Top 5 NBA – Ali grandi

Kevin Garnett, attualmente il numero uno del ruolo…

La carenza di centri veri e propri, l'evoluzione del gioco e l'influsso del Vecchio Continente hanno fatto sì che la classica ala grande interna e con movimenti spalle a canestro sia spesso schierata da 5, affiancata nello spot di PF da giocatori di tipologia differente, più perimetrali.

Non a caso il miglior interprete all-time del ruolo, Tim Duncan, ha giocato da ala solo fino al ritiro di David Robinson, (2003, in pratica per la prima metà  della carriera) e alcuni tra i giovani più promettenti (Horford, Al Jefferson, prima ancora Amare Stoudemire e Okafor) sono per scelta e/o necessità  schierati come centro.

Di conseguenza lo spot di 4 è spesso occupato da ali piccole riadattate o dai cosiddetti tweener, giocatori che possono giostrare tra i due ruoli di ala a seconda delle occasioni; si passa quindi dai casi limite come Rashard Lewis (SF fatta e finita) a Josh Smith e Marion che in certi sistemi di gioco rendono meglio da "4" che da "3", a una lungo elenco di ali piccole che per spezzoni più o meno lunghi di partita si adattano: un esempio su tutti Posey, che nei momenti importanti era sempre in campo al fianco di Garnett, a formare una frontilne decisamente atipica (lo stesso KG ha spesso giocato da SF), ma anche tremendamente efficace e soprattutto vincente.

Esistono poi altre atipicità , come PF dal gioco più interno rispetto al C cui sono affiancati (Boozer), giocatori con caratteristiche spiccatamente perimetrali (Bosh, Jamison) e" beh, i Golden State Warriors di Don Nelson (un tweener come Harrington schierato centro), il tutto a rendere il panorama del ruolo estremamente variegato e di difficile definizione.

In ogni caso ecco quelle che a mio parere sono le top 5 (+1) PF della NBA attuale. Adesso. OGGI.

5 - Elton Brand

E' vero, ha saltato praticamente tutta la passata stagione per infortunio. Ma stiamo parlando di un quasi MVP (2006), un giocatore da 20+10 in carriera che pienamente ristabilito si trova ad essere la tessera mancante nel puzzle di una franchigia rivelazione degli ultimi mesi.

Sottodimensionato (2,03), ma eccellente stoppatore e rimbalzista, soprattutto offensivo, e realizzatore completo fino a 5m dal canestro, aggiunge alla grande tecnica (movimento di piedi, finte, appoggi a canestro con entrambe le mani, tiro frontale) una struttura fisica imponente e la capacità  di utilizzarla su entrambi i lati del campo.

A Phila sarà  la principale arma offensiva di coach Cheeks, che nel ruolo di power forward nella passata stagione alternava Young (ala piccola) e Evans (classico Energy guy che da il meglio di se in una ventina di minuti di utilizzo in uscita dalla panchina); l'upgrade è evidente e con un Brand ai livelli del 2006 i Sixers possono davvero pensare in grande.

4 - Dirk Nowitzki

A proposito di candidati MVP, eccone uno che il trofeo l'ha vinto. Sembra passata un'eternità , ma solo 18 mesi fa il tedesco alzava la statuetta intitolata a Maurice Podoloff dopo una stagione eccezionale sia per sé che per i Mavs allora allenati da Avery Johnson.

Repertorio offensivo infinito fronte a canestro con ball handling e tiro da guardia, movimenti in post non disprezzabili, rimbalzi, grande grinta, capacità  di caricarsi la squadra sulle spalle nei finali di partita, ma anche limiti evidentissimi in fase difensiva e una cronica inconsistenza ai Playoffs che probabilmente gli precludono traguardi più grandi.

L'arrivo del grande amico Jason Kidd avrebbe teoricamente dovuto far svoltare i Mavs, ma come i più scettici temevano tale svolta è avvenuta in senso negativo ed anche nella stagione che sta per iniziare i Texani non sembrano in grado di puntare all'anello.

Nowitzki è soprattutto un giocatore da isolamenti, da mismatch e da attacco schierato, che non necessita di particolari aiuti da parte dei compagni, per semplificare gli basta avere la palla in mano" insomma, non esattamente il contesto nel quale un giocatore come Kidd, pur se di intelligenza cestistica senza eguali, possa esprimersi al meglio e come detto i pochi mesi di RS che i due hanno giocato insieme hanno lasciato parecchi dubbi. Duro lavoro per coach Carlisle"

3 - Amare Stoudemire

Vale il discorso sulla difesa fatto per Dirk e va inoltre aggiunto che molto più del tedesco Stat pare aver bisogno di essere servito nel modo giusto (Nash è una garanzia da questo punto di vista) per produrre.

Resta il fatto che a livello offensivo si fatica a trovare di meglio sopra i 2.05: il grave infortunio di due stagioni orsono, che pareva potesse metterne a rischio la carriera, ha permesso a Stoudemire di lavorare sul tiro frontale al punto da renderlo automatico o quasi anche a 5m dal canestro; l'atletismo non è più quello del 2005, ma gli permette in ogni giocate (schiacciate, ricezioni, rimbalzi e stoppate) ad altezze proibite a quasi tutti gli altri lunghi NBA; la sua rapidità  è determinante per smarcarsi in area, ma soprattutto per correre in campo aperto, tutte situazioni che con Nash in cabina di regia assicurano punti facili.

L'arrivo di Shaquille O'Neal ha aperto ulteriori spazi ad Amare, non più costretto ad impegnare il centro area, e ne ha esaltato il potenziale, ma come si diceva anche lui, come Nowitzki, pare troppo poco incisivo in difesa (ed anche indietro a livello di comprensione del gioco, si veda la poca propensione al passaggio e la difficoltà  a prevedere le giocate altrui e reagire di conseguenza) per poter ambire all'anello.

2 - Tim Duncan

C'ho pensato parecchio e come per la stesura tutte le classifiche di "gradimento" sono determinanti il parere personale e la percezione di certi aspetti.

Il Caraibico ha come unico vero difetto le percentuali non entusiasmanti dalla lunetta; tolto questo è il trattato di pallacanestro di sempre, difensore interno eccezionale, rimbalzista (di posizione, non è atleta da highlights) incredibile, giocatore dall'intelligenza cestistica senza eguali, grande passatore, realizzatore completo e con ampia gamma di soluzioni (può tirare dai 4-5 m. con quel meraviglioso e inimitabile bank shot, mettere palla per terra, concludere in semi gancio con entrambe le mani dopo aver ricevuto spalle a canestro e puntualmente disorientato il marcatore diretto con una delle innumerevoli finte delle quali è capace"), dotato di tecnica enciclopedica sui due lati del campo e capace di alzare a piacimento il livello di gioco nelle occasioni che contano (tripla nel supplementare di gara 1 con i Suns") al punto da essere probabilmente il giocatore più dominante a livello Playoffs dell'intera Lega.

Ma la fascite plantare è sempre un problema (certo, non come 4 stagioni orsono), l'età  non è più verdissima, gli acciacchi iniziano a farsi sentire e i compagni (Ginobili e Parker su tutti) danno certezze, ragioni per cui in regular season Duncan gioca spesso con le marce basse.

Sapersi gestire è certamente un pregio e i picchi di rendimento della miglior PF di tutti i tempi restano inarrivabili, ma il fatto che giochi sempre fin troppo sotto controllo porta a valutarne l'impatto reale e non quello teorico, anche se c'è da dire che gli Spurs appaiono invecchiati e meno competitivi rispetto alle recenti campagne (anche se è anno dispari"), che Manu sta recuperando da un infortunio e che quindi in questa stagione Tim dovrà  probabilmente prendere in mano la situazione molto prima della trade deadline, cambiando le carte in tavola. Ma al momento…

1 - Kevin Garnett

Ok. Non è un clutch scorer e se la partita è punto a punto meglio affidarsi a qualcun altro. Stop. I difetti di KG finiscono qui.

Giocatore di aggressività  unica, forse il miglior all-around in circolazione, uomo squadra per eccellenza, in grado di marcare efficacemente 4 ruoli e per questo devastante sui cambi difensivi, una piovra sulle linee di passaggio, rimbalzista e stoppatore di livello assoluto, passatore eccellente, attaccante completo e di grande intelligenza, devastante soprattutto nel mid-range game.

Anima dei Celtics neo-campioni, nonostante le cifre in calo (in pratica le più basse della carriera) è reduce da una delle due migliori stagioni della carriera (l'altra lo ha visto vincitore dell'MVP), ha migliorato i compagni, li ha resi più consapevoli della propria forza ed alla prima vera occasione di centrare il bersaglio grosso ha privilegiato il risultato di squadra a discapito delle statistiche personali, incanalando nel miglior modo possibile l'enorme sete di vittoria che lo caratterizzava.

In valore assoluto Duncan resta davanti, dal punto di vista della carriera il confronto non si pone nemmeno e con i se i ma non si va da nessuna parte (se Garnett avesse avuto una squadra all'altezza etc.) ma per rendimento medio, impatto sui compagni e prospettive ritengo che adesso, OGGI, Garnett sia la miglior PF della lega.

Il futuro - David West

Per ultimo un'atleta che in questa stagione potrebbe giocare ad un livello tale da insidiare questa "top 5", insieme a Chris Paul il simbolo della grande sorpresa della scorsa stagione, quegli Hornets che si ripropongono come mina vagante e che sono probabilmente ad un lungo decente in uscita dalla panchina dalla possibilità  di mettere davvero paura alle avversarie.

Difensore e atleta discreto, buon rimbalzista e passatore, West a livello offensivo è pressoché dominante, soprattutto quando conta davvero (basti vedere la serie di PO contro Duncan e gli Spurs): devastante al tiro dai 5 metri, eccellente interprete di pick n' roll e soprattutto pick n' pop, in grado di costruirsi un tiro da solo con partenze frontali in palleggio o dopo la ricezione spalle a canestro, in possesso di un vasto arsenale di finte e movimenti, ha strameritato la convocazione all'ultimo All-Star Game e come detto punta a ripetersi e a portare nuovamente in alto.

Le premesse ci sono tutte"

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