tua squadra, la tua star, il tuo uomo franchigia, il tuo go-to-guy è Chris Bosh?

Il primo problema dei Raptors probabilmente risale a quella scelta, non perché sbagliata in sé stessa ma perché sbagliato il contesto in cui venne fatta. Ad oggi viene facile dire dovevano scegliere Brandon Roy ma allora la scelta, se vi ricordate, era tra l'italiano e Aldridge.

Ma ormai a scelta fatta si deve mandare avanti lo show e far convivere insieme Bargnani e Bosh. Per quanto mi riguarda non credo che la convivenza sia possibile a livelli vincenti o tieni l'uno o tieni l'altro; lui e Bargnani si pestano spesso i piedi e l'italiano per non lederà  la maestà  di Chris è spesso costretto a girare al largo o giocare centro atipico.

Inoltre Bosh, a mio avviso, non è una superstar, non ha il carattere per esserlo, è un grandissimo giocatore ma non può essere il perno su cui costruire una squadra da titolo. Senza contare che lui e Bargnani si pestano spesso i piedi e l'italiano per non lederà  la maestà  di Chris è spesso costretto a girare al largo o giocare centro atipico.

Nonostante tutto Andrea in questo momento sta sorprendendo per numeri (13 punti, 5 rimbalzi e 1 assist; nelle ultime tre 20,15 e 20+10 rimbalzi) relativi ai minuti giocati causa infortunio di Jermaine O'Neal. Eccolo qui il secondo conto che non torna.

La scambio estivo con gli Indiana Pacers che ha portato in Canada JO e in Indiana T.J. Ford, Rasho Nesterovic e Roy Hibbert (17esima scelta). Perché prendere un giocatore che è notoriamente spesso infortunato e a fine carriera?

Perché aggiungere un altro lungo a un roster dove hai Bosh, Bargnani, Humpries, Graham e occasionalmente Kapono?
Perché non rinforzare il reparto degli esterni che conta su una rotazione risicata?
Perché affermare che vedi la tua prima scelta futuribile, fortissimo potenzialmente sia come ala forte che come centro, lo fai lavorare tutta l'estate per quello e poi abracadabra spunta Jermaine da Indiana?
Perché pagare la bellezza di 23 milioni di dollari al suddetto ex all-star all'anno 2010?

Se messa sotto le lente di ingrandimento la scelta può sembrare un'altra volta sbagliata ma guardando con una prospettiva più ampia forse la stessa scelta si può rivelare più lungimirante di quello che sembra.

Come tutti sappiamo nella fatidica estate del 2010 sul mercato NBA arriverà  lo tsunami dei free-agent: Lebron James, Dwayne Wade, Paul Pierce, Kobe Bryant, Pau Gasol, Amare Stoudemire, Caron Butler e lo stesso Chris Bosh.

Escludendo i nomi irrangiungibili vuoi per la forte concorrenza, vuoi per lo scarso appeal che Toronto, come città  e come franchigia ha, non restano che pochi nomi disponibili. Il più facile da raggiungere è quello che già  hai in casa e che devi solamente rinnovare e qui arriva la lungimiranza di Colangelo e Gherardini.

JO quando gioca porta a casa discreti numeri (13 punti,7 rimbalzi e 1 assist), difende sui centri, cosa che Bosh fa malvolentieri e il mago fa con grinta e coraggio ma per ora pochi mezzi, e soprattutto scade nel 2010 liberando spazio salariale per il rinnovo di Chris e per prendere un buon secondo violino: di nomi ce ne sono liberi tra i quali Delonte West, J.R. Smith, Jamal Crawford, Mario Chalmers, Jason Richardson e perché no Marco Belinelli.

Ma anche questa stagione e la prossima sono da portare a conclusione e se io fossi nei Raptors quest'anno inizierei a giocare a perdere, a far fare esperienze ulteriore al Mago tenendolo in campo 48 minuti più eventuali supplementari per poter avere una buona chiamata draft: Demar DeRozan, Gerald Henderson, Stephen Curry, Darren Collison, Brandon Jennings, James Harden o Ricky Rubio.

L'anno prossimo punterei a migliorare ulteriormente e andrei a pescare magari in Europa qualche buon prospetto facendo nel frattempo maturare la mia scelta al draft.

Per cui siamo alla fine dell'estate 2010 con 5 giocatori sicuri di un posto: Chris Bosh, la stella, Andrea Bargnani, che deve veramente fare delle magia per adattarsi a fare il centro full-time, un secondo violino diciamo Jamal Crawford/J.R. Smith, Jose Calderon e ipotizziamo Brandon Jennings. In panchina Jason Kapono, Roko Ukic, Nathan Jawai, Joey Graham, Kris Humpries e ipotizziamo Trojan Langdon.

Un roster insufficiente per diventare una contender a est anche perché le altre squadre non staranno certo ferme. Secondo me si dovrebbe ricominciare da zero tenendo Bargnani, Calderon e l'Air Canada Center, ricostruendo intorno a loro per il prossimo futuro aspettando che il draft mi porti una vera superstar per il futuro più remoto su cui costruire un team vincente.

Quindi via Bosh, via Triano, dentro un coach che creda in Andrea, che può diventare mortifero per le difese come il tedesco a patto che si dia da fare anche sull'altro lato del campo, cosa che ultimamente tende a fare. Un coaching staff che punti su di lui altro che dal perimetro anche in movimenti spalle a canestro e in penetrazione. Probabilmente un coaching staff europeo.
Vero Ettore Messina?

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