Boston Celtics: Preview

Il titolo del 2009 è negli sguardi di Pierce, Garnett ed Allen

Dopo tutti i festeggiamenti di rito e le celebrazioni ampiamente meritate, cosa potrà  succedere nella stagione entrante?
È noto che è più facile (o meglio meno difficile) risalire la china piuttosto che rimanere su di essa ed i Celtics quest'anno non faranno eccezione: sarà  più difficile per loro ripetersi!

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic Division

Arrivi: Patrick O'Bryant, Darius Miles
Partenze: James Posey, P.J. Brown
Rookie: J.R. Giddens, Bill Walker, Semih Erden

Probabile quintetto base:
Playmaker: Rajon Rondo
Guardia: Ray Allen
Ala piccola: Paul Pierce
Ala grande: Kevin Garnett
Centro: Kendrick Perkins

Roster
Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Sam Cassell, Tony Allen, J.R.Giddens, Eddie House, Gabe Pruitt
Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Darius Miles, Leon Powe, Brian Scalabrine, Bill Walker
Centri: Kendrick Perkins, Patrick O'Bryant, Semih Erden

Head coach
Glen “Doc” Rivers

Commento

I Celtics sono tornati in tutto il loro splendore e la vittoria dell'ultimo titolo è lì a dimostrarlo.

La scorsa estate è stata scoppiettante per i Celtics ed il general manager Danny Ainge ha stravolto tutte le certezze passate dimostrando che è possibile, dopo anni a lavorare per ottenere asset importanti come giovani, scelte e contratti in scadenza, costruire una squadra da titolo in un paio di mesi estivi. Ainge è stato bravo non solo a prendere Allen e Garnett, ma anche a circondarli di giocatori giusti per la squadra come Posey e House prima e Cassell e Brown dopo.

Se le aspettative per i Celtics erano alte, nessuno poteva immaginare che avrebbero potuto vincere il titolo, il pensiero prevalente diceva che avrebbero avuto bisogno di un anno per integrarsi e conoscersi, ma fin dall'inizio si è capito che questo processo in integrazione sarebbe durato poco, infatti sono riusciti a conseguire il maggior record durante la stagione regolare.

La prima serie di play-off contro Atlanta è stata a dir poco sconcertante, con dei Celtics irriconoscibili rispetto a quello che avevano mostrato fino ad una settimana prima. Irriconoscibili però solo in trasferta, visto che a Boston hanno spadroneggiato a piacere. Con 4 vittorie tutte in casa e 3 sconfitte tutte in trasferta è stata la serie più lunga del primo turno dei play-off e la cosa strana è che alla vigilia doveva essere quella più corta, con 4 facili vittorie pronosticate per i biancoverdi.

Dopo Atlanta sono arrivate 7 battaglie contro Cleveland, nel complesso molto più combattute rispetto al turno precedente e, col senno di poi, la serie più difficile per i neo campioni NBA. Anche in questo caso le 4 vittorie sono state conseguite in casa e le 3 sconfitte in trasferta. Memorabile una gara-7 che si è rivelata un'appassionante sfida fra due tra i migliori giocatori NBA: LeBron James e Paul Pierce.

La finale dell'Eastern Conference tra Boston e Detroit è stata pronosticata da tutti e così è stata, e ha visto la prima sconfitta in casa di Boston in gara-2. Dopo che i Celtics hanno risposto alla cortesia in gara-3 a MoTown, decisiva è stata la sesta partita nel Michigan dove i Celtics hanno staccato il biglietto per la finale.

La sfida contro i Lakers è quello che di più classico ci possa essere nel panorama cestistico mondiale ed il pubblico ha risposto presente sia sugli spalti che come contatti televisivi. In campo i Celtics hanno avuto una vittoria più facile di quello che dica il risultato finale di 4 vittorie e 2 sconfitte (in America hanno anche detto che è stato il primo sweep in 6 gare della storia dell'NBA) anche se i Lakers hanno dato i loro grattacapi ai Celtics.

Primi in stagione regolare (66 vittorie), maggiore incremento di vittorie da una stagione all'altra (42), maggiore differenza tra punti segnati e subiti (10,25 punti di media), peggiore percentuale dal campo degli avversari (41,9%), peggiore percentuale da tre punti degli avversari (31,6%) sono i record dei Celtics nella scorsa stagione e che testimoniano il loro dominio.

Dopo tutti i festeggiamenti di rito, tutti le celebrazioni ampiamente meritate, cosa potrà  succedere nella stagione entrante? È noto che è più facile (o meglio meno difficile) risalire la china piuttosto che rimanere su di essa ed i Celtics quest'anno non faranno eccezione: sarà  più difficile per loro ripetersi!

Il motivo non è unico, ma ne possiamo individuare almeno due.
Il più ovvio e normale è quel senso di appagamento che, volenti o nolenti, pervade la squadra che, dopo uno sforzo non indifferente, riesce ad ottenere il risultato ambito.

È una situazione del tutto normale per la natura umana e che potrebbe portare ad un bilancio in stagione regolare inferiore a quello precedente. In questa probabile situazione se la forza dei singoli giocatori e del gruppo è sufficientemente forte da sopperire a questo appagamento lo si potrà  vedere nella parte più importante della stagione, ovvero i play-off, in caso contrario una sconfitta, diciamo entro le semifinali di Conference, decreterebbe la vittoria dell'appagamento ad una voglia di ripetersi dei biancoverdi, anche se sarebbe sbagliato, qualunque risultato arrivi, darli per morti e definire come meteora il titolo appena conquistato.

Il secondo motivo è da ricercarsi nel fatto che i giocatori, giustamente dal loro punto di vista, meno da quello della squadra, cerchino di monetizzare il più possibile il titolo vinto, ed in questo contesto il pensiero va ovviamente a James Posey il quale, consapevole del fatto che era la sua ultima occasione per firmare un contratto importante, ha preferito un anno in più di contratto dei 3 offerti da Boston a parità  di stipendio annuale e si è accasato a New Orleans.

Mentre altri due free agent come Eddie House e Tony Allen si sono accontentati di contratti tutto sommato modesti, dobbiamo anche far notare come, tra i due veterani importanti come Brown e Cassell, solo il secondo per il momento sarà  della squadra a novembre. Citiamo inoltre la scelta al draft di Bill Walker ma soprattutto di J.R.Giddens, che negli ultimi anni ha perso molta considerazione dagli osservatori ed è chiamato ad un riscatto a Boston.

Nel complesso quindi il roster risulta più debole dell'anno scorso, ma è necessario far notare come si rischia di non considerare la naturale evoluzione dei giocatori in forze ai Celtics.

Mentre è logico pensare che il PGA Tour (lo chiameremo così finché non uscirà  un nome condiviso da tutti che non sia Big Three) potrà  offrire un rendimento sostanzialmente simile rispetto all'anno scorso, cosa che potrà  accadere anche per House, Cassell e Perkins, ci sono vari giovani che hanno la possibilità  di migliorare ulteriormente il proprio gioco.

In questo caso il pensiero va a Rajon Rondo, punta di diamante dei giovani biancoverdi, il quale ha superato brillantemente il secondo anno, in genere il più difficile per chi si affaccia nell'NBA, ed è chiamato ad un ulteriore salto di qualità . Probabilmente il suo rendimento potrebbe fare la differenza tra la vittoria di un altro titolo e la mancata doppietta.

Un altro giovane che potrebbe mettere in mostra un rendimento migliorato rispetto alla passata stagione è Glen Davis, mentre sembra che la curva in salita di Powe abbia già  raggiunto il culmine. Da far notare come si parli un gran bene di Gabe Pruitt, ma nel suo caso sarebbe bene seguire gli insegnamenti di San Tommaso.

Teniamo per ultimi i giocatori il cui rendimento potrà  essere di più difficile individuazione: Tony Allen, Giddens, Miles, O'Bryant. Le loro storie sono diverse, vediamo cosa potranno dare la prossima stagione.

I primi due possono essere accumunati da un destino comune: con la scelta del secondo era facile supporre che Tony Allen non sarebbe stato confermato, ma la dipartita di Posey ha riaperto i giochi su di lui, infatti i Celtics alla fine hanno deciso di rinnovargli la fiducia nella speranza di vederlo esplodere come ci sarebbe attesi già  da tempo. Ci riuscirà ? Se vogliamo puntare 1 centesimo su qualcuno non sarà  su di lui.

Chi invece potrà  dare soddisfazione per il centesimo scommesso potrebbe essere proprio J.R. Giddens. Forte di una prevista scelta altissima al draft anni fa, ha gettato letteralmente alle ortiche la considerazione su di lui negli anni del college ed ora è chiamato ad un riscatto personale molto alto, tenendo anche conto che ha già  trascorso 5 anni (di cui uno di red-shirt) al college. Potrebbe veramente offrire un rendimento eccellente, anche se i rischi di fallimento sono ben presenti.

Per Darius Miles invece si tratta di una scommessa alla roulette, potrebbe andare bene come rivelarsi un clamoroso buco nell'acqua. Su di lui pende anche la squalifica per 10 giornate da scontare all'inizio della stagione e facciamo notare la poca popolarità  che i Celtics hanno in questo periodo dalle parti di Portland visto che se Miles giocherà  almeno 10 partite la franchigia dell'Oregon dovrà  pagare il lauto stipendio che ha ancora con loro.

Per i Celtics invece è una scommessa a costo quasi zero, visto che ha firmato il minimo salariale e con la possibilità  di recedere in qualunque momento.

Sulle possibilità  di Patrick O'Bryant di poter essere utile sinceramente è buio pesto.
Finora nell'NBA non ha dato quasi nulla e l'unica speranza di poter dire la sua è il fatto che viene da Golden State, il cui coach Don Nelson vede come fumo negli occhi tutti i giocatori sopra i 203 centimetri, ma da qui a dire che potrebbe esplodere ce ne corre.

Alla fine però i Celtics andranno dove li porteranno i vari Pierce, Garnett ed Allen, sono loro le stelle della squadra e sono loro che potranno conseguire un repeat che, allo stato attuale e viste le forze in campo delle altre squadre, ha discrete possibilità  di avverarsi.

D'altronde è bene ricordare quello che ha detto Pierce dopo la vittoria del titolo: "Lo abbiamo assaggiato e ne vogliamo ancora".

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