Il Barone ha deciso di rimanere e risollevare i Clippers
Se avessi dovuto scommettere il famoso "dollaro" sulla squadra rivelazione della prossima stagione NBA ad inizio luglio, la mia scelta sarebbe sicuramente ricaduta sulla franchigia meno blasonata di Los Angeles: i Clippers.
Questa off-season è il nodo cruciale delle loro future ambizioni, rimanere nella mediocrità degli ultimi anni senza mai creare veramente una realtà che possa puntare con convinzione al titolo oppure rifondare completamente il roster, mantenendo solo gli elementi giovani che credono nel progetto proposto dalla dirigenza, con qualche acquisto mirato per colmare le evidenti lacune che si sono palesate sul campo.
L'acquisto di Baron Davis aveva fatto propendere molti addetti ai lavori verso la seconda ipotesi poiché, con l'arrivo della point guard ex Warriors, pareva scontata anche la firma della star della squadra Elton Brand, così da formare uno dei "dinamic duo" tra i più spettacolari e pericolosi della lega. Inoltre le parole rivolte ai tifosi dall'ex Duke avevano creato intorno alla squadra un clima di convinzione nei propri mezzi come raramente prima era avvenuto per la franchigia californiana.
La proposta di rinnovo era corposa, lo spazio salariale liberato, lasciando che Corey Maggette si accasasse altrove ed i cittadini angeleni carichi ed in attesa di infiammare lo Staples con una rivalità finalmente ritrovata dopo così tanti anni bui.
Elton però ha deciso di sorprendere tutti, compreso lo stesso Barone, che tante parole di stima aveva speso, elencando tutti i pregi del probabile futuro compagno di squadra e dicendo di capire perfettamente il periodo di attesa che avrebbe preceduto il gran rifiuto, giustificandola come una decisione importante, "vitale" per la carriera di un giocatore: in cuor suo riteneva però di sapere già come si sarebbe conclusa la vicenda.
Invece con un colpo di scena degno dei migliori film dei Cohen, Brand ha deciso di accettare la proposta di Philadelphia, un contratto di 82 milioni di dollari in 5 anni ed una squadra giovane e ambiziosa a cui mancava davvero poco per diventare effettivamente una contender per il titolo.
Questa decisione ha scaraventato così la Mobley e compagni nel più profondo sconforto: fortunatamente Baron Davis ha deciso di restare ma senza le due principali bocche da fuoco (Maggette e Brand), il team non può certo competere nella corsa ai PO, soprattutto nell'agguerritissima Western Conference.
Anche coach Dunleavy, rimasto molto stupito dalla scelta del lungo ex Chicago, ha contestato la sua decisione, dicendo: "Non so cosa abbia avvelenato Brand, tutta la città , la squadra e la dirigenza credeva fortemente in lui".
Di certo queste cessioni hanno portato ad un consistente abbassamento nel salary cap ed Elgin Baylor, Presidente esecutivo, ha provato subito a trovare un degno sostituto di Elton.
Si è parlato molto di come avrebbero potuto muoversi sul mercato i Clips con la quantità di denaro a disposizione, circolavano nomi importanti come Okafor, la cui situazione contrattuale con Charlotte è parecchio complicata, Josh Smith, anche se nessuno crede che possa ricoprire stabilmente il ruolo di 4 titolare, o Zach Randolph, la cui proposta di scambio per una futura seconda scelta non è stata presa in considerazione dai Knicks, sicuri di poter ottenere di più per un giocatore giovane è che a Portland ha dimostrato il suo valore.
Nella Western c'era però un'altra franchigia il cui obbiettivo principale era quello di abbassare il proprio monte salari: i Denver Nuggets stavano cercando infatti di scaricare i contratti pesanti di giocatori della squadra con un'età ormai avanzata. La descrizione collimava perfettamente con Marcus Camby, centro titolare nonché miglior difensore della franchigia del Colorado ma, evidentemente, per la dirigenza dei Nuggets, sostituibile con Nenè o lo stesso Kenyon Martin.
La trattativa è risultata molto breve e l'ex Knicks si è dovuto trasferire in California in cambio della sola seconda scelta dell'anno prossimo dei Clippers.
La povertà della contropartita tecnica ha fatto andare su tutte le furie il vincitore del premio di Miglior Difensore dell'anno la stagione passata, che è si è detto molto offeso dalla decisone presa, poiché gli è parso che si affibbiassero a lui tutte le colpe per i numerosi insuccessi di Denver degli ultimi anni.
Analizzando meglio la trade, si può notare come il contratto da 15,6 milioni per i prossimi 2 anni del centro fossero un enorme impedimento per la mobilità sul mercato delle pepite, che difficilmente si sarebbe riusciti a trovare una contropartita valida per un giocatore che ha superato abbondantemente i 30 anni di età e che ormai è nella fase discendente della sua carriera.
La disamina tattica su come possano coesistere due centri di ruolo come Camby e Kaman si è subito accesa dopo l'ufficializzazione dello scambio, anche perché essendo giocatori per lo più di post basso, certo con caratteristiche più difensive per quanto riguarda Marcus, molti analisti hanno fatto notare come facciano "scopa" sotto canestro e rischino di pestarsi i piedi, non essendo dotati di un tiro dalla media almeno accettabile.
La sensazione in questo momento è però quella di una franchigia che non ha ancora sparato tutte le sue cartucce sul mercato e si pensa che Camby possa essere la pedina di scambio adatta per arrivare finalmente all'ala forte su cui ricadrà la pesante eredità lasciata da Brand: infatti Walsh ha già fatto sapere che come contropartita tecnica Camby e qualcosa di contorno (prima scelta?) sarebbe gradita nello scambio che porterebbe Z-Bo in California e le continue voci che si rincorrono non fanno che avvalorare questa ipotesi.
Intanto i Clippers non hanno cercato solo rinforzi sotto canestro: dopo l'ottima stagione del rookie Al Thorton, destinato a diventare una pedina fondamentale per i prossimi anni, è stata scelta al draft la guardia dell'Università di Indiana Eric Gordon. Alto 190 cm per 97 kg di peso, Eric è un giocatore molto compatto fisicamente, con grande forza nella parte superiore del corpo. Ha una strepitosa capacità di segnare in qualsiasi modo (miglior marcatore della Big Ten, record di punti per un freshman), è dotato di una più che discreta visione di gioco e nonostante tanto talento offensivo, in difesa non si risparmia affatto contro il suo avversario diretto.
Le qualità del giocatore non sono in alcun modo messe in discussione, sarà necessario però osservare come assorbirà l'enorme salto di qualità sia fisica che tecnica che c'è tra la NCAA e la NBA e migliorare alcuni aspetti del suo gioco che sono apparsi piuttosto mediocri per il piano superiore. Rimane comunque uno dei migliori prospetti per il prossimo anno nonché serio pretendente al premio di Rookie of the Year.
Inoltre, sempre nel settore esterni, sembra ormai imminente la firma di un altro ex-Warriors, Kelenna Azubuike, guardia/ala dall'enorme atletismo, che lo scorso anno in 21 minuti di gioco ha mantenuto delle ottime medie (8,5 punti e 4 rimbalzi), dotato di un tiro dalla distanza piuttosto alterno (36,4%), ma i cui miglioramenti rispetto al primo anno sono subito balzati all'occhio, destando l'attenzione di molte franchigie.
Inoltre non intaserà il salary cap poiché ha accettato un triennale da 9 milioni di dollari. Essendo restricted free-agent, Mullin e soci hanno ancora qualche giorno per pareggiare l'offerta dei rossoblu, ma, vista la cospicua presenza di guardie in roster, quasi sicuramente Kelenna cambierà maglia.
Il roster di Los Angeles appare profondamente rinnovato rispetto alla scorsa stagione, ma continua a non convincere per quanto riguarda la completezza nei ruoli di guardia e ala grande: infatti l'ipotetico quintetto che Dunleavy potrebbe schierare, vedrebbe la sicura presenza come point guard di Baron Davis, il ruolo di guardia occupato da Mobley, le cui prestazioni quest'anno hanno lasciato non poco a desiderare oppure far partire titolare il rookie Gordon, lasciandogli sin dal principio grandi responsabilità ma con il rischio che deluda le aspettative per troppa inesperienza.
La posizione di ala piccola sarà di proprietà di Thorton, mentre, stando all'odierno pacchetto di lunghi, la soluzione più credibile è il veterano e ondivago Tim Thomas in posizione di ala grande con Kaman e Camby a contendersi il ruolo di centro titolare.
In alcuni casi si potranno anche vedere esperimenti con tutti e due i centri in campo, ma saranno per lo più occasionali e per brevi stralci di partita poiché si possono intuire facilmente le difficoltà a livello difensivo sia con i quintetti bassi, ormai largamente di moda nella lega, sia con le numerose ali grandi capaci di mettere palla a terra e battere il proprio uomo dal palleggio.
Difficilmente si otterrà qualcosa dal resto della panchina, esclusi i giocatori sopra citati, sia perché ormai passati gli anni migliori della carriera (Knight), sia per inesperienza e limitato talento (Powell, Fazekas). A mio parere allo stato attuale la prossima stagione si rivelerà sicuramente migliore di quella appena trascorsa, ma difficilmente Los Angeles riuscirà ad accaparrarsi un posto nei primi 8 per la grande concorrenza e per limiti strutturali.
Nel caso si dovesse sopperire alla mancanza di un'ala grande, la situazione potrebbe in qualche modo cambiare ma sarà necessario che Dunleavy riesca a tenere a bada uno spogliatoio che rischia di diventare molto difficile con l'arrivo di Z-Bo, oppure, nel caso si rimanga con la squadra attuale, di trovare soluzioni tattiche adeguate ai giocatori a disposizione.
L'attesa per vedere questa squadra sul campo è enorme e in molti sperano che torni a splendere il sole sulla metà "sbagliata" della Città degli Angeli.