Il fenomeno argentino è tornato ad impazzare sui campi Nba, e con lui tutta San Antonio
Li avevamo lasciati sull’orlo di una crisi da cui forse non sarebbero risaliti, con 2 sole vittorie su 7 partite e un record di 0.285, roba da far ricredere anche il più ottimista degli Spursologi, ma a San Antonio finché c’è Tim Duncan non è mai finita, e la squadra, presa per mano dal caraibico, è tornata a macinare gioco e risultati.
Quando anche gli Dei del Basket, da sempre con un occhio di riguardo per gli Spurs, si sono ricordati dei loro protetti, l’inversione di tendenza è stata definitiva,e la salita impervia a cui i 4 volte campioni Nba erano stati costretti è finita anzitempo.
Il momento più basso è stato quello dell’infortunio di Tony Parker contro Miami, quello della rinascita la straripante vittoria con Utah seguita dalla notizia del rientro di Manu Ginobili, molto in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Ora li ritroviamo con 8 vinte e 2 perse nelle ultime 10, squadra a pieno regime e 2 ricambi di lusso scoperti nel momento di massima difficoltà .
Come a dire, non tutti i mali vengono per nuocere.
Risultati
Dopo l’inizio disastroso, i primi segnali positivi per gli Spurs sono arrivati con la vittoria su Houston, trascinati dal solito Duncan, replicata da una stupenda partita contro Utah, con l’exploit di Mason ( 29 punti con 7/10 da tre) e Hill ( 23 con 7/13 dal campo).
Poi il ritorno dell’argentino e 3 vinte consecutive catapultano Manu e compagni nelle prime 9 ad Ovest, per rimanere agganciati al gruppo che ha gia creato un baratro fra sé e le altre contendenti.
Cosi si chiude in positivo il mese di Novembre ( nonostante l’ultima sconfitta a Houston ), iniziato nel peggiore dei modi.
San Antonio Spurs vs Detroit Pistons 77-89
San Antonio Spurs @ Denver Nuggets 108-91
San Antonio Spurs vs Golden State Warriors 123-88
San Antonio Spurs @ Dallas Mavericks 133-126 (2OT)
San Antonio Spurs vs Atlanta Hawks 95-89
Gli ultimi risultati parlano di una squadra in crescita, che sta integrando il vecchio e il nuovo, tenta di trovare una certa continuità , e dopo la sconfitta con i Pistoni ha colto segnali importanti.
Al Pepsi Center di Denver San Antonio tiene gli ottimi Nuggets dell’ultimo periodo sotto quota 100, e con un’entusiasmante prestazione archivia la pratica già nel secondo quarto ( 64 punti per i Big Three).
Dopo la vittoria contro gli imbarazzanti Warriors, gli Spurs vanno a Dallas, e con Duncan e Parker sugli scudi, passano all’American Airlines Center dopo 2 supplementari.
Nella partita più difficile, il back to back, spesso bestia nera per gli Spurs, avviene il ritorno sulla scena del vero Manu Ginobili, che si carica sulle spalle la squadra con 27 punti e 5/7 da tre e la porta a un successo sugli Atlanta Hawks.
Per i Texani il calendario è favorevole e da qui a Natale gli unici avversari ostici sembrano essere gli Hornets, guidati da Paul e West, con il dente avvelenato per l’eliminazione negli scorsi Playoff.
I Big 3
Un Roster completo è fondamentale per arrivare a giocarsela a Maggio con le migliori, ma il destino di questi Spurs è come al solito nelle mani delle 3 superstar, di cui ora analizziamo il rendimento e lo stato di forma.
Tim Duncan doveva giungere stremato ai playoff, avendo schiacciato sull’acceleratore in regular season per far arrivare in alto gli Speroni, invece il ritorno anticipato di Manu e Tony, e i Jolly pescati da Buford in estate fanno tirare il fiato a The Big Fundamental, che nei momenti caldi avrà ancora qualcosa da spendere.
Visti i 32 anni e le caviglie che non gli permettono di dare sempre il massimo, questo riposo sarà fondamentale per l’uomo di St.Croix, che giunto al 12esimo anno nella Lega mette a referto la consueta doppia doppia di media, con 21 punti e 10 rimbalzi, un bel lusso per uno che non gioca al 100%.
Tony Parker dopo l’infortunio alla caviglia sinistra, è tornato subito a mille, concedendosi una pausa solo contro Atlanta, migliorando ancor di più le sue cifre(21.3 a sera con più del 50% dal campo) e il suo apporto alla causa neroargento.
L’Mvp delle Finals 2007 non è più costretto a prestazioni numericamente eccezionali e a sostenere tutto il peso del reparto guardie visto il ritorno di Manu Ginobili.
L’argentino, anche se ha anticipato il rientro dopo l’operazione, ha iniziato a macinare gioco più lentamente di Parker, ed è cresciuto partita dopo partita fino ai 27 con Atlanta.
Il penetratore di Bahia Blanca sta ritrovando l’esplosività che lo ha reso uno dei giocatori più imprevedibili dell’ Nba oltre all’ormai solido tiro dalla lunga (40 % da 3), armi fondamentali se unite per aprire brecce nelle difese che in post-season si fanno sempre più aggressive.
La serie con i Lakers dello scorso anno ha dimostrato che senza il miglior Ginobili il gioco degli Spurs si limita tantissimo ed è quasi impossibile arrivare all’anello.
La squadra
Difficile chiedere più di così ai Big Three, mentre si può e si deve migliorare nel supporting cast, dove sembra mancare ancora qualcosa.
Nel reparto lunghi infatti Duncan appare troppo solo, con Thomas (36) ormai ai margini della rotazione e Oberto (33) poco incisivo.
Matt Bonner, l’uomo nuovo nella front-line, ha finalmente trovato spazio, e costituisce con TD una coppia ben assortita rimpiazzando così come tiratore Robert Horry, ma rimane il dubbio, quasi certezza, che nei momenti in cui la palla scotta la mancanza di Big Shot Rob sarà difficilmente sostituibile.
Servirebbe un centro di peso che sposta gli equilibri, con punti e rimbalzi nelle mani, e una buona presenza difensiva.
Ad inizio stagione si è parlato di Toto McDyess ed Eddy Curry, con un nulla di fatto, poi il ritorno del roster al completo ha spento queste voci, anche se rimane l’impressione che per vincere serva qualcuno in aiuto a Duncan.
Appaiono risolti invece i problemi nel reparto esterni, dove è avvenuto un ringiovanimento parziale, e finalmente è stato trovato un vice-Parker.
George Hill infatti ha caratteristiche simili al franco-belga con buone capacità in penetrazione, un tiro dalla lunga anche superiore a quello di Tony, e si sta integrando nel complicato sistema Popovich, con Jacque Vaughn, ormai fuori dalle rotazioni, a fargli da chioccia.
Hill finora è stato probabilmente il miglior rookie, non in assoluto ma rispetto alle aspettative di inizio anno, ed è la più lieta sorpresa dell’estate per quelli dell’Alamo.
L’ex Wizards Roger Mason, dopo lo scoppiettante inizio deve adattarsi al ritorno di Ginobili, e sostituire Barry nel ruolo di tiratore, ma è comunque positivo il suo impatto all’interno degli Speroni in questo quarto di stagione disputato.
Infine l’idea di Pop e del suo staff dovrebbe essere quella di rimpiazzare lentamente l’ormai 37enne Bowen con Udoka, nel ruolo di difensore e tiratore sugli scarichi.
Tutto nella norma quindi, anche se questo scorcio di stagione ha dimostrato che l’AT&T Center non è più il fortino inespugnabile di un tempo (7-5 in casa), la lotta ad Ovest è sempre più serrata, con 8 squadre(e Lakers in fuga) in un fazzoletto e i San Antonio sono settimi ad Ovest con un record di 13-8 (0.619) ma ad una sola partita di distanza da Denver, seconda.
Trovati così nuovi interpreti per il perfetto sistema dell’ex CIA e con la quasi certezza dell’ingresso ai Playoff, gli Spurs hanno tempo e spazio salariale per ritoccare il Roster, oliare i meccanismi ed essere al meglio ai nastri di partenza della post-season.
Tutti, addetti ai lavori e non, affermano che quest’anno sarà quasi impossibile per gli inossidabili neroargento arrivare in fondo, ma rimane la sensazione che proprio nessuno da Aprile in poi voglia incontrarli, forse perché è difficile valutare a che percentuale di intensità stiano giocando ora, o più semplicemente perché, anche se sono all’ultimo giro di valzer, nessuno vuole vederli ballare ancora.