Andrew Bynum riuscirà a dare più fisicità ai Lakers?
Ogni anno, ai nastri di partenza della stagione NBA, ci sono 4-5 squadre che vengono da subito additate come le protagoniste assolute della stagione che verrà .
Ci sono molti modi per costruire una squadra vincente, e anche se il compito delle 30 dirigenze che compongono il panorama del basket americano non è mai semplice, a Los Angeles sembrano azzeccarci molto spesso, risultati alla mano.
Nella fattispecie Mitch Kupchak e la famiglia Buss, dal 2004, hanno lavorato sodo per rendere i Los Angeles Lakers sempre più competitivi, e la finale raggiunta l’anno scorso ha ripagato l’ambiente losangelino di questi 4 anni di purgatorio, sia pure con l’amarezza dovuta alla sconfitta contro i Celtics.
La vera domanda da cui partire è: perchè i giallo-viola non sono riusciti a superare l’ultimo ostacolo? E’ una questione di mentalità oppure di inferiorità tecnico-tattica rispetto agli avversari?
A mio parere, entrambe le cose: l’anno scorso Boston sembrava più affamata e superiore anche a livello tecnico. Insomma, quella dei bianco-verdi non è stata di certo una vittoria casuale, e proprio da queste mancanze dovranno ripartire in California per arrivare al tanto sospirato titolo.
E allora, come si presentano Bryant e company all’appuntamento?
Quali sono le potenzialità di questa franchigia per il 2008-2009?
Scopriamolo insieme.
Conference: Western Conference
Division: Pacific Division
Arrivi: Josh Powell (FA)
Partenze: Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Ira Newble (FA)
Rookie: Sun Yue, Joe Crawford
PROBABILE QUINTETTO BASE
Playmaker: Derek Fisher
Guardia: Kobe Bryant
Ala piccola: Lamar Odom
Ala grande: Pau Gasol
Centro: Andrew Bynum
ROSTER
Guardie: Derek Fisher, Jordan Farmar, Kobe Bryant, Sasha Vujacic, Sun Yue, Joe Crawford, Coby Karl
Ali: Lamar Odom, Luke Walton, Vladimir Radmanovic, Josh Powell, Trevor Ariza
Centri: Pau Gasol, Andrew Bynum, Chris Mihm, DJ Mbenga
Head Coach: Phil Jackson
E’ incredibile come le cose possano cambiare in un anno: poco prima dell’inizio della passata stagione i tifosi dei Lakers stavano per perdere il loro uomo-simbolo, Kobe Bryant, mentre i tifosi delle altre squadre (Chicago in primis) si auguravano l’arrivo del futuro Most Valuable Player nella loro franchigia. Bryant è rimasto, complice una trade difficilissima da imbastire e la crescita, lenta ma progressiva, di tutto il gruppo, che ha portato ad una stagione inaspettata alla vigilia e proprio per questo ricca di soddisfazioni. Logico che per il 2008-2009 si punti in alto, da subito.
C’è un veterano, Derek Fisher, che ha mostrato la sua utilità nel corso dei 12 anni passati in NBA, ci sono dei campioni nel pieno della loro maturità cestistica (Lamar Odom, Pau Gasol), c’è un leader come il sopraccitato Bryant e, dulcis in fundo, un giovane centro che aspetta soltanto di poter rientrare in campo dopo 10 mesi di assenza per l’esplosione definitiva. Mi riferisco, ovviamente, ad Andrew Bynum, vero ago della bilancia per i giallo-viola in questa stagione.
Abbiamo già fatto notare che la squadra, per quanto si sia ben comportata l’anno scorso, è arrivata comunque seconda alla fine del campionato, e proprio nel centro 21enne risiedono le principali speranze per riuscire a compiere anche quest’ultimo passo ed arrivare così a quella vetta che manca dal 2002, quando in mezzo all’area c’era un fenomeno, sia dal punto di vista tecnico che fisico, come Shaquille O’Neal.
Rimbalzi, intimidazione, punti…tutte qualità che Bynum ha già messo in mostra nella scorsa stagione: aggiungeteci la giovane età , e quindi i grossi margini di miglioramento, più una forma fisica che pare finalmente ritrovata e capirete bene perchè si può essere davvero ottimisti su quello che potrà essere il suo apporto nel corso della stagione che verrà .
Al di là del quintetto base, molto importante è stato il rinnovo di Sasha Vujacic, che percepirà 5 milioni di dollari a stagione per i prossimi tre anni, mentre nulla si è mosso sul mercato, dal momento che l’unico acquisto è stato il free agent Josh Powell.
E se da giocatori come Walton e Radmanovic non ci si può aspettare niente di più rispetto a quanto fatto vedere l’anno scorso, una maggiore fiducia sembra esserci nei confronti di Jordan Farmar e di Trevor Ariza.
Il primo giocherà diversi minuti a partita per dare modo a Fisher di rifiatare, mentre Phil Jackson in persona ha dichiarato di puntare molto su Ariza, arrivando a prefigurare addirittura una sua partenza in quintetto (cosa già avvenuta diverse volte l’anno scorso).
Per finire, l’unica scelta al draft è stata la numero 58, con la quale è arrivato Joe Crawford, ruolo guardia: vediamo se il ragazzo sarà in grado di ritagliarsi un proprio spazio in un reparto già affollatissimo, ma al momento sembra più probabile un impiego in D-League per lui.
Sempre nello stesso ruolo giocherà anche Sun Yue, giocatore cinese scelto al draft 2007 e ancora tutto da valutare: anche lui non sembra pronto per recitare un ruolo importante, in più la mononucleosi che lo ha colpito in questi giorni non incoraggia a pensare positivo.
Come ogni squadra, però, i Lakers hanno punti di forza e punti deboli. E se il roster appare competitivo in tutti i ruoli, con delle alternative di qualità , ci sono due aspetti che possono rappresentare dei problemi. Mi riferisco principalmente al ruolo di ala piccola, e in seconda battuta la profondità del settore lunghi.
Cominciando dall’ala piccola, in questa preview ho indicato Lamar Odom come titolare, ma lo stesso Jackson non ha nascosto le sue perplessità in merito all’adattamento del giocatore in quella posizione.
I principali dubbi riguardano il suo tiro da tre, non affidabilissimo, e la sua tenuta difensiva su giocatori che giocano nel suo stesso ruolo e che nella maggior parte delle squadre sono più bassi e più leggeri di lui (2,08 m per 105 chili, un fisico da ala grande più che da ala piccola per il numero 7 gialloviola).
Insomma, con il suo allontanamento dall’area, necessario per far spazio a Gasol a fianco di Bynum, potrebbero peggiorare le sue prestazioni. Fino a che veniva chiamato a difendere sui lunghi avversari e a prendere rimbalzi in difesa, interpretando molto bene il ruolo di facilitatore in attacco, Odom ha dimostrato di essere un buonissimo giocatore, ma per i motivi che abbiamo esposto prima fatichiamo a vederlo difendere su giocatori più piccoli di lui e a vederlo diventare un tiratore di buon livello.
Non è un caso che Radmanovic partisse spesso in quintetto come ala piccola l’anno scorso: non era un giocatore di grande livello nè un buon difensore, ma il suo tiro rappresentava comunque una discreta garanzia, pur con tutti i suoi limiti di continuità e di talento. In questo senso, l’alternativa ad Odom ala piccola è Ariza, un giovane che già l’anno scorso si era fatto apprezzare per il suo atletismo ma che ancora deve dimostrare di saper “reggere” a certi livelli per un’intera stagione.
Se Ariza partisse titolare Odom partirebbe in panchina per fare il cambio dei lunghi, e indubbiamente sarebbe un cambio di qualità …tutto sta nella disponibilità del giocatore a lavorare sodo per dimostrare a tutti di poter ricoprire lo spot 3.
Staremo a vedere, certo è che quel contratto in scadenza da 14 milioni in sede di mercato potrebbe interessare molte squadre, e nel caso il numero 7 volesse rimanere a Los Angeles bisognerà vedere quali saranno le sue richieste economiche.
Sta di fatto che ci sono diverse opzioni tattiche da utilizzare, come Bryant da 3 e Vujacic da 2, oppure lo stesso Ariza o anche Radmanovic e Walton, che negli ultimi due anni sono partiti titolari nel ruolo.
Per quanto riguarda il settore lunghi, dietro al trio Bynum-Gasol-Odom non vedo nessuno in grado di garantire quell’affidabilità che Ronny Turiaf era riuscito a dare l’anno scorso.
In questo senso la perdita del giocatore, approdato ai Golden State Warriors, può rappresentare un duro colpo per i losangelini: Mihm ha passato gli ultimi due anni in infermeria, Powell non è particolarmente bravo e DJ Mbenga, per quanto metta tutto in campo, non può essere il primo cambio del centro titolare. Non è un problema insormontabile, intendiamoci, dal momento che comunque i tre giocatori più forti nel settore lunghi andranno a coprire quasi tutto il minutaggio, ma avere un quarto lungo di sicuro affidamento sarebbe stato l’ideale.
In conclusione, i Lakers iniziano la stagione con tante certezze e qualche situazione ancora da risolvere: in panchina c’è uno dei più grandi allenatori di sempre, e si respira grande ottimismo all’interno dell’ambiente…avranno ragione loro oppure, in una Western Conference ancora più competitiva, ci saranno brutte sorprese?
Al 30 ottobre, data d’inizio del campionato, per le prime risposte.