Chicago – Basketball Stories

Il Colosseo sta a Roma come la statua di Michael Jordan sta a Chicago.

Il nono libro che analizziamo è Chicago - Basketball Stories, il secondo capitolo della bella avventura in giro per le città  d'America dei ragazzi di Libri di Sport. L'autore è Roberto Gotta, e qui comincia e finisce la nostra analisi di questo libro.

Mi preme molto la questione. Ma qual è il vero Roberto Gotta ? Ora, prima d'iniziare la premessa. Mi preme molto dicevo, perché sono molto affezionato a tutti quelli che leggevo oramai anni fa su AmericanSuperbasket, i vari Claudio Limardi, Federico Buffa, Dan Peterson e"Roberto Gotta.

Già , chi è il vero Roberto Gotta ? Quello degli articoli (soprattutto NCAA) di Asb o quello di questo libro ? In questi giorni poi ho appreso con molta sorpresa che è diventato il commentatore tecnico della NFL per RAI Sport Più e subito mi sono chiesto : come sarà  al microfono ?

Ho avuto una grande attesa nell'ascoltare la sua telecronaca, poi il mio responso. Non mi ha fatto rimpiangere il grande Bebo Nori, anzi, è stato molto tecnico, entusiasta al punto giusto, preciso, puntuale, pulito. Vedrò la NFL con una grande telecronaca tecnica, complimenti a lui.

Ma perché parliamo di questo ? Già , perché tutto mi aspettavo da lui fuorché quello stile al microfono. Ero stato abituato a leggere i suoi pezzi di basket e se c'è qualcun altro che li ha letti (ovviamente sì, perché merita) forse mi darà  ragione.

Ecco la questione : Roberto Gotta in questi pezzi ha uno stile assolutamente retorico, pomposo, viziato da un'auto-coscienza di fondo che dà  fastidio. Proverò a spiegarmi, e su questo punto risulterà  utile, se volete, rileggere un mio vecchio pezzo su "quelli" di Asb di oramai 4 anni fa : ASB, la NBA in italiano E intanto il tempo se ne va"

In questi pezzi, che ripeto io amo perché semplicemente ci sono cresciuto, c'è uno stile troppo conforme ad una visione filosofica che ho da sempre bollato come cattiva, il razionalismo. Razionalismo concettuale, moralismo rampante, auto-coscienza riflessiva.

Se avete chiuso questa pagina Internet per andare su Youporn avete fatto la scelta giusta, perché forse sto esagerando ma tant'è, mi sto divertendo. Ho messo troppa carne al fuoco senza spiegare niente e del resto quest'ultima cosa non mi è mai riuscita particolarmente bene.

Però ci provo almeno, altrimenti sembra come la scuola tratteggiata dal preside Lino Banfi in un suo vecchio film. Una stronzèta generale.

Prendo alcuni vecchi numeri di Asb e cercherò di spiegare quello che dico. Giuro che ho preso tre copie per caso dal mucchio che conservo gelosamente nell'armadio. A pag. 62 del numero 24 del novembre-dicembre 2003 di parla di Ron Artest, allora star di Indiana. Il titolo è True Warrior. Guardo solo l'inizio del pezzo, perché il buongiorno si vede dal mattino, almeno così si dice.

Copio : "Sarà  un guerriero vero, ma forse l'immaginario collettivo ha bisogno di ripassare il concetto di guerriero. Che non è il cavaliere, visto sin dagli ultimi decenni dell'evo antico come un essere sovrannaturale, fuso al suo cavallo come a creare una nuova specie mezza umana e mezza bestiale, impressionante e spaventoso agli occhi dei contadini, dei poveracci"

Il guerriero era ed è sempre stato meno nobile : a piedi e non a cavallo, innescato da rabbie improvvise e feroci, sospettato di non sapersi fermare una volta abbattuto l'avversario ma di prolungare la sua ira e la sua forza ctonia anche su chiunque gli stesse attorno.

Teorie e concezioni di un tempo, annacquate nell'era moderna, in cui, passati purtroppo i tempi in cui il mestiere delle armi era nobile, ci si riduce ad appiccicare etichette a sportivi, se non peggio.

Concorderete con me che è un inizio di un pezzo sul basket perlomeno inusuale ma non è questo il problema, anzi, parlare oltre il fatto tecnico è sinonimo di talento di chi scrive e questo rende onore al giornalista.

E' nel contenuto tuttavia che io denoto quel commento di fondo che rivedo in molti dei suoi pezzi, un giudicare molto pessimista sulla realtà  di oggi e sui suoi vizi morali che vanno oltre il basket. Critica sociale quindi, come in quest'altro inizio di pezzo, sul numero 20 dell'ottobre del 2002.

"L'altra faccia della passione, e della tremenda retorica della passione, emerge non appena le cose non vanno più come Dio vuole, o come la gente vuole, seconda l'insidiosa percezione di talune realtà  nelle quali pare che il successo e il potere siano un diritto divino e non un traguardo da conquistare ogni giorno più del giorno prima, lottando, lavorando e sudando senza mai dare nulla di scontato".

Ho sempre avuto l'impressione che Gotta ci metta sempre qualcosa di personale nei suoi pezzi, e non il giudizio che magari Kobe è migliore di Tmac, per esempio, ma"torniamo al libro, anzi analizziamolo per la prima volta.

Chicago, Basketball Stories, ecco l'inizio dell'Introduzione : "Mi piace Chicago, ma sarei bugiardo se dicessi che la amo. Anche perché non avrei la certezza di essere corrisposto. E poi ho sempre diffidato degli affetti per una città  da parte di chi non ci abita e non la vive : troppo comodo provare sentimenti verso un luogo quando lo si visita solamente, o si vive con gli agi del turista o del viaggiatore d'affari".

Sembra sempre che ce l'abbia con qualcuno, o forse è fin troppo giusto nell'autocritica. Resta il fatto che Roberto Gotta è l'unico giornalista di basket dai cui articoli emerge sempre una visione personale, come detto oltre il basket, e questo è un bene rarissimo e prezioso.

Questo libro ci va viaggiare dentro Chicago con classe ed entusiasmo, completo in maniera magnifica di ogni aspetto del gioco nella Windy City. Poi alla fine leggo due note biografiche sull'autore : storia del medioevo ?

Ecco perché il riferimento stranamente dettagliato nel pezzo su True Warrior Artest. Che scemo sono stato, una passione è passione, sempre. Già , anche per Roberto Gotta il crociato, in missione non si sa ancora per cosa. E contro chi.

ARCHIVIO
1. New York – Basketball stories
2. 5 piedi e un funerale
3. 110 Storie di basket
4. Black Jesus vol. 1
5. NBA 10 Finals, Gli anni '90
6. Michael Air Jordan
7. Black Jesus vol. 2
8. Playground in New York

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