Nonostante qualche pausa, prosegue con decisione la strada di Rondo al ruolo di stella
I Celtics ottengono la prima vittoria in trasferta ad ovest ma poi devono soccombere anche a Portland per un bilancio negativo fuori dalle mura di casa durante le vacanze natalizie, poi al loro ritorno trovano i Wizards che gentilmente permettono ai Celtics di effettuare il primo allenamento da metà dicembre.
Risultati
Boston Celtics @ Sacramento Kings W 108-63
Boston Celtics @ Portland Trail Blazers L 86-91
Washington Wizards @ Boston Celtics W 83-108
Commento
Dopo un inizio di trasferta problematico ci si attendeva dai Celtics una reazione d'orgoglio. Questa reazione è arrivata, è durata due partite e non è detto che prosegua anche nei prossimi incontri, ma sono state interrotte da una prestazione difficilmente riconoscibile a Portland.
Come giudicare quindi il rendimento dei biancoverdi? Una cosa da far notare molto bene è che il ritmo dei Celtics, così come quello dei Lakers e dei Cavaliers, è finora stato molto forsennato, non dimentichiamoci che attualmente sono tutte e tre sopra l'80% di vittorie e non è pensabile che possano mantenerlo fino ad aprile, è quindi normale avere dei momenti di pausa e non bisogna meravigliarsi di vedere 2-3 sconfitte di fila anche da queste formazioni.
Il bilancio quindi è negativo per i Celtics per la trasferta ad ovest, ma nell'ottica appena citata questi momenti di difficoltà ci stanno benissimo e sta nella capacità della squadra di superare le avversità la spinta decisiva che gli permetterà di ritrovarsi in primavera al meglio per affrontare con decisione i play-off.
Non meravigliatevi quindi se i Celtics, così come Lakers e Cavs, avranno altri momenti di appannamento, è del tutto normale, ma piuttosto quello che bisogna verificare è la reazione delle squadre dopo le sconfitte, e finora tutte e tre le formazioni si sono comportate come meglio non avrebbero potuto, con la decisione di chi sa di poter e dover dimostrare d'essere sempre forte.
Per poter essere sempre al meglio è importante essere umili e lavorare sempre duro, così come ha detto Kevin Garnett dopo la sconfitta contro Portland "non siamo una squadra perfetta, siamo una squadra che è in costruzione e continuiamo ad esserlo, abbiamo molto da imparare e si vede, non è la fine del mondo, ci rigenereremo, torneremo a casa, andremo in palestra tornando a lavorare come facciamo di solito".
Come previsto anche su queste colonne, P.J. Brown ha annunciato lo scorso mercoledì che si è ritirato. "La mia carriera è finita il 17 giugno" ha detto, data in cui i Celtics hanno vinto il loro diciassettesimo titolo. Chi sperava in un suo ingaggio per febbraio con la speranza d'incrementare il tasso di talento proveniente dalla panchina deve purtroppo constatare quello che già si vociferava da alcuni mesi, ma che nessuno voleva dire a voce alta. La spiegazione di questo ritiro forse si può trovare in questa sua frase "finire la mia carriera da campione e vincendo l'ultima partita significa molto per me", tradotto "preferisco chiudere la carriera in bellezza col titolo in tasca piuttosto di giocare ancora e fare una figuraccia", ed in questo caso si può anche essere d'accordo con lui. Ainge sicuramente intraprenderà altre strade per firmare dei giocatori utili ai Celtics, ma è nostra opinione che uno di questi nomi non debba essere Marbury, un elemento che stonerebbe nel meccanismo dei Celtics fatto di umiltà , lavoro e sacrificio.
Con il ritiro di Brown manca ora un lungo che possa contribuire, ma Kevin Garnett sta provando a vedere se riesce a ricavare qualcosa da Patrick O'Bryant, relegato in panchina per la nota mancanza di intensità agonistica del lungo proveniente da Golden State. Ora che i Celtics sono tornati a casa hanno ed avranno l'occasione di allenarsi ed il buon Kevin vuole curare da vicino il giovane lungo, e manda messaggi anche alla stampa "se vuoi lavorare su qualcosa, sono qui ogni giorno. Se vuoi migliorare, mostramelo". Quando una stella come Garnett dice cose del genere un giocatore con un po' d'intelligenza ne approfitterebbe tutto il giorno ed anche la notte.
Il ritorno a casa ed il termine delle feste ha permesso ai Celtics di tornare in palestra, e per coach Doc Rivers è stato un sollievo "non siamo stati in campo per nessun allenamento o sessione di tiro (dal 20 dicembre), è un tempo molto lungo, ne abbiamo bisogno". Doc ha aggiunto che c'è una lunga lista di cose da fare e che è molto importante per la squadra, rimarcando che durante la lunga trasferta molte volte non hanno eseguito la seconda o la terza opzione nelle varie situazioni di gioco perché ne ricordavano solo la metà , infatti è importante continuare ad eseguire i movimenti ed i giochi studiati per la squadra, dimenticarseli è normale se non li si esegue per un po' di tempo.
Infortuni
Nessun infortunio è stato rilevato questa settimana.
Curiosità
Incredibile episodio contro Portland: nell'ultimo possesso dei Blazers prima della pausa di metà gara i padroni di casa hanno giocato l'azione con ben 6 uomini in campo, e stranamente il canestro di Outlaw non è stato annullato, gli arbitri si sono limitati ad infliggere un fallo tecnico. Due giorni dopo l'NBA ha definito l'episodio un "incidente sfortunato".
La vittoria di 45 punti contro Sacramento è la sesta col maggior distacco nella storia dei Celtics e bisogna tornare nel lontano 1970 contro i Baltimore Bullets per ritrovare una partita con un distacco di tale portata. Inoltre i 45 punti sono il maggior distacco della storia dei Kings entro le mura amiche e quella sera hanno ritoccato il minimo da quando sono a Sacramento sia per tiri tentati che per quantità di punti.
Il migliore della settimana
Forte con i deboli e debole con i forti? Sembrerebbe proprio così il rendimento di House e Perkins questa settimana, che sfornano delle prestazioni più che discrete contro Sacramento e Washington, ma che scompaiono contro Portland. Senza queste scadenti prestazioni sarebbero stati proprio loro due a contendersi il riconoscimento settimanale, ma come si sa è proprio nei momenti di difficoltà che si vede il carattere di un giocatore, e proprio quel giorno l'unico dei-non PGA Tour a meritarsi la citazione è Rajon Rondo, il quale sforna anche una doppia doppia di 10 punti e 14 assist contro Washington. Da citare Tony Allen, distintosi nell'ultima partita disputata.
Classifica
aggiornata:
5 Rondo
3 Perkins
1 Powe
1 House
I minuti del PGA Tour
Impiego medio ben sotto alla media per il PGA Tour, ma con marcate differenze tra le singole partite. Infatti i due incontri più tranquilli hanno visto un impiego medio di soli 27 minuti, mentre la sconfitta contro Portland è stata giocata dai tre con una media di ben 39,6 minuti.
Le medie come detto sono basse, la più alta è quella di Ray Allen che raggiunge a malapena i 34 minuti, Pierce supera di poco i 31 minuti mentre Garnett si ferma a soli 28 minuti di media.
Nel computo totale della stagione Pierce rimane primo con una media ora scesa a 36,3 minuti di media, Allen perde meno e si assesta a 35,7 minuti mentre buon ultimo Garnett con soli 32,7 minuti di media per partita.
I Celtics nella D-league
La settimana scorsa eravamo rimasti con la gara di Colorado che doveva ancora essere caricata sul server della D-League. In quel giorno i due giocatori dei Celtics parcheggiati nella lega di sviluppo, Giddens e Walker, hanno avuto una giornata discreta, ma senza lampi, 12 punti e 7 rimbalzi per il primo ma anche 6 palle perse, 19 punti con 5 rimbalzi per Walker.
La successiva partita non è stata giocata da Giddens per una legger slogatura alla caviglia destra, mentre nelle altre due serate è sempre riuscito a superare la doppia cifra in punti, ma senza avere percentuali eccellenti.
Per Walker invece nessun problema fisico, e questo gli ha permesso di distinguersi come il miglior giocatore della squadra e con percentuali di certo non malvagie. La sua miglior partita l'ha giocata contro Tulsa chiusa con 27 punti, 6 rimbalzi e 10 su 16 dal campo. Da rilevare che il giocatore non sta affatto sfigurando anche in difesa, tenendo sempre conto che il livello di gioco di quella Lega è decisamente più basso rispetto a quello della NBA.
Il presidente Danny Ainge ha anche fatto visita ai due rookies per verificare i loro progressi. Non è ancora prevista una data di rientro a Boston per almeno uno di loro due ed ovviamente la speranza dei due giovani è di essersi fatti notare. La nostra impressione è che non rientreranno fino almeno al termine della stagione per la D-league, poi se rimarrà un posto libero in roster forse uno dei due verrà chiamato a farvi parte.
Appuntamenti e classifiche
Dopo la brutta trasferta ad ovest i Celtics vanno in trasferta anche nella costa est in tre delle quattro partite programmate nei prossimi 7 giorni:
domenica 4 gennaio in trasferta a New York
martedì 6 gennaio in
trasferta a Charlotte
mercoledì 7 gennaio in casa contro Houston
venerdì 9 gennaio in trasferta contro Cleveland
Tutta la settimana sarà caratterizzata dal match-clou con Cleveland per la conquista della vetta della Eastern Conference. Ipotizzare chi possa vincere è impossibile, in questo caso va lanciato il classico coin flip, infatti le probabilità sono equamente divise tra le due forti contendenti.
Le prime due partite della settimana saranno giocate contro squadre di bassa classifica, quindi per i tifosi saranno considerate soltanto come preparazione per la sfida di venerdì notte, ma se anche i Celtics affronteranno queste squadre con lo stesso spirito può scapparci la sorpresa negativa per Boston. Se invece, come è probabile dopo il passaggio a vuoto ad ovest, saranno prese come prova a dimostrazione che la squadra c'è ancora, allora il risultato positivo per i biancoverdi non dovrebbe essere in discussione.
Su Houston invece qualche preoccupazione in più esiste per Boston, ma la squadra texana non sembra avere le armi migliori tra tutte le squadre NBA per poter ambire ad una vittoria al TD Banknorth Garden. Sarà un bell'incontro in attesa di vedere la maxi-sfida del venerdì.
La classifica vede le tre squadre migliori della Lega spesso citate anche in questo articolo prime con 5 sconfitte a testa. La differenza la fa Boston che ha 2 vittorie in più di Cleveland e 3 nei confronti dei Lakers. Da notare che Orlando non molla e continua a tenere una distanza contenuta, attualmente le sue sconfitte sono 7, sulla costa ovest invece solo New Orleans non sfigura con 9 sconfitte totali.
A risentirci.