Danny Granger continua a giocare da assoluto All-Star…
E' iniziato in maniera intensa il 2009 dei Pacers. Quasi tutte partite risolte negli ultimi istanti, finite con pochissimo scarto e non sempre terminate bene per la squadra di O'Brien, come successo spesso in questa stagione.
I Pacers hanno affrontato un impegnativo tour di cinque partite nella Western Conference, sono usciti vincenti solo in una occasione (contro i Suns in un finale thrilling) ma hanno raccolto applausi, se la sono giocata alla pari con squadre molto più quotate e hanno divertito in attacco.
In una stagione dalla quale è ormai difficile chiedere qualcosa (12 partite sotto quota 50%, secondo peggior record della Eastern Conference) se non la costruzione di una base per ripartire nella prossima stagione, i buoni propositi vanno senza dubbio a Danny Granger che sta giocando ad un livello altissimo di rendimento.
35, 42, 28, 37, 36 e 30. Non sono numeri da giocare, ma i punti realizzati a partita da parte di Granger nelle ultime sei uscite. La sua media è salita a quota 26.5 e attualmente è il quarto miglior realizzatore della lega, stiamo parlando di un giocatore dominante
Ingenuamente si potrebbe pensare ad un giocatore che si diverte a mettere su statistiche e a giocare per sé in una squadra perdente. Invece no, si parla di un giocatore umile che vuole sempre migliorarsi e che si mette al servizio della squadra. Sarebbe incredibile se non venisse inserito fra le riserve del prossimo All Star Game. “Se Danny Granger non è un All Star, non so che qualità debba avere un All-Star”. Il commento di O'Brien.
E' rientrato Mike Dunleavy, dopo 34 lunghe partite di infortunio. Per lui è ancora previsto un minutaggio ridotto intorno ai 20 minuti per un discorso precauzionale e proprio per questo O'Brien lo utilizza facendolo partire dalla panchina.
“Per adesso credo sia la migliore cosa per lui” – ha detto il coach – “Non ha senso per me usare i minuti di Dunleavy insieme a Granger nel primo quarto, bensì quando serve“. E' stato comunque un rientro da 16.5 punti di media. “Sta giocando veramente bene considerando il periodo in cui è rimasto fuori” – continua O'Brien – “Si sente sempre meglio ma dobbiamo limitarlo, cerco di averlo in campo soprattutto nell'ultimo quarto“.
Il ritorno di Dunleavy, soprattutto nelle prime fase però non potrà servire per cambiare di tanto le sorti di questa stagione. “Fare a meno di un giocatore da 19 punti di media e che tira col 44% da 3 per 34 gare è dura” – ribadisce O'Brien – “Non abbiamo parlato tantissimo nel periodo in cui lui è stato fuori, ma per noi è stata una brutta perdita, siamo felici di riaverlo a disposizione“.
Si è fermato invece Marquis Daniels per alcuni problemi fisici, al suo posto nel quintetto base come guardia sta giocando Stephen Graham, preferito al rookie Brandon Rush. “Il plus/minus di Stephen nei minuti che ha giocato è decisamente superiore a quello di Brandon“. Ha dichiarato O'Brien –
“Stephen usa bene la sua aggressività nell'attaccare il canestro e allo stesso tempo vede l'uomo libero perché è veloce e gioca con giocatori di talento sul perimetro“.
Sempre restando agli attuali infortuni della squadra, T.J. Ford sta lottando da diverso tempo con dei problemi alla schiena, non a caso ha giocato solamente una delle ultime cinque partite. Al suo posto la PG titolare è diventata Jarrett Jack.
Proprio Jack era l'eroe della prima vittoria del 2009 e della prima delle due vittorie casalinghe consecutive prima di partire per il trip ad ovest.
Contro New York i Pacers vincevano 105-103 con jumper a 0.9 secondi dalla fine di Jack che finiva con 29 punti e soprattutto guidava la sua squadra alla vittoria segnando gli ultimi 10 punti targati Indiana. “E' stata una grande vittoria per noi” – diceva O'Brien – “Nei minuti finali Jarrett è stato fantastico e ci ha condotto alla vittoria“.
La seconda vittoria in fila arrivava contro i Kings 122-117 in una partita che i Pacers hanno rischiato di portare al supplementare concedendo due possessi nell'ultima azione per le triple di Kevin Martin, fortunatamente entrambe sbagliate.
“Abbiamo vinto contro una squadra che aveva bisogno di una vittoria come noi. A volte quando non giochi benissimo e riesci a vincere è importante per la squadra ” – confessava coach O'Brien a fine gara -“In difesa non abbiamo giocato bene, siamo stati molli per larghe parti della gara senza nulla togliere alla grandissima performance di Martin“.
Granger era decisivo con 35 punti, di cui 13 nel quarto decisivo, così come Ford che giocava l'unica partita di questa fase partendo dalla panchina e portando 16 punti e 7 assists in 29 minuti di impiego.
La partita contro i Knicks segnava però il ritorno da avversario per la prima volta da parte di Donnie Walsh, difficile per lui dimenticare 24 anni alla corte degli Indiana Pacers. In riferimento a questo ha voluto commentare un po' la situazione.
“Ovviamente i Knicks sono la mia priorità perchè questo è il team con il quale lavoro, ma dopo loro ci sono i Pacers perchè voglio vedere loro fare bene” – faceva sapere Walsh al telefono dell'Indianapolis Star – “Sarò onesto, penso che i Pacers siano una buona squadra e so che hanno perso molte gare nei minuti finali, ma non penso continuerà questa storia. Penso veramente che Bird stia facendo un grande lavoro con il roster“.
Il viaggio ad ovest era cominciato male per Indiana con una bella batosta subita a Denver 135-115, mai i Pacers avevano subito così tanti punti nella loro storia se si escludono i 141 presi da Dallas nel febbraio 2002, solo che in quella occasione furono necessari due tempi supplementari. La difesa era inesistente.
“Bisogna giocare con una intensità difensiva maggiore rispetto a quello che abbiamo fatto” – diceva coach O'Brien – “Non abbiamo fatto niente per impedire loro un 59% e così tanti punti“.
“E' stata una di quelle serate in cui la nostra difesa non è stata grandiosa e il loro attacco sì invece“. Diceva Granger autore di 36 punti, nota lieta insieme a Murphy con la sua solita solida prestazione da 15 punti e 12 rimbalzi.
Due giorni dopo Indiana reagiva e vinceva sul campo di Phoenix 110-113, non gli riusciva da sette stagioni.
Sul 110-110 Granger realizzava il suo primo buzzer beater in carriera con una tripla che decideva la gara, grazie anche ad uno schema ben disegnato e ad un ottimo passaggio del rientrante Dunleavy. “Il coach ha disegnato un grande gioco” – diceva Granger – “Ho preso palla da fuori e ho tirato, ero fiducioso che potesse entrare“.
A Phoenix Indiana buttava via 16 punti di vantaggio e una tripla di Barbosa che dava il vantaggio ai Suns sembrava potesse essere l'emblema della classica sconfitta dei Pacers 2008/2009, invece andava bene. “Abbiamo giocato tante partite che si sono decise nei secondi finali” – specificava O'Brien – “Abbiamo vinto però 3 delle ultime 4 partite in queste condizioni. Stiamo decisamente migliorando“.
Contro la squadra col miglior record ad ovest, i Pacers giocavano un ottima parita allo Staples Center sponda Lakers e perdevano solamente arrendendosi all'ultimo tiro di Bryant. “Kobe è Kobe” – diceva O'Brien – “Ha messo un grande canestro da grande giocatore“.
Prima di quel canestro Dunleavy con una tripla aveva fissato il punteggio sul 119-119 e per un attimo si assaporava la possibilità di vincere in un campo nel quale Indiana non vince dal 1999. Ottimo era Murphy con 24 punti e letale col suo tiro da fuori, arma la quale gli avversari non trovavano risposta.
In un altro finale al cardiopalma Indiana doveva arrendersi anche a Golden State 120-117 con una tripla di Crawford a 11 secondi dalla fine. Inutile era la tripla del pareggio di Diener su un grande passaggio di Granger (massimo in carriera con 42 punti), in quanto fuori tempo massimo.
Mentre nel back-to-back nello Utah, i Pacers non trovavano risposte per fermare Okur che realizzava il suo massimo in carriera con 43 punti. Anche in questa occasione la difesa lasciava molto a desiderare seppur l'attacco se la cavava abbastanza bene, eccetto diversi momenti dell'ultimo quarto.
Il problema difensivo è una costante della stagione dei Pacers. Okur non è il solo giocatore che contro la squadra di O'Brien ha realizzato il massimo stagionale (o addirittura in carriera) in punti, era successo anche a Felton e Warrick, senza conteggiare Martin e Stoudemire autori rispettivamente di 45 e 49 punti.
Indiana è chiaramente una squadra d'attacco, ciò non significa che la difesa debba essere un optional. Questo è il più grande limite tecnico del sistema di gioco di questo coach o forse di questa squadra.
Detroit e Toronto alla Conseco Fieldhouse e trasferte in quel di San Antonio e New Orleans i prossimi impegni, mentre comincia a circolare la voce che i Pacers possano essere una delle squadre coinvolte al prossimo NBA Europe Live Tour. L'ultima volta in cui Indiana venne a giocare in Europa fu nel 1996.