Prima vittoria ufficiale di James Stewart con Yamaha
Vince (finalmente) James Stewart Jr., ma che fatica! Questo il tema principale della seconda prova dell'AMA Supercross 2009, disputatasi lo scorso 10 gennaio al Chase Field di Phoenix, Arizona. “Bubba”, dopo la disfatta di Anaheim (caduto dopo pochi giri per un contatto con Chad Reed ed impossibilitato a riprender la contesa), è arrivato carico e più cattivo che mai a Phoenix, con il solo e chiaro obiettivo di vincere. Ci è riuscito ma, come detto, ha dovuto faticare più del previsto, nonostante nel “Main Event” sia riuscito a comandare dal primo al ventesimo giro in programma. Più che un “demerito” del campione National in carica si tratta di un grande “merito” dell'avversario più accreditato, Chad Reed, che con la Suzuki sembra davvero vivere una seconda giovinezza.
L'australiano, dopo una partenza difettosa, ha presto recuperato terreno arrivando ad un passo dalla Yamaha #7: gli ultimi due giri sono tanto emozionanti quanto carichi di tensione. Ci si aspettava un sorpasso, o quantomeno un tentativo di attacco, da un momento all'altro, ma Stewart è stato abile nel non concedere spazio al rivale, conseguendo la prima vittoria stagionale in campionato, la terza con Yamaha (in precedenza ha trionfato agli US Open e Bercy), terza consecutiva a Phoenix e la 26° in carriera nella “top class”.
James Stewart secondo copione, dunque, ma a dispetto delle attese il fenomeno non ha avuto vita facile, dividendo così le opinioni di appassionati e addetti ai lavori. C'è chi ipotizza in un suo prossimo dominio: preso il giusto feeling con la YZ450F sarà per lui più facile vincere e riprendersi la corona del Supercross. C'è chi la pensa diversamente, ovvero che con questo Reed sarà molto, molto dura. "Bubba" dal canto suo sembra esser maturato molto sul piano mentale.
Parlavamo in precedenza di un “cambio di personaggio e attitudine”, con uno Stewart diventato più uomo-business che idolo dei ragazzini, più macchina da soldi che fenomeno mediatico. Questo ha proposto un “Bubba” che piace o non piace, ma che sembra aver raggiunto quasi la piena maturazione. A Phoenix è arrivato con una pressione incredibile addosso: il KO di Anaheim risultava pesantissimo. Doveva vincere, doveva dare un segnale, lo doveva contro i suoi screditori per dare una giustificazione ai 10 milioni di dollari pattuiti per il solo Supercross. Ci è riuscito, vincendo la propria batteria di qualificazione con una facilità disarmante, proiettandosi nel Main Event da grande favorito.
Alla partenza si è ritrovato secondo all'hole-shot davanti al sempre più convincente (non più solo “sorprendente”) Josh Grant: lo ha passato, è andato in fuga. Reed ha provato a riacciuffarlo, nel finale sembrava riuscirci, ma il ragazzo della Florida non ha commesso errori. Vittoria, 25 punti e adesso si pensa ad Anaheim-2 che, a questo punto, assume il banale ma quantomai azzeccato sottotitolo di “Vendetta”.
All'Angel Stadium tra pochi giorni Stewart dovrà contrastare lo stato di grazia di Chad Reed. Se parliamo di un cambio di personalità del portacolori Yamaha, allo stesso tempo possiamo dirlo del campione in carica. Il divorzio (polemico) con la casa dei Tre Diapason e l'approdo in Suzuki gli ha dato una spinta a rinnovarsi, anche grazie alla “cura Roger De Coster” che, come sappiamo, è abile nel lanciare e rilanciare talenti di questo sport.
Reed ora può contare sul consenso di una buona fetta del pubblico (i 47.000 di Phoenix negli ultimi giri lo hanno indiscutibilmente incitato nella rimonta finale) e su una competitività ritrovata grazie ad un eccellente feeling con la Suzuki RMZ. Se negli ultimi anni contro Carmichael, Windham o lo stesso Stewart sembrava fin troppo remissivo nella bagarre con il solo intento di raccogliere punti pesanti per la classifica, questo Reed sembra un altro: grintoso, non si accontenta mai, vuole conseguire il massimo risultato sempre e comunque.
In Arizona poteva tranquillamente amministrare la propria seconda posizione, considerando i 2″ di svantaggio da Stewart dopo pochi giri e l'enorme vantaggio sugli inseguitori. Chad ha voluto invece provarci, lanciandosi verso una rimonta d'altri tempi che, a tratti, ci ha fatto ricordare quel Reed che faceva il brutto e cattivo tempo nell'allora classe 125. Questo rinnovamento del pilota di Newcastle gioverà senza dubbio al campionato, che al di là dei due là al vertice ha “perso” gli altri attesi protagonisti, ovvero Kevin Windham e Ryan Villopoto.
Il “sempreverde” portacolori di casa Honda, terzo nella Heat 1, ha chiuso sesto senza gloria e senza lode, mostrando di non essere proprio nel massimo della forma. Altro discorso per Ryan Villopoto, arrivato nella top class con grandi attese e speranze: “RV” fin qui ha deluso, non mostrando elementi a sufficienza per poterlo immaginare da qui a breve in lotta per il successo. Anzi, a Phoenix ha praticamente riproposto la medesima condotta di gara di Anaheim: errore in partenza (solo 15° alla prima curva), errore verso metà gara, quando nel tentativo di passare Mike Alessi ha perso l'equilibrio ritrovandosi a terra. Il rappresentante della nazionale americana al 'Nazioni ha poi chiuso settimo, vedendosi però nettamente oscurato nel confronto tra rookie con Joshua “Josh” Grant.
Già , il vincitore (tra lacrime e stupore) della prima prova non è un bluff. Buona la propria batteria (secondo dietro a Stewart), hole-shot nel Main Event e podio con la terza posizione, tenendo a distanza un certo protagonista della vigilia come Ivan Tedesco. Il tutto, zitto zitto, corredato con la prima posizione di campionato, 45 punti contro i 42 di Reed, mentre Stewart è staccato di 18 lunghezze. Il suo “sogno” finirà ad Anaheim, o in prospettiva abbiamo scoperto una nuova stella?