Non è solo Billups il segreto del buon momento dei Nuggets…
Una volta che tutte le franchigie di “the league” disputano il primo ventello di gare, possiamo ben considerare consumato il primo quarto della stagione del campionato più affascinante del pianeta.
Giusto percio' addentrarci – evitando un'eccessiva premura – sui principali temi emersi finora.
Tra quelli più intriganti troviamo indubbiamente lo scambio che lo scorso tre novembre ha coinvolto i Pistons e “quelli del Colorado”.
E' opportuno precisare come Dumars abbia cambiato il domicilio di Billups non solo per assicurarsi i servigi di Allen I ma soprattutto per poter definitivamente lanciare il razzente Stuckey (in recupero dopo il fastidioso guaio al polso) e garantire una buona occasione anche al rampante Afflalo.
Allo stesso tempo i Nuggets hanno orchestrato una simile strategia in modo da concedere meritate responsabilità al pirotecnico J.R.Smith (che diciamoci la verità era un po' chiuso da Iverson).
Chi si è affrettato a giudicare l'esito della trade basandosi esclusivamente sul ruolino di marcia delle due formazioni (Denver ha palesemente vinto più di Detroit) non ha considerato come il calendario dell'ultimo mese sia stato particolarmente benevolo con le “pepite”, che – a ben vedere – ci risulta siano solamente 1-3 contro le maggiori potenze della lega (ossia L.A., Boston, Cleveland e San Antonio).
Non va dimenticato inoltre come questa operazione di mercato sia stata dettata anche da questioni economiche, visto che il contratto di Iverson (in scedenza al 1 luglio 2009) libererà dalle casse del propietario dei Pistons Bill Davidson circa 21 milioni di dollari, al contrario della point-guard nativa di Denver che rimane impegnata al suo club fino all'estate del 2012 per circa 13 milioni ad annata.
Un'altra analisi poco corretta vorrebbe i Knicks ormai totalmente proiettati verso il fatidico 1 luglio 2010 (sapete tutti cosa succede quel giorno vero?) e poco inclini a preoccuparsi del presente.
In realtà i nuovi acquisti Harrington (semplicemente inarrestabile negli ultimi dieci giorni) e Tim Thomas sono tutt'altro che meri contratti in scadenza (proprio alla vigilia del luglio 2010) in quanto entrambi dotati di buon tiro da tre e di spiccata versatilità ; tutte doti decisamente apprezzate dal nuovo capo allenatore di New York.
Del resto Donnie Walsh rimane un dirigente troppo scafato e D'Antoni un individuo troppo competitivo per sacrificare un presente poco vincente sull'altare di Lebron…
Visto le prorompenti partenze di L.A. e Boston è ritenuto altamente probabile che nel prossimo giugno assisteremo ad un remake della finale dello scorso giugno.
Vero però che per quanto estremamente vincenti finora, Kobe & company abbiano già evidenziato alcune pecche non da poco.
Se la difesa a metà campo è ulteriormente progredita grazie al ritorno di Bynum e Ariza è quella a… tutto campo (leggasi transizione difensiva) a preoccupare non poco lo sbarbato Jackson, per non parlare poi dei vistosi cali di tensione nell'ultimo quarto che hanno generato grossi grattacapi nel giro ad est appena concluso e nell'uscita dalle parti di Sacramento.
Non si possono certo rimproverare per egual motivo i campioni in carica che in barba a coloro che li consideravano più deboli (per la perdita di Posey) e un po' tronfi a causa dei recenti successi, hanno finora avuto un rendimento decisamente proficuo.
Ray Allen dopo tre stagioni si è riappropriato di un paio di caviglie prive di acciacchi (ed il suo jumper in uscita dai blocchi ne è particolarmente grato…), Rondo sta completando una delicata transizione da mediocre guardia ad efficace regista, così come Perkins assomiglia sempre più ad un'ala-pivot dalle solide doti difensive.
Tuttavia la strada per le finali rimane impervia poichè i Cavs oltre ad esser trascinati dall'immarcabile prescelto (26-7-6 ad intrattenimento) e da un impianto difensivo di prim'ordine (concedono un eccellente 41.5% dal campo), avranno la possibilità nel prossimo bimestre di trasformare i contratti in scadenza di Wally e Snow (20 milioncini in due) in qualcosa che assomigli ad un rigenerato Vince Carter o ad un Amarè Stoudemire (sempre che Kerr si decida a cederlo e lanciare così la ricostruzione dei Suns).
Meglio poi non sottovalutare quelli che molti hanno ormai apostrofato come “Orfani di Chauncey”.
Non fatevi ingannare dal mediocre record dell'ultimo mese o da inopinate sconfitte nei matineè contro i Knicks e i Wolves: Detroit rimane sempre una squadra che ha bisogno di avversari “stimolanti” per dare il meglio (ossia difendere bene per tutto il corso dell'agone), come del resto potranno confermarvi Lakers, Cavs e Spurs tutti rigorosamente battuti negli ultimi venti giorni.
Che poi Curry non sia l'uomo giusto per “portare Rasheed alla partita” ogni sera, lo si è decisamente appurato (del resto solo Larry Brown ci riuscì nella famosa primavera del 2004), ma va evidenziato come questa gestione tecnica abbia perlomeno lanciato l'interessante esperimento dei “quattro piccoli” con un Prince in difesa sulle ali forti e – di conseguenza – un attacco che prevede la presenza di ben cinque tiratori da tre contemporaneamente.
Fino all'inconcludente prova di Manhattan questo polivalente assetto era utilizzato esclusivamente negli ultimi 12 minuti, ma vista la “mala parata” il coach ha intimato che d'ora in poi lo si potrà osservare per quasi tutto l'arco dell'incontro; il potenziale risulta decisamente esplosivo!
In ogni bilancio che si rispetti – seppur di una porzione di stagione – non possono certo mancare rivelazioni e corrispettive delusioni.
Se il record di Atlanta è allettante considerando la perdurante assenza di Josh Smith (rientrato da appena qualche gara) ed un impianto offensivo mediocre assai (solo isolamenti e giochi a due), siamo stati decisamente colpiti dal rendimento degli Indiana Pacers.
Sappiamo bene che un 8-16 è un parziale poco luccicante, tuttavia va considerato come i giallo-blù abbiano patito non poco un calendario davvero ostico (ad esempio hanno giocato già tre volte contro i Celtics, vincendone quasi…due) oltrechè l'assenza di Mike Dunleavy jr.
La pallacanestro del team di O'Brien si basa su un solido impianto difensivo (concedono un decoroso 44.80% dal campo pur in assenza di reali intimidatori sotto canestro…) ed una struttura offensiva che premia il collettivo (e non solo le individualità come di sovente accade in questa lega) grazie alla continua ricerca dell'uomo libero attraverso una serie di tagli sotto canestro spesso innescati da precisi servizi dei lunghi (Nesterovic è stato totalmente rigenerato da questa strutturazione).
Il roster si è talmente calato in questa filosofia di gioco che persino Tj Ford sembra a volte assomigliare a qualcosa che ricordi un playmaker!
Visto che i Mavs hanno recentemente dimostrato come il 2-7 iniziale fosse figlio di una crisi di risultati più che di gioco… non possiamo che considerare Phila la più autentica incompiuta di questo avvio.
L'acquisto di Brand ha profondamente snaturato quella che la scorsa primavera sembrava una franchigia letteralmente rinata. L'ala forte (fisicamente ancora lontana dal top dopo la rottura del tendine d'Achille datata estate 2007) “rallenta” il gioco dei Sixers, diminuendo le possibilità di sviluppare il gioco in transizione decisamente congeniale ai vari Iguodala e Young.
A metà campo poi la “spaziatura” è decisamente meno buona a causa della penuria di efficaci tiratori da tre, tant'è che nell'ultima settimana si è giocata la carta Donyell Marshall, che se impiegata toglie però spazio allo stesso ex-bulls o ad uno tra Green e Williams.
Insomma un errato ed esoso acquisto estivo (83 milioni che andranno elargiti nei prossimi sei anni) rischia di aver smorzato seriamente la crescita di un nucleo giovane e anche divertente da veder giocare. Non si vede come il nuovo coach Di Leo possa mutare tale intricata situazione, altro che possibile finale ad Est…
Prima di lasciarci non possiamo certo evitare di menzionare l'ineffabile Mr. Wade, autentico ispiratore del 12-10 di Miami grazie ai suoi 29 e 8 assists ad uscita “cromati” da un sensazionale 50% al tiro…
… come pure quel signorotto che pur non avendo ancora indossato la canotta dei Knicks una sola volta quest'anno, ha fatto versare i proverbiali litri di china ai tabloids di mezza america: “Mi hanno teso un'imboscata i miei stessi uomini e mi hanno tolto di mezzo senza neanche concedermi una fine onorevole”…
Pensate che tra qualche settimana l'autore di questa epica frase potrebbe – a 10 anni di distanza – ritornare a far coppia con Kg per dare la caccia all'agognato titolo!
Del resto deve ancora esser inventata qualcosa che riesca soltanto ad emulare il fascino della lega di “monsieur Stern” !