L’OTTOvolante

Che fatica coach, che fatica…

Come racchiudere in un titolo l'andamento della squadra nelle prime due settimane (clamorosi alti e bassi anche all'interno dei singoli incontri) e uno dei temi principali da affrontare (la rotazione a 8 uomini)? Ecco" adesso potrete quindi pensare a come rinchiudere, me, ma non prima che abbia offerto il giusto tributo a due illustri colleghi con il primo capitolo del “De Fiatone” (ve l'avevo promesso, no?!?)

RISULTATI [7-3]

L – Hawks @ Magic 99-85
L – Magic @ Grizzlies 84-86
W – Kings @ Magic 103-121
W – Bulls @ Magic 93-96
W – 76ers @ Magic 88-98
W – Wizards @ Magic 81-106
L – Blazers @ Magic 106-99
W Magic @ Thunder 109-92
W Magic @ Mavericks 102-100
W Magic @ Bobcats 90-85

Analisi

Apertura con una sconfitta abbastanza pronosticabile. Gli Hawks sono ormai da un paio di stagioni un'autentica bestia nera per i Magic e il troppo entusiasmo ha portato i giocatori ad affrontare in modo superficiale l'impegno. Evidente però sin da subito la bontà  dell'ingaggio di Pietrus, migliore in campo non solo per la pochezza altrui.

Con i Grizzlies invece si è (per fortuna presto e prima di ulteriori danni) toccato il fondo: buon primo tempo, poi tracollo tra terzo e quarto periodo (leit motiv di questo inizio di stagione), sempre a causa dello scarso impegno dei giocatori e dello scarso apporto offensivo dei membri della panchina, una delle peggiori della Lega fino a questo punto.

La sconfitta è arrivata grazie ad un numero da fenomeno vero di Rudy Gay, ma è probabilmente stata importante per dare un evidente segnale d'allarme al gruppo.

Il ritorno all'aria di casa e le strigliate di coach Van Gundy hanno dato maggior serenità  nell'ambiente e il calendario ha dato una mano, con i Magic che si sono trovati ad affrontare due squadre in evidente difficoltà  (Sacramento e Washington), una in rodaggio (Philadelphia) e una alla ricerca di un'identità  (Chicago), peraltro in una partita che ancora una volta sembrava chiusa, ma che una certa superficialità  e il solito blackout, stavolta nei minuti finali, hanno rimesso in discussione.

Questa serie di vittorie è coincisa con la scelta di Van Gundy di affidarsi a una rotazione ridotta ad otto elementi, con i soli Johnson, Bogans e Battie ad alzarsi dalla panchina; il sacrificato è stato un deludente JJ Redick, mentre per i frequenti problemi di falli di un troppo aggressivo (almeno lui") Pietrus il rookie Courtney Lee ha potuto esordire come specialista nella propria metà  campo.

Il match con Portland ha ulteriormente confermato i dubbi sull'attenzione e l'impegno della squadra, aggiungendone altri su coach Van Gundy, che ha peccato di lucidità  e di capacità  di gestire i momenti di difficoltà  all'interno delle singole partite. In pratica un intero quarto, 11 minuti a cavallo tra la terza e la quarta frazione, senza un singolo canestro dal campo, il tutto condito da uno 0/4 di Howard dalla lunetta all'apertura del 4° periodo; immancabile e scontata la fuga dei Blazers, bravi poi a controllare il vantaggio (loro sì") e a chiudere l'incontro.

La passerella contro i Thunder (privi di Durant, senza il quale probabilmente faticherebbero a vincere 5 partite in tutta la regular season) è servita soprattutto a Dwight Howard, capace di realizzare la prima tripla doppia in carriera con un sontuoso 30+19+10 (stoppate), mentre potrebbe rivelarsi importante il successo ottenuto a Dallas (dopo 10 anni di sconfitte nella città  Texana) in un finale piuttosto concitato.

E' vero che i Mavericks al momento appaiono lontani parenti della contender delle stagioni passate ed è vero anche che ancora una volta negli ultimi secondi di gioco i Magic hanno giocato per perderla, ma il carattere dimostrato nella rimonta (gap in doppia cifra recuperato nel quarto periodo) è senza dubbio importante, anche se restano pesanti dubbi sulla capacità  della squadra di mantenere alta l'intensità  per tutti i 48 minuti.

Contro i Bobcats infine vittoria piuttosto striminzita, ma che non è mi apparsa il discussione, con Howard limitato dai falli e dal buon sistema difensivo di coach Larry Brown e Turkoglu in parziale miglioramento.Passiamo al momento di forma dei singoli giocatori"

Chi sale

Pietrus - fino ad ora, grande acquisto.
Fin troppo aggressivo e a volte poco lucido, ma è l'unico che attacca il ferro, è il miglior difensore della squadra, al momento (parole di Van Gundy, chiedere a Dallas per conferma) è il miglior tiratore, insomma, a parte i problemi di falli (in via di rapida soluzione) un colpo azzeccatissimo che pare aver risolto anche a medio-lungo termine il dilemma sulla posizione di SG titolare.

Nelson - partito malissimo, si è però dimostrato l'anima della squadra, il leader carismatico e vocale, insostituibile da questo punto di vista. Oltre alla consueta efficacia realizzativa (oltre a non essere un play gioca off the ball, quindi il basso numero di assistenze ha una giustificazione) sta facendo l'impossibile in difesa, cercando di ovviare ai ben noti limiti fisici. E tra l'altro è uno dei pochi ad impegnarsi davvero.

Battie - su di lui c'erano molti dubbi, soprattutto dal punto di vista fisico, ma a questo livello è utilissimo. Difesa, rimbalzi, piazzato dai 5m quasi automatico. Una risorsa importante, nonché collante notevole per la chimica del gruppo. Rientro davvero fondamentale, oltretutto in condizioni fisiche decisamente buone.

Chi se la cava

Howard - impressionanti la tripla doppia (che poi volendo è la seconda, solo che l'altra era arrivata con punti, rimbalzi e" ehm" palle perse) e i numeri in generale, ma sistemi difensivi accorti lo limitano enormemente (Charlotte) e conferma di non essere ancora un giocatore di pallacanestro. Incapacità  di leggere in attacco, tecnica approssimativa, liberi sempre peggio (opinione personale e non solo: troppi muscoli = niente tocco, cui credo si debba aggiungere un impegno insufficiente in allenamento nel fondamentale), insomma, spaventoso, ma ancora lontano dal poter dominare. Forse è un po' troppo "pompato", soprattutto dall'esterno, e un po' d'umiltà  e di voglia di lavorare e migliorarsi non guasterebbero.

Johnson - forse sotto le aspettative, ma alla fine il suo ruolo è ben definito e non sta deludendo. Certe scelte offensive potrebbero non essere tutta farina del suo sacco, quindi la sufficienza c'è.

Lee - buon impatto difensivo, ottimo sulle linee di passaggio, in grado di passare davanti ai blocchi e di stare con avversari di livello (Nick Young, Roy, Fernandez, Westbrook, Jason Terry). L'impegno è totale, in attacco è forse ancora un po' timido, ma si farà , pochi dubbi. Con Pietrus il ruolo è a posto, problemi difensivi in SG scomparsi, con il francese in grado di tenere i 2/3 e il rookie ottimo sulle combo. Bel pick.

Bogans - Ottimo in attacco, impresentabile in difesa (vedi "De Fiatone"). Decisivo in alcuni finali, come a Charlotte, eccellenti percentuali, ma nella sua metà  campo soffre anche avversari modesti; gli allenatori avversari lo sanno e ne abusano. Chiedere a Joe Johnson, Gay, Roy, anche Matt Carroll su un quarto di campo gli è andato via in palleggio. Ma le colpe vanno cercate altrove"

Chi scende

Turkoglu - ok, non ha fatto la preparazione estiva ed è paurosamente indietro a livello di condizione fisica. Ma in tale situazione e con la mano fredda non si spiegano l'ostinazione nell'affidarsi al jump shot forzato e/o senza ritmo e la testardaggine nell'ergersi a clutch scorer. Lievi progressi a Charlotte, ma ancora non ci siamo.

Lewis - per certi versi, vedi sopra. Non varia le soluzioni, è vero che Howard occupa l'area, ma Battie sarebbe il compagno di frontline ideale per permettere a Shard di portare l'avversario in post. Mano freddissima, poco responsabilizzato, fino ad ora deludente, se non altro la condizione fisica sembra esserci.

Redick - non è cambiato nulla. Si impegna, alla morte, ma non può biasimare coach e società  per la mancanza di spazio. Purtroppo si sta dimostrando inadatto, i limiti fisici lo rendono dannoso in difesa e inutile in attacco, essendo evidente la fatica nel liberarsi dal marcatore diretto e ad avere tiri puliti. E anche quei pochi, li ha sbagliati. Scongelato contro Charlotte, nel suo futuro solo una trade, ammesso che a qualcuno interessi.

Cook - vedi sopra, Fisicamente impresentabile, oltretutto visibilmente scocciato negli scampoli di partita giocati, anche per lui trade ammesso che a qualcuno interessi"

De Fiatone – (l'angolo del Coach)

Il titolo è stato coniato da due illustri colleghi nella notte d'esordio contro gli Hawks.
D'altronde Van Gundy sembrava esausto, completamente privo di energie spese inutilmente per spingere una squadra in quell'occasione allo sbando, aveva davvero il fiatone"

La realtà  è un po' diversa e fino a questo punto le colpe di un rendimento appena sufficiente vanno divise equamente con i giocatori.

Partiamo dalla fase offensiva: non si capisce la scelta di lasciare palla in mano a un Turkoglu in condizioni precarie e anche ammesso non ci fossero alternative forse valeva (e vale ancora) la pena di tenerlo un po' più sotto controllo.

Lewis è sfruttato poco e male, con Howard in panchina e Battie in campo potrebbe esser servito in modo continuativo in post ed essere la prima, seconda e terza opzione offensiva, mente troppo spesso sta (o viene messo) a stazionare sul perimetro.

Per finire in occasioni come il blackout realizzativo di oltre 10' contro i Blazers non si sono visti schemi che potessero portare punti facili e non si è attaccato a sufficienza il canestro; ok la libertà  d'azione, ma a volte sarebbe meglio basarsi più sull'esecuzione, pur se flessibile, che sull'interpretazione individuale.

In sostanza sembra quasi che Van Gundy non abbia il controllo della fase offensiva e/o che stia prendendo una strada rischiosa"

Dal punto di vista difensivo l'unico grande errore è a mio parere l'utilizzo di Bogans come stopper, quando Pietrus e Lee hanno caratteristiche nettamente migliori. Keith conosce senza dubbio meglio il sistema, ma quando si viene isolati (come accade ormai sistematicamente) contano solo ed esclusivamente le capacità  individuali e come più volte ripetuto Bogans non è minimamente in grado di tenere certi giocatori, che puntualmente lo violentano. Davvero incredibile che nessuno se ne sia ancora accorto, incredibile.

Discutibile, ma a mio parere per il momento necessaria, la riduzione delle rotazioni a 8 (più Lee) elementi. E' vero, si rischia di logorare i titolari, non si da spazio e modo di entrare in forma e in ritmo ai membri della panchina che in seguito torneranno certamente utili e non si permette ai giovani di crescere, ma è diventato immediatamente necessario far risultato e probabilmente nel futuro c'è una rotazione a 10 (con Gortat) con minutaggi ridistribuiti.

Meglio per il momento affidarsi alle certezze e mettere fieno in cascina, dato che oltrettutto almeno per quanto riguarda l'aspetto realizzativo dalla panchina arriva pochissimo.

Partenza quindi sufficiente, ma facilitata da una calendario benevolo, con molti aspetti negativi riguardanti soprattutto l'attitudine mentale, che si spera possano essere presto corretti; evidente infatti la sensazione che se concentrati i Magic abbiano il talento e le potenzialità  per giocarsela con tutti o quasi ed evidente anche che non sono certo le prime due settimane di stagione a poter preoccupare dal punto di vista dell'effort. Però su, SVG, dai"

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