Mike D'Antoni vuole iniziare un nuovo ciclo nella Grande Mela…
Il Draft 2008 è andato in archivio come uno dei più talentuosi dopo quello targato 2003; almeno potenzialmente.
Le chiamate di Rose e Beasley erano scontate, dalla tre in poi sono prevalse le esigenze dei vari team. La sesta scelta era ad appannaggio dei New York Knicks, e come noto è stata subissata di fischi, quando il commissioner David Stern ha scandito il nome di Danilo Gallinari.
A dire il vero non ci si aspettava un comportamento differente del pubblico newyorkese, specie dopo le ultime disastrate stagioni. Lo stesso Gallinari l'ha presa con filosofia promettendo di far ricredere gli scettici.
Coach D'Antoni, da parte sua, ha dichiarato che chiunque i Knicks avessero selezionato, sarebbe stato soggetto ai fischi della gente. Lo scorso anno la folla applaudì la trade per Zach Randolph, rivelatasi poi un clamoroso flop.
I boo della folla sono comunque più legati all'esasperazione delle sconfitte pregeresse, che non alla scelta del "Gallo". Certo per lui ci sarà molto da lavorare, ma ha avuto ciò che aveva dichiarato di volere fortemente, ossia giocare nella grande mela.
L'impatto con New York non è mai stato facile per nessun rookie, tantomeno per un giocatore non americano. Giocherà un ruolo cruciale l'intelligenza cestistica e non di Gallinari, che ha già dimostrato in Europa il suo valore.
A suo favore gioca il fatto di avere un coach come Mike che può valorizzare il suo talento offensivo e concedergli parecchio spazio sia da tre che da quattro, anche se Danilo non pare al momento in grado di poter tenere difensivamente contro i top player della lega in ala grande.
L'ex Olimpia Milano dovrà dimostrare di valere la fiducia che Walsh e D'Antoni hanno riposto in lui, volendolo fortemente. Il front office dei Knicks ha lasciato perdere le point guard al draft per avere il Gallo, nonostante al momento lo spot di play è quello maggiormente bisognoso di rinforzi.
Rispetto agli anni scorsi ci si aspetta una maggiore attenzione riguardo alle mosse di mercato dei Knicks, visto l'obiettivo ambizioso di tentare Lebron James (free agent nel 2010). La parola d'ordine è evitare spese pazze o contratti dissennati, come quelli concessi da Isiah Thomas negli anni precedenti.
Il primo segnale di questa tendenza è stato l'arrivo di Donnie Walsh in cabina di regia, ed il successivo ingaggio di D'Antoni. I due dovranno comunque far capire ad una piazza ambiziosa ed incostante come quella della grande mela, che il lavoro di risanamento ha un orizzonte temporale di medio termine, e che difficilmente da subito la squadra sarà competitiva, specie con gli attuali elementi.
Per prima cosa sarà necessario dare un identità al gioco dei Knicks, ed il primo tassello sarà la ricerca sul mercato di un regista di esperienza, già pronto a dettare i ritmi dell'attacco supersonico del baffo.
Stephon Marbury rilascia le solite interviste estive, dichiarandosi pronto e motivato per la stagione a venire, ma la sensazione è che abbia fatto il suo tempo. D'Antoni lo scaricò già ai tempi di Phoenix, e difficilmente inserirà una guardia con le caratteristiche di Steph nel suo sistema.
Coney Island Finest non ha i tempi, il tiro e soprattutto la velocità di esecuzione di Nash; inoltre tende troppo a mettersi in proprio vista la cronica attitudine a tenere palla in attacco. Rimane inoltre da verificare la sua tenuta fisica al rientro dall'operazione alla caviglia subita in primavera.
Allo stesso modo Marbury sembra non godere più di molte simpatie all'interno della dirigenza del team, di conseguenza pare essere uno dei papabili sacrificabili. La stampa newyorkese rumoreggiava circa un suo possibile buy out quest'estate, tuttavia rimane da valutare il suo valore di mercato, visto il suo contratto in scadenza, che a Febbraio avrà un certo peso.
Il front office blu arancio dovrà valutare attentamente se è il caso di tenere in spogliatoio il giocatore sino a febbraio, con tutti i rischi del caso, o se eliminare direttamente il problema alla fonte, negoziando una buonuscita. Molto dipenderà da Mike e dai suoi progetti circa il gioco della squadra.
Uno degli indizi che depongono a favore della tesi di cui sopra è l'interesse dei Knicks per le point guard disponibili sul mercato dei free agent. Uno dei possibili target è Chris Duhon. I tabloid di New York lo danno molto vicino ai Knicks, i quali gradirebbero la soluzione. Duhon ha esperienza e potrebbe gestire il gioco di NY; sia chiaro non è una stella, ed ha molto meno talento di Steph (anche se ha buone doti di palleggio e miglior tiro da tre), ma allo stesso modo non rappresenterebbe una mina vagante nello spogliatoio.
Sarebbe una soluzione temporanea (il contratto offerto dai Knicks è un biennale) in attesa di un tentativo per un futuro free agent o scelta al draft. Nel breve sarebbe però in grado di contribuire da subito, sebbene come già detto non sia un campione bensì un onesto giocatore. La posizione non vede disponibili sul Mercato delle superstar o aspiranti tali, eccezion fatta per il barone (ma sembra che sia vicino all'accordo coi Clippers).
Con Rose a Chicago potrebbe essere disponibile oltre a Duhon anche Kirk Hinrich, che però è apparso in netto calo nelle ultime stagioni. Chiunque arrivi, che sia Duhon o un altro, non potrà certo risolvere i cronici problemi in cabina di regia, ricordando che lo stesso Chris finora ha sempre fatto da back up a Chicago.
Altri registi accostati a New York sono Beno Udrith, reduce da un ottima stagione a Sacramento (e con i quali sembra aver accettato un rinnovo per cinque anni a 32 milioni di dollari), Monta Ellis (play!?) dato in uscita dai Warriors o giocatori "secondari" come l'attuale Jason Williams, Eddie House, Carlos Arroyo o Keyon Dooling.
L'obiettivo è quindi quello di trovare un play o una combo guard d'esperienza, senza però fare follie (motivo per cui si è ignorata l'ipotesi Baron Davis). Queste scelte possono sembrare a prima vista impopolari, ma sono il primo passo verso la ricostruzione di una squadra e di un ambiente che meritano ben altre posizioni all'interno della lega. Mardy Colins potrebbe essere la sorpresa dopo un anno difficile seguito alle buone prestazioni nell'anno da rookie.
La vera sfida per la dirigenza sarà quella di tentare di cedere uno dei contrattoni dell'attuale roster. Il papabile destinatario di cessione è dopo una sola stagione Zach Randolph.
L'ala dell'Indiana non ha convinto, ed il suo contrato è di quelli pesanti (48 milioni di presidenti per i prossimi tre anni). A fine stagione si è parlato di un interessamento di Milwaukee e Philadelphia.
La prima ipotesi è decisamente sfumata dopo la trade che ha portato Richard Jefferson in Wisconsin; la seconda è ancora possibile ma difficilmente Phila metterà sul piatto Reggie Evans ed uno tra Dalembert o Andre Miller.
Più probabile che la cessione i Z-Bo venga facilitata dall'inserimento nella trattativa di David Lee. L'ala ex Florida rappresenta l'unico asset di un certo livello della franchigia, e la sua cessione, seppur impopolare, potrebbe avere un senso. Il sacrificio di David sarebbe giustificabile qualora permettesse la cessione di uno dei contrattoni di Randolph o Curry; senza contare che Lee è in aria di rinnovo, e la dirigenza dovrebbe garantirgli un contratto adeguato entro il prossimo anno.
Il giocatore ha parecchio mercato, e nonostante sia uno dei beniamini del garden (nonché uno dei preferiti del sottoscritto) ha dei limiti legati al suo gioco; sebbene sia un giocatore da doppia doppia di media, non possiede un jumper affidabile e non ha gioco perimetrale, motivo per cui è stato schierato da ala grande (come back up di Randolph).
È vero che con D'Antoni Lee potrebbe giocare occasionalmente da centro, e garantire ottime ripartenze, tuttavia pagherebbe la già citata carenza al tiro. La scelta di Gallinari è propedeutica al suo impiego da ala piccola, cercando di sfruttare le sue doti al tiro ed a rimbalzo; tuttavia Danilo potrebbe avere del minutaggi importante da numero quattro, ed a quel punto andrebbero a discapito di Lee.
David è un giocatore tutto cuore e grinta, di quelli che infiammano le folle, tuttavia non è una superstar e non sposta gli equilibri di un team, motivo per cui la sua cessione sarebbe si dolorosa, ma non inevitabile. Mote squadre nella lega avrebbero bisogno di un David Lee, e se questo consentisse un possibile pacchetto con uno dei due lunghi sopra citati, ben venga.
Più difficile pare la cessione di altri giocatori dell'attuale roster. Vale quanto già detto per lo spot di play; nella posizione di guardia il titolare è Jamal Crawford, giocatore tecnico ma troppo spesso portato a forzare le conclusioni, e tutto da verificare negli schemi di D'Antoni. Crawford ama costruirsi dei tiri dal perimetro o dalla media, spesso con troppa insistenza e con percentuali rivedibili, ma è anche un buon passatore, dote non da trascurare con Mike.
Una volta indottrinato agli schemi di D'Antoni potrebbe essere un arma micidiale in attacco; specie con un aumento della qualità dei suoi tiri (una volta sgravato dai compiti di playmaking). Il suo back up attuale è rappresentato da Fed Jones (in aria di free agency, e difficilmente rinnovabile), e da Nate Robinson, i cui limiti soprattutto fisici in difesa sono evidenti.
Nate potrebbe essere,coi dovuti paragoni, un nuovo Barbosa, anche se meno veloce e meno incisivo.
Quentin Richardson è stato una delle maggiori delusioni delle ultime stagioni, tuttavia a Phoenix nel sistema D'Antoniano ha ben figurato in passato. Se recuperato potrebbe garantire minuti sia da guardia che da ala piccola, portando in dote anche i rimbalzi. Il suo contratto è difficilmente cedibile, almeno allo stato attuale. Potrebbe giocarsi le sue chance di ritagliarsi un posto da specialista, a patto che recuperi credibilità al tiro, altrimenti è uno come ce ne sono tanti.
Un elemento avulso dal gioco nelle ultime due stagioni è Jared Jeffries, ma anche in questo caso potrebbe esserci un sorpresa. Vista la difficoltà di cedere il suo contratto, l'ala ex Washington potrebbe avere minuti, specie in caso di cessione di uno tra Randolph o Lee o di entrambi. Il suo limite è la scarsa incidenza in attacco, tuttavia garantirebbe difesa e rimbalzi, da sempre punti deboli nelle squadre di D'Antoni. Se invece fosse ceduto, dubito che i tifosi dei Knicks fischierebbero questa scelta.
Wilson Chandler, prima scelta del 2007 potrebbe avere un minutaggio condiviso con Gallinari in ala piccola, qualora Q-Rich fosse impiegato maggiormente da guardia o fosse ceduto sul mercato. Il ragazzo ha dimostrato di avere dei numeri durante lo scorso finale di stagione, la summer league servirà per verificare la sua compatibilità con il nuovo coach e con il suo sistema. La linea verde intrapresa dalla società è sicuramente un vantaggio per lui.
Curry e Randolph sono la grande delusione dello scorso anno.
Uno tra i due è di troppo nel pitturato, e dubito che li vedremo con la stessa canotta il prossimo anno. Sono dei lunghi stanziali e poco adatti al run and gun, entambi sovrappeso, lenti e con una discreta zavorra salariale (a loro favore). Difficile dire quale dei due sia il più sacrificabile; sulla carta Randolph è quello con più mercato, e potenzialmente il più papabile per una cessione. Staremo a vedere se ci sarà qualche squadra disponibile ad accollarsi il suo contratto. Curry è reduce da una stagione in calo, sia in termini di numeri che di impatto, molto condizionata dalla convivenza con l'ex Blazer; la sua staticità non sembrerebbe compatibile con il gioco di D'Antoni, tuttavia potrebbe essere lui il centro titolare dei prossimi Knicks.
I bocciati senza alcuna riserva sono Jerome James, turista di lusso a New York. "Sexy James" rappresenta uno dei giocatori più pagati dell'NBA in proporzione all'utilizzo, ed è di fatto incedibile, almeno finchè non entra nell'ultimo anno di contratto (guarda caso nel 2010); a quel punto darebbe il maggior valore aggiunto della sua permanenza a New York.
Malik Rose è un veterano con un grande pregio, essere in scadenza con una busta paga che chiama 7.6 milioni di $, motivo che lo rende appetibile già da questa estate o a stagione in corso. Non rientra nei piani della nuova dirigenza e nemmeno in quelli di D'Antoni, tuttavia sarà una preziosa pedina di scambio.
Randolph Morris è un oggetto misterioso e tutto da scoprire, sempre che gli venga data la possibilità di farlo. Si sa che D'Antoni predilige rotazioni da sette massimo otto uomini e difficilmente darà minuti ad uno come il buon Morris, sempre che lo stesso non stupisca per la sua versatilità .
Dalle parti del Garden si cercherà di tirare fuori il massimo da quello che si ha e soprattutto si spenderà poco. Casomai verranno favoriti i movimenti in uscita e qualche entrata di medio livello (comunque con contratti non oltre i due anni), per poi giocarsi le proprie carte nel 2010. Ci vorrà pazienza da parte dei tifosi, visto che la stampa non l'avrà di sicuro.
Speriamo che i tifosi abbiano modo di ricredersi potendo già ammirare Gallinari durante la summer league di Las Vegas a metà luglio. Avremo un primo assaggio del suo inserimento nelle alchimie di coach D'Antoni.
PS: Non so se il Gallo o qualche amico abbiano modo di leggere Play.it; da parte mia un bocca al lupo per la nuova avventura, scriverò di lui nei prossimi Team Report.