E' probabilmente che questa sfida diventerà un classico nel prossimo decennio…
"Che cosa può impedirgli di diventare il numero uno? Soltanto un infortunio o la presenza, in contemporanea, di un giocatore più forte di lui".
Tante volte abbiamo sentito una frase del genere in riferimento ad una grande promessa, appartenente a qualsiasi sport. E anche nel basket questo concetto ha accompagnato la carriera di tanti campioni, da Magic Johnson a Michael Jordan, fino ad arrivare ai più recenti Tim Duncan e Shaquille O'Neal, tanto per citare qualche nome illustre.
Soprattutto dopo la comparsa del mitico Shaq, ormai prossimo a chiudere la carriera nei Phoenix Suns e presente nella Lega fin dal 1992, gli appassionati di basket hanno aspettato con ansia l'arrivo di un giocatore che potesse rilevarne l'eredità .
Inutile dire che l'attesa è durata molti anni ed è stata vana, dal momento che madre natura non assegna 2 metri e 16 di altezza per 150 e passa chili a tutti gli esseri umani.
Ma soprattutto non assegna quel talento che ha fatto di Shaq un fenomeno anche dal punto di vista tecnico nè quella voglia di vincere che in pochi hanno, non solo nel suo ruolo ma in assoluto.
Dopo tanto tempo, però, siamo giunti a due, probabili, punti di svolta: quanto al primo, dobbiamo risalire addirittura al draft del 2005, quando i Los Angeles Lakers chiamarono, con la decima scelta, un ragazzo di nome Andrew Bynum, proveniente dalla St. Joseph High School.
Diciassette (!!!) anni, quasi 2 metri e 10 di altezza per 120 chilogrammi di peso, e un destino già segnato.
Soltanto 12 mesi prima O'Neal era andato via dalla California, e si cercava un giocatore, possibilmente giovane, che potesse sostituirlo. Bynum, quasi subito soprannominato "il bambinone", venne scelto come colui che avrebbe ricoperto quel compito.
Di lì a poco avremmo assistito alla comparsa di uno dei giovani più reclamizzati degli ultimi anni, dato come sicura prima scelta del draft 2007 già dai primissimi mesi del 2006: stiamo parlando naturalmente di Greg Oden, vittima di uno sfortunato incidente che lo ha bloccato per tutta la sua stagione da rookie ma che ora si sta ritagliando uno spazio molto importante nei Portland Trail Blazers. Il ragazzo non si è scoraggiato, ha lavorato nell'ombra per un anno e si è presentato ai nastri di partenza, pronto per dare il suo contributo.
Inutile dirlo, nel ruolo di centro tra i prospetti più giovani loro due sono i più forti e i più interessanti, non solo presi singolarmente ma anche se vengono comparati l'uno con l'altro.
Innanzitutto l'età : Bynum è più "vecchio" di 3 mesi rispetto al suo collega (ottobre 1987-gennaio 1988), entrambi sono alti 2 metri e 13 e pesano 130 chili.
Malgrado la giovane età hanno alle spalle un infortunio importante a testa, occorso per entrambi nel corso della stagione 2007-2008 a causa delle loro ginocchia.
Dulcis in fundo, provengono da due stati confinanti: Oden è di Buffalo, stato di New York, mentre Bynum è di Plainsboro, stato di New Jersey.
Fino a qui, le caratteristiche che li accomunano.
Ben diverse furono le aspettative che accompagnarono il loro ingresso nella NBA: abbiamo già parlato di come il nome del futuro centro dei Blazers fosse sulla bocca di tutti ben prima di essere scelto al draft 2007, mentre il centro dei Lakers entrò nella Lega in punta di piedi o quasi.
Nessuno sapeva bene cosa aspettarsi da lui, anche se il fatto di essere scelto da una delle squadre più prestigiose e di essere il giocatore più giovane ad essere mai stato scelto in un draft potevano bastare per creare attese positive nei suoi confronti.
Sul piano tecnico, che è poi quello che più ci interessa, ci troviamo di fronte a due giocatori piuttosto diversi tra loro: Bynum è più attaccante, Oden più difensore.
Entrambi hanno ottime capacità come stoppatori, ma mentre Bynum si aiuta più con il fisico quando si trova a giocare nella propria area, Oden sembra avere una maggiore mobilità e una tendenza ad eccellere in tutti i fondamentali difensivi, partendo dalla difesa sull'uomo fino ad arrivare ad una velocità di piedi insospettabile per un centro di quella stazza.
Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda la fase offensiva: Bynum, pur giocando costantemente con uno tra Gasol e Odom al proprio fianco, con Bryant e compagnia bella supera costantemente la doppia cifra per quanto riguarda i punti (12 a partita).
Al di là di questo dato, il numero 17 gialloviola ha mostrato di volersi migliorare, e mentre nei suoi primi 3 anni a Los Angeles lo si vedeva concludere le azioni solo mediante lay-up o schiacciate, adesso ha differenziato il proprio gioco offensivo. Ganci, avvitamenti e anche un tiro dalla media che per ora non entra con continuità ma che potrebbe diventare un'alternativa interessante in futuro per il suo gioco.
Oden non ha, ad eccezione di Brandon Roy, degli All-Star al proprio fianco, ma se sulla sua validità dal punto di vista difensivo non si avevano dubbi ha dimostrato di poter dare il proprio contributo anche nell'area avversaria.
La potenza non gli manca, e la sensazione è che piano piano le sue prestazioni miglioreranno sempre di più. Le cifre (8 punti di media) e ciò che vediamo in campo per ora non hanno niente di particolarmente sensazionale, se ci riferiamo alla sola fase realizzativa, ma bisogna ricordarsi due cose fondamentali:
– questo è a tutti gli effetti il suo primo anno nella Lega, e la storia insegna che almeno un anno di ambientamento ai massimi livelli ci vuole.
– viene da un infortunio che lo ha tenuto fuori un anno, e anche il solo giocare con la paura di potersi fare di nuovo male è qualcosa che bloccherebbe in molti e che invece non lo sta condizionando. E a 20 anni una reazione di questo tipo è sinonimo di maturità .
Quanto alle loro doti come rimbalzisti, hanno già mostrato di avere qualcosa in più rispetto al 95% dei giocatori NBA: la capacità che solo i grandissimi possiedono di "occupare" la zona circostante il canestro per catturare il pallone dopo che questo ha colpito il ferro.
E' una sorta di capacità innata che li porta ad essere nel punto giusto al momento giusto, e infatti vanno spesso in doppia cifra anche in questa statistica (quasi 10 rimbalzi di media per Bynum, quasi 8 per Oden, cifre destinate a crescere soprattutto per quest'ultimo).
Certo, nell'immediato futuro reciteranno due ruoli diversi: Bynum si trova in una squadra pronta a vincere da subito, che annovera nelle proprie fila dei giocatori esperti nel pieno della propria maturità cestistica. Oden, invece, dovrà aspettare qualche anno (ma non troppi…) prima di poter competere ai massimi livelli, e vista la giovane età media dei suoi compagni rischia di trovarsi in una realtà competitiva per un lustro, e anche più.
Io credo che, alla luce di quanto detto sopra, il confronto tra questi due ragazzi potrà davvero essere uno dei duelli-chiave per il futuro della NBA: entrambi giocano nello stesso ruolo e sono molto simili fisicamente e anagraficamente quanto diversi dal punto di vista tecnico.
Certo, gli auguriamo di raggiungere i fasti di Russell vs. Chamberlain come qualità dello scontro, ma ci accontenteremmo anche di qualcosa di meno.
L'unica pecca, se così vogliamo definirla, è che entrambi giocano ad Ovest… quindi non si scontreranno mai in finale, a meno di trade difficilmente ipotizzabili al momento.
Meglio non pensarci, l'importante è che ogni anno, a fianco dei campioni affermati, ci siano anche delle belle speranze che promettono grandi cose per il futuro.
E indubbiamente questi due ragazzoni hanno tutte le carte in regola per far sognare i tifosi delle proprie squadre, e gli appassionati di basket in generale, proprio come altri grandissimi giocatori hanno fatto prima di loro.