Thomas e Mobley sono arrivati a New York non esattamente per motivi tecnici…
Dopo lo scambio Iverson-Billups un'altra giornata di grande mercato si è consumata nella NBA. In particolare la Grande Mela cestistica è stata scossa da un terremoto le cui conseguenze finali si vedranno completamente tra 2 anni. Non è fantasia, è solo NBA con tutti i suoi risvolti. Cerchiamo di analizzare i perchè di una giornata di intenso mercato NBA.
Innanzitutto ricordiamo i freddi estremi dei due scambi: nel primo, New York ha scambiato Zack Randolph e Mardy Collins con i Los Angeles Clippers ricevendo in cambio Tim Thomas e Cuttino Mobley; nel secondo New York ha mandato a Golden State Jamal Crawford in cambio di Al Harrington.
Nel giro di 24 ore Mike D'Antoni e Donnie Walsh hanno ribaltato il roster dei loro New York Knicks; non si può dire che non ce lo si aspettasse, ma le due trade sono arrivate praticamente in contemporanea e questo fatto ha fatto impennare l'interesse del mondo NBA.
Anche Warriors e Clippers hanno modificato il volto dei propri roster.
Le domande di tutti sono le solite: chi ci ha guadagnato?
Quali motivazioni hanno spinto alla trade le 3 squadre?
Andiamo con ordine…
New York Knicks
Si parte da loro anche perché è da loro che è partito tutto.
E' da mesi che è ufficiale in tutta la lega che New York vuole liberarsi dei contratti lunghi e pesanti per arrivare al 2010 con abbastanza spazio salariale per firmare LeBron James, in uscita eventuale da Cleveland grazie a una player option nel suo contratto.
Erano principalmente due i giocatori con contratti del genere in mostra al Madison Square Garden: Zack Randolph (oltre 17 milioni di dollari) e Eddy Curry (oltre 11 milioni).
Obbiettivamente il mercato attuale del secondo è simile a quello dei titoli della Lehman Brothers alla borsa di Wall Street, per cui ci vorrebbe un miracolo per trovare acquirenti.
L'ex Portland invece è stato messo in vetrina da D'Antoni, e visto che il ragazzo talento offensivo ne ha da vendere, i suoi 20,5 punti e 12,5 rimbalzi a partita un po' di appeal in giro per la lega l'hanno creato.
Certo non si poteva sperare di portare a casa dei fenomeni, ma a Walsh interessavano i contratti, soprattutto la durata. E si può dire che non gli è andata nemmeno male guardando il valore dei giocatori: Tim Thomas che ha già dimostrato di saper giocare bene nel sistema di D'Antoni, seppur se solo per 26 gare ai Suns e Cuttino Mobley, guardia che forse il suo meglio lo ha già dato, ma sicuramente affidabile.
Tim Thomas è un cavallo di ritorno, avendo giocato una stagione e mezza ai Knicks fino al 2005; se si pensa che fu scambiato per arrivare a Eddy Curry verrebbe quasi da sorridere.
Dal punto di vista tecnico i Knicks erano e rimangono una squadra mediocre; Mobley si deve adeguare al gioco di D'Antoni e ai suoi ritmi. Capacità di mettere punti ce l'ha, bisogna vedere le motivazioni che avrà dopo la trade che non ha proprio apprezzato tanto.
Tim Thomas è un po' logoro, è molto alterno e già con i Suns amava troppo giocare oltre la linea del tiro da 3. Potrebbe non avere un grande impatto anche perché a New York vedono di buon occhio la crescita, nel ruolo di ala forte, di Chandler e in futuro, di Gallinari.
Inoltre, sempre in quel ruolo ci sarebbe anche l'altro neo acquisto, Al Harrington che potenzialmente è quello che più di tutti ha le caratteristiche per adattarsi bene al gioco di D'Antoni. Ha tiro, ha stazza per giocare ala forte, ma ha atletismo per correre; viene da un sistema simile nel quale, prima di entrare in rottura con Don Nelson, produceva bene.
Assieme a David Lee e al rientrante Jared Jeffries dovrà fronteggiare i lunghi avversari mettendola sulla corsa e su chi segna di più, proprio come predica il suo nuovo coach.
Ma come detto non è solo il reale valore dei giocatori acquisiti che interessava la proprietà newyorkese; interessavano i contratti, e quelli di Thomas e Mobley sono perfetti. Entrambi scadono nell'estate 2010 liberando salary cap per dare la caccia a LeBron. Quindi lo scambio ha un senso a prescindere dalla capacità tecnica, comunque discreta, dei giocatori coinvolti.
Un po' più complicato da capire è lo scambio che ha portato Crawford a Golden State e Al Harrington a New York. Certo, anche in questo caso si è liberato spazio salariale, ma si è sacrificato un giocatore che sembrava perfetto per il gioco di D'Antoni.
Crawford è uomo da 20 a partita con il 45% da 3 fino ad ora in stagione. Sembra difficile trovare di meglio. Eppure Walsh e D'Antoni hanno preferito prendere Harrington e il suo contratti di soli 2 anni. Cosa hanno in mente? Usiamo la macchina del tempo e andiamo all'estate 2010 a fare un po' di fantabasket"
Anno 2010, giocatori sotto contratto a New York:
– Eddy Curry (si presume opterà per rimanere nel contratto che gli garantisce 11 milioni abbondanti),
– Jared Jeffries (quasi 7 milioni se rimane nel contratto come è prevedibile),
– Danilo Gallinari (3,3 milioni) e Winston Chandler (poco più di 2 milioni) presumendo che i Knicks confermino i loro contratti stipulati nell'anno del draft.
Il totale è di 23 milioni e spiccioli. Non si considera al momento l'opzione di una trade per Curry, cosa che risolverebbe non pochi problemi. Nel 2010 il salary cap sarà di circa 59 milioni, il che vuol dire grande spazio di manovra per New York.
Certo è che per attrarre LeBron ci vuole una squadra da titolo, e, non se la prendano i sopra citati, qui si è proprio lontani dall'esserlo (a meno di esplosioni del Gallo o di Chandler, ma per ora si ragiona sullo stato dei fatti attuale). LeBron potrà aver un contratto intorno ai 17 milioni di dollari.
Ne rimangono poco meno di 20 per costruire il resto.
New York ha dimostrato che con molto meno si costruisce un cast di supporto adeguato, ma al Boston Garden c'erano i Big Three, ai Knicks ci sarebbe un Big One, non basta.
Si potrebbe sperare di firmare un altro dei big che dovrebbe sfruttare come LeBron la player option nel 2010 (Wade, Bosh, ma anche Stoudemire, Nowitzky, Redd). Rimarrebbero più o meno 3 milioni da spendere sul mercato. Più la mid level excemption (circa 5,5 milioni nel 2010) e le altre varie eccezioni minori. Difficile pensare di mettere in piedi un roster da titolo così facendo.
Diciamo che per dare a LeBron il cast necessario a puntare all'anello bisogna essere molto abili a giocare con salary cap, rinnovi di propri free agent, e attenzione al mercato dei free agent.
Si può pensare di mettere sotto contratto LeBron e poi rinnovare Nate Robinson, David Lee e Chris Duhon, sfruttando le regole del salary cap.
La mossa successiva è quella di usare le excemption per completare il roster, cercando soprattutto una guardia che possa togliere un po' di pressione da LeBron. Certamente la cessione di Curry prima del 2010 potrebbe essere una mossa decisiva per costruire una squadra adeguata da presentare al "prescelto".
Fantabasket? Molto probabile, ma sicuramente ai Knicks si lavora con un progetto tecnico a lungo termine. Walsh ha chiaramente scommesso che riuscirà a convincere un big a venire al Madison nel 2010. Non sarà facile, tante squadre si stanno preparando per quell'estate e anche le varie Cleveland, Miami, e Toronto non staranno a guardare andar via i propri gioielli senza tentare qualcosa.
Intanto tocca a D'Antoni non affondare con un roster che è di medio basso livello a Est.
Harrington può portare ancora più versatilità giocando da ala forte. Si punta sul rientro di Jeffries per il ruolo di centro in modo da completare le rotazioni accorciate dall'uscita di Zack. Insomma, sembra plausibile un obbiettivo di 30-35 vittorie quest'anno. A 40 a est si rischia di andare ai playoff: ci vorrebbe un mezzo miracolo dantoniano.
Golden State Warriors
Ci voleva proprio una guardia" A parte la battuta, la mossa di Don Nelson ha spiazzato un po' tutti perché è andato a prendere un ottimo giocatore in un ruolo in cui dire che i Warriors sono profondi è un eufemismo. Per i 3 ruoli esterni, considerando anche la presenza tra un paio di mesi di Monta Ellis, Golden State può contare su una decina di giocatori attualmente nel roster.
Prendendo atto della marginalità dei minutaggi di Marcus Williams, Belinelli e DeMarcus Nelson, rimane comunque una rotazione difficile da gestire se non per un mago dell'improvvisazione come Nelson.
Riassumendo brevemente: Monta Ellis, Crawford, Maggette, CJ Watson, Azubuike, Morrow , per un totale di 144 minuti da distribuire per i 3 ruoli. I primi 3 teoricamente hanno le potenzialità per essere un settore piccoli tra i più temibili della lega. Bisogna vedere come il coach troverà la chimica giusta e come saprà gestire i tanti mugugni in panchina.
Tutto questo considerando che Stephen Jackson passa ufficialmente ad ala grande di ruolo a supporto di Biedrins. Dalla panca saranno Turiaf e Brendan Wright a dare fiato ai "lunghi" di Nelson. Non c'è che dire, l'atipicità non spaventa i Warriors, anzi è la loro forza.
Ma Monta Ellis rimarrà sulla baia?
Qualche dubbio dopo l'acquisizione di Crawford c'è.
Sicuramente il rapporto con la società si è incrinato dopo il rinnovo di contratto e l'immediato infortunio della guardia, soprattutto considerando il primo tentativo di Ellis di mascherare l'infortunio come un normale incidente di gioco durante la propria preparazione personale estiva. Tutto questo potrebbe spingere la dirigenza, che nel ruolo è coperta, a vedere cosa offre il mercato in cambio di un giocatore che 2 stagioni fa è stato votato Most Improved Player dell'NBA.
Con l'acquisizione di Crawford i Warriors bloccano ulteriormente il loro salary cap e si chiamano fuori dalla lotta ai free agent del 2010. C'è comunque movimento sulla baia, perché ci sono troppi giocatori negli stessi ruoli e alcuni potrebbero avere mercato; Ellis, ma anche Marcus Williams e perché no, anche il nostro Belinelli. Non resta che rimanere in attesa e vedere le prossime mosse di Nelson.
Los Angeles Clippers
Quando il GM porta a casa un talento come Zack Randolph, ma in quel ruolo sei già coperto, il coach si chiede cosa ha in mente la società . Quando il GM e l'allenatore coincidono nella stessa persona non si dovrebbero avere dubbi sul fatto che c'è un progetto nell'aria.
Sicuramente ai Clippers la situazione è questa, o almeno lo sperano i tifosi dei velieri. In meno di 3 mesi Dunleavy ha portato a casa Camby e Randolph, completando con Kaman una front line completa sotto tutti i punti di vista. C'è difesa e intimidazione con Camby, c'è intensità e presenza a rimbalzo con Kaman e c'è talento e indisciplina con Randolph. Ma forse ci sono troppi galli nel pollaio.
I rumors dicono che questo terzetto potrebbe a breve sciogliersi perché le offerte cominciano ad arrivare. Il più gettonato nei pettegolezzi di mercato è Kaman, che farebbe comodo a tantissime squadre. Senza nemmeno sforzarsi a pensare troppo Charlotte, Miami, Oklahoma City sono le prime franchigie che farebbero il salto di qualità con il centro "tedesco".
L'arrivo di Randolph in cambio sostanzialmente di due giocatori buoni, ma che il meglio forse l'avevano già dato, apre spiragli per un rinnovamento del roster dei Clippers. Considerando lo spot di play a posto con il Barone, quello di ala piccola occupato da un Al Thornton in netta crescita e il pacchetto lunghi formato da Randolph e Cambi (o Kaman se il sacrificato fosse l'ex Nuggets), dal mercato si potrebbe trovare quello che manca per fare sul serio persino a Ovest.
L'attuale titolare nel ruolo di guardia è Ricky Davis, alla sesta squadra NBA in 10 anni; non proprio il più affidabile della lega in quel ruolo. Alle sue spalle spinge Eric Gordon, buon prospetto, ma ancora acerbo e fisicamente sotto media rispetto ai pari ruolo NBA. Trovare una shooting guard più affidabile sarebbe un affare per i Clippers, completando un quintetto molto equilibrato.
Anche in questo caso si è sforato nel fantabasket, quello fatto di rumors e ipotesi. La realtà dice che Dunleavy deve trovare il modo di far convivere 3 giocatori abituati ad avere minutaggi elevati. Anche psicologicamente sono giocatori con la testa piena di pensieri: Camby deve ancora smaltire lo smacco della cessione da Denver in cambio praticamente di nulla, Kaman deve convivere con le voci di mercato e Randolph deve dimostrare che il suo carattere e il suo atteggiamento possono passare in secondo piano con quel talento nelle mani. Inoltre bisogna dare continuità a chi sostituirà Mobley come guardia e anche qui i punti interrogativi sono molti.
Ci sono ancora troppi dubbi su questi Clippers; sono pochi quelli che nell'NBA considerano chiuse le operazioni di mercato di Dunleavy. Così non si risale la china ma forse ci sono le basi per ripartire con un progetto di 2 o 3 anni.