New York Knicks: Preview

Coach Mike D'Antoni saprà  dare la grinta giusta agli abulici Knicks delle ultime stagioni?

"Chiacchiere e distintivo, sei solo chiacchiere e distintivo"… chi non ricorda questa citazione di Rob De Niro negli "Intoccabili"…

I Knicks al momento sono poco più di una chiacchiera, ma a differenza degli anni scorsi, potrebbe essere la volta buona per una ricostruzione efficace. A meno di un mese dal via a New York la parola d'ordine è questa, ricostruire, magari sperando in un primo turno di playoff.

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic Division

Arrivi: Chris Duhon (FA)
Partenze: Freddie Jones (FA), Randolph Morris (FA), Renaldo Balkman (Denver)
Rookie: Danilo Gallinari, Patrick Ewing Junior

Probabile quintetto base
Playmaker: Chris Duhon
Guardia: Jamal Crawford
Ala piccola: Quentin Richardson
Ala grande: Zach Randolph (David Lee)
Centro: Eddie Curry

Roster
Guardie: Stephon Marbury, Jamal Crawford, Chris Duhon, Nate Robinson, Anthony Robertson, Mardy Collins
Ali: Zach Randolph, David Lee, Quentin Richardson, Wilson Chandler, Jared Jeffires, Malik Rose, Danilo Gallinari, Patrick Ewing Jr.
Centri: Eddie Curry, Jerome James.

Head coach: Mike D'antoni

Commento

Dopo le disastrose esperienze di Scott Layden e Isiah Thomas i Knicks si presentano al via della prossima stagione con un nuovo assetto tecnico dirigenziale che fa ben sperare. L'arrivo di Donnie Walsh alla presidenza, ed il successivo di Mike D'Antoni dopo i playoff sono un segnale incoraggiante. L'interrogativo che tutti i fan si pongono è: "basterà ?".

Il roster della squadra è rimasto pressoché invariato, fatta eccezione per qualche uscita di poco rilievo, e dall'ingaggio di Chris Duhon in cabina di regia. Non certo la rivoluzione che ci si aspettava nel corso dell'estate, specialmente se si considerano le caratteristiche degli attuali giocatori ed il loro impatto nel sistema di D'Antoni.

In primis il duo Randolph-Curry non pare certo il miglior asse ala grande\centro per il dogma dei "sette secondi" del'ex coach dei Suns.

Su Randolph in particolare sono circolati vari rumors circa una sua possibile cessione ai Clippers prima ed a Memphis in seguito. In entrambi i casi le contropartite non sono state all'altezza, motivo per cui l'ala dell'Indiana è ancora a Manhattan, anche se la sua valigia difficilmente verrà  disfatta da qui a Febbraio. Del resto lo stesso Walsh, non certo uno sprovveduto, sa benissimo che potrebbe ottenere migliori contropartite da una sua cessione, specialmente se in questa stagione le sue cifre risentiranno della cura D'Antoni.

La poco velata intenzione di cedere Zach rientra in quella che è l'attuale strategia di ricostruzione della squadra. Walsh sta cercando di avere maggiore flessibilità  salariale da qui al 2010, anno in cui il mercato dei free agent sarà  particolarmente ricco di talento (Lebron James, Dwyane Wade e Chris Bosh su tutti). Il problema è che l'eredità  di contratti di un certo rilievo è notevole, come il suo effetto sul salary cap dei Knicks (ndr: ricordo, per chi non lo sapesse, che i Knicks sono la squadra con il più alto monte salari della lega). Sarà  quindi una stagione impegnativa anche per il Front Office della franchigia, visto che raggiungere l'obiettivo sarà  necessario fare qualche scelta dolorosa, sia in termini di buy out che di eventuali scambi.

Una delle situazioni maggiormente incerte è quella del giocatore simbolo della squadra, quello Stephon Marbury che mai si è dimostrato determinante per le sorti dei newyorkesi. Quest'anno il giocatore entra nel suo ultimo anno di contratto, il che lo rende per definizione un assett, tuttavia va considerato che sarà  il secondo giocatore più pagato dell'NBA (per la precisione incasserà  21.937.500 $, alla pari con Allen Iverson).

Inoltre Stephon rappresenta una mina vagante per lo spogliatoio, che già  lo scorso anno avrebbe fatto a meno di lui. Walsh sta valutando la situazione, anche se molti danno per certo un buy out per Steph. Il dubbio che attanaglia Walsh è quello di negoziare i 20 e passa milioni di Marbury, per poi vederlo andare a giocare in un altro team in un momento in cui si dice che il giocatore si al top della propria forma fisica, nonché desideroso di rivincita. Tuttavia il futuro del numero tre sembra essere lontano da New York. L'unico motivo che potrebbe convincere la dirigenza a trattenere il play è legato al valore che avrebbe a febbraio il suo contratto in scadenza.

Un altro papabile candidato in aria di buy out è il centro Jerome James, probabilmente il giocatore con il peggior rapporto qualità \prezzo dell'intera lega (5 minuti di utilizzo lo scorso anno a frone di quasi 7 milioni di $ di ingaggio). Il centrone ha monetizzato una discreta serie di playoff a Seattle ed è attualmente un soprammobile da 12 milioni di $ per il Madison Square Garden.

Lasciando perdere i conti della serva di cui sopra, gli attuali Knicks potranno essere la prova del nove per lo stesso D'Antoni. Mike potrà  dimostrare che un coach può effettivamente fare la differenza in NBA, incrementando le vittorie della squadra dalle 23 dello scorso anno sino ad un massimo di 35/40.

L'obiettivo è quello di migliorare, magari centrando i playoff già  dal primo anno, impresa difficile ma non impossibile. Il problema sarà  quello di stemperare le pressioni da parte dei fan e della stampa, cercando di far capire ad uno dei pubblici più indisciplinati della lega che occorrerà  armarsi di pazienza.

Se da un lato la ricostruzione sarà  lenta, e l'attuale progetto necessiterà  di un orizzonte di medio termine, dall'atro lato sarà  sicuramente più divertente vedere giocare la squadra, rispetto al patetico gioco "impostato" da Isiah. Ma questo andrebbe spiegato anche agli abbonati che pagano cifre da capogiro per una poltroncina al Garden.

Con l'attuale roster DAntoni potrà  definire il nucleo di giocatori su cui investire per il futuro, e chi necessariamente dovrà  essere tagliato.

Analizzando il materiale umano a disposizione pare chiaro che il maggior beneficiario della cura D'Antoni potrebbe essere Jamal Crawford. I numeri della guardia sono destinati ad incrementare, vista la sua capacità  di fare canestro unita ad una duttilità  che gli rende possibile ricoprire entrambi i ruoli di guardia.

C'è chi scommette sul fatto che sarà  la migliore stagione della sua carriera, dopo i 20.6 punti di media dello scorso anno. Al fianco di Jamal il playmaker dovrebbe essere Duhon, le cui caratteristiche non sembrano essere quelle ideali per il sistema di D'Antoni; tuttavia l'ex Bulls è un buon passatore e possiede un buon tiro da fuori, dote assai importante per il run and gun D'Antoniano.

Dal pino daranno il loro contributo Nate Robinson e Anthony Robertson; Mike spera di avere da almeno uno dei due un apporto simile a quello di Barbosa a Phoenix, anche se fisicamente i due pagheranno dazio nella loro metà  campo. Secondo molti analisti Robinson potrebbe essere la point guard titolare, ma necessità  un miglioramento alla voce assist. Mardy Collins ha subito l'ennesima bocciatura e difficilmente lo si vedrà  in campo per parecchi minuti. Su Marbury ho parlato a sufficienza, nonostante ciò sono convinto che molti fanta-allenatori sarebbero pronti a dargli l'ennesima chance.

Capitolo a parte merita Allan Houston, miglior tiratore di sempre dall'arco dei Knicks. La guardia è stata messa sotto contratto dalla franchigia, in attesa di verificare le sue condizioni fisiche al camp di Saratoga.

La soluzione è allettante per i tifosi nostalgici dei Knicks anni novanta, tuttavia andrà  verificato quanto effettivamente potrà  dare il trentottenne giocatore. Nella migliore delle ipotesi Allan potrà  garantire dieci\quindici minuti di qualità  dalla panchina, nonché quella pericolosità  dal perimetro che servirebbe parecchio al run&gun di D'Antoni.

Uno dei ruoli chiave del sistema del baffo è quello dell'ala piccola. Il candidato numero uno a ricoprire lo spot è Quentin Richardson, l'unico Knicks ad aver giocato per coach D'Antoni, mettendo in cascina le migliori cifre della sua carriera. Nelle precedenti stagioni con Isiah Q-Rich non ha impressionato, anche se va detto che è stato molto limitato dagli infortuni.

Sebbene le sue percentuali (specie dall'arco) sono state deficitarie, il suo contributo a rimbalzo ed in difesa è stato apprezzabile. Molto dipenderà  dalla sua condizione fisica, se regge il posto pare essere suo.

A dare punti ed energia dalla panchina contribuirebbe quello che in molti pensano possa essere la sorpresa della stagione, Wilson Chandler. Il ragazzo ha dimostrato buone cose nello scorcio finale dell'ultima stagione, e dopo una summer league discreta, molti si aspettano grande cose da lui (qualcuno lo ha pure definito lo Shawn Marion dei poveri).

In ala grande ci si aspettava la definitiva consacrazione di David Lee, ma la permanenza di Randolph modifica le carte in gioco, perché almeno sulla carta l'ex Portland rimane lo starter. Sul suo adattamento al dogma dei sette secondi molti hanno di che storcere il naso, specialmente quando in campo ci saranno lui e Curry.

Le sue caratteristiche e la sua tendenza a tenere la palla un po' troppo tra le mani alimentano lo scetticismo di molti, tuttavia nel sistema di Mike i suoi numeri, e conseguentemente il suo controvalore di mercato, potrebbero aumentare.

Lee avrà  parecchi minuti dalla panca vista la sua attitudine a rimbalzo, anche se gli manca il jump shot tanto caro ai lunghi D'Antoniani. Il giocatore dice di aver lavorato molto in estate e di essere migliorato, il campo darà  il suo responso, anche perché si dovrà  discutere il rinnovo.

Un giocatore che non dovrebbe rientrare nei piani del tecnico e della dirigenza è Malik Rose, che non ha ne i centimetri ne la velocità  per giocare il run & gun. Il pregio dell'ex Spur è che il suo contratto è in scadenza e già  da Febbrio potrebbe essere un asset non da poco per la dirigenza.

Un punto interrogativo rimane Danilo Gallinari, che dopo l'ottima impressione data nell'unica partita giocata, è rimasto da allora fermo ai box a causa dei problemi alla schiena. Il debutto del Gallo verrà  rinviato, in quanto probabilmente non sarà  in grado di esordire al Garden contro gli Heat.

La frustrazione per la dirigenza è unita alla preoccupazione che il guaio alla schiena potrebbe essere più serio di quanto inizialmente pronosticato. L'iniziale sciatalgia curabile in due settimane si è aggravata, rendendo impossibile parte della preparazione. Il Gallo non corre da Luglio, tuttavia il suo morale pare alto. Se starà  bene potrebbe avere un discreto minutaggio nella sua prima stagione.

I Knicks attuali sono un cantiere aperto, ma per la prima volta da anni la dirigenza ha un progetto che sembra serio e di medio termine. Quest'anno sarà  dedicato ad un rodaggio del team ai nuovi schemi di D'Antoni, in attesa di sfoltire il roster ed il salry cap.

Già  da febbraio potrebbero esserci novità  nella grande mela. Rimane da vedere se la pressione mediatica di New York e la pazienza dei tifosi saranno altrettanto pazienti. Per D'Antoni almeno all'inzio sarà  dura, ma lui e Walsh sono certamente due ottimi tasselli dai quali ripartire.

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