Riley Skinner non ha brillato sabato, ma Wake Forest continua a vincere
Un tempo la partita contro North Carolina avrebbe fatto parte di quella porzione di calendario considerata semplice per una powerhouse del calibro di Virginia Tech, che dallo scontro con i Tar Heels cercava sovente l'occasione per provare nuove concetti, nuovi giocatori, o per far riposare qualche titolare, perché tanto il pericolo che il risultato della gara potesse essere a sfavore degli Hokies era davvero remoto.
Da quando Butch Davis ha accettato l'incarico di divenire il capo allenatore di un programma completamente votato al basket, lo ha fatto con la chiara intenzione di riuscire a far prendere al football lo spazio che avrebbe meritato in quel campus, ed avendo piena cognizione dei passi progressivi da compiere durante questo non facile tragitto.
Con queste premesse, all'interno di una Coastal Division tutt'altro che invincibile, la partita di sabato ha preso i connotati dello showdown, parola incredibile anche solo a pensarla, un paio d'anni fa: da una parte Virginia Tech era impegnata a difendere con le unghie un titolo divisionale che ha tutte le carte a posto per essere bissato, dall'altra una North Carolina che può finalmente fregiarsi del titolo di contender per qualcosa in più del (solito) penultimo posto, ed una partenza-razzo che aveva visto gli uomini di Davis cominciare il percorso addirittura imbattuti.
Poteva solo significare una cosa: la strada per la finale della ACC, passava anche dal Kenan Stadium, casa dei Tar Heels, e sabato chiunque avesse vinto avrebbe messo un mattoncino pesante in ostacolo alla diretta concorrente.
In un'autentica battaglia dominata dalle difese ha vinto chi è riuscito a sbagliare meno, dote, per gli Hokies, forgiata durante numerose annate passate a livelli alti, esperienza che gli avversari in azzurro non erano mai riusciti a collezionare per via degli scadenti risultati.
L'inesperienza, in questi casi, spesso si manifesta nel momento più caldo di una stagione sotto forma di penalità , turnovers costosi, errori evitabili e quant'altro, proprio perché il fatto di non aver potuto godere di una simile occasione in precedenza, rende tutto nuovo per chi lo affronta per la prima volta.
Dati alla mano, sono stati solamente 30 i primi downs totali conquistati dalle due squadre, le quali hanno ottenuto una percentuale di conversione di terzi downs al di sotto del 30%, con gli Hokies particolarmente presi in mezzo a sabbie mobili offensive per tutto il primo tempo.
I Tar Heels hanno tenuto vivo il sogno di un upset con due grandi giocate di due nomi non troppo sconosciuti, Brandon Tate e Greg Little, il primo autore della terza meta stagionale (con 11 ricezioni, il che significa che ogni tre prese una è buona per una meta"), il secondo responsabile di una cavalcata di 50 yards che aveva consentito ai padroni di casa il vantaggio per 17-3 in principio di terzo periodo.
La fortuna ha tuttavia voltato le spalle ai Tar Heels, che hanno perso il quarterback T.J. Yates (6 settimane fuori !) di seguito ad un sack del forte defensive end Orion Martin nel medesimo periodo, trovandosi a dover far dirigere l'attacco all'inesperto Mike Paulus, redshirt freshman che ha lanciato due intercetti nel momento in cui North Carolina non riusciva a mantenere il vantaggio, finendo per capitolare e consegnare addirittura la partita nelle mani degli avversari.
Avversari che hanno trovato la via del touchdown solamente ad un minuto dal termine del terzo quarto, quando una corsa del buon Darren Evans (61 yards, TD) ha portato la situazione ad una sola segnatura di distacco, poi colmata dalle gesta di un altro running back degli ospiti, il titolare Kenny Lewis Jr.
Con un Tyrod Taylor in notevole difficoltà , 125 yards aeree e due intercetti per lui, si sono resi necessari un buon ritorno di punt ed una penalità molto costosa per addentrarsi in territorio ostile, e persino un drive molto poco fruttuoso pur partito dalle 29 yards dei Tar Heels è terminato con quello che si è rivelato essere il calcio decisivo per l'affidabile Dustin Keys, che con 10 minuti ancora da disputare ha siglato il field goal che ha fissato il punteggio sul 20-17 per gli Hokies, la cui difesa ha poi chiuso ogni discorso con gli intercetti di Macho Harris e Stephen Virgil.
Situazione similare quella in vista in prospettiva nei riguardi dello scontro più importante del turno per la Atlantic Division, dove Wake Forest ha ridimensionato per la seconda volta consecutiva le velleità dei dispersi Seminoles.
L'ultima volta che le due compagini si erano incontrate Florida State era tornata a casa con le ossa rotte, Drew Weatherford e compagni avevano sofferto di grossi problemi di turnovers, ed il risultato finale era stato un umiliante 30-0 a favore dei Demon Deacons. Sabato sono cambiate solamente le dimensioni del punteggio, stavolta ben più esiguo, ma risultato e cura del pallone sono rimaste le stesse.
In una contesa dove la difesa dei Seminoles ha mantenuto gli argini con ogni propria forza, Christian Ponder e D'Vontrey Richardson hanno combinato per 5 intercetti giocando un tempo ciascuno, andando pure a referto come migliori corridori di giornata per la propria squadra, non necessariamente un segno di forza per un attacco che ha faticato sotto ogni aspetto del gioco.
Le 217 yards su passaggio di Riley Skinner non sono comunque servite per arrivare a sentire odore di endzone, l'attacco di Wake Forest ha sofferto molto la pressione difensiva degli avversari, che hanno recuperato un fumble dello stesso Skinner quando il primo touchdown di giornata sembrava orami vicinissimo e fermato una conversione di quarto down prima della quale coach Grobe aveva richiamato in panchina il kicker Sam Swank per tentare invece il colpo grosso.
Swank ha finito con l'essere il protagonista assoluto della giornata, in quanto responsabile di tutti e 12 i punti messi sul tabellone da Wake Forest, nonostante un inconsueto errore dalle 27 yards.
Bobby Bowden, che sta gareggiando da vicino con Joe Paterno per il maggior numero di vittorie di sempre per un college di prima divisione, si è detto poco soddisfatto del punto raggiunto dalla sua Florida State in questo momento della stagione: probabilmente le cose, da un punto di vista mentale, non sono funzionate a dovere, e la fiducia estrema presa da Ponder e compagni con le due vittorie iniziali (contro avversarie di molto inferiori - ndr) è uscita molto ridimensionata dalla seconda sconfitta casalinga consecutiva contro i Deacons.
North Carolina State era invece sembrata una delle peggiori squadre a mettere piede in campo in questa apertura di campionato, perennemente alle prese con problemi di scelta del quarterback, di rendimento, di costanza, tutti offensivi, visto che la difesa altro non aveva fatto che reggere finchè poteva.
Le cattive prestazioni di Daniel Evans e quelle discontinue di Harrison Beck e Josh Wilson avevano messo sin troppa pressione sul running back Andre Brown, che di questo attacco era una delle pochissime cose da salvare: grazie alle sue prodezze, ma soprattutto grazie ad una giornata miracolosa per il redivivo Wilson (ricordiamolo, rientrato da una commozione celebrale), i Wolfpack hanno steso una delle squadre più in forma del momento, i Pirates di East Carolina, assieme alla loro ambizione di diventare un college da BCS.
"Per la prima volta da quando sono qui abbiamo giocato sessanta minuti di football tosto, tirando fuori le giocate che dovevamo fare per vincere" ha detto Tom O'Brien, parole avvalorate dalle 384 yards di total offense guadagnate dal settore più problematico della squadra.
Wilson, un freshman vero gettato nella mischia fin dalla prima partita, ha giocato in maniera straordinaria concludendo la miglior prestazione della sua pur breve carriera lanciando per 210 yards e 3 passaggi da touchdown, tutti arrivati con la squadra in svantaggio, in particolare l'ultimo, recapitato nelle mani di George Bryan, buono per pareggiare il punteggio a poco più di un minuto dal termine dei tempi regolamentari.
Una grossa ventata d'aria fresca è arrivata grazie all'esordio stagionale del running back Jamelle Eugene, assente nelle prime tre gare dei Wolfpack per un infortunio alla caviglia, capace di garantire un cambio di ritmo alternandosi nelle portate e fungendo contemporaneamente da sfogo per Wilson con 7 ricezioni per 50 yards in uscita dal backfield.
Andre Brown è stato l'eroe dell'overtime, visto che una sua spettacolare corsa di 16 yards, durante la quale è letteralmente saltato sopra un difensore, ha posto le basi per l'azione successiva, da lui condotta e terminata in endzone per il 30-24 definitivo, un risultato di tutto rilievo per una partita che era cominciata con un ritorno di intercetto in meta per i Pirates.
Molto prolifico il quadro complessivo per le appartenenti alla ACC, che hanno ottenuto il 100% di vittorie nelle restanti partite giocate contro avversarie esterne alla Conference.
Particolarmente convincente la vittoria di Miami sulla Texas A&M dell'ex head coach dei Packers, Mike Sherman, che ha sancito il peggior stop degli ultimi vent'anni per gli Aggies tra le mura amiche in una gara esterna alla Big 12. Già in vantaggio per 27-10 nel terzo quarto gli Hurricanes hanno rapidamente chiuso ogni tipo di discorso mettendo altri 14 punti nel giro di neanche un minuto e mezzo, grazie al primo touchdown stagionale per il wide receiver Kayne Farquharson propiziato da un intercetto (ad una mano) del defensive end Eric Moncur, e con il fumble ritornato dal linebacker Glenn Cook di seguito ad un sack dello stesso ai danni del quarterback avversario Jerrod Johnson.
Molto incoraggianti i segnali di crescita dati da Robert Marve (16/22, 212, 2 TD, INT), e Craig Cooper (16, 128, 2 TD), quest'ultimo responsabile del massimo in carriera per yards corse.
Successo molto soddisfacente anche per Maryland, che ha asfaltato Eastern Michigan piazzando il backup Josh Portis ed il wide receiver Derrius Heyward Bey al posto dell'infortunato Da'Rel Scott ricavandone 179 yards su corsa in sole 11 portate in una gara da 486 yards di total offense; bene Boston College, contro Central Florida, nonostante gli alti e bassi di un Chris Crane (16/34, 207 yards, TD, 3 INT, 2 rush TD) persino fischiato e rimpiazzato per due serie di giochi da Dominique Davis; Georgia Tech si sbarazza facilmente di Mississipi State con 438 yards ottenute con le sole corse e con il touchdown più lungo, opera di Jonathan Dwyer, della storia dell'ateneo (88 yards); shut out infine per Clemson, che batte per 54-0 South Carolina State con 3 mete su corsa per James Davis, tutti bei numeri, ottenuti però ancora contro un avversario di seconda categoria.
Risultati e classifiche
Georgia Tech vs Mississipi State 38-7
North Carolina State vs East Carolina 30-24 OT
Boston College vs UCF 34-7
Maryland vs Eastern Michigan 51-24
Clemson vs South Carolina State 54-0
North Carolina vs Virginia Tech 17-20
Miami @ Texas A&M 41-23
Florida State vs Wake Forest 3-12
Atlantic Division
Wake Forest 1-0 (3-0)
Clemson 1-0 (3-1)
Maryland 0-0 (3-1)
Florida State 0-1 (2-1)
Boston College 0-1 (2-1)
North Carolina State 0-1 (2-2)
Coastal Division
Virginia Tech 2-0 (3-1)
Georgia Tech 1-1 (3-1)
Miami 0-0 (2-1)
Duke 0-0 (2-1)
Virginia 0-0 (1-2)
North Carolina 0-1 (2-1)