Numeri da fenomeno per Wade!
Le Olimpiadi ce l’hanno restituito in tutta la sua classe.
Miglior marcatore della nazionale a stelle e strisce, anche davanti a Lebron e Kobe.
Diciamo la verità , a lungo andare l’avevamo sentita la mancanza di Flash, lo scorso anno, con Miami sprofondata nei bassifondi della Lega, e lui alle prese con i guai al ginocchio, culminati nell’operazione di marzo.
Ora è tornato, accidenti se è tornato.
Gli Heat non sono più una squadra da lotteria, al draft hanno pescato i giocatori giusti, sfruttando bene la seconda scelta (Beasley) e portando in Florida, nell’ambito di uno scambio con i T-Wolves, la guardia Mario Chalmers, uno dei più intriganti e promettenti giocatori usciti dal draft 2008. Che, guarda caso, è andato a formare proprio una bella coppia con Dwyane Wade, tanto in fase offensiva, quanto (soprattutto Chalmers) in difesa. Ne parleremo.
Intanto la 26enne stella di Chicago si è presentata ai nastri di partenza di questa nuova stagione regolare in grande spolvero. Di questi tempi non c’è statistica che non lo veda tra i primissimi: punti, assist, steals.
E allora viene lecito chiedersi dove possa arrivare il talento di Marquette, già campione Nba poco più di due stagioni fa, con una squadra che dopo aver vissuto la più tribolata stagione della sua storia (15 vittorie, peggior record di franchigia, che ha pareggiato quello della stagione di esordio, 1988-1989) sta cercando di trovare una nuova dimensione.
La ricostruzione è avviata, o meglio è ben avviata. Largo ai giovani, a partire dal nuovo head coach (Erik Spoelstra) fino ai rookies, ma le carte in tavola sono ancora tante. Buona parte del futuro dipende da come le giocheranno la dirigenza, e da qui sarà più chiaro anche il destino dello stesso Wade, che dopo aver risolto i guai al ginocchio vuol tornare a vincere.
Wade oggi
Di ritorno dalla Cina, D-Wadesi è messo al lavoro con i suoi nuovi compagni, trovando una squadra decisamente rinnovata. Di certo non gli saranno sfuggiti i punti deboli della franchigia: lo si è visto recentemente nella gara contro gli Houston Rockets, quando Miami si è trovata di fronte una squadra con un centro classico, vero, di ruolo,. E sono iniziati i dolori. Risultato: o gli Heat trovano Dwyane in serata di grazia, oppure scatta la sconfitta.
E’ questo il punto debole della squadra, ma non è detto che presto non si metta mano al roster per porre rimedio a questa situazione. Particolare non secondario, per il futuro di Flash, che nell’estate del 2010 (uh! Ma Tu guarda che casualità …) potrebbe anche liberarsi. Potrebbe…
Molto dipenderà anche da quale roster e da che situazione Wade troverà in quel momento.
Oggi più che mai i tifosi degli Heat possono godersi la loro star, che si sta esprimendo al massimo delle sue potenzialità .
Il numero 3 di Miami ha iniziato quella che finora può definirsi la sua migliore stagione in carriera, con un rendimento cresciuto in quasi tutte le voci dello scout: punti per partita (28.7), rimbalzi (4.9), assist (7.9), recuperi (2.3) e addirittura stoppate (1.7). Al momento sono le migliori medie di tutti i 6 anni trascorsi nella Lega.
Il tutto senza contare i due career highs polverizzati in questo avvio di campionato, tiri da 3 realizzati in una sola partita (4), e stoppate (5).
Statistiche non prive di significato, ma che anzi indicano chiaramente lo stato di forma di un Flash tornato a stupire.
Wade sa di avere sulle spalle nuove responsabilità , ma sembra esserne ben consapevole; ne sono prova gli ottimi risultati della squadra in questo primo mese abbondante di gare. Il record (9-9), se considerato quanto accaduto lo scorso anno, è una manna per ritrovare la via della post-season, e buona parte del merito può essere attribuita al buon Dwyane.
Tutti i miglioramenti di cui abbiamo parlato, trovano poi una perfetta sintesi nelle statistiche individuali che vedono l’ex stella di Marquette prima per punti realizzati, seconda nei recuperi, ottava negli assists distribuiti ai compagni e quarta in quella che negli States si chiama “efficiency”, in pratica l’analisi della produzione di un giocatore per ogni gara.
E’ un Wade caparbio, determinato, a tratti addirittura scatenato: i 37 +13 messi insieme contro Golden State in un pirotecnico 130-129 (della serie”W la difesa”) parlano per lui, ma sono solo l’ultimo bottino conquistato nelle prime 18 gare disputate in stagione regolare.
Spesso è Flash nel primo quarto di gioco a suonare la carica per i suoi, ed è sempre lui a tenere in mano i palloni che scottano nel quarto periodo.
Un esempio su tutti.
Heat in viaggio sulla costa Ovest della Nba, nella quarta di sette gare consecutive in calendario nella Western Conference. Miami impegnata allo Staples contro i Clippers, alla fine vincitori di un soffio (97-96). L’ottimo Al Thorton è in marcatura su Wade, che compie un palleggio di troppo e si fa soffiare il pallone. Ma non per niente lo chiamano Flash: lui riparte, rincorre l’avversario avviato a una sicura schiacciata e gli cancella il tiro con una stoppata da urlo, con tanto di recupero di palla.
Un episodio, solo un episodio, a mio modo di vedere tuttavia particolarmente significativo per comprendere lo spirito e la voglia che animano il Wade di questo periodo. Che non si tira indietro quando c’è da provare il tiro deciviso, come dimostra il tentativo fallito allo Staples all’ultimo secondo.
A questo punto bisogna considerare la questione da altri punti di vista, fare un passo in più e provare ad azzardare qualche ipotesi. La prima, per esempio: Wade mvp?
Non è affatto un azzardo, no davvero. Con questo rendimento, l’esplosiva guardia di Chicago ha tutti i requisiti per puntare a questo titolo. A frenarlo, semmai, potrebbero essere solo i risultati della squadra, soprattutto se non dovesse centrare i playoffs. E poi ci sarebbero i principali concorrenti per il most valuable player, uno in particolare. Per tutti è l’anno di Lebron James, e probabilmente è davvero così.
Ma se Wade continuerà su questa strada, e se resterà a ruota magari sfruttando eventuali gare (o periodi) di assenza del Prescelto, che intanto sta saggiamente dosando le sue forze (35 minuti in campo ogni sera, contro i 40 e più degli anni scorsi), potrà continuare a sperare fino all’ultimo.
Una cosa li accomuna: sono i giocatori franchigia, i trascinatori, i leaders dentro e fuori dal campo.
Wade domani
E qui, eccoci all’altra questione: per quanto ancora DW resterà in Florida?
Come abbiamo detto sopra, la ricostruzione a Miami sembra ben avviata e le cose, per quanto nelle possibilità di questo roster, vanno bene. Tutto facile? Certo che no. Perché se quest’anno si potrebbe comprendere, e tollerare, l’eventuale mancata qualificazione agli agognati playoffs, per la prossima stagione le aspettative dovrebbero salire di grado.
Il modo migliore è quello di procedere sera dopo sera, e poi tirare le somme a stagione conclusa.
Il gruppo, tutto sommato, è abbastanza buono; l’arrivo di un centro competitivo, magari tramite trade, completerebbe la prima fase del lavoro. A quel punto, se ci si arriverà , si dovrà dare il via alla seconda fase, quella che porterà all’estate 2010, quando scadrà il contratto di Dwyane.
Recentemente Wade ha dichiarato tutto il suo amore per Miami e la sua comunità , che potrebbe spingerlo a restare ancora a lungo.
Tuttavia, le cose potrebbero anche andare diversamente.
Tutti guardano ormai all’estate 2010, ma forse converrebbe tenere le antenne dritte fin dalle prime battute della prossima stagione, perché molte cose potrebbero cambiare già prima del 30 giugno 2010.
Tra le ipotesi che sono circolate negli ultimi tempi, e che in un certo senso riguardano di riflesso anche LBJ, non può essere dimenticata quella secondo cui le grandi manovre inizieranno a campionato in corso, soprattutto se alcuni giocatori in questione dovessero essere lontani dal titolo (o dai vertici delle classifiche). Insisto, solo ed esclusivamente ipotesi e voci, ma chissà …
Se Wade decidesse di muoversi, e quindi non rinnovare con Miami, la possibilità di una trade che non lasci nessuno a bocca asciutta potrebbe prendere piede seriamente.
Una cosa è certa: il fenomenale Wade di questi tempi, farà la fortuna qualunque squadra lo avrà con sé tra due anni.