Il rammarico di Jarrett Jack e di quello dei Pacers
Non cessa il trend negativo per i Pacers, sconfitti in cinque delle ultime sei uscite e giunti a quota sei partite (7-13) sotto la quota del 50%. Il calendario inoltre è stato malefico e spietato per la squadra di coach Jim O'Brien e di certo non ha facilitato il cammino seppur ci siano state, come spesso accade in questa stagione, delle buone prestazioni.
Indiana ha dovuto scontrarsi con le due squadre dominatrici della lega fino ad ora (Celtics per due volte e Lakers) e Cleveland, portando a casa una vittoria e tre sconfitte. “Credo che stiamo crescendo come squadra” - l'ottimismo del coach – “Abbiamo giocato contro squadre difficili e siamo stati nella posizione di vincere le partite“.
Indiana non riesce a raccogliere ciò che semina e questo può essere dovuto essenzialmente al vecchio discorso della mancanza di personalità nei momenti chiave. Addirittura qualcuno ha ipotizzato che il vero problema sia l'assenza di Dunleavy ma anche quella di Diener, capace di far rifiatare Ford quando Jack deve giocare da shooting guard. Dettagli, ma che forse fanno la differenza tra una vittorie ed una sconfitta.
Il pensiero di un avversario, Ray Allen, sintetizza un po' il tutto. “Penso che i Pacers siano una buona squadra” - ha detto Allen – “Sono sorpreso che al momento il loro record sia questo perchè loro sono sicuramente meglio di quello che il record dice“.
L'inaspettata ma ottima vittoria casalinga contro i Lakers per 118-117 sembrava potesse essere finalmente la svolta per la stagione perchè dopo diverse partite buttate al vento la fortuna assisteva Indiana che grazie ad un tap-in sulla sirena da parte di Troy Murphy portava a casa la partita.
Proprio le positive prove di Murphy in questa stagione, soprattutto a rimbalzo, stanno impressionando. L'attuale media 10.6 rimbalzi a partita lo colloca addirittura secondo come miglior rimbalzista di sempre della storia dei Pacers per media, pareggiando Clark Kellogg (1982-83) e appena dietro Dale Davis a quota 10.9.
“E' stata una grande vittoria per noi” – diceva Granger – “I Lakers sono una delle migliori squadre della NBA statisticamente e noi abbiamo giocato fino alla fine al passo loro“.
Stavolta erano i Pacers a rimontare e per giunta un passivo di 16 punti accumulato ad inizio quarto periodo. “Una grande vittoria per noi e per i nostri tifosi” – diceva O'Brien – “Per battere questa squadra a fil di sirena ci voleva una grande serata. Una bella sensazione, speciale per tutti i Pacers“.
L'adrenalina della partita vinta non portava bene il giorno seguente sul campo dei Celtics, dove obiettivamente non sarebbe bastata solamente una buona prestazione per battere in un back-to-back le prime due squadre della lega.
Indiana se la giocava per un tempo, ma al secondo crollava di fronte alla stanchezza e alla potenza dell'avversario con un parziale di 26-6 ad inizio terzo quarto decisivo per il 114-96 pro-Celtics a fine gara. “Avevamo più energia di noi che siamo calati mentalmente e fisicamente” – si giustificava Granger.
Altra roba rispetto alla grande partita della Conseco Fieldhouse nella seconda partita assoluta della stagione, quando i Pacers riuscirono a battere Boston con 16 lunghezze di scarto, infliggendogli una delle sole due sconfitte rimediate da loro in stagione.
Un'impresa che sembrava addirittura potersi ripetere qualche giorno dopo, di nuovo a Indianapolis e "casualmente" nel giorno del 52esimo compleanno di Larry Bird.
Indiana perdeva 117-122 dopo un tempo supplementare ma aveva il rammarico di aver buttato l'ennesima gara sul finire dei tempi regolamentari quando avanti di tre lunghezze e con pochi secondi da giocare concedevano un extrapossesso e una tripla a Pierce per il pareggio. 0-3 il record dei gialloblu nelle partite finite al supplementare.
Importanti erano le prove di Granger e Daniels, ma si pagavano alcuni errori fondamentali ai liberi nell'overtime. Jarrett Jack con una grande prova uscendo dalla panchina (17 punti in 32 minuti) si faceva preferire al rivale Ford nei momenti chiave, mentre da rilevare era la seconda partita spettatore del rookie Brandon Rush.
E' un momento di flessione per il rookie campione NCAA. Fino ad ora non ha avuto tantissima continuità e approfittando del momento magico di Stephen Graham (sempre pronto quando viene chiamato in causa, fino a quel momento aveva totalizzato 41 minuti di impiego) O'Brien ha preferito quest'ultimo come "swingman" uscente dalla panchina. “Ho tanta fiducia in entrambi ma ho voluto dare una chance anche a Stephen“.
Rush aveva segnato solo 15 punti complessivi nelle ultime tre uscite. “Stanno giocando contro grandi giocatori, grandi squadre, le più aggressive della lega” – diceva O'Brien sui rookie – “In alcuni casi se loro non stanno facendo bene, come è stato nel caso di Roy Hibbert qualche settimana fa, è meglio per loro stare in panchina e guardare un pò. Ho tantissima fiducia che Brandon diventerà un grande giocatore e lo diventerà quest'anno“.
Anche Josh McRoberts si sta pia piano ritagliando minuti e opportunità in queste ultime partite. Il suo apporto fatto soprattutto di energia è stato apprezzato dal coach che però vuole da lui maggiore sacrificio in fase difensiva.
Nel mezzo delle partite con i campioni in carica, una sfortuna trasferta a Cleveland a cui non serviva neanche un Lebron trascendentale (appena 11 punti ben 16 in meno rispetto alle medie stagionali) per liquidare i Pacers 73-97. Era la partita con il minor numero di punti messi a segno in una serata in cui l'accoppiata Daniels-Granger tirava solamente 14 volte.
“Non avevamo nessun tipo di energia sia in attacco che in difesa” – diceva uno sconsolato Jack a fine gara – “Ci hanno battutto in tutte le fasi del gioco“
Unica nota lieta erano i 14 punti di Graham, compresa una bella e spettacolare schiacciata nel secondo quarto.
Non era andato l'attacco in particolare, ma la difesa ha concesso nelle ultime quattro partite quasi 110 punti a partita, decisamente troppi per un team che in precedenza si era distinta per essere una delle migliori squadre per punti concessi all'avversario.
Quattro trasferte consecutive aspettano i Pacers. Toronto dell'ex Jermaine O'Neal, Detroit, Milwaukee e Washington, vietato uscirne a mani vuote.