Indiana chiude un brutto 2008

Coach Jim O'Brien, anche lui ha ammesso le sue colpe

E' sicuramente il punto più basso di questo 2008 che i Pacers vogliono frettolosamente lasciarsi alle spalle.

Dall'ultimo report sono arrivate altre quattro sconfitte, una di seguito all'altra e con sempre la stessa storia, come un film già  visto troppe volte quest'anno: grandi vantaggi buttati via e partite perse al fotofinish.

11 partite sotto quota 50% viste le 10 vittorie al fronte di 21 sconfitte e un record del 32% che lasceresti volentieri ad altri.

Passata più di un terzo della stagione ci si chiede quale possa essere il destino di questa squadra.

Larry Bird si è fatto sentire in questi ultimi giorni e si è detto fortemente deluso di come i Pacers continuino partita dopo partita a mostrare gli stessi limiti e a perdere sempre allo stesso modo.

Non ci sono scuse, non stiamo facendo tanto bene quanto vorremmo” – ha detto Bird – “Non siamo dove dovremmo essere, perdere partite sul finire come quelle che abbiamo perso è veramente frustrante“.

Dalle parti di Indiana comincia già  a circolare una parolina che potrebbe cambiare il destino di questa franchigia: tanking.

Bob Krawitz, giornalista stimato dell'Indianapolis Star sostiene che il record attuale impone alla squadra di pensare al futuro, facendo crescere il più possibile i rookie Rush e Hibbert che saranno molto produttivi nel giro di qualche anno. In che modo? Perdendo.

Seppur Indiana in questa stagione sia riuscita a battere squadre del calibro di Boston e Lakers, è anche vero che sono arrivate troppe sconfitte con squadre alla portata o con record inferiore.

Perdere per avere maggiori possibilità  di una buona scelta al prossimo draft, perché non è un problema di coach (per Krawitz neanche un Popovich o un D'Antoni potrebbe cambiare le sorti di questa stagione) ma è proprio un discorso di valori, specialmente in post dove mancano giocatori in grado di fare la differenza, Hibbert permettendo.

O'Brien sta lavorando duramente con i ragazzi” – ha detto Bird – “Abbiamo un progetto, abbiamo dei ragazzi che fanno bene il loro lavoro, ma dovremo inserirne altri“.

Mancanze strutturali per i Pacers che non crediamo possano migliorare in maniera esponenziali con il rientro di Mike Dunleavy, il cui lavoro di recupero procede. Dai 10 minuti di allenamento con la squadra è passato a 20, anche se in questo preciso istante il virus influenzale che aveva colpito Murphy, Daniels e Granger nelle scorse settimane ha contagiato anche l'ex Warrior.

Bird comunque è ottimista riguardo un rientro di Dunleavy.

Il mio pensiero cambia un pò perché credo che Dunleavy sia il nostro miglior giocatore all-around” – continua Bird – “Chiaramente Granger sta avendo una grandissima annata, ma non è al suo stesso livello nella circolazione del pallone, a rimbalzo e a mandare gli altri a segno. Penso che insieme farebbero grandi cose. Fino a quando sarà  out Dunleavy continueremo a soffrire, specialmente in attacco e nei finali di partite nel costruire gioco“.

Chiaramente gli effetti negativi di un tanking ci potrebbero essere, a partire dalla sfortuna nell'ordine del draft ma anche, aspetto da non sottovalutare, l'assenteismo del pubblico della Conseco Fieldhouse (già  ai minimi storici) che non sarebbe di certo felice di vedere una squadra intenzionata a perdere.

Conoscendo Bird, Indiana difficilmente proverà  a fare tanking, né ora né in seguito, anche se molti fans (il sottoscritto in primis) ci metterebbero la firma sopra.

Parlando di basket giocato, i Pacers stanno continuano a perdere evidenziando i problemi di una stagione o forse dell'intero anno 2008.

Abbiamo perso 8 partite con meno di 4 punti di scarto” – ha detto Jim O'Brien – “Quello che voglio fare capire ai giocatori che la differenza in 4 punti di scarto è solamente di un possesso. Possiamo parlare dei finali di partita, ma siamo 25° nella lega nelle palle perse, quindi meno palle perse farebbero la differenza fra una vittoria e una sconfitta“.

Contro i Nets, i Pacers perdevano 107-108 con il tiro a fil di sirena di Harris dopo che Granger aveva difeso molto bene su Carter impedendogli di prendere l'ultimo tiro.

Proprio Granger nel possesso precedente aveva dato il vantaggio a Indiana con un bellissimo canestro, tanto che molti avevano ormai sentito il profumo della vittoria. “E' la storia della nostra stagione fino ad ora” – diceva Travis Diener – “Harris ha realizzato un canestro difficile, bisogna dargli credito. Danny aveva anche lui realizzato un gran canestro ma è stato inutile“.

La poca personalità  dei Pacers nei finali di partita la si riscontrava nello 0-2 ai liberi di Granger, in una semplice schiacciata sbagliata da Rush e in qualche palla persa di troppo, qualcuna anche in modo stupido come nel caso di Diener che perdeva il pallone palleggiandosi nei piedi.

Nonostante l'errore, la partita di Rush era sicuramente di altissimo livello, finiva con 22 punti tirando 8-12 dal campo (nelle precedenti 4 partite aveva collezionato un brutto 17-58). Purtroppo per lui la continuità  di rendimento lo sta condizionando. “Mi son sentito molto bene” – diceva Rush – “Il mio tiro è andato bene e penso che i miei compagni adesso mi cercheranno di più“.

Il giorno dopo, a Memphis, Indiana pensava di perdere 108-105 con il piano B, ovvero buttando via la bellezza di 17 punti di vantaggio contro una squadra sicuramente non irresistibile.

Non abbiamo avuto mentalità  difensiva, nelle gare che abbiamo vinto in trasferta l'abbiamo avuta, questa volta no“. Diceva O'Brien, riferendosi soprattutto al fatto che Memphis finiva la partita tirando col 53%, facendo registrare anche un 57% nell'ultimo quarto.

Granger finiva con 26 punti ma nel terzo quarto era costretto a uscire per un problema fisico, mentre erano decisamente positive le prove di Daniels (28 punti complessivi, unica certezza nell'ultimo quarto) e di Hibbert che finiva con 15 punti in 12 minuti, condizionato ancora una volta dai falli.

Contro gli Hornets la sconfitta 103-105 arrivava per via di uno di quei finali già  visti. Granger (34 punti, 15 di questi nell'ultimo quarto) pareggiava la contesa con 27.8 secondi da giocare ma nell'ultimo possesso Paul in mezzo a Jack e Murphy trovava lo spiraglio per dare a West il pallone della vittoria. Senza la possibilità  di timeout i Pacers tentavano un disperato ultimo tiro con Jack che ovviamente non era buono.

Come sempre erano dei Pacers belli per 45 minuti, ma inesistenti negli ultimi 3. I 16 punti con altrettanti rimbalzi di Troy Murphy (divenuto ormai il quinto miglior rimbalzista della lega) e il massimo in carriera di Hibbert con 19 punti erano note lieti.

Nella quarta sconfitta consecutiva contro Atlanta per 104-110, coach O'Brien dopo l'ennesima partita persa nei minuti decisivi ammetteva che forse qualche sbaglio lo ha commesso anche lui in questa stagione.

"Non facciamo in campo le cose che proviamo ogni giorno in allenamento" – dichiarava O'Brien – "E' la mia colpa questa, abbiamo lavorato per tre mesi consecutivi su delle cose che non mettiamo in pratica, qualcosa deve dipendere dal mio insegnamento".

La giocata che condannava i Pacers era una tripla di Johnson dopo una rotazione difensiva sbagliata, lo stesso giocatore che O'Brien aveva spinto per scambiare con Rodney Rogers e Tony Delk quando allenava i Celtcs.

Finisce così un 2008 da dimenticare per gli Indiana Pacers.

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