Anche Gasol si è accorto che in difesa si può fare di meglio…
E’ ormai passato il primo quarto della regular season NBA, e i Los Angeles Lakers sono primi nella Pacific Division e nella Western Conference, con i Denver Nuggets che vengono tenuti fino ad ora a distanza di sicurezza (3.5 vittorie di scarto). Il record di 18-3 parla chiaro, è stato un inizio di stagione molto buono per i giallo-viola che sicuramente stanno rispettando le attese.
Eppure, dopo un inizio davvero entusiasmante, vuoi per la possibilità di avere a disposizione tutto il roster e vuoi per una difesa che sembrava veramente migliorata, sono iniziate ad arrivare le prime note stonate. Della sconfitta coi Pistons abbiamo parlato ampiamente negli scorsi team report. A questa si sono aggiunte le cadute con gli Indiana Pacers il 2 dicembre e con i Sacramento Kings il 9, entrambe in trasferta.
Due risultati negativi, certo, ma profondamente diversi sono stati i motivi che hanno portato a queste debacle. Andiamo ad analizzare il momento di Kobe & company.
Risultati
30 novembre: Los Angeles Lakers vs Toronto Raptors 112-99
2 dicembre: Los Angeles Lakers @ Indiana Pacers 117-118
3 dicembre: Los Angeles Lakers @ Philadelphia 76ers 114-102
5 dicembre: Los Angeles Lakers @ Washington Wizards 106-104
7 dicembre: Los Angeles Lakers vs Milwaukee Bucks 105-92
9 dicembre: Los Angeles Lakers @ Sacramento Kings 101-113
10 dicembre: Los Angeles Lakers vs Phoenix Suns 115-110
Quattro partite fuori casa e tre allo Staples Center: risultato, cinque vittorie e due sconfitte.
Soltanto in due occasioni i Lakers sono riusciti a tenere i propri avversari sotto i 100 punti, con i Raptors e con i Bucks. In entrambe le occasioni però la difesa giallo-viola è stata convincente, e in ogni caso gli attacchi degli avversari sono stati contenuti quando contava.
La stessa cosa non si può dire delle restanti partite, tanto è vero che Pau Gasol, subito dopo l’ultima gara coi Suns, ha dichiarato che la squadra è tanto brillante e in grado di sviluppare un buon gioco nella metà campo avversaria quanto in difficoltà nella fase difensiva, e che lui e i suoi compagni devono lavorare per correggere questo difetto.
Certo, non parliamo di una squadra votata alla difesa ma piuttosto all’attacco, quindi non si può pretendere che gli avversari vengano sempre limitati. Ma c'è bisogno di imparare a difendere forte nei momenti che contano, questo sì.
Ebbene, nell’ultimo mese non è successo praticamente mai: non solo, a momenti di buona difesa si sono alternati veri e propri black-out che hanno consentito, per esempio, ai Pacers di recuperare 16 punti nell’ultimo quarto e ai Wizards di sfiorare un’impresa simile, che sembrava fuori dalla loro portata visto lo svantaggio accumulato.
Insomma, le note positive sono tante e a breve ne parleremo, ma il problema difensivo va risolto. Non dico affrontato perchè sono sicuro che sia Jackson che i giocatori sanno di dover dare qualcosa in più sotto questo aspetto, e le parole di Gasol lo confermano, ma è anche vero che serve una risposta concreta se si vuole arrivare al top della Lega.
La squadra
In queste prime 21 partite ci sono stati solo due casi in cui i Lakers hanno giocato nettamente al di sotto delle proprie possibilità nell’arco di tutti e 48 i minuti: con i Pistons il 14 novembre e con i Kings il 9 dicembre scorso. In quest’ultima partita abbiamo assistito ad un gioco lento e macchinoso, con la palla che circolava a fatica, e ad una difesa che ha concesso troppi spazi agli avversari.
Aggiungiamoci il fatto che Sacramento quella sera si trovava in un ottimo momento di forma, e il quadro è completo: 12 punti di scarto, e tutti meritatissimi. Fortunatamente, il giorno dopo sono arrivati i Suns allo Staples ed è arrivata subito una vittoria che ha in qualche modo raddrizzato le cose, anche se i “Soli” avevano a propria disposizione soltanto 9 giocatori a causa della trade coi Bobcats e di assenze varie, prima tra tutte quella del grande ex Shaquille O’Neal.
Passando alle note liete, abbiamo accennato prima alla forza dei Lakers in attacco. La circolazione di palla all’interno del sistema triangolo è spesso concreta e bella da vedere, in più le qualità dei singoli vengono espresse al meglio. Fisher e Radmanovic puniscono spesso da tre, Gasol sotto canestro sta giocando molto bene e apre varchi per i tiratori, Bynum mette la sua potenza al servizio della squadra e Bryant fa spesso la cosa più utile, sia essa una conclusione a canestro o un assist per i compagni più liberi.
Dalla panchina c’è sempre qualcuno che dà un contributo importante a livello di punti. Ariza ormai è una certezza e varca spesso la doppia cifra, ma anche Farmar e Vujacic sanno mettere canestri importanti. Meno buono il contributo di Odom, che dal punto di vista statistico sta giocando la peggiore stagione della sua carriera (8 punti, 6 rimbalzi, 2 assist a partita), anche se in difesa si sbatte come pochi.
I singoli
Proprio su Odom vorrei soffermarmi un momento. I numeri non devono ingannare, Lamar si è calato molto bene nel nuovo ruolo di sesto uomo e il suo contributo per la squadra rimane prezioso. Il fatto è che sta giocando molto meno rispetto al passato: basti pensare che l’anno scorso giocava 38 minuti a gara e quest’anno neanche 26. Insomma, fare il terzo lungo quando si hanno davanti Gasol e Bynum non è semplice, e inevitabilmente i tre si dividono il minutaggio.
Coach Jackson fino ad ora non ha mai provato a schierarli tutti insieme contemporaneamente, e credo anche io che sia una soluzione tattica difficile da perseguire visto che verrebbe a mancare velocità e tiro da tre.
A proposito dello spot di ala piccola, nell’ultima partita coi Suns si è rivisto in campo Luke Walton: aveva una gran voglia di giocare e si è visto, Jackson gli ha chiesto di far girare la palla e Luke ha risposto ottimamente, mettendo a referto 8 punti ma soprattutto 6 assist. Certo, in difesa rimane un giocatore mediocre ma è bello vedere un veterano disposto a combattere per guadagnarsi la fiducia del coach.
Per il resto, mi ha sorpreso la prova difensiva di Bryant a Philadelphia: Kobe ha giocato davvero bene contro la squadra della sua città -natale, e ho avuto l’impressione che anche i suoi compagni lo seguissero nella propria metà campo. Nel caso ce ne fosse bisogno, ha dimostrato di poter essere un grandissimo difensore, mettendo a referto anche 32 punti.
Buone notizie arrivano anche da Radmanovic e da Bynum: il tiratore serbo ha finalmente iniziato a mettere canestri con continuità e va spesso in doppia cifra, mentre Bynum sta piano piano alzando le sue statistiche sia a livello di punti che di rimbalzi. Incredibile poi la capacità , da parte del centro giallo-viola, di resistere ai falli avversari e di segnare comunque canestri.
Rivolgendo uno sguardo al futuro, il calendario adesso recita così: tre partite di fila in casa contro Sacramento, Minnesota e New York, per poi affrontare un viaggio che porterà la squadra in Florida contro Miami e Orlando in back-to-back, fino ad arrivare ad altre due trasferte a Memphis e a New Orleans. Infine, la sfida di Natale allo Staples contro i Celtics. Ci sarà da divertirsi…