Atlanta Hawks: Preview

Svegliati Joe, stiamo per partire!

“We had a taste last year. And now it’s about building on that and going forward. You never want to take a step back”

Quando Joe Johnson ha aperto bocca per rispondere alla classica domanda di fine estate, ha condensato tutto l’entusiasmo, la sicurezza e la speranza del gruppo che guida ogni sera; gli Hawks quest’anno puntano a tornare ai Playoff, migliorando la prestazione dello scorso anno.

Cosa significa? Record migliore in regular season e magari una quinta/sesta posizione nel tabellone playoff per evitare Boston e Detroit al primo turno

Conference: Eastern Conference
Division: Southeast Division

Arrivi: Maurice Evans, Randolph Morris, Othello Hunter, Thomas Gardner, Ronald Murray
Partenze: Josh Childress
Rookie: nessuno

Probabile quintetto base:
Playmaker:Mike Bibby
Guardia: Joe Johnson
Ala Piccola: Marvin Williams
Ala Grande: Josh Smith
Centro: Al Horford

Roster
Guardie: Mike Bibby, Acie Law, Speedy Claxton, Joe Johnson, Ronald Murray, Thomas Gardner
Ali: Marvin William, Maurice Evans, Josh Smith, Solomon Jones, Othello Hunter
Centri: Al Horford, Zaza Pachulia, Randolph Morris

Head coach
Mike Woodson

Commento

Inutile girarci attorno, il terremoto Childress ha scosso, e parecchio, l’ambiente Hawks; il dollaro debole ha permesso alle squadre europee di affacciarsi al mondo NBA con proposte serie e Josh il capellone si è velocemente diretto all’imbarco partenze estere, direzione Grecia..

Il nuovo GM, Rick Sund, è subito corso ai ripari firmando Murray e Evans, veterani molto utili alla causa, ma sicuramente non in grado di garantire tutti gli “intangibles” di Childress. Probabilmente il timore di smontare la macchina che, con un finale di regular season da 16W w 17L, ha riportato Atlanta alla post-season lo hanno frenato da mettere in atto cambiamenti più consistenti.

Quest’anno con 82 partite si dovranno portare a casa almeno 40-45 vittorie altrimenti il riconfermato Woodson rischia seriamente il posto; in estate le lamentele di Josh Smith riguardo il coach non sono passate inosservate e, se oltre al malcontento dei giocatori, anche i risultati non dovessero sorridire al coach sarà  necessario operare un cambiamento.

La conferma di Woodson è stata una sorpresa per alcuni, infatti la squadra raramente ha mostrato un gioco brillante e l’imminente scadenza poteva essere l’occasione per portare aria nuova in Georgia (non scordiamoci il licenziamento di D’Antoni che poteva trasformare gli Hawks in una nuova Phoenix), ma l’inattesa qualificazione alla post season ha “obbligato” il management a trattenere il coach.

Le speranze della squadra sono riposte nel sophomore Al Horford, personaggio decisamente interessante e, a mio avviso, uno dei giocatori più pronti mai uscito dal draft in questi ultimi anni. Horford è un lungo, probabilmente undersize per giocare centro, ha però una grinta ed una determinazione che l’hanno portato a chiudere la prima stagione in lega con 10 punti e 9.7 rimbalzi (nei Playoff ha ulteriormente alzato le cifre arrivando a 12.6 punti e 10.4 rimbalzi).

Quest’anno non so cosa aspettarmi da questo giocatore, ci sorprenderà  ancora incrementando il suo fatturato? Si scontrerà  contro il famigerato “muro del secondo anno”? Queste domande avranno risposta non appena comincerà  la stagione, certo è che già  confermando il valore mostrato lo scorso campionato rimarrebbe una pietra miliare del team, se invece dovesse salire al rango di stella gli hawks diverrebbero immediatamente una mina vagante della lega, in attesa soltanto di un coach che gli insegni a vincere.

Se l’ex Florida è ciò che mancava alla squadra non dobbiamo dimenticare chi è ad Atlanta già  da qualche anno ed ha gettato le fondamenta della qualificazione ai PlayOff dello scorso anno: Joe Johnson, Josh Smith e Marvin Williams in primis.

JJ è diventato il leader che nessuno si aspettava, porta alla squadra punti e soprattutto punti importanti, a mio avviso la serie con Boston l’ha definitivamente consacrato e gli ha dato la fiducia necessaria per prendersi i tiri pesanti, da quando è arrivato Bibby e lui non deve più creare il gioco per gli altri è tornato a fare quello in cui è maestro: segnare.

Smith, I’m sorry.. dovevo da anni le mie scuse a J Smoove, nei suoi primi anni l’ho considerato il tipico giocatore solo fisico, senza testa, senza ambizione, senza cuore. Il ragazzo mi ha stupito, dopo aver migliorato il tiro si è definitivamente spostato a fianco di Horford, in Ala grande, riuscendo a sfruttare a pieno le sue grandi doti fisiche e diventando uno dei migliori stoppatori della lega.

Marvin Williams è reduce dalla sua migliore stagione, finalmente ha mostrato qualcosa di buono e si è guadagnato il posto in quintetto. Sono stati necessari 3 anni per insegnare a questo ragazzo come sfruttare le sue doti, ma ora è un’ottima addizione alla squadra, 15 punti a partita con il 46% dal campo non sono cifre che passano inosservate, personalmente da lui spero un anno simile al passato, mi sembra ancora troppo fragile mentalmente per poter essere un fattore, fortunatamente in questa squadra non gli è richiesto di esserlo…

Completa il quintetto Mike Bibby, un playmaker vero, con esperienza da vendere, quello che serviva a completare il roster dei Falchi. L’arrivo dell’ex-Kings ha rivoluzionato la squadra lo scorso anno rendendola più quadrata, è stato in grado di guidarla e levare pressione da Joe Johnson, e contribuire anche con un ottimo tiro da fuori (ha avuto percentuali vicine al 40% da dietro l’arco).

La squadra è qui, questa appena descritta… Cosa? manca qualcosa? Si, in effetti avete ragione.
Il più grande difetto di questi Hawks è la mancanza di una panchina degna di questo nome, Pachulia, Murray, Evans, Claxton sono i nomi più importanti, è evidente che non sono al pari di quelle delle altre squadre, non c’è nessuno che possa dare un cambio di ritmo, oppure qualcuno in grado di girare la partita difensivamente.

Gli Hawks sono sempre una squadra giovane, e la dirigenza ha il compito di circondare questi ragazzi con elementi validi, specialisti in grado di far rifiatare veramente gli starters, dopodiché il successo sarà  affidato alla crescita ed all’affiatamento dei titolari.

Riassumendo Atlanta è alla stagione della conferma, la scorsa stagione hanno sorpreso tutti, ma adesso, in un est più competitivo, contro avversari consapevoli della loro forza, i falchi dovranno dimostrare di aver imparato a volare.

A mio avviso questa squadra è stata costruita bene, pur avendo investito molte scelte in modo a dir poco imbarazzante (Chris Paul e Deron Williams sarebbero stati utili..), ora ci troviamo ad un bivio, lasceremo le paure del passato e spiccheremo il volo o precipiteremo per dover ricominciare tutto dall’inizio?

Un tempo si sarebbe detto “ai posteri l’ardua sentenza”, oggi mi limito ad un in bocca al lupo, Hawks!

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