Torna la calma a Phoenix

Grazie ad azioni spettacolari come questa, Richardson ha brillato nelle sue prime partite in Arizona

Sette vittorie e tre sconfitte; 109,6 punti segnati contro 103,3 subiti. Questi i numeri dei Suns dall'arrivo di Richardson. Anche per il nuovo arrivato le statistiche sono notevoli: 15,8 punti, 5,2 rimbalzi, 50% nei tiri da 3 e 44% nei tiri dal campo. L'impatto dello scambio, quindi, si può dire sia stato positivo finora, forse ancor di più dal punto di vista psicologico. I Suns ora sembrano giocare con più intensità , sentire di più le partite mentre prima soffrivano molto di più quando le cose non andavano per il verso giusto. Se Kerr voleva dare uno scossone allo spogliatoio ci è riuscito. E non fatevi ingannare dalle sconfitte, tutte e tre sono state partite decise negli ultimi secondi, anzi, quelle contro i Pacers e gli Spurs le hanno decise due "buzzer-beaters".

Certo, non è piacevole perdere così. "Pensavo ce l'avremmo fatta - commentava Grant Hill dopo l'ennesima dolorosa sconfitta contro gli Spurs, stavolta il giorno di Natale - Dovevo marcare Parker e quando ho visto che andava a sinistra e riuscivo a stargli davanti mi sono detto 'Ho segnato il canestro della vittoria e ho fatto la giocata difensiva della vittoria, sono il migliore!' poi, un attimo dopo mi accorgo che non è così". Quello che è successo quell'attimo dopo è che Parker, raddoppiato, ha passato la palla a Roger Mason che si trovava completamente solo oltre la linea dei tre punti perché Richardson era venuto in aiuto su Parker.

"È stato doloroso - affermava il "colpevole" - non vorresti mai deludere i tuoi compagni così, specialmente in una partita del genere". "Buon Natale" si limitava a commentare Nash.

Nonostante il Natale non sia stato molto benevolo con i Suns comincia a farsi spazio dell'ottimismo nello spogliatoio. "Credo abbiamo fatto dei progressi notevoli - dichiarava Grant Hill, tornato da poco nel quintetto titolare - Abbiamo fame di vittorie, siamo concentrati. Non siamo ancora al 100% ma ci siamo vicini".

Uno dei volti di questi Suns che, se non fosse per tre partite perse all'ultimo, potrebbe vantare dieci vittorie consecutive, è proprio quello di Grant Hill. Tornato nel quintetto titolare dopo aver perso il posto durante il Traning Camp, sostituito da Barnes, ha visto crescere i suoi numeri in maniera esponenziale. Prima tirava col 42%, ora col 56%. Partendo dal pino segnava 6,4 punti, in quintetto: 13,1. E se per Hill è cambiato tutto, per Barnes, invece, non è cambiato nulla. L'ex Warrior, arrivato quest'estate per una manciata di dollari, è diventato un giocatore fondamentale anche partendo dalla panchina, apportando energia, rimbalzi e precisione nel tiro.

Anche lo staff tecnico si mostra ottimista dopo le ultime prestazioni. "L'anno scorso eravamo 23-9 a questo punto e quest'anno, senza le sconfitte alla sirena potremmo tranquillamente essere con lo stesso record" dichiarava Alvin Gentry, assistente di coach Porter, prima dell'ultima partita con i Mavs, probabilmente la migliore della stagione. "Credo che il peggio sia passato" affermava Porter.

Perfino Nash, che quest'anno si era mostrato a più riprese critico con il gioco della squadra, si dichiara soddisfatto: "Sarebbe stato facile per un allenatore arrivare qui e fare esattamente come facevamo finora. Bisogna rispettare Porter per aver cercato di cambiare alcune cose, di farci lavorare su certi aspetti del nostro gioco. Ora che siamo tornati a giocare bene in attacco credo che tutti si sentano ottimisti".

Il pubblico dello US Airways Center, quest'anno troppo abituato a brutte prestazioni (undici vittorie per ben sette sconfitte in casa), comincia a sentire la rinnovata energia che sprigiona la squadra. Infatti, dopo qualche fischio nella partita precedente contro i Pacers, nel match di venerdì notte contro i Mavs è stato tutto un tripudio di "standing ovation".

"È stato un grande spettacolo per i tifosi - dichiarava O'Neal, autore di 25 punti e 10 rimbalzi nella partita - Ora dobbiamo continuare a giocare così. Le grandi squadre sono quelle costanti. Per arrivare al livello dei migliori dobbiamo essere costanti".

Il nuovo idolo della tifoseria è senza dubbio Louis Amundson o "Lightining Lou" come lo chiama Shaq. Vedendolo giocare anche solo due minuti è facile capire perché sia diventato un beniamino: lotta per ogni pallone come fosse quello più importante della sua vita, entra in campo e cattura rimbalzi offensivi come se avesse una calamita. Oltre agli intangibili, nelle ultime quattro partite, ha anche segnato una media di 9 punti, catturando 8,5 rimbalzi, di cui 4,5 offensivi (contro i Pacer è quasi arrivato in doppia cifra solo con rimbalzi offensivi: 9).

"Quando ho l'opportunità  di scendere in campo - affermava Amundson – do il massimo e faccio tutto il possibile per essere aggressivo, cambiare un po' la partita e apportare energia".

Sembra proprio che tutto cominci a girare a favore dei Suns, perfino Shaq segna più tiri liberi che mai. Contro i Mavs ha fatto registrare la sua prima partita perfetta, senza nemmeno un errore dalla lunetta, cosa che non si ripetdeva dal lontano 2001. Lo stesso Amundson, che invece sta litigando con il canestro nei tiri liberi (42%), è venuto a chiedere aiuto al Big Cactus (che può vantare il 62%, miglior cifra dal 2002-03): "Devi darmi qualche consiglio Shaq".

Nel mezzo dell'euforia post-Richardson si può comunque trovare qualche ombra. I Rookies stanno deludendo le aspettative dopo un inizio comunque difficile ma promettente. Dragic sembra che ormai sia destinato ad entrare soltanto in "garbage time" tanto che i Suns stanno pensando di mandarlo in D-League, mentre Lopez ha perso la sua condizione di riserva di Shaq in favore di Amundson. "In generale sono comunque soddisfatto di Robin" dichiarava Porter, prima di puntualizzare che però che nelle ultime partite "non è sembrato molto concentrato quando è entrato in campo ha commesso vari errori, in difesa e a rimbalzo".

Stasera i Suns giocano a Los Angeles contro i Clippers, una partita che dà  inizio ad una serie di dieci partite in quindici giorni tra cui un "road trip" di sei partite nell'est degli Stati Uniti.

Around the Valley

La notizia più eclatante negli ultimi tempi è stata certamente l'accusa di guida in stato di ebrezza formulata contro Jason Richardson. Il giocatore è stato fermato il 21 Dicembre alle 2:48 di mattina mentre tornava a casa. "Voglio chiedere scusa ai miei compagni, alla franchigia e particolarmente ai fan - dichiarava Richardson in conferenza stampa - Ho fatto un errore stupido. Chiunque mi conosca sa che non è da me. Spero che quest'errore non rovini le buone cose che ho fatto in passato".

Tra l'altro Richardson non è l'unico ad essere stato arrestato per aver alzato troppo il gomito ultimamente a Phoenix. Anche il grande Charles Barkley è stato sorpreso dalla polizia il 31 Dicembre dopo aver saltato uno stop. Per scusarsi dell'incidente l'ex Suns, molto meno diplomatico di Richardson, ha dichiarato alla polizia che aveva fretta perché stava andando da una ragazza per praticare del sesso orale (anche se le sue testuali parole, come potete immaginare, sono state molto più esplicite, in puro stile Sir Charles).

Per quanto riguarda invece notizie meno scandalistiche, i Portland Trail Blazers hanno ritirato il numero 30 di Porter. Durante la cerimonia, l'emozione che ha quasi portato il coach dei Suns alle lacrime. Poi, nei giorni successivi, ha dichiarato che la gioia più grande è stato dimostrare finalmente ai figli che era davvero un giocatore famoso, cosa alla quale, secondo il coach, "non avevano mai creduto".

Per chiudere in bellezza, niente di meglio che una perla del solito Shaq. Alla domanda "Cosa faresti con una macchina nel tempo?" postagli in un'intervista al "Men's Journal", the Big Cactus ha risposto: "Andrei avanti nel tempo, all'era della clonazione. Mi clonerei 20 volte e metterei i miei cloni in giro per l'America tutti con vite diverse. Uno farebbe il banchiere, l'altro lo sceriffo, un'altro Shaq sarebbe un pilota di corse, un'altro sarebbe un principo, un'altro ancora sarebbe spagnolo. Vivremmo tutti insieme allo stesso tempo e ogni tanto incontrerei me stesso in giro".

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