Celtics a quota 17 vittorie

Il cuore di Kevin Garnett è immenso, così come quello di tutti i Celtics.

Non accenna ad interrompersi la striscia vincente dei Celtics. Attualmente sono 5 le settimane consecutive in cui i Celtics non subiscono sconfitte e solo la serata in Georgia è stata combattuta fino alla fine. La sfida di Natale è ora arrivata.

Risultati

Utah Jazz @ Boston Celtics W 91-100
Boston Celtics @ Atlanta Hawks W 88-85
Chicago Bulls @ Boston Celtics W 108-126

Commento

Iniziano a scarseggiare gli aggettivi per definire questa squadra: immensa, grandiosa, imperiosa? La cosa che più impressiona è che i Celtics, sebbene stiano riscrivendo i libri dei record, non sembrano per nulla appagati di questi risultati e giocano come se del risultato di ogni gara dipendesse qualcosa di importante. Chiaramente ottenere il miglior record della Lega a fine stagione regolare conta molto, ma una stagione è notoriamente lunga ed è normale avere dei cali di tensione per poi trovarsi auspicabilmente al meglio della propria condizione da aprile, quando ogni partita è importante, ma paradossalmente i Celtics non danno nessun segnale d'essere stanchi per questa partenza bruciante, è questo che rende i tifosi biancoverdi giustamente esaltati e quelli delle altre squadre tra l'incredulo, l'amareggiato ed il preoccupato.

Ma qual è il segreto di tutte queste vittorie? Forse la risposta l'ha data Garnett in settimana con una risposta semplice e diretta: "la nostra mentalità  è sempre stata la stessa dall'anno scorso, di prendere una gara alla volta", che equivale al consiglio che gli ha dato Bill Russell alla vigilia dei play-off nel famoso dialogo a due alla domanda di Garnett di come aveva fatto a vincere ben 11 titoli.

Eppure anche i Bulls degli anni Ottanta, quando in piena era Jordan sono riusciti a realizzare quel grandioso record ancora imbattuto di 72 vinte e 10 perse, hanno avuto un piccolo periodo di appannamento, solo due gare perse consecutivamente prima di riprendersi e concludere trionfalmente la stagione. Ora anche i Celtics avranno un simile periodo di appannamento, del tutto normale e fisiologico? Tendenzialmente la risposta è si, ma con questa squadra e con questa sicurezza nei loro mezzi non ne siamo così sicuri, anche se forse qualche partita persa ogni tanto non sarebbe proprio una cosa negativa se presa col giusto atteggiamento di squadra forte e sicura dei propri mezzi.

Tra le tre partite settimanali solo quella contro Atlanta è stata incerta fino all'ultimo minuto. Definire la squadra della Georgia la bestia nera è decisamente eccessivo, però bisogna anche dare il giusto tributo a quella franchigia, ma i Celtics hanno voluto sfatare un tabù iniziato gli scorsi play-off in cui la franchigia del Massachussetts non è mai riuscita a passare ad Atlanta, desiderosi di dare un segnale di forza anche a loro. Non è giusto parlare di rivalità , Garnett non la sente per nulla, e non è neanche giusto indicare la partita ad Atlanta come una di quelle che vengono preparate meglio dai Celtics, infatti lo stesso Garnett ha detto: "siamo solo motivati, non cerchiamo (il classico circoletto rosso di Rinotommasiana memoria) una gara nel calendario, le cerchiamo tutte". Probabilmente è questo il segreto di quest'inizio imperioso.

Utah e Chicago, con gradi diversi, non hanno rappresentato un problema per i Celtics, ma mentre la prima non è una squadra proprio malvagia, Chicago invece non ha mai dato la sensazione di prendere in mano l'incontro, sono stati aggrediti dai padroni di casa e neanche quando hanno brevemente e timidamente messo la testa avanti alla fine del secondo quarto è stato più per demerito della panchina biancoverde che per bravura dei tori dell'Illinois. Tra l'altro i 126 punti sono il record in stagione, battendo i 122 raggiunti per due volte.

Uno dei motivi di questa splendida stagione è da ricercarsi nella crescita dei due titolari non-PGA Tour. Per Rajon Rondo era facile pronosticare che sarebbe cresciuto come gioco, ma non che potesse raggiungere questi livelli ed in così poco tempo. Per lui si sta già  scomodando l'appellativo di nuovo big four assieme a Pierce, Garnett ed Allen e forse non hanno tutti i torti. È cresciuto in tutti gli aspetti del suo gioco, difesa, realizzazione, palle recuperate, ma soprattutto è diventato un passatore divino, con una media settimanale di 10 assist ed un massimo di 15 contro Chicago riuscendo a mantenere inalterata la sua eccellente velocità  di base tanto che Pierce ha detto "è come un piccolo Speedy Gonzales", infatti solo pochi giocatori riescono a stargli dietro. Stanno diventando memorabili i suoi passaggi in alley-oop a Garnett e Perkins per schiacciate devastanti.

Per Kendrick Perkins invece i miglioramenti visti nelle ultime partite è qualcosa che nessuno poteva immaginare, stupendo la quasi totalità  degli osservatori. Quello che meraviglia di più è che sta aggiungendo sempre nuovi movimenti che nessuno gli aveva visto fare prima, segno che il lavoro in palestra è stato molto proficuo e ha anche ricevuto qualche trucco da Garnett per il gioco in post la scorsa estate allenandosi assieme, e Kevin dice di lui "è un giocatore molto emozionale, mi piace con quel suo fuoco dentro ed allo stesso tempo è sotto controllo in molte situazioni". Sembra una vera e propria investitura.

Nonostante il fatto che l'NBA veda diminuire i suoi spettatori nelle arene, i Celtics fanno registrare il tutto esaurito in ogni città  in cui si recano facendo la felicità  dei rispettivi cassieri. Il problema per Boston è che in trasferta si trovano sempre tante persone che sperano in una loro sconfitta, ma è normale che sia così ed in ogni caso i Celtics ci hanno ormai "fatto il callo", tutte le grandi squadre portano quest'aurea di semi-imbattibilità  molto allettante per gli avversari ed i loro tifosi, ma se la squadra è veramente grande riesce a superare anche queste situazioni.

Infortuni

Grande paura ha causato l'uscita anzitempo dal campo di Paul Pierce accompagnato da Davis e Powe nella partita contro Utah. Difficilmente sarebbe stato qualcosa di grave, ma la caduta di Okur sulla sua gamba poteva causargli qualche giornata di stop, ma non è stato nulla di grave, solo una piccola iperestensione ed una contusione, il capitano ha subito tranquillizzato tutti sulla situazione del suo ginocchio sinistro, infatti non ha saltato nessuna gara, solo al terzo quarto della sfida contro Atlanta il giocatore ha iniziato a sentire un po' di dolore, ma sentiva troppo la partita e ha voluto proseguire.

Curiosità 

Andiamo con i record battuti: i Celtics sono la prima squadra NBA della storia che riesce a conseguire due stagioni positive consecutive iniziando la stagione con almeno 20 vinte contro sole 2 perse.

Le due formazioni che hanno conseguito la miglior partenza della storia della Lega sono i Phialdelphia 76ers nella stagione 1966-67 ed i New York Knicks nella stagione 1969-70 con 26 vittorie in 28 incontri. Se i Celtics vinceranno la prossima partita contro New York pareggeranno questo record con la possibilità  di migliorarlo in caso di ulteriori vittorie.

Attualmente la striscia vincente è pari a 17 vittorie. Nella storia dei Celtics solo una volta la striscia è stata più lunga, è successo all'inizio dell'era-Bird, esattamente nel 1981-82, con 18 vittorie consecutive ed è stata pareggiata la seconda miglior striscia vincente ottenuta nel 1959-60, sempre con 17. Nel 1964-65 infine la striscia si è fermata a 16 vittorie. Questa settimana quindi i Celtics sarebbero in grado di riscrivere anche questa pagina di storia.

La settimana scorsa avevamo preannunciato la possibilità  per i Celtics di vincere 23 partite nelle prime 25 gare della stagione, e questa settimana sono riusciti a conseguire questo traguardo. Nella storia della Lega solo altre 3 squadre ce l'hanno fatta: New York Knicks durante la stagione 1969-70, Philadelphia '76ers nel 1966-67 e Chicago Bulls nel 1995-96.

Eddie House ha saltato la gara contro Utah per partecipare al funerale di una sua zia. Ci associamo al cordoglio espresso da tutta la squadra per questa perdita.

Due curiosi fatti accaduti questa settimana sono accomunati da due stelle di altri sport, infatti il campione di nuoto Michael Phelps e di atletica Usain Bolt hanno fatto visita ai Celtics rispettivamente ad Atlanta ed a Boston contro Chicago. La cosa curiosa per Phelps è che quando è entrato nella spogliatoio dei Celtics Tony Allen si è domandato chi fosse, suscitando l'ilarità  di tutti i suoi compagni di squadra, mentre Bolt ha ricevuto la "sfida" di Rondo per verificare chi dei due fosse il più veloce, dandosi scherzosamente appuntamento per le prossime olimpiadi del 2012.

Il migliore della settimana

Le eccellenti prestazioni sia di Rondo che di Perkins tagliano fuori fin da subito le velleità  di vittoria degli altri giocatori sebbene Tony Allen, Pruitt, House e Powe abbiano saltuariamente contribuito alla causa biancoverde.

Risulta difficile assegnare il riconoscimento settimanale ad uno solo dei due giovani che stanno aumentando considerevolmente il livello del loro gioco, i cui miglioramenti sono già  stati descritti nel Commento qui in alto, ma forse Kendrick Perkins merita di essere premiato per quella cattiveria positiva che ci mette e che lo porta a dominare sotto canestro come nessuno poteva immaginare fino a poco tempo fa. Da rilevare che contro i Bulls è riuscito a ritoccare il suo record in carriera di punti con 25. Complimenti quindi al buon Kendrick, auspicandogli che continui a meravigliare tutti con i suoi miglioramenti.

Classifica aggiornata:
3 Rondo
3 Perkins
1 Powe
1 House

I minuti del PGA Tour

Un po' di lavoro in più rispetto alla media stagionale per i tre migliori giocatori dei Celtics. Il più impiegato questa settimana è stato Ray Allen con quasi 38 minuti di media, seguito a ruota da Pierce con 37 minuti e come al solito ultimo Garnett con poco più di 33 minuti di media.

La partita in cui il PGA Tour è stato più impiegato è stata naturalmente quella di Altanta con quasi 40 minuti di media, ma anche contro Utah sono stati in campo tanto tempo, con una media di 39 minuti, mentre bisogna scendere a 29 minuti per vedere la media contro la più modesta Chicago.

In stagione le medie non si sono mosse di molto, infatti Pierce rimane saldamente il più impiegato con 37 minuti, Allen segue con quasi 36 minuti mentre Garnett sfiora i 33 minuti d'impiego medio.

I Celtics nella D-league

Vediamo brevemente come si sono comportati i due giocatori dei Celtics parcheggiati a Utah nella D-League.

Per J.R. Giddens qualche piccolo problema fisico gli ha fatto giocare poco e male la gara di sabato scorso, ha saltato la successiva, mentre è rientrato alla grande venerdì notte con 25 punti, 8 rimbalzi ed un ottimo 11 su 15 dal campo.

Anche per Bill Walker problemi alla prima partita con soli 7 minuti d'impiego, ma rientra nella seconda con un buon fatturato di 18 punti ed 8 rimbalzi e venerdì chiude una serata un po' anonima con soli 10 punti e 6 falli in 29 minuti di gioco.

Torneranno ai Celtics i due giocatori entro la fine della stagione? Obiettivamente sembra difficile che accada, ma se succederà  è prevedibile che sarà  solo per poche partite. Attualmente a Boston non c'è alcuna necessità  di giovarsi dei loro servigi, è quindi consigliabile per loro che lavorino bene in questi mesi per essere pronti per la prossima stagione.

Appuntamenti e classifiche

Non c'è pausa nemmeno nel periodo natalizio ed ai Celtics attendono ben 4 partite:
domenica 21 dicembre in casa contro New York
martedì 23 dicembre in casa contro Philadelphia
giovedì 25 dicembre in trasferta contro i Lakers
venerdì 26 dicembre in trasferta contro Golden State

Il giorno di Natale l'NBA preferisce far giocare sempre una partita di cartello non solo della giornata, ma anche della prima parte della stagione, e stavolta tocca a Celtics-Lakers, la classica per eccellenza, d'altronde durante lo scorso giugno si è ravvivata una rivalità  mai sopita completamente in questi ultimi vent'anni. Impossibile pensare ad un pronostico che differisca dal 50 e 50.

Prima della partita a Los Angeles i Celtics trovano due formazioni in difficoltà  per motivi diversi come New York (in drastica ricostruzione dopo i disastri di Isiah Thomas) e Philadelphia (che tentenna pure troppo rispetto ai proclami estivi). È facile supporre che se arriverà  una sconfitta sarà  soltanto per distrazione in vista della supersfida allo Staples.

Con i Lakers parte la prima trasferta ad ovest che per quest'occasione conta 4 partite. La seconda di queste vede i Celtics impegnati a Oakland il giorno di Santo Stefano ed una sconfitta è possibile solo se Boston riporta qualche strascico dalla sera prima, che può essere sia positivo (prolungamento della soddisfazione della vittoria del giorno prima o desiderosi di riscatto per la sconfitta) che negativo (appagati per la vittoria o demotivati dalla sconfitta).

Che sia quindi arrivato il momento per i Celtics di accusare una terza sconfitta? A giudicare dal gioco che mostrano ogni sera la risposta sembra negativa, ma l'attesa della sfida di Natale, la sfida stessa e l'inizio della prima trasferta ad ovest possono essere motivazioni sufficienti per leggere una L sul loro tabellino.

La classifica intanto non lascio adito a dubbi: i Celtics attualmente stanno dominando la Lega dall'alto delle loro due sole sconfitte, con le dirette inseguitrici che non riescono a tenere il ritmo serrato dei biancoverdi e sia i Lakers che i Cavaliers sono a 4 sconfitte, Orlando rimane a 6 mentre tutte le altre si possono già  considerare fuori dai giochi per la vittoria della Conference.

A risentirci auspicando di vedere il giorno di Natale prima di tutto un bel gioco.

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