New Orleans Hornets: Preview

Hornets verso la vetta dell'Ovest

Sorridi New Orleans, il Carnevale è già  iniziato!
I calabroni sono pronti ad abbattersi sulla Nba dopo la scorsa, positiva stagione chiusa in semifinale di conference per mano dei soliti San Antonio Spurs.

Estate di grandi aspettative per la franchigia della Louisiana, che già  all’inizio della scorsa stagione era considerata come una delle sicure protagoniste del campionato, oltre che uno dei “most improved teams” della Lega. L’anno che verrà  non potrà  che confermare, anzi migliorare quanto di buono si diceva degli Hornets.

Un roster cambiato poco rispetto alla scorsa stagione, ma con i risultati dello scorso anno potrebbe essere un motivo in più per aspettarsi qualcosa di buono da New Orleans.
L’ottima chimica di squadra costruita nell’ultimo campionato, ed un paio di innesti di ottima qualità  perfezionati durante l’estate, fanno degli Hornets una delle favorite assolute nell’Ovest del basket americano.

Conference: Western Conference
Division: Southwest

Arrivi: Devin Brown (Cleveland Cavaliers), James Posey (Boston Celtics), Sean Marks (Phoenix Suns), Courtney Sims, Jared Jordan (training camp contract)
Partenze: Jannero Pargo (Dinamo Mosca), Bobby Jackson (Sacramento Kings), Bonzi Wells (-)
Draft: –

Probabile quintetto base:
Playmaker: Chris Paul
Shooting guard: Morris Peterson
Small forward: Peja Stojakovic
Power forward: David West
Center: Tyson Chandler

ROSTER
Guardie: Devin Brown, Mike James, Jared Jordan, Chris Paul, Morris Peterson
Ali: Ryan Bowen, Rasual Butler, James Posey, Peja Stojakovic, David West, Julian Wright
Centri: Hilton Armstrong,Tyson Chandler, Melvin Ely, Sean Marks, Courtney Sims

Head Coach: Byron Scott

Commento

Con un record di 56-26, New Orleans si era presentata al via dei playoff forte del terzo miglior bilancio stagionale dell’intera Nba, lo stesso dei San Antonio Spurs, che poi avrebbero eliminato gli Hornets, e dietro solo a Celtics e Lakers (poi finaliste).

Insomma, c’era di che andare comunque soddisfatti nonostante l’eliminazione dalla corsa al titolo, soprattutto considerando che la squadra della Louisiana, l’anno precedente, non era andata oltre le 39 vittorie, guardando i playoff dal divano di casa.

Sono diversi i fattori che hanno influito su questo sensibile miglioramento.
Anzitutto l’avvento di Byron Scott, coach of the year, che in quattro anni da capo allenatore ha portato la franchigia dalla miseria di 18 vittorie racimolate solo 4 stagioni fa, al livello attuale; e poi ancora la crescita di un giocatore come Chris Paul, leader indiscusso, la costruzione di una squadra equilibrata, con una panchina forse un po’ corta, ma con qualità  e sostanza.

I più critici potrebbero obiettare che alla squadra qualcosa manchi, soprattutto nel reparto guardie, ed in particolare in posizione 2, la shooting guard. Chris Paul, lo scorso anno uno dei migliori cinque giocatori della lega in stagione regolare, garantisce qualità  e minuti; Mo Pete e Mike James sono ottime spalle, ma con un’altra guardia di valore ed un centro di esperienza in grado di alternarsi con Chandler, gli Hornets avrebbero tutte le carte in tavola per giocarsi il titolo.

La franchigia della Lousiana resta comunque una delle principali candidate alla conquista della Western conference.
Giusta la scelta del proprietario George Shinn e del gm Jeff Bower di non snaturare troppo un roster che lo scorso anno ha dimostrato tutta la sua qualità , e che nel 2009 potrebbe raggiungere traguardi mai neppure intravisti in passato.

L’obiettivo di regular season resta quello di arrivare più in alto possibile ad Ovest, e poi cercare di oltrepassare lo scoglio della semifinale di conference. Il che, sulla carta, potrebbe non essere un problema. Bisognerà , questo sì, gestire con grande attenzione il minutaggio dei big in stagione, per averli in buone condizioni nel momento decisivo dei playoff, e sperare che dalla panchina il contributo in termini di punti, minuti e, soprattutto, qualità , sia davvero importante come ci si augura.

In post season i problemi aumentano: l’esperienza diventa fondamentale, e la lezione di qualche mese fa contro gli immortali San Antonio Spurs dovrebbe essere servita.

New Orleans dovrà  fare i conti, anche nella stagione che sta per iniziare, con la division probabilmente più dura ed equilibrata di tutta la Nba.
Lo scorso anno i Calabroni chiusero in testa con lo stesso record degli Spurs, una vittoria in più dei Rockets, con Dallas leggermente staccata e Memphis a chiudere.

Una situazione che potrebbe riproporsi anche quest’anno, se i pronostici verranno rispettati: Houston, recuperando Yao, con T-Mac in condizione e l’innesto di Artest, potrebbe insidiare il primato degli Hornets. Di San Antonio, nonostante l’età  media, si conoscono ormai qualità  e soprattutto esperienza, anche perchè a dicembre tornerà  Ginobili; e poi i Mavs, con molti giocatori di straordinaria qualità  che forse sono giunti all’ultima possibilità  di proporsi per il titolo.

Byron Scott ha dalla sua il grande lavoro messo a punto con uno starting five tra i più affidabili della Lega, e che ora deve riuscire a dimostrare di poter lottare per vincere. Per il titolo.
Di Chris Paul, e del suo carisma da leader, abbiamo già  detto; con lui David West, giocatore di importanza capitale, cresciuto tantissimo nelle ultime 3 stagioni fino a divenire uomo da quasi 21 punti e 7 rimbalzi a partita.

E poi l’esperienza di Peterson, la solidità  di un centro come Chandler (che sfiora i 12 più 12 a sera), la qualità  del solito Stojakovic.

In pre-season, finora, nessun problema, a parte una leggera distorsione per Chandler nel corso della gara di apertura contro Golden State battuta di 3 punti; ben più ampia nelle proporzioni (+34) la vittoria contro Indiana, con un terzo quarto da 26-6.

Insomma, il 2008-2009 sembra l’anno buono per i New Orleans Hornets, in una Western Conference che rimane tosta, ma dove ora c’è una franchigia in più a lottare per il primato.
Pronostico secco?

La finale di conference sembra assolutamente alla portata di questa squadra, a patto che a maggio l’infermeria sia vuota e le pile siano ancora ben cariche.

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