Mark Abbott, presidente della MLS. A lui e a Don Garber il compito di scegliere le due nuove franchigie per il 2011
Sono passati due anni da quando per la prima volta scrivemmo degli "espansionismi"della MLS, pochi mesi dopo l'annuncio di una nuova franchigia a Toronto, che portava a 13 il numero delle squadre nella lega nel 2007, cui poi nel 2008 si è aggiunta San Jose dopo due anni di assenza. Ma quella era una MLS diversa, che stava rialzando definitivamente la testa dopo la chiusura delle franchige Miami Fusion e Tampa Bay Rowdies e il trasferimento a Houston di quella di San Jose. Ma da allora sono stati inaugurati vari Soccer Specific Stadiums (Columbus, Los Angeles, Chicago, Dallas, Toronto, Denver, Salt Lake City, Seattle 2009) e per altri ci sono i lavori in corso (Red Bull Arena, Kansas City, Philadephia 2010) o progetti in via di approvazione (San Jose, Boston, Houston, D.C.). Stadi che hanno consentito alla MLS di mettere base definitiva nelle città che la ospitano, dando alle società solide basi patrimoniali e finanziarie. A ciò va aggiunto lo sbarco nella MLS lo scorso anno di David Beckham, che ha messo il campionato americano per la prima volta alla ribalta dopo oltre 20 anni dalla fine della NASL di Pelé, Giorgio Chinaglia, Johann Cruyff e Franz Beckenbauer, ma stavolta in una cornice assai più realistica e con radici assai più profonde nella società americana.
Ed è stato questo salto d'immagine che ha portato la MLS a mettere all'asta i due posti previsti nei piani d'espansione per il 2011, per di più al prezzo di $40 milioni ognuno. Si pensi solo che Toronto nel 2006 pagò un'expansion fee di $10 milioni, mentre Seattle per il 2009 e Philadelphia, per il 2010, $30 milioni. Una crescita impressionante in termini di valore per gli azionisti della MLS.
La MLS aveva fissato per il 15 ottobre la deadline per la presentazione delle domande d'ingresso per il 2011, ponendo alcune condizioni base: un gruppo di investitori dalle tasche profonde; un piano già approvato dalla città per lo stadio (20/30 mila posti); l'avere alle spalle un mercato interessato al calcio. Prima di andare a vedere chi ha risposto alla chiamata, viene da far notare una cosa. I club della MLS si stanno impegnando sempre più nella crescita dei giovani attraverso la Youth Development Initiative. Con l'allargamento da 14 a 18 squadre in 3 anni (e a 20 in 5), e col rischio impellente di non aver abbastanza giocatori di livello adeguato, non si poteva chiedere agli investitori potenziali di presentare un piano dettagliato anche per la strutturazione di un sistema giovanile proprio o quantomeno un'alleanza con un sistema locale di club giovanili? Ciò impegnando i club ammessi a mettere in piedi un sistema giovanile proprio entro 12/18 mesi dall'ammissione. Non sarebbe male se la MLS oltre a prestare attenzione all'aspetto finanziario ogni tanto prestasse maggior attenzione alla crescita tecnica dei giovani calciatori americani per un prodotto migliore sul campo.
Comunque, a rispondere alla chiamata della MLS sono state città : Atlanta, Miami, Portland, St. Louis, e le canadesi Montreal, Ottawa e Vancouver. La lista fa chiaramente comprendere il salto in avanti compiuto rispetto al 2004/2006: allora si parlava di città come San Antonio, assolutamente priva di tradizione calcistica, e Rochester (56° mercato televisivo d'America).
Partiamo però da chi nella lista non c'è. Manca infatti l'attesa proposta per la seconda franchigia di NY, per la quale Fred Wilpon, patron dei NY Mets aveva già dato la disponibilità , andando così a formare un'interessante rivalità con i NY Red Bulls. Ma è un'assenza solo momentanea, derivante - parole di David Howard, vicepresidente dei Mets - da un ritardo nei piani per il nuovo stadio di calcio che andrà a sostituire il demolendo Shea Stadium. NY dovrebbe quindi essere in prima fila per il nuovo giro di expansion che porterà la MLS a 20 squadre nel 2013. Non è in lista né in lizza neanche Las Vegas, visto che il gruppo guidato da Mark Noorzai ha deciso di investire entrando nell'azionariato del Columbus Crew, almeno per ora.
La MLS ha attualmente 14 squadre, che passeranno a 15 nel 2009, con l'ingresso del Seattle Sounders FC, e poi a 16 nel 2010, con l'arrivo di Philadelphia (anche se ci sono voci preoccupanti in relazione agli azionisti del gruppo, che sarebbero stati seriamente colpiti dalla crisi finanziaria in corso).
Andiamo quindi a fare una valutazione delle 7 proposte presentate alla MLS, in rigoroso ordine alfabetico.
Atlanta
La proposta di Atlanta è arrivata da pare di Arthur Blank, ricco proprietario di Atlanta Falcons (NFL) e Georgia Force (Arena Football League), e si sa, quando un patron della NFL chiama la MLS quantomeno ascolta interessata, specie se accompagnato da uno come l'ex GM del Columbus Crew Jim Smith, oggi vicepresidente per il marketing dei Falcons. Blank si è dichiarato disponibile a costruire uno stadio da almeno 20.000 posti che, tra terreni, parcheggio e ammennicoli vari verrebbe a costare in torno agli $80 milioni. Non poco di questi tempi, e per questo sarebbe già alla ricerca di fondi pubblici e sponsor. Il problema è che lo stadio sembrerebbe destinato ad essere costruito nei suburbs (Cobb e Kennesaw candidate principali), che come si è visto in altri casi non è proprio l'ideale. Inoltre, la concorrenza sul mercato mediatico/sportivo di Falcons (NFL), Braves (MLB), Hawks (NBA) e Trashers (NHL), oltre alla NASCAR, sembra difficilmente lasciar spazio per una squadra di calcio. Calcio che al momento di ad Atlanta è rappresentato nella USL 1st Division dagli Atlanta Silverbacks, che giocano al RE/MAX Greater Atlanta Stadium, 7.500 posti che diventeranno 15.000 nei prossimi anni, al centro però del Siverbacks Park, un complesso sportivo che aspira a diventare la casa dei 100.000 calciatori dello stato. Non solo: i Silverbacks hanno anche dato il via al settore giovanile, alla squadra femminile e ad una serie di iniziative per la comunità . Non avranno i soldi di Arthur Blake, che non ha voluto includere la proprietà dei Silverbacks nella proposta, ma certo il gruppo è ben radicato sul territorio. Blake invece, senza un piano definitivo per lo stadio, e senza un background tecnico, difficilmente sembra in grado di ottenere la franchigia MLS Atlanta.
Miami
La prospettiva di rivedere la MLS a Miami, dopo la chiusura del Miami Fusion nel 2001, sembrava ormai andata dopo che a gennaio la proposta del sindaco di finanziare un Saccer Specific Stadium all'Orange Bowl (location ideale per lo sport in quell'area) accanto al nuovo stadio dei Florida Marlins era caduta nel vuoto, così come il finanziamento, per assenza di investitori.
Ma ecco la sorpresa dell'ultimo minuto, l'investitore che non ti aspetti, un nome conosciuto in tutto il mondo del calcio: l'FC Barcellona. Il presidente del Barà§a Joan Laporta, insieme al miliardario boliviano (e proprietario del Bolivar FC) residente a Miami Marcelo Claure, ha infatti presentato una proposta per riportare il calcio a Miami, dichiarando addirittura di essere pronto per il 2010. Lo stadio infatti ci sarebbe già . Il Florida International University Stadium (15 km da Miami, 23.500 posti, finito di ristrutturare da poche settimane) con il duo Barà§a-Claure ha già un accordo .
Laporta, che ha presentato la propria proposta a Miami in settimana, in relazione alla possibile composizione della squadra ha dichiarato che questa diverrebbe un contenitore peri talenti che il Barcellona sta coltivando nelle proprie accademie in Argentina, Brasile e Messico, più qualche giovane promessa delle giovanili del Barcellona stesso, anche se qui qualche limite arriverebbe dalle necessità del team dela Liga. A questi si aggiungerebbero i giovani che la il nuovo team crescerebbe in alcune nuove accademie pronte a partire negli USA, e con l'esperienza dei tecnici del Barà§a non c'è da dubitare che di talenti ne uscirebbero eccome. Se poi parliamo di Designated Players, perché non pensare ad un Thierry Henry (forse troppo vecchio nel 2011) o al messicano Rafael Marquez (32 anni nel 2011) che attirerebbe le folle messicane.
Se il Barcellona dovesse farcela sarebbe il primo club europeo ad aver investito nella MLS, seguendo però le orme dei messicani del Chivas de Guadalajara, che nel 2005 hanno dato il via al Chivas USA. La proposta del Barà§a è estremamente attraente per prospettiva tecnica e potenza finanziaria, ma se andiamo ad analizzare tutti gli elementi in campo qualche problema c'è. Viene ovviamente in mente il fallimento del 2001, anche se dopo 7 anni la demografia è cambiata con l'aumento della popolazione ispanica, e inoltre il Fusion giocava a Ft. Lauderdale in uno stadio decrepito. Ma proprio lo stadio potrebbe essere un problema, visto che dal 2011 il FIU Stadium sarà portato a 45.000 posti, fuori dai canoni della MLS, e non c'è un piano per un nuovo stadio. E poi pensavamo di non dover più vedere le righe da Football, cosa che invece al FIU accadrà spesso. Di conseguenza, per noi, pollice verso. Di Chivas USA uno è anche troppo. Di un Barà§a Miami, nome cui anche Laporta si è riferito, non sembra proprio essercene bisogno.
Il Major League Soccer Commissioner Don Garber parla di expansion a Toronto prima del 2008 Major League Soccer All-Star Game
Montreal
Diciamolo chiaramente: Montreal è la candidata principale, quella sicuramente con maggiori probabilità di essere accettata nella MLS. Ha già un stadio per il calcio da 13.000 posti inaugurato nel 2007, e per il quale è pronto un progetto d'espansione a 20.000 al costo di $12 milioni. Le preoccupazioni della MLS riguardo la solidità finanziaria del gruppo Saputo sono poi state superate dall'ingresso nella cordata del finanziere George Gillet, uno dei due proprietari del Liverpool e patron di Montreal Canadiens (NHL) e del Gillett Evernham Motorsports (NASCAR). E poi Montreal è la maggior città canadese della lista (1.855 mila abitanti), multiculturale (70% francofoni, 260 mila persone di origine italiana), con alle spalle un progetto tecnico assai valido, quel Montreal Impact che andrebbe a costituire un'accesissima rivalità col Toronto FC, come già si è potuto vedere quest'anno nel Nutrilite Canadian Championship. Un punto importante infine è che il successo dei due team possa portare la MLS ad ottenere un contratto TV nazionale in Canada. Come diceva Dan Peterson: per me, numero uno.
Ottawa
Insieme a Miami è stata un po' la sorpresa, con una candidatura voluta fortemente da Eugene Melynk, patron degli Ottawa Senators (NHL). Capitale del Canada e seconda città per abitanti, nonostante un bello stadio da 30.000 posti, che ha anche ospitato alcune partite del Mondiale Under 20 2007, non esistono praticamente speranze per la capitale canadese di accedere alla MLS. Si aggiungano i non buonissimi risultati di pubblico della NHL, una tradizione calcistica locale inesistente, e la precedenza per Montreal e Vancouver. Non solo: la candidatura presentata senza il coinvolgimento della città e di altri soggetti economici locali sta già creando problemi a Melnyk, il cui progetto per uno nuovo stadio per il calcio è osteggiato da istituzioni e dalla Canadian Football League, che invece vuole ricostruire il Frank Clair Stadium, che un mese dopo il Mondiale U20 è stato chiuso a causa di alcune lesioni e in parte già demolito. Risultato: no.
Portland
Portland non è certo la città più grande della lista, né tantomeno Merrit Paulson il più ricco tra gli investitori. Ma i Timbers della USL 1st Division hanno già a diposizione uno stadio in città accanto all'autostrada che aspetta solo qualche fondo pubblico per poter essere sistemato in contemporanea alla costruzione di uno nuovo piccolo stadio del baseball per i Portland Beavers (Minor League), con cui attualmente condividono il PGE Park. A ciò si aggiunga il pubblico più caldo (insieme a quello di Montreal) della USL, un progetto tecnico di squadra, e il fatto che Merrit Paulson è il figlio del Treasury Secretary di Bush jr., Henry Paulson! Portland inoltre è grande rivale sportiva di Seattle, proprio quella rivalità nel Northwest che la MLS va cercando. Seconda della lista.
St. Louis
St. Louis è da sempre la culla del soccer USA, la città che diede i natali a molti degli eroi dei Mondiali 1950 e che oggi vede decine di migliaia di ragazzi (303.000, 10.2% della popolazione) giocare al calcio, primo sport praticato nell'area. La candidatura di St. Louis è guidata dal 38enne Jeff Cooper, che con la sua tenacità ha già ottenuto l'ok per il finanziamento di un Soccer Specific Stadium a Collinsville (20 km dalla città ). Ma la tenacità non vuol dire soldi, e Cooper ha già ammesso di avere problemi a pagare l'expansion fee da $40/50 milioni, anche se ora afferma di aver trovato dei compagni di cordata dalle tasche profonde, il cui nome è inserito nei documenti consegnati alla MLS. Lega che peraltro, nelle parole di Don Garber, ha già detto di volere fortemente perché ha bisogno di un team nel Midwest e di una rivale per Chicago. Ma la probabilità maggiore è che oltre al team femminile, già partito, St. Louis sarà costretta a rivedere le proprie aspirazioni e puntare sulla USL 1st Division (opzione già presa in considerazione da Cooper in caso di mancata ammissione), che peraltro si gioverebbe non poco dell'ingresso di una città in cui il soccer è così popolare, specie con la perdita di Seattle (2009) e, probabilmente, Montreal.
Vancouver
Per gli appassionati del soccer USA la possibilità di rivedere Vancouver (British Columbia) e i suoi Whitecaps al top è un'ipotesi assai affascinante. Il gruppo di investitori composto da Greg Kerfoot, attuale proprietario dei Vancouver Whitecaps campioni USL 1st 2006 e 2008, la stella dei Phoenix Suns (NBA) Steve Nash e l'ex presidente di Yahoo!, è sicuramente tra i migliori, e se, come hanno scritto alcuni media USA, se Vancouver fosse stata negli USA sarebbe stata sicuramente la numero due della lista dopo Montreal. Ma proprio la presenza di questa (la MLS non può assegnare due posti su due al Canada) sembra essere l'ostacolo principale, visto che il precedente dell'ok a seattle per il grande Qwest Stadium dà luce verde alla scelta dei Whitecaps per il rinnovato B.C. Stadium (60.000 posti su due anelli) dal 2011. Certo se Kerfoot riuscisse ad avere l'ok per il SSS al porto di Vancouver la situazione migliorerebbe, anche perché la visibilità che Nash (il cui fratello gioca con i VC nella USL 1st Division) potrebbe dare al team sarebbe incredibile. Ma appunto Montreal insieme alla fortissima candidatura di Portland nel Northwest sembrano bloccare Vancouver, che però potrebbe tornare in lizza insieme a NY per il 2012/13.
La decisione sulle due ammesse dal 2011, a detta del presidente della MLS Mark Abbott, sarà presa tra la fine dell'anno e il mese di marzo 2009.